Tag
Post n°167 pubblicato il 09 Maggio 2024 da daniela.g0
Il palazzo presidenziale di Varsavia illuminato il 9 marzo 2023 con l'immagine di Giovanni Paolo II, per onorare la sua memoria, dopo gli attacchi mediatici della sinistra liberale (fonte: TT@prezydent.pl)
La memoria di papa Giovanni Paolo II è da tempo sotto un continuo attacco dei media mainstream. Questo fatto è ormai noto, anche a chi non segue da vicino le vicende della Chiesa Cattolica. Quest'uomo, che nessuno osava attaccare apertamente mentre era in vita, sapendo di attirarsi il disprezzo della gente comune, è diventato subito dopo la morte oggetto di una campagna diffamatoria che ha visto impegnate tutte le forze di cui dispone lo stato profondo. Ho già parlato in un altro articolo di questi fatti, dove ho riportato come in Polonia le statue di san Giovanni Paolo II siano state vandalizzate vergognosamente e imbrattate di vernice rossa, come a voler far sembrare le mani di Wojtyla insanguinate. E non solo: l'attacco è stato sferrato a tutta la cristianità: attacchi violentissimi contro le chiese, le croci, le statue (che raffigurano personaggi della cristianità) e i memoriali antinazisti e anticomunisti. Sacerdoti e fedeli hanno dovuto difendere fisicamente le chiese dagli assalti e vi sono stati feriti gravi. Questo copione si è ripetuto nelle stesse identiche modalità in altre parti del mondo, in Canada per esempio. La regia degli attacchi avvenuti in Polonia? Si è trattato di una mano estranea, che dall'esterno ha diretto le violente proteste che si sono manifestate in Polonia a seguito della dichiarazione di incostituzionalità, da parte della Corte Costituzionale polacca, dell'articolo 4.a della legge del 7 gennaio 1993. L'articolo 4.a sulla pianificazione familiare, la protezione del feto umano e le condizioni per consentire l'interruzione della gravidanza, stabilisce che si possa abortire in alcuni casi specifici, fra cui il caso ove i test prenatali o altre indicazioni mediche indichino un'alta probabilità di un danno grave e irreversibile del feto o di una malattia incurabile potenzialmente letale. La dichiarazione della Corte Costituzionale polacca è avvenuta il 22 ottobre 2020, memoria di san Giovanni Paolo II. L'articolo a firma di chi scrive - di cui ho parlato sopra - era stato pubblicato in un primo momento dalla testata online Rec News. Ma dopo circa un anno dalla sua pubblicazione è stato rimosso senza un perché. Chi scrive allora ha deciso di ripubblicare il suo articolo su questo blog, dato il valore storico che esso riveste. Ad attaccare Wojtyla non è stato tuttavia soltanto lo stato profondo. Ad attaccare Wojtyla si è aggiunto persino il Vaticano nel Rapporto McCarrick, deponendo ai piedi di Giovanni Paolo II la colpa di aver coperto abusi di pedofilia: rapporto reso pubblico nel novembre 2020. Proprio mentre in Polonia imperversavano le violenti proteste orchestrate ad arte dall'esterno. Ad essere trascinato nel fango anche l'allora segretario di Giovanni Paolo II, il card. Stanislaw Dziwisz, dopo le accuse di aver coperto anche lui la pedofilia. Accuse contro Dziwisz emesse - ad orologeria - dall'emittente televisiva polacca Tvn24, di proprietà del colosso americano Discovery. Bisogna ricordare che Ceo e presidente di Discovery è David Zaslav, la cui attività divulgativa è strettamente legata alla politica. Zaslav è di nazionalità americana ma il cognome tradisce un'origine polacca e di etnia aschenazita. Per rinfrescare la memoria, come ha riportato a suo tempo la testata online Rec News, «Zaslav inizia a ricevere finanziamenti dal 2006, ma la svolta avviene dieci anni dopo, quando riesce a movimentare 235.100 dollari dal suo network sforna reality, programmi per bambini, documentari e intrattenimenti di vario genere. Da qui passa il convincimento delle masse e la promozione dell'ideologia Dem. Gli ultimi versamenti documentati del presidente e Ceo di Discovery coprono due anni, il 2015 e il 2016. Il più