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Messaggi del 19/06/2024

 

La Theotokos modello di confini aperti? Il culto autentico a Maria e il "femminile" di Dio - Prima parte

Post n°170 pubblicato il 19 Giugno 2024 da daniela.g0
 

Militello in Val di Catania (CT) - La statua della Madonna della Stella, la cui festa cade l'8 settembre, è custodita in una nicchia celata da una porta scorrevole in ferro, che, aprendosi lentamente il giorno della vigilia della festa, svela al mondo la Madonna della Stella in tutta la sua splendida bellezza   

 

Dopo la conclusione del mese di maggio, che la Chiesa Cattolica dedica tradizionalmente a Maria, è giunto il momento di trarre alcune conclusioni.  

È noto ormai come, dopo la chiusura del Concilio Vaticano Il, la Chiesa Cattolica abbia tentato di tessere un dialogo con le altre fedi religiose. Tuttavia ciò che avrebbe dovuto rimanere soltanto un dialogo dove ognuno mantenga fermamente la propria specificità, si è invece trasformato in un'occasione di tradimento della dottrina cristiana, da parte di quegli alti prelati - insieme a un buon numero di laici - che pure con le parole continuano a dichiararsi cattolici. 

Scriveva sant'Agostino, vescovo d'Ippona: «Molti sono parte della Chiesa in modo solo apparente, mentre in realtà vivono contro di essa». 

Per convincersi di quanto possano essere vere queste parole, basta osservare ciò che accade oggi: un recente articolo di LifeSiteNews ci fornisce particolari interessanti su quel che avviene all'interno e fuori dalle mura vaticane.   

 

La Madonna che "unisce" cristiani e musulmani   

Il Vaticano sta "esagerando" le somiglianze tra la Beata Vergine Maria e la figura di Maria, Madre di Gesù, come appare nel Corano e negli hadith musulmani (tradizioni su Maometto, il fondatore dell'Islam). 

Il 18 maggio di quest'anno, papa Francesco ha fatto visita ai detenuti del carcere di Montorio di Verona e, dopo aver donato un'icona della Madonna col Bambino al carcere apparentemente multireligioso, ha affermato tra gli applausi che «la figura di Maria è una figura comune sia al Cristianesimo che all'Islam. È una figura comune; ci unisce tutti». 

E se queste affermazioni possono sembrare innocue, sono in linea con i numerosi tentativi del Vaticano di convincere i cattolici che l'Islam è in qualche modo una "fede sorella", quando, in realtà, l'Islam si appropria dei nomi e dell'aura sacra delle figure bibliche, ma poi le riformula con attributi diversi e anti-biblici. 

All'inizio del 2021, ad esempio, l'Accademia Mariana di Roma ha lanciato una serie di webinar di 10 settimane dal titolo "Maria, un modello di fede e di vita per il Cristianesimo e l'Islam" in collaborazione con la Grande Moschea di Roma e il Centro Culturale Islamico d'Italia.   

 

La Madonna modello di "confini aperti"   

Basandosi sulla sua convinzione che Maria sia "una donna ebrea, cristiana e musulmana", il sacerdote cattolico Gian Matteo Roggio, organizzatore dell'iniziativa musulmano-cattolica, ha affermato che spera di usare "la Madonna" come modello di "confini aperti" tra mondi religiosi e multiculturali. 

Di queste iniziative da parte del mondo accademico e della gerarchia della Chiesa ne abbiamo già parlato. Un caso emblematico è rappresentato dal tentativo di trasformare la Vergine di Trapani, famosa da tempi molto antichi in tutto il mondo e in particolare venerata fra la gente di mare in tutta Italia, in "modello di transizione" dalla fede cattolica a quella musulmana. Al probabile scopo, o meglio non dichiarato, di traghettare poi i fedeli verso un'unica religione mondiale. 

La trasformazione dunque della Madonna in un modello multireligioso e multiculturale, ai fini di cancellare dalla faccia della terra il Cristianesimo e quindi il nome stesso di Gesù Cristo, di cui la Vergine Maria è Madre e portatrice. 

Se le mie parole potrebbero sembrare azzardate, basta leggere i caratteri scolpiti nella targa apposta ai piedi della statua bronzea della Madonna di Trapani, che attualmente si trova collocata nei pressi della Capitaneria di Porto della città siciliana.  

«O Maria, Regina della Pace, benedici e proteggi tutti i popoli che vivono sulle sponde del Mar Mediterraneo, affinché, pur nelle diversità di culture, di religioni e di etnie, incrementino rapporti di collaborazione e di integrazione per costruire e diffondere fraternità, libertà e promozione di autentici valori umani».  

