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Messaggi del 12/03/2020

 

Quali i dati reali sul Coronavirus?

Post n°22 pubblicato il 12 Marzo 2020 da daniela.g0
 

 

Disinfezione di una stazione metro a Seoul

 

Fiumi di parole.   

Così recitava una vecchia canzone vincitrice del Festival di Sanremo. Da molte settimane siamo ormai travolti dai fiumi di parole che provengono da giornalisti, scienziati, politici, esperti, ecc. sul famigerato Coronavirus accompagnati, in un primo momento, alle agghiaccianti immagini provenienti dalla Cina di centinaia di uomini vestiti in tuta protettiva e mascherina, che irrorano le città di disinfettanti o sollevano di peso donne e uomini per trascinarli in centri di isolamento dove saranno sottoposti a test e trattamenti contro la loro volontà.     

Ma le ragioni del Coronavirus e i suoi terribili rischi giustificano qualunque procedura. Del resto queste popolazioni sono abituate ormai ad una privazione dei diritti umani.       

Anche in Italia dopo il dilagare dell'epidemia si sono create "cinture sanitarie", zone rosse, gialle o bianche, fino a dichiarare l'Italia un'unica "zona protetta", dove la gente si domanda se e quando sarà colpita dal virus. Metropoli deserte come non mai a cui si aggiungono provvedimenti restrittivi che impongono di non uscire senza valido motivo, tenersi a rigorosa distanza, evitare manifestazioni, convegni o relazioni sociali. Negozi, bar, ristoranti, pub, ormai rimangono chiusi in un Italia che sembra scaraventata indietro di 400 anni, quando la Penisola fu devastata dalla peste, che falciò tra il 50 e il 60% delle popolazioni colpite. Nella mia città, pur non trovandosi in una zona particolarmente interessata dal virus, qualche settimana fa, due uomini adulti hanno fatto a pugni in un supermercato per contendersi l'ultima bottiglietta di disinfettante. Perchè potersela accaparrare può fare la differenza tra la vita e la morte. In questo scenario apocalittico, se si prova ad accendere il televisore si è molto rassicurati alla vista di intere classi di bambini piccoli tutti rigorosamente muniti di mascherina insieme alla loro maestra, rigorosamente separati tra loro con delle barriere di plastica gialla che circondano ciascuno dei banchi ed impediscono loro perfino di guardarsi in faccia.      

Ma è davvero così terribile la situazione?       

Nei tempi della temuta epidemia di peste di manzoniana memoria, i morti venivano portati via dai monatti con dei carri e purtroppo ce n'erano davvero tanti, mentre un incessante scampanellìo avvisava di tenersi a distanza. Oggi però a ben guardare il numero dei morti e dei gravemente ammalati a causa del virus non è poi così elevato. Lo hanno affermato, appena il 26 febbraio scorso, la stessa OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) insieme ad istituzioni ed alcuni medici che provano a frenare sull'epidemia. Dicono che l'infezione è sì aggressiva e di rapida diffusione ma nel suo decorso è meno peggio di quanto si credesse all'inizio. La malattia da Coronavirus, ad eccezione del 5% di casi gravissimi e il 3% di decessi fra anziani e soggetti a rischio, viene declassata a "poco più di un'influenza". Lo afferma Walter Ricciardi dell'OMS, che aggiunge: "E' giusto non sottovalutare il virus ma la malattia va posta nei giusti termini". Gli fa eco anche il dr. Antonino Bella, del dipartimento malattie infettive dell'Istituto Superiore della Sanità. Bella afferma che l'influenza stagionale, consultando i dati, fa più morti del Coronavirus cinese. I ricercatori dell'Istituto hanno calcolato che i decessi per influenza potrebbero essere 8mila all'anno (calcolando che l'influenza ogni anno contagia in Italia circa 6-8 milioni di persone, all'incirca il 9 per cento della popolazione, ndr), causati da polmoniti e varie complicazioni, ma i casi di morte accertata in laboratorio con il tampone sono soltanto trenta (dati aggiornati al 26 febbraio 2020, ndr).      

