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Newsletter An Tv

Alleanza Nazionale - Circolo Territoriale di Treviso... dal 1999 una piccola Comunità militante s'informa

 

 

CRONISTORIA DI UNA ASSURDITA’

Post n°978 pubblicato il 16 Maggio 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006
Foto di AnTreviso

Mercoledì ha appreso che la direzione nazionale di An lo aveva escluso dall'elenco degli eletti alla Camera dei deputati e ieri Maurizio Castro era già tornato nell'ufficio che occupava prima della campagna elettorale: quello di direttore generale dell'Inail. Nel frattempo in Alleanza nazionale trevigiana si era scatenata la bufera: una quindicina di candidati alle Provinciali, a due giorni dalla scadenza per la presentazione, aveva fatto sapere di essere pronta a ritirare la propria disponibilità a entrare in lista. Il commissario provinciale Denis Farnea a quel punto ha convocato una riunione d'urgenza per ieri sera. Alla fine i 15 hanno accettato la candidatura, ma il partito ha deciso che, per protesta, non presenterà nessuno nel collegio di Treviso 4 (che era stato riservato a Castro ) e ha inviato un duro documento di protesta a Roma.

Si erano presentati ieri sera a una riunione a Treviso con intenzioni più che bellicose: rinunciare alla candidatura per le Provinciali per solidarietà con Maurizio Castro , al quale l'altro ieri la direzione nazionale del partito aveva tolto a sorpresa il seggio alla Camera dei deputati. Erano una quindicina dei 36 candidati di Alleanza nazionale per le prossime elezioni provinciali che, dopo due ore di discussione, hanno però deciso di far rientrare la loro contestazione. All'unanimità è stato deciso che il posto di Castro , che doveva essere candidato nel collegio di Treviso 4, resterà vuoto per protesta ed è stato inviato un duro documento alla direzione nazionale nel quale si chiede, fra l'altro, più attenzione dei vertici verso la Marca: «Abbiamo manifestato - spiega il commissario provinciale Denis Fanea - disappunto per l'abbandono del nostro territorio e abbiamo chiesto che sia posto rimedio all'errore fatto con l'esclusione di Castro attraverso un maggior impegno del partito in provincia di Treviso». La decisione di far rientrare la protesta è stata presa dai 15 anche dopo aver ascoltato Massimo Giorgetti, assessore regionale, che ha detto alla platea che la rinuncia alla candidatura avrebbe comportato l'uscita dal partito.

La giornata per An non era cominciata benissimo. Ai sei candidati che già ieri avevano annunciato di volersi ritirare (Gianni Pellizzari, Fabrizio Ditadi, Marina Bonotto, Anna Bonamigo e Giuseppe Montuori, oltre allo stesso Castro ) si erano aggiunti Oscar Bordignon (Vedelago), Michele Stocco (Riese) e Liliana Modanese (Gaiarine). Altri avevano ancora qualche perplessità, ma erano orientati a seguire i nove: in tutto una quindicina, ossia quasi metà della lista.

E i commenti, anche al di fuori dei dissidenti espliciti, erano comunque negativi: «Cerco sempre di evitare polemiche - aveva detto in mattinata Paolo Mares, sindaco di Castelcucco - perché voglio bene al partito, ma questa volta l'hanno fatta grossa: dobbiamo fare qualcosa, una questione del genere non può restare impunita. Se la politica è questa, non fa per me. Castro non lo conoscevo prima della campagna elettorale, ma mi è sembrato un'ottima persona, che si è messa a disposizione del partito e del territorio». «Non sono stato contatattato - aveva commentato l'ex presidente provinciale Carlo Manfrenuzzi, candidato in Conegliano 1 - ma resto perché sono al servizio del partito».

Per Pellizzari «Castro è una persona capace e preparata, in grado di catalizzare le varie anime del partito, di infondere entusiasmo e di rilanciare il partito. È stato trattato in maniera indegna e nella stessa maniera è stata trattata anche la provincia di Treviso».

Il rischio, a quel punto, era quello di dover ricostruire mezza lista in due giorni. Non ce n'è stato bisogno: un po' con le buone (l'appello all'unità del partito) e un po' con le cattive (la minaccia di Massimo Giorgetti di mettere fuori da An tutti coloro che avessero ritirato la candidatura) la protesta è rientrata. Tutti faranno la campagna elettorale e soltanto il posto di Castro , che aveva formalizzato a Farnea la sua rinuncia, resterà vuoto.

Ieri mattina Denis Farnea, commissario provinciale di Alleanza nazionale da un paio di settimane, aveva già pronte le dimissioni per solidarietà con Castro , che aveva seguito per tutta la campagna elettorale. Poi è arrivata una telefonata di Gianfranco Fini che gli ha detto: «Sei un soldato, devi presentare la lista a tutti i costi». E Farnea, rincuorato dal leader nazionale del partito, ha deciso di rimanere al suo posto.

La decisione di escludere Castro è stata presa a scrutinio segreto dalla direzione nazionale di Alleanza nazionale e il risultato è stato nettamente favorevole al rodigino Luca Bellotti, deputato uscente. E ieri mattina, in piazza dei Signori a Treviso, un vecchio iscritto di An, che aveva accolto con favore l'arrivo di Castro , ha commentato: «È stato un bell'esempio di democrazia interna, ma forse, per una volta, avremmo potuto fare a meno di un metodo così democratico».