I "valori umani" e non cristiani insieme alla "fraternità" e alla "libertà" ci ricordano molto da vicino il motto della Rivoluzione francese. Libertè, egalitè, fraternitè, il motto di quella che fu la Rivoluzione dietro cui muoveva le fila la massoneria. 

Rivoluzione che segnò l'inizio della scristianizzazione dell'Europa. 

Se dobbiamo indicare infatti un punto di partenza storico e fondamentale, da cui l'Europa ha iniziato a distruggere le proprie radici cristiane, quello è proprio la Rivoluzione francese, con gli innumerevoli spargimenti di sangue che ne conseguirono. 

LifeSiteNews, in riferimento alle affermazioni avanzate da padre Gian Matteo Roggio, ci ricorda poi: 

L'affermazione che Maria fosse una "donna ebrea, cristiana e musulmana" è vera solo per due terzi: sì, era ebrea per razza e origine; e sì, era cristiana in quanto diede letteralmente alla luce Cristo (da cui ebbe origine la Cristianità); ma sicuramente non era musulmana - un termine e una religione nati 600 anni dopo la vita di Maria sulla terra. 

Peggio ancora, lungi dall'essere la Vergine Eterna, come è venerata da 1,5 miliardi di cristiani di tipo cattolico e ortodosso, l'Islam presenta Maria, la Madre di Cristo, come "sposata" con Maometto in paradiso - un'affermazione che sembrerebbe separare piuttosto che costruire "ponti". 

In un hadith ritenuto sufficientemente affidabile da essere incluso nel corpus del celebre Ibn Kathir (1300 - 1373), Maometto dichiarò che "Allah mi sposerà in paradiso con Maria, figlia di Imran", che i musulmani identificano con la madre di Gesù. 

Né si tratta solo di un hadith casuale e oscuro. Il dottor Salem Abdul Galil - ex viceministro delle dotazioni religiose dell'Egitto per la predicazione - ne ha affermato la canonicità nel 2017 durante un programma televisivo in diretta in lingua araba. Galil ha affermato che, tra le altre donne bibliche (la sorella di Mosè e la moglie del faraone), "il nostro profeta Maometto - le preghiere siano su di lui - sarà sposato con Maria in paradiso". 

Se pochi cristiani oggi conoscono questa affermazione islamica, i cristiani medievali che vivevano nelle nazioni occupate dai musulmani ne erano certamente consapevoli. Lì, i musulmani dispettosi la lanciavano regolarmente in faccia ai cristiani cattolici e ortodossi che veneravano Maria come la "Vergine Eterna". 

Così, Eulogio di Cordova, un cristiano indigeno della Spagna occupata dai musulmani, scrisse una volta: 

«Non ripeterò il sacrilegio che quel cane impuro [Maometto] osò proferire riguardo alla Beata Vergine, Regina del mondo, Santa Madre del Nostro venerabile Signore e Salvatore. Sosteneva che nell'aldilà l'avrebbe deflorata.»  

Come al solito, furono le parole offensive di Eulogio nei confronti di Maometto - e non le parole oscene di quest'ultimo nei confronti di Maria - ad avere conseguenze disastrose: Eulogio, insieme a molti altri cristiani spagnoli fortemente critici nei confronti di Maometto, furono giudicati colpevoli di aver parlato contro l'Islam e torturati e giustiziati pubblicamente nella Cordova dell'"Età dell'Oro", nell'anno 859 d.C.

 

Martirio di Sant'Eulogio di Cordova, opera di autore ignoto del XVII conservata nella Cattedrale di Cordova  

 

Tutti questi fatti scomodi, come era da aspettarsi, sono stati tranquillamente sorvolati durante l'"apertura" del Vaticano e della Pontificia Accademia Mariana Internazionale ai musulmani. E se mai tali fatti dovessero essere sollevati, senza dubbio i cristiani si prenderanno in qualche modo la colpa, come quasi sempre accade in ambito accademico.

Ad esempio, dopo aver citato il suddetto lamento di Eulogio contro l'affermazione di Maometto di essere sposato con Maria, John V. Tolan, professore e membro dell'Academia Europaea, lo ha denunciato come una "affermazione oltraggiosa", frutto della stessa "invenzione" di Eulogio. Poi si è scagliato contro il martire, non contro i suoi assassini o il loro profeta: 

«Eulogio fabbrica bugie progettate per scioccare il suo lettore cristiano. In questo modo, anche quegli elementi dell'Islam che assomigliano al cristianesimo (come la riverenza di Gesù e della sua vergine madre) vengono deformati e anneriti, in modo da impedire al cristiano di ammirare qualcosa dell'altro musulmano. L'obiettivo è ispirare odio verso gli "oppressori".... Eulogio si propone di dimostrare che il musulmano non è un amico ma un potenziale stupratore delle vergini di Cristo.» (Saraceni: l'Islam nell'immaginario medievale europeo, p.93)  

Come già visto, tuttavia, è proprio Maometto (o, per essere più precisi, l'hadith) - non un "polemista cristiano" qualsiasi - che "fabbrica bugie destinate a scioccare", vale a dire che Maria sarà la sua eterna concubina. 