Altra inevitabile domanda da porsi è il perché il virus abbia aggredito massicciamente l'Italia e non altri stati europei.        

In Germania, ad esempio, la disparità con il numero dei contagiati rispetto all'Italia è enorme. Le cifre cambiano continuamente, cosicché dare dati esatti è impossibile, ma balza all'occhio la differenza. A titolo esemplificativo, fino al 4 marzo i contagiati erano solo 240 contro i 3.089 dell'Italia. Ma molti utenti sui social network mettono in dubbio i numeri ufficiali, sospettando che in realtà i contagiati siano molti di più. Tali affermazioni sono dei sospetti non provati, però ci sono diversi indizi che possono dare credito a questa tesi.          

Di fatto, la Germania è il Paese più popoloso dell'Unione Europea, contando oltre 80 milioni di abitanti. Inoltre il governo tedesco intrattiene stretti rapporti con quello cinese, fra commercio e turismo. Sono molte le aziende, specialmente le multinazionali, che possiedono almeno uno stabilimento in Cina, come quelle del settore automobilistico. Di conseguenza il flusso di persone che vanno dalla Germania alla Cina e viceversa, deve essere necessariamente elevato. 

Inoltre, secondo il sito della televisione di stato tedesca, Deutsche Welle, i numeri dei contagiati dall'influenza sfiorano gli 80mila casi. Un rapporto del Robert Koch Institute (Rki) ha rilevato 130 morti per influenza in questa stagione e 13.300 ricoveri ospedalieri. I casi registrati in tutto da inizio autunno sono 79.263 (dati aggiornati al 27 febbraio). Ultimo rilievo: non è noto il numero di test effettuato dalla Germania per l'accertamento della presenza del CoVID-19.

Da tutti questi dati, molti sospettano che i casi di Coronavirus nel paese teutonico siano in realtà molti di più. E forse, viene spontaneo pensare, i casi di Coronavirus in tutta Europa sono pochi perché, semplicemente, non sono stati cercati da nessuno.        

Ed il sospetto si allarga anche sull'Italia, in un Paese spaccato in due, fra un Nord che sta eseguendo tanti tamponi per la positività al nuovo Coronavirus ed un Sud che ne esegue pochi, considerando anche che in tanti stanno accusando sintomi simil-influenzali, mentre una grande affluenza di persone è rientrata verso il Sud Italia dopo le recenti decisioni governative.        

Dall'altra parte dell'Oceano, negli Stati Uniti, è trapelata invece un'indiscrezione, riportata da Politico, secondo la quale il governo non ha voluto usare, anche temporaneamente, il test sul Coronavirus messo a punto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e spedito a quasi 60 Paesi. Nel Paese intanto infuriano le polemiche per la mancanza del test che registra un numero contenuto di casi, a giudizio di molti, soltanto perchè non vengono eseguiti gli esami necessari in modo appropriato. Non è chiaro di chi sia la responsabilità di tale decisione all'interno dell'amministrazione Trump, ma è stato deciso di non usare i test dell'OMS nemmeno temporaneamente, in attesa che il Centers for Disease Control and Prevention metta a punto un suo kit per eseguire gli esami. Secondo gli esperti consultati da Politico, questo ha rallentato le diagnosi favorendo la diffusione del virus.     

Ritengo utile riportare, a questo punto, un estratto dell'articolo "Infezione da Coronavirus: informazione e consigli", pubblicato il 23 febbraio scorso dal dr. Roberto Gava, farmacologo, tossicologo, cardiologo e omeopata, invitando chi volesse informazioni più complete e dettagliate, alla lettura integrale dell'articolo. Il dottor Gava è un medico competente, molto attivo sui social, animato dal sincero desiderio di informare in modo trasparente e disinteressato.            