cospicuo è quello del 5 ottobre 2016 di 66.800 dollari, che ha come causale 'Hillary Victory Fund', fondo per la vittoria di Hillary». La giustizia sul caso che ha visto coinvolto il card. Dziwisz ha fatto poi il suo corso, scagionando l'ottantacinquenne alto prelato polacco da ogni accusa. Ma il rumore dello scandalo è stato lasciato permanere volutamente nelle orecchie dei fedeli cattolici. Nella campagna diffamatoria contro san Giovanni Paolo II sono scesi in campo persino il New York Times e testate cattoliche progressiste come National Catholic Reporter. Ma non finisce qui. Infatti tutti coloro che hanno tentato di difendere la memoria del papa polacco o quella di papa Benedetto XVI, altro bersaglio preferito dal deep state, sono stati oggetto di aggressione fisica, dileggio o infangati nella loro reputazione. Chi scrive lo sa bene. Premettendo che questo blog è al servizio della verità, e che questo è il suo unico scopo di vita, parlerò quindi di un fatto strettamente personale. Ma lo farò solo nella misura in cui i gravi fatti recentemente accaduti possano essere al servizio della Verità, che per i credenti - e quindi anche per chi scrive - è incarnata dalla persona stessa di Gesù Cristo. La verità di cui parlo quindi è «la verità tutta intera» (cfr. Giovanni 16,13) e non la verità servita "a pezzi", come è modalità assai cara alla falsa controinformazione. E' uso infatti da parte di essa offrire parte della verità ai lettori, per nascondere tuttavia tutto ciò che i lettori non devono sapere, in modo da poterli spingere nel recinto che lo stato profondo ha loro assegnato. In tal modo si mantiene il dissenso sempre più crescente sotto controllo e sempre entro certi limiti: vecchie tecniche da Unione Sovietica che tuttavia funzionano sempre. Ma torniamo, dopo questa divagazione, al mio fatto personale.
Una giornata "particolare" Lo scorso 26 aprile, avendo un po' di tempo a disposizione e leggendo un post sul canale Telegram del giornalista Cesare Sacchetti e che aveva come tema Giovanni Paolo II, ho deciso di postare un mio commento di risposta su "La Cruna dell'Ago", canale sempre di Telegram, dove è possibile unirsi e commentare. Questo il testo del post del dott. Sacchetti: «Prim'ancora della Pachamama di Bergoglio, c'era il Buddha di Wojtyla sull'altare della chiesa di San Pietro ad Assisi nel 1986. Bergoglio è soltanto una conseguenza dell'apostasia conciliare iniziata più di 60 anni fa.» E questa è la risposta di chi scrive, la quale compare nello screenshot sotto con il cognome del marito (screenshot ottenuti per gentile concessione di un nostro amico, bannato ma in grado di visualizzare il canale):
Risposta di un amministratore del dott. Sacchetti, dopo una decina di minuti:
A quel punto, ci troviamo intorno alle ore 13:40 del 26 aprile, ho risposto punto per punto alle accuse mosse ai pontefici Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Ma, dopo la pubblicazione del mio commento, è scomparso dopo pochi secondi. Per completezza di informazione ai miei lettori, aggiungo che avevo scritto sinteticamente dell'attacco orchestrato dallo stato profondo contro Wojtyla, delle statue vandalizzate in Polonia e altrove e dell'attacco dei giornali progressisti come il New York Times e National Catholic Reporter. Per cui, avevo scritto infine: "Davvero strano per un uomo che farebbe parte di quella cerchia". Alla scomparsa quasi immediata del post, ho pensato che Telegram non avesse accettato il messaggio, in quanto troppo lungo. Ho chiuso tutto e sono andata via. Non potevo però non rispondere, così sono tornata a scrivere il mio messaggio intorno alle ore 15:00. Ho tagliato la parte riguardante papa Benedetto XVI per brevità, concentrandomi su Wojtyla. Dopo aver richiamato alla memoria i concetti da esprimere, non senza fatica, ho ripubblicato il commento, per vederlo nuovamente sparire nel giro di pochi secondi. Ho pensato quindi che il mio messaggio fosse ancora troppo lungo, non volendo credere che potesse essere deliberatamente cancellato. Avevo richiamato fatti storici, facilmente verificabili, come si poteva allora cancellare un commento del genere, che oltretutto non offendeva nessuno? Era ormai una sfida. Ho pensato: dividerò il commento in piccole parti e le pubblicherò una per volta. Vedremo se risulterà ancora troppo lungo! Ho risposto solamente al primo punto e stavolta il mio commento non è sparito. A quel punto, ho speso anche qualche parola in più rispetto a prima:
Contenta, quindi, ho scritto la parte successiva trattando della vandalizzazione delle statue e dell'attacco sferrato dai giornali progressisti contro il papa polacco. Una piccola perla: la regia di George Soros dietro molti di questi attacchi. È lui infatti che possiede il quotidiano liberal Gazeta Wyborcza. Ed è sempre lui che nell'autunno 2020 con il suo giornale ha finanziato parecchie manifestazioni di protesta. Ma non sapevo che avevo appena sganciato una bomba. Questi fatti evidentemente non dovevano essere menzionati. Messaggio disintegrato in pochi secondi: subito dopo la chat è sparita per sempre e mi sono comparse queste poco confortanti parole:
Capirete la mia rabbia. Ma non mi sono ancora arresa, perché ormai era diventato un fatto di principio... Mio marito non era in casa al momento, ritornando subito dopo. Gli ho riferito il fatto. Allora abbiamo avuto accesso alla chat dal suo cellulare e così ho scoperto che dopo avermi bannata mi avevano pure risposto. Ma non certo a me, che non potevo né leggere né commentare nulla ma piuttosto agli altri lettori, ai quali erano già state negate - a loro insaputa - le mie osservazioni "pericolose".
A parte il fatto che dovrebbero spiegarmi quale differenza passi sostanzialmente tra il termine "attuali" e il termine "odierni", avevo scritto nel mio commento la parola "anzitutto" - riferita agli antichi israeliti - che indica una priorità. Ma anzitutto non significa "soltanto". Anche lo stesso Wojtyla fece in quel famoso discorso anzitutto riferimento alle origini del cristianesimo che affondano le loro radici nell'ebraismo, ricordando come Maria, Madre di Gesù, e tutti gli apostoli fossero ebrei. E poi giù con offese pesanti: non era bastato prima definirmi falsa "cattolica", adesso mancava pure l'appellativo di "falsaria". Lì si è aggiunto anche il coro esultante di una parte dei commentatori, che battevano le mani, ignari totalmente del fatto che ormai non ero più in linea e non potevo rispondere alle offese. Insultare qualcuno su una chat in sua assenza potrebbe configurare il reato di diffamazione. Non ho parlato con un avvocato, anche se avrei potuto farlo, ma documentandomi sul web sembra proprio che sia così. Ma non è nei miei sentimenti denunciare nessuno. Anche se il dott. Sacchetti non ha rinunciato a definire come "maldestro" il "tentativo della Chiesa post-conciliare", la quale ha affermato che non è stato Wojtyla a prendere la decisione di porre il Budda sull'altare della chiesa di Assisi nel 1986. Sacchetti non dice però che lui stesso, con metodi che ricordano molto da vicino quelli dei fautori del pensiero unico, ha fatto in modo da far apparire quel tentativo come "maldestro", tramite i suoi amministratori, impedendo alla persona di chiarire le proprie posizioni e di portare testimonianze storiche a sostegno di esse. E poi offendendola quando non poteva più difendersi. Ma come detto prima, non nutro interesse nel denunciare nessuno. I miei modelli sono altri e sono lontani anni luce da quelli dei miei oppositori, che pure si dichiarano cattolici. Ma di quale cattolicesimo starebbero parlando? Sarebbero cattolici quelli che impediscono agli altri di intervenire, senza aver molestato o insultato nessuno, e di esprimere civilmente le proprie opinioni? Questo occorre sottolinearlo: non ero una che commentava lì abitualmente, mai mandato spam o arrecato fastidio a nessuno. Qualche mio raro commento era sempre stato rispettoso degli argomenti