Questo, per inciso, è il problema principale che i sostenitori dell'"Abrahamism" non riescono a riconoscere: l'Islam non tratta i personaggi biblici come fa il Cristianesimo. 

I cristiani accettano il testo della Bibbia ebraica, o Antico Testamento, così com'è. Non aggiungono, tolgono o distorcono i resoconti dei Patriarchi su cui fanno affidamento anche gli ebrei. 

Al contrario, pur basandosi anche sulle figure dell'Antico e del Nuovo Testamento - per il peso dell'antichità e dell'autorità attribuita ai loro nomi - l'Islam le riformula completamente con attributi diversi che riaffermano la religione di Maometto come l'unica vera e finale "rivelazione", in contrapposizione al giudaismo e al cristianesimo, i cui resoconti biblici originali su queste figure sono poi visti come "distorti" perché diversi dalle successive revisioni dell'Islam. 

Lungi dal creare "punti in comune", dovrebbe essere chiaro che tale appropriazione crei conflitto. Per analogia, immaginate di avere un nonno a cui siete particolarmente affezionati e all'improvviso uno sconosciuto che non ha mai nemmeno incontrato vostro nonno vi dice: "Ehi, quello è mio nonno!". Poi - per timore che voi pensiate che questo sconosciuto stia in qualche modo cercando di ingraziarsi - aggiunge: "E tutto quello che pensi che il nonno abbia detto e fatto è sbagliato! Solo io ho la sua vera storia di vita".  

Ciò creerebbe, o meglio brucerebbe, "ponti" tra voi e questo sconosciuto insolente?   

 

L'attacco alla devozione dei fedeli cattolici verso la Madonna   

Ma il tentativo di sradicare all'interno della Chiesa Cattolica la devozione alla Madonna come Theotòkos (dal greco Θεοτόκος, Madre di Dio; letteralmente: genitrice di Dio) e Regina, sta diventando ormai sempre più palese per chi abbia compreso fino in fondo quale sia il vero contenuto di stampo massonico sottostante. 

Il Vaticano da tempo ha ormai abbracciato un progetto distruttivo - anche se celato -, dove Maria viene privata dei suoi titoli e delle sue prerogative agli occhi dei fedeli, allo scopo di farla apparire una donna come tutte le altre. Una semplice buona credente in Cristo.

 

Particolare della Madonna del Magnificat di Sandro Botticelli, raffigurante la Vergine Maria col Bambino incoronata dagli Angeli. Il dipinto a tempera è databile al 1483 ed è conservato nella Galleria degli Uffizi a Firenze  

 

Certamente Maria non possiede in sé alcuna divinità. Credere che Maria sia una creatura divina sarebbe una convinzione certamente eretica. 

Ma la costante Tradizione della Chiesa non ha mai attribuito alla Madonna simili qualità. Né lo ha mai fatto la fede unanime dei fedeli di tutta la storia della Chiesa e insieme dell'intera Cristianità.   

 

Le visioni di Anna Katharina Emmerick   

Mi soffermo su un interessante articolo pubblicato sull'Osservatore Romano, il 3 dicembre 2022, a firma della teologa Cettina Militello. 

In esso convergono infatti molte delle posizioni oggi condivise in ambito teologico e accademico. Un pensiero comune che, a conclusione del Concilio Vaticano II, ha imbevuto gradualmente gli alti vertici della Chiesa Cattolica fino a diffondersi tra molti esponenti del clero e penetrando lentamente all'interno delle Facoltà Teologiche e dei Seminari. 

La Militello, classe 1945, laureata in filosofia e teologia, docente presso diverse facoltà ecclesiastiche, riveste numerosi ruoli di prestigio: direttore della cattedra Donna e Cristianesimo presso la Pontificia Facoltà Teologica Marianum, direttore dell'Istituto Costanza Scelfo per i problemi dei laici e delle donne nella Chiesa, membro del direttivo della Pontificia Accademia Mariologica Internazionale, presidente della Società Italiana per la Ricerca Teologica (SIRT), socia ordinaria di diverse associazioni teologiche e collaboratrice di parecchi volumi e riviste. 