"In questi giorni siamo bombardati da messaggi di grande allarme sanitario [...] che, nelle persone carenti di competenze specifiche, diventa essenzialmente paura.        

La paura è poi origine di molti mali: diffidenze, divisioni, fughe, rinunce, reazioni emotive, contrasti, spese irrazionali e molto altro in base alle caratteristiche di ognuno di noi. Alla fine, la paura della malattia può essa stessa creare la malattia, perché crea tensione, stress e lo stress prolungato slatentizza i punti deboli della persona: può fare salire la pressione, può causare aritmie cardiache, disturbare il sonno e la digestione [...] e alla fine indebolisce il sistema immunitario. Proprio quello che in questo periodo non deve avvenire! La terapia è sempre consapevolezza, che nasce dalla conoscenza e dal buon senso: fondamenti che la paura impulsiva ed emotiva non permette di ottenere.        

Cerchiamo allora di conoscere questa infezione da Coronavirus e di capire cosa possiamo fare oggi alla luce dell'attuale situazione italiana.           

Cosa dice la scienza sui Coronavirus           

I Coronavirus sono una grande famiglia di virus respiratori a filamento singolo di RNA a senso positivo. Possiedono un diametro di circa 80-160 nm (1 nanometro è un milionesimo di millimetro) e il loro genoma è tra i più lunghi dei virus a RNA (conta circa 30.000 basi azotate).         

Il nome 'coronavirus' deriva dal loro aspetto al microscopio elettronico, dove le proteine a forma bulbosa poste sulla loro superficie esterna creano un'immagine di corona. Queste proteine sono proprio quelle che permettono al virus di attaccarsi alla membrana cellulare delle cellule che poi infetteranno. Il virus poi penetra all'interno della cellula obbligandola a codificare il suo RNA , le proteine dell'involucro esterno e quindi il virus intero che poi uscirà dalla cellula per infettare altre cellule e così via. I comuni Coronavirus sono sono responsabili di patologie in mammiferi e uccelli, nei quali provocano diarrea (mucche e maiali) o malattie delle vie respiratorie (polli).         

Nell'uomo, i comuni Coronavirus provocano infezioni respiratorie spesso di lieve entità come il raffreddore comune, ma in qualche caso possono polmoniti virali non gravi (i normali coronavirus sono responsabili di circa il 20% di tutte le polmoniti virali), ma raramente possono causare anche una Sindrome Respiratoria Acuta Grave (SARS).   

Come è accaduto con altri virus, anche alcuni Coronavirus degli animali, e che normalmente non infettano la nostra specie, possono fare un 'salto di specie' e passare all'uomo causando allora polmoniti molto gravi e occasionalmente letali. In questo caso, la gravità della patologia dipende dal fatto che, se il virus è nuovo, il nostro sistema immunitario non lo conosce perché non è mai venuto a contatto con lui, non sa difendersi e subisce l'attacco che diventa particolarmente violento e pericoloso nei soggetti immunologicamente deboli o immunodepressi, specie gli anziani portatori di palologie croniche importanti o altri soggetti particolarmente deboli a livello immunitario, cardiopolmonare, renale o metabolico.        

Oggi conosciamo 7 Coronavirus umani. I primi 4 dell'elenco seguente sono molto comuni (sono detti anche 'virus del raffreddore') e sono stati identificati negli anni '60, mentre gli ultimi 3 sono stati identificati in questi ultimissimi anni:         

1. Human Coronavirus 229E (Coronavirus alpha).        

2. Human Coronavirus NL63 (Coronavirus alpha).       

3. Human Coronavirus OC43 (Coronavirus beta).       

4. Human Coronavirus HKU1 (Coronavirus beta).      

5. SARS-CoV (Coronavirus beta che ha causato la Severe Acute Respiratory Syndrome del 2002, epidemia partita dalla Cina che ha infettato circa 8.100 persone tra le quali ha provocato una mortalità del 9,5%).             