Con Castro la provincia di Treviso perde il secondo deputato per scelte nazionali in contraddizione con le promesse preelettorali: il primo era stato Eduardo Rina (Italia dei valori), che aveva dovuto lasciare il posto ad Antonio Di Pietro.

(da Il Gazzettino di Treviso del 28 aprile 2006)

 
 
 

COMMISSARIATA LA FEDERAZIONE PROVINCIALE

Post n°977 pubblicato il 16 Maggio 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006

Alle 14.10 di ieri la chiamata choc: «Fini ti ha commissariato». All'altro capo del telefono Denis Farnea, vice sindaco di Cavaso del Tomba, 33 anni: il neo commissario. Investito del ruolo con una lettera di poche righe ricevuta da Gianfranco Fini. Un fulmine a ciel sereno per Carlo Manfrenuzzi , 46 anni, presidente provinciale di An ininterrottamente da quasi dieci anni. «Sono esterrefatto»: questo ieri il suo unico commento. Mentre agli amici avrebbe confidato di essere rimasto colpito al cuore soprattutto dal metodo. Non una telefonata dai vertici romani o regionali; da Gianfranco Fini o da Alberto Giorgetti.

E poi tutto si aspettava, Manfrenuzzi , che essere rimosso all'indomani di un risultato che ha rilanciato il partito anche nella Marca portandolo oltre il 10 per cento. Mentre difficilmente gli potrà essere di consolazione sapere che la sua federazione non è stata l'unica in Italia a venir commissariata da Gianfranco Fini. A Treviso, inoltre, il 28 maggio si voterà per la Provincia e, a questo punto, dopo aver firmato l'accordo elettorale con Lega e Forza Italia, non sarà più lui a gestirlo.

Farnea, laurea in Scienze della produzione animale come Luca Zaia, in An dal 1994, componente del direttivo provinciale, ieri pomeriggio era già al tavolo di una riunione del coordinamento regionale per ricevere, in un certo senso, le consegne. Forse un po' imbarazzato, al telefono, mentre parlava di se stesso e del suo nuovo ruolo, ma sicuramente entusiasta del compito assegnatogli da Fini in accordo con il coordinatore regionale Alberto Giorgetti, con il neo deputato Maurizio Castro e con l'intramontabile "leone" Gustavo Selva: «Questo come altri commissariamenti - ha spiegato Farnea - nascono dalla volontà di Fini di operare un rinnovamento nel momento in cui i risultati delle elezioni politiche hanno ridato entusiasmo ai militanti. Nella Marca c'è stato un recupero strepitoso, trainato anche dalla grande campagna elettorale di Castro e dallo splendido lavoro di Selva, un esempio di dedizione e combattività. E a maggior ragione quest'onda deve essere cavalcata nel momento in cui a Treviso si sta per aprire la campagna elettorale delle provinciali».

Negli ambienti di An, tuttavia, si fa anche chiaramente capire che da tempo il partito era in fibrillazione. Qualche mese fa, quando ancora non era stata smaltita la delusione per il risultato delle regionali del 2005 (neppure il 5 per cento dei voti e nessun consigliere tervigiano eletto), Gustavo Selva aveva addebitato la caduta dei consensi in provincia alla classe dirigente locale e alla litigiosità interna. Adesso "Radio belva" conferma: «Qui il partito è inesistente e la sua gestione è stata caratterizzata sempre da una divisione fra buoni e cattivi. Nella campagna elettorale appena conclusa, a spenderci con tutte le nostre energie siamo stati soprattutto Maurizio Castro e il sottoscritto. Degli altri potrei citare caso mai Paolo Girardi. Una svolta quindi ci voleva e a maggior ragione ora che si dovrà tornare in campo per le Provinciali. E' indispensabile la mobilitazione di tutto il partito e, quasi quasi, se me lo chiedono, potrei anche candidarmi per il consiglio provinciale. Modestamente parlando mi pare di aver dimostrato di essere una buona locomotiva elettorale».

(da il Gazzettino di Treviso del 14 aprile 2006)

 
 
 

SELVA CONTINUA A RUGGIRE. GRANDE SUCCESSO DI AN A TREVISO

Post n°976 pubblicato il 16 Maggio 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006
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Quando lo dirigeva lui, il Gr2 era chiamato Radiobelva e da allora Gustavo Selva non ha mai smesso di ruggire. Da vecchio leone della politica è riuscito, con il contributo di tutta Alleanza nazionale , in un'impresa che molti consideravano quasi disperata: riuscire a conquistare il terzo seggio veneto di An al Senato. Alla fine, secondo i calcoli delle segreterie dei partiti, ce l'ha fatta per circa 1.200 voti, portando via a Forza Italia il settimo posto, quello che avrebbe assicurato la conferma di Carlo Archiutti.

Selva svela il "segreto" del successo: «Ho fatto una campagna elettorale come quella che si faceva in un collegio uninominale, solo che questa volta era un collegio molto vasto, visto che la circoscrizione comprendeva tutto il Veneto. Ho detto agli elettori che, se avessero voluto ancora Selva al Senato avrebbero dovuto votare Alleanza nazionale e gli elettori mi hanno premiato».

La Casa delle libertà, seppur di poco, è però uscita sconfitta.

«Sono soddisfatto per il mio risultato e per quello della Casa delle libertà nel Veneto. In questa situazione politicamente è paradossalmente meglio aver perso, perché Prodi e l'Unione non potranno fare nulla con una maggioranza del genere».

Che futuro ci potrà essere?

«Vedo due scenari. Il primo è che la sinistra formi ugualmente un governo che è destinato a non reggere e che ci