Il titolo dell'articolo di cui si parla è emblematico: "Maria la Theotokos". 

Per cominciare, le visioni della beata Anna Katharina Emmerick sulla casa di Maria per la Militello non possiederebbero alcuna attendibilità storica. La teologa cita a tal proposito Karl Rahner, gesuita e teologo che partecipò al Concilio Vaticano II: 

«Il gesuita e teologo tedesco Karl Rahner è intervenuto negli anni Settanta relativamente a profezie e visioni. Per certo, sincero e in buona fede che sia, il veggente dà corpo alla sua esperienza, rispettando i cliché culturali, la pietà e il sentire del suo tempo. Solo così si giustificherebbero talune affermazioni di Anna Katharina Emmerick, relative a pratiche pie - via crucis, "viatico", celebrazioni solenni presiedute dall'apostolo Pietro - in uso secoli dopo, non alla morte di Maria avvenuta, secondo la veggente, all'età di 62 anni... E in ogni caso, mai le visioni di chicchessia vengono assunte come prova in ordine ad eventi o ad asserti di fede.»  

Ma la beata Emmerick, che ci fornisce particolari incredibilmente dettagliati come nella passione di Cristo, non sembra affatto meritare d'essere definita "chicchessia". Ancor meno ricordando come proprio Karl Rahner si potrebbe definire come il teologo del nichilismo. Il "compagno" Rahner si colloca all'interno - e ne fu tra i principali artefici - di quella svolta antropologica che ha investito il sapere teologico dopo la chiusura del Concilio Vaticano II, e che ha tentato di trasformare la mariologia (la riflessione teologica riguardante Maria) in una "mariologia feriale", una cosiddetta "mariologia in cammino". Ovvero una mariologia svilita da un indirizzo "umano troppo umano", che riecheggia in ultima analisi il pensiero del superuomo di Friedrich Nietzsche. Quel pensiero relativista le cui necessarie conclusioni approdano all'annientamento e alla morte di Dio. 

Né si possono ignorare fatti puramente storici: sulla base delle affermazioni della Emmerick, messe su carta da Clemens Maria Brentano che ascoltò dalla sua stessa viva voce le visioni, il sacerdote francese don Julien Gouyet, credendo a queste visioni, si recò in Asia Minore alla ricerca della casa descritta dalla Emmerick. Gouyet effettivamente trovò i resti dell'edificio, nonostante le trasformazioni subite nel tempo, a nove chilometri a sud di Efeso, su un fianco dell'antico monte Solmisso di fronte al mare, esattamente come aveva indicato la monaca tedesca. 

La validità delle affermazioni della Emmerick fu successivamente confermata anche dalle ricerche archeologiche condotte nel 1898 da alcuni ricercatori austriaci. Gli archeologi ebbero modo di appurare che l'edificio - almeno nelle sue fondamenta - risaliva al I secolo d.C.   

 

Maria, la Theotòkos   

Nell'ambito del titolo Theotòkos attribuito a Maria durante il concilio di Efeso del 431 d. C., la Militello prende poi le difese dell'eretico Nestorio. Scrive: 

«La sera dell'11 ottobre del 431 una folla festante con fiaccole accese accolse i padri che, riuniti in concilio ad Efeso, sia pure con modalità, per la nostra sensibilità, discutibili, avevano condannato il patriarca di Costantinopoli, l'antiocheno Nestorio, reo d'avere contestato l'attribuzione a Maria di Nazareth del titolo di theotokos (colei che genera Dio). Per Nestorio era preferibile chiamarla anthropotokos, ossia genitrice dell'uomo Gesù, non potendo una umana creatura generare Dio. La sua preoccupazione era quella di non farne una dea... Pur di dirimere la controversia, egli aveva anche proposto di dirla Christotokos (colei che genera Cristo). Ma anche questo era apparso insufficiente e inadeguato al fanatico e rissoso Cirillo, patriarca di Alessandria. Egli aveva pilotato il concilio e, con un colpo di mano, in assenza dei legati del patriarca d'Occidente, in ritardo a motivo di una tempesta, aveva ottenuto la scomunica di Nestorio. I legati, finalmente arrivati, ne avevano avallato le decisioni. Oggi si propende a liberare Nestorio dalla cappa in cui lo aveva invischiato Cirillo». 

Continua ancora la teologa Militello: 

«Il simulacro della dea efesina a tutt'oggi non ha una certa interpretazione. È ricoperto sino alla vita di protuberanze tondeggianti, interpretate sia come seni che come testicoli di toro. Di certo evoca un femminile potente e sensuale. 