6. MERS-CoV (Coronavirus beta che ha causato la Middle East Respiratory Syndrome del 2012, epidemia partita dall'Arabia Saudita che ha infettato circa 2.500 persone tra le quali ha provocato una mortalità del 35%).       

7. CoVID-19 (nuovo Coronavirus della fine del 2019 che sta causando una sindrome respiratoria acuta grave che in una piccola minoranza di casi può portare a morte; l'epidemia/pandemia é partita da Wuhan, una città della Cina, dove ha infettato quasi 100.000 persone causando una mortalità stimata fin'ora del 2,3%: 1.023 morti su 44.672 casi cinesi confermati) (clicca qui per i dati mondiali aggiornati).        

Il CoVID-19 è stato denominato 'nuovo Coronavirus' perché è un nuovo ceppo di Coronavirus che non è mai stato precedentemente identificato nell'uomo. Il virus è associato a un focolaio di casi di polmonite registrati a partire dal 31 dicembre 2019 nella città di Wuhan (Cina centrale). Sembra, ma non è certo, che la maggior parte dei casi abbia avuto inizialmente un legame epidemiologico con il mercato di Huanan Seafood (Cina meridionale), un mercato all'ingrosso di frutti di mare e animali vivi.       

Il CoVID-19, infatti, è geneticamente identico per il 96% a un noto Coronavirus dei pipistrelli e per l'86-92% a un Coronavirus del pangolino. Pertanto, la trasmissione di un virus mutato dagli animali all'uomo è la causa più probabile della comparsa di questo nuovo Coronavirus.        

Come si trasmette l'infezione         

I Coronavirus umani si trasmettono da una persona infetta a un'altra principalmente attraverso il contatto diretto con la saliva, i colpi di tosse e gli starnuti (bisogna trovarsi entro un raggio di di circa 1-1,5 metri), ma verosimilmente anche attraverso un contatto diretto con le mucose oro-nasali o la mano di un malato (il malato ha verosimilmente le mani contaminate, perché è facile che si tocchi il naso o se le metta davanti la bocca quando tossisce o starnutisce).      
Infatti, in Cina, la principale causa di contagio (78-85%) è avvenuto all'interno della famiglia e in particolare a causa di goccioline aero-trasmesse da portatori di infezione che si pongono a stretto contatto con una persona. La trasmissione nell'aria su lunghe distanze (oltre 1,5-2 metri), specie se in ambienti grandi o all'aperto, non è una importante causa di diffusione.       
Secondo i dati diffusi dall'OMS fino ad oggi, risulta che se si ha un contatto personale diretto con una persona infetta, la probabilità di infezione non è assolutamente elevata, perché è solo dell'1-5%.      
Ovviamente, in quest'ultimo caso chi è stato toccato dalla una mano di un malato è a rischio di ammalarsi solo se si mette la mano in bocca o se si tocca le mucose di naso e occhi prima di essersi lavato accuratamente le mani.
Un malato può diffondere i virus durante i sintomi della malattia ma, come per tutte le virosi, lo può fare anche nei 5-6 giorni che precedono la manifestazione clinica dei sintomi (verosimilmente anche nei 15 giorni precedenti) e quindi prima che si scopra che è stato realmente infettato. 