trattati e soprattutto delle persone partecipanti. Il mio modello come detto è un altro. L'arcivescovo di Monreale Cataldo Naro, essendo stato assalito fisicamente da più persone con violenza e poi insultato, non denunciò nessuno pur essendo in suo potere il farlo. Preferì lasciar languire i suoi diritti di cittadino, come riportò in seguito l'amico, il prof. Francesco Mercadante, in un suo saggio. Tuttavia pagò a caro prezzo la sua perseveranza nel bene: la pagò con la vita, offerta come testimonianza per Cristo. Certo, Naro, per questi tradizionalisti, è solo l'esponente di una falsa chiesa: quella vera la rappresentano solo loro, è chiaro. La sua "colpa": non aver sconfessato il Concilio Vaticano II. Eh sì, perché Naro, come me, si era rifiutato di abiurare una atto legittimo della Chiesa Cattolica. Ma noi siamo la Chiesa conciliare, siamo i falsi cattolici. Loro sono i puri e gli osservanti. Tanto osservanti da calpestare in pieno la Parola di Dio. Ma saremo giudicati anzitutto sulla carità. Poi sulla nostra adesione alla verità, che deve essere "tutta intera" e non secondo le convenienze del tempo presente. Quel che mi sembra, invece, è che questi gruppi di tradizionalisti, e certamente non voglio generalizzare, stiano assumendo connotazioni sempre più simili a quelle delle sette. Sono armati di intransigenza e della convinzione di possedere la verità, senza però permettere che essa venga realmente fuori. Sono loro, soltanto, ad esserne i detentori. Sembra si stiano delineando sempre più due estremi: da una parte una falsa chiesa che sventola il Vaticano II come banderuola per propugnare iniziative eretiche in contrasto con la Tradizione perenne della Chiesa Cattolica; dall'altro una falsa chiesa che fa, con enorme arroganza, dell'adesione al Vaticano II il solo criterio di giudizio inappellabile sulle persone, che sarebbero eretiche solo perché non hanno rinnegato apertamente il Concilio stesso. Gli estremi - è risaputo - si toccano. In fondo, e lo dico con grande rammarico, sembra proprio che non vi sia, in ultima analisi, molta differenza. La Chiesa di Cristo è sempre più dilaniata, martoriata, offesa. Le profezie sulla Chiesa della beata Anna Katharina Emmerick divengono ogni giorno che passa amara realtà. Sembra che la Chiesa Cattolica sia davvero destinata a ridursi a un "piccolo resto", come ebbe ad affermare anche il teologo Joseph Ratzinger in un ormai celebre discorso radiofonico, alla fine degli anni Sessanta. «Un piccolo resto - come disse Ratzinger - apparentemente insignificante», e quindi totalmente privo di superbia e di arroganza, «eppure indomito». Ma «la rinascita della Chiesa dei fedeli a Dio e alla sua legge eterna sarà opera di quel piccolo resto». Dove sono presenti arroganza e prevaricazione, infatti, non può esserci vera Chiesa Cattolica, perché manca la presenza fondamentale di Cristo stesso che costituisce la Chiesa. La nostra spiacevole avventura del giorno 26 aprile sul canale Telegram "La Cruna dell'Ago" non era però ancora finita. Mio marito infatti aveva deciso di postare un suo commento, nel corso del quale chiedeva spiegazioni, gentilmente, agli amministratori. Inoltre aveva anche chiesto se il dott. Sacchetti fosse al corrente del fatto che "qui si oscurano le persone". Ebbene, come risposta, dopo circa 45 secondi dalla pubblicazione del commento, il messaggio si disintegrava sotto i nostri occhi. Subito dopo veniva bannato pure lui, che prima di allora aveva commentato solo un'unica volta.
Fine prima parte. Qui la seconda parte dell'articolo.
https://blog.libero.it/Ambientesalute/trackback.php?msg=16760689 I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio: Nessun Trackback Commenti al Post:
Nessun Commento
|
Inviato da: daniela.g0
il 27/03/2024 alle 21:52
Inviato da: acquasalata111
il 27/03/2024 alle 07:57
Inviato da: daniela.g0
il 27/03/2024 alle 03:03
Inviato da: acquasalata111
il 26/03/2024 alle 11:44
Inviato da: daniela.g0
il 13/03/2024 alle 14:11