È dunque in questa città che si sviluppa una particolare devozione a Maria.  Probabilmente, quella che si visita e venera come la sua casa, era una chiesa a lei dedicata. Ben presto infatti, divenuto un culto riconosciuto e ammesso dall'impero, il cristianesimo dedicò luoghi di culto anche alla madre del Signore. Spesso i templi dedicati alle antiche dee hanno vissuto quella che in antropologia culturale si chiama "transculturazione". [...] 

Chiamare Maria theotokos non la dice nella sua potenza materna, piuttosto ne sancisce il rapporto funzionale al Figlio, del quale, come "nato da donna", garantisce l'incarnazione [...] [...]. 

Che il torrente in piena della devozione [a Maria, n. d. r.] vada poi sino a certe enfatiche derive [il corsivo è mio, n. d. r.] è discorso altro. La fanciulla di Nazareth offre comunque un misericordioso correttivo a una religione che rischia di rimuovere il femminile

Ci sorregge il Vaticano II, la costituzione Lumen gentium e il suo VIII capitolo, che ha per titolo "La Beata Maria Vergine Madre di Dio nel mistero di Cristo e della Chiesa". Troviamo in essa una visione equilibrata di Maria, mai dea o creatura a mezzo tra l'umano e il divino, ma sorella nostra nella fatica quotidiana del credere, a noi compagna nella "peregrinazione della fede", beata perché ha creduto "nell'adempimento delle parole del Signore"».  

La Militello, originaria di Castellammare del Golfo in provincia di Trapani, proviene da una terra che se pur dilaniata dalla mafia, vanta una devozione molto antica nei confronti di Maria. Eppure la teologa siciliana teme che tale antichissima devozione possa degenerare in un'insana deriva: "Che il torrente in piena della devozione [a Maria] vada poi sino a certe enfatiche derive..."   

 

La fede unanime della Chiesa Cattolica sulla Madre di Gesù   

Se c'è stata una deriva, cara Cettina, quella è solo della gerarchia della Chiesa Cattolica... 

Ed è ormai sotto gli occhi di tutti. Fino ad arrivare negli ultimissimi giorni alle parole pronunciate da Jorge Mario Bergoglio, che usa incredibilmente in pubblico termini come "frociaggine". 

La notizia è rimbalzata in ogni parte del mondo. I giornali di ispirazione cattolica e non, riportano il termine in italiano virgolettato corredato da tanto di traduzione locale. La Chiesa perde sempre più autorevolezza a causa del comportamento totalmente inadeguato (per voler essere benevoli) dei suoi alti prelati. 

La fede unanime della Chiesa Cattolica, poi, non ha mai ritenuto la madre di Gesù come "divina o a mezzo tra l'umano e il divino". 

Quel Cirillo di Alessandria (370 circa - 444), di cui si è già parlato, bisogna ricordare anche che è venerato come santo e dottore dalla Chiesa Cattolica. Egli scrive: «Mi meraviglio oltremodo che vi siano alcuni che dubitano che la santa Vergine si debba chiamare Madre di Dio. E invero se nostro Signore Gesù Cristo è Dio, perché mai allora la santa Vergine che l'ha generato non dovrebbe chiamarsi Madre di Dio? I discepoli di Gesù ci hanno tramandato questa fede, quantunque mai adoperino questa formula. In questo senso siamo stati istruiti dai santi Padri» (Cirillo d'Alessandria, Lettera 1, dalla memoria facoltativa della Liturgia delle Ore di Rito Romano, 27 giugno). 

Le preoccupazioni di teologi come la Militello sembrano allora del tutto ingiustificate, benché la docente siciliana affermi tuttavia: 

«Per Cirillo d'Alessandria solo il termine theotokos garantisce la copresenza di umanità e divinità nell'unica persona del Verbo. Cirillo però cavalca il nervo scoperto di una devozione primitiva e incondizionata, di un'enfasi che già tocca la madre del Signore almeno nell'immaginario popolare». 

Quindi anche la Militello è costretta ad ammettere che a Maria fu tributata, sin dai primissimi secoli del cristianesimo, "una devozione primitiva e incondizionata, [di] un'enfasi che già tocca la madre del Signore almeno nell'immaginario popolare"

E allora, persino chi attacca i titoli attribuiti nei Concili dei primi secoli del cristianesimo a Maria, deve ammettere che la fede unanime della Chiesa abbia a lei attribuito - sin dagli inizi - una devozione tutta speciale. 

Né si deve dimenticare come la fede della Chiesa Cattolica abbia attribuito alla Madonna già da tempi molto antichi anche il titolo di Regina.    

 

 

Fine prima parte

 

 
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