Perché si stanno moltiplicando i casi di persone infette          

Prima di tutto credo sia corretto ringraziare il nostro Governo, il Ministero della Salute e degli Interni, la Protezione Civile e i vari Governatori Regionali, perché hanno lavorato insieme fin dalle prime notizie giunte dalla Cina alla fine di gennaio e hanno rapidamente preso decisioni coraggiose, non attuate da tutti gli altri Paesi, per moltiplicare i tamponi faringei e circoscrivere l'estensione dell'epidemia.
Dato che in Italia il tampone è stato fatto anche a tutte le persone che sono venute a contatto con individui risultati positivi e che questo, almeno per ora, non viene eseguito negli altri Stati europei, è ovvio che nel nostro Paese sia più facile riscontrare tanti casi di persone infettate.             
È ovvio quindi che l'Italia in questi ultimissimi giorni sia diventata il Paese europeo più colpito e con un numero di casi simile a quello di Hong Kong.
È possibile che tra pochi giorni accada lo stesso anche nel resto dell'Europa, ma per ora noi siamo i primi in questa brutta classifica.        
Se si deve guardare positivamente questa realtà, va però detto che tale presa di posizione del nostro Paese dovrebbe permettere di arginare l'infezione isolando immediatamente i focolai di malattia. Dobbiamo però fare attenzione a non creare troppo allarme e a non esagerare, perché non vorrei che l'infezione da Coronavirus diventi, più che un pericolo/danno sanitario, un vero e proprio pericolo/danno economico!
Se poi qualcuno si chiede come mai ci siano comunque così tante persone infette, suggerirei di riflettere sul dato oggettivo che oggi i viaggi e gli spostamenti interregionali, internazionali e intercontinentali sono comunissimi e frequentissimi e ci sono molte persone che per motivi di lavoro o altro incontrano in pochi giorni decine e centinaia di persone.     

I sintomi dell'infezione da Coronavirus           

I sintomi più comuni nell'uomo sono rappresentati da: malessere, astenia, raffreddore, cefalea, febbre, faringite e tosse. Nei casi più gravi l'infezione può causare polmonite con difficoltà respiratoria acuta grave, insufficienza renale e raramente la morte.
Il problema è che siamo ancora nel periodo in cui è presente anche la sindrome influenzale comune che, come sappiamo, è causata dal virus dell'influenza vera e propria ma anche da tanti altri virus che causano dei quadri sintomatologici del tutto sovrapponibili, almeno nei giorni iniziali a quelli in cui compare la sintomatologia dell'infezione da Coronavirus.                
La diagnosi differenziale è difficile ed è permessa con certezza solo dall'esame microbiologico di un campione prelevato con il tampone faringeo e che utilizza la tecnica della PCR (Reazione a Catena della Polimerasi), un esame che fornisce l'esito in solo 2-3 ore.     
Però, credo che se si moltiplicano in pochi giorni non solo i riscontri di tamponi positivi per infezione da Coronavirus, ma anche i decessi per patologia da Coronavirus cinese CoVID-19, allora, dato che quest'ultimo è molto più infettante dei nostri normali Coronavirus, è probabile che anche da noi si vada incontro ad una estensione dell'infezione.         

Mortalità da Coronavirus CoVID-19         

Si dice che in Italia la mortalità da sindrome influenzale stagionale (NON da virus influenzale vero e proprio) sia di circa 7.000 persone all'anno.
Secondo InfluNet (il sistema nazionale di sorveglianza epidemiologica e virologica dell'influenza, coordinato dal nostro Ministero della Salute con la collaborazione dell'Istituto Superiore di Sanità), ogni anno la sindrome influenzale colpisce circa 6-8 milioni di persone, cioè il 9% della popolazione.
In Italia i virus influenzali causano direttamente all'incirca 300-400 morti ogni anno, con circa 200 morti per polmonite virale primaria, però a questi decessi, a seconda delle stime dei diversi studi, vanno aggiunti 4-8.000 morti "indirette" causate dalle complicanze polmonari (polmoniti batteriche) o cardiovascolari (scompenso cardiaco) dell'influenza.         
I numerosi virus che causano le sindromi influenzali stagionali possono infatti creare delle complicazioni soprattutto negli anziani o comunque in tutte le persone che prima di ammalarsi di influenza erano già affette da patologie croniche gravi o da immunodeficienze.             
Quindi, si stima che il nostro tasso di mortalità dell'influenza stagionale (ossia il rapporto tra morti e contagiati) sia inferiore all'uno per mille, cioè 0,1%.
Se ora facciamo il confronto con il nuovo Coronavirus, ci si potrebbe chiedere: la nostra sindrome influenzale stagionale è più pericolosa dell'infezione da CoVID-19, considerando che solo in Italia i morti per la prima sono ogni anno più alti di quelli registrati finora in Cina a causa del nuovo virus?            
A livello generale la risposta, che però per ora si basa solo su dati provvisori, dovrebbe essere "SI" perché è vero che la mortalità del CoVID-19 sembra essere intorno al 2,3% e quindi maggiore di quella della sindrome influenzale, ma quest'ultima colpisce milioni di persone e quindi alla fine fa più morti.           
Tuttavia non so se sia una risposta sicura, perché è ancora decisamente troppo presto per trarre conclusioni: sono dati altamente provvisori dato che non conosciamo l'esatto numero dei contagiati da CoDIV-19, che verosimilmente sarà un numero più alto (molte persone scarsamente sintomatiche e quindi non sono state registrate).
La differenza sostanziale tra virus influenzali e Coronavirus è che: mentre i normali virus che causano la sindrome influenzale stagionale sono noti al nostro organismo e non possono infettare tutta la popolazione perché molte persone sono già immunizzate (perché vaccinate o perché già protette dagli anticorpi naturali formatisi da precedenti contatti), questo nuovo Coronavirus è sconosciuto al nostro sistema immunitario, pertanto trova ovviamente le persone immunologicamente impreparate e quindi può diffondersi molto più velocemente (come pare stia facendo in questo ultimo periodo) e può anche causare danni gravi, che avvengono in una percentuale maggiore ma all'interno di un minor numero di persone.              
In ogni caso dobbiamo attendere ancora 1-2 mesi per avere dati più precisi, ma è probabile, per i motivi appena espressi, che l'infezione da CoVID-19 si estenda in tutto il mondo e duri almeno altri 2-3 mesi.               
Per i dati di cui disponiamo, possiamo anche dire che la mortalità da Coronavirus è fortemente influenzata dall'età della persona colpita, dalle sue condizioni di salute preesistenti e soprattutto dall'aiuto che il malato ottiene dal Sistema Sanitario Nazionale.
Le condizioni Sanitarie del Paese colpito sono molto importanti, perché il 20% delle persone infette in Cina ha avuto bisogno di cure ospedaliere per settimane, però la maggior parte dei letti erano già occupati da persone che erano ricoverate per altre malattie. Inoltre, i malati gravi da CoVID-19 muoiono in percentuale maggiore se non sono disponibili letti nei reparti di Terapia Intensiva. Pertanto, la cosa più importante è in primo luogo contenere in modo aggressivo la diffusione del virus per mantenere basso il numero di pazienti gravemente malati e in secondo luogo aumentare il numero di letti (compreso il materiale sanitario e il personale medico e infermieristico) fino a quando non ce ne sarà abbastanza per i malati gravi (è proprio quello che il nostro Governo sta cercando di fare in questi ultimi giorni). Ma che caratteristiche hanno i morti causati dal nuovo Coronavirus?       
Sono essenzialmente anziani (circa l'84%) e immunodepressi ... e tra questi la mortalità è ovviamente molto più elevata del 2,3%, ma lo stesso accade anche per la comune influenza".                      

 

Fonti:                

GAVA R., "Infezione da Coronavirus: informazione e consigli" (2020), http://www.robertogava.it/infezione-coronavirus-informazione-buon-senso                 

GIULIANI F., "La Germania sta bluffando sul numero di casi di coronavirus?" (2020), https://www.ilgiornale.it/news/mondo/germania-sta-bluffando-sul-numero-casi-coronavirus-1832967.html       

SORBI M., "Frenata degli scienziati 'Non è un'emergenza' L'ira dei medici su Conte" (2020), https://www.ilgiornale.it/news/politica/frenata-degli-scienziati-non-unemergenza-lira-dei-medici-su-1832081.html       

REDAZIONE, "Coronavirus, media rivelano: gli Usa non hanno voluto usare i test dell'Oms" (2020), https://www.ilmessaggero.it/mondo/coronavirus_usa_no_test_oms-5097217.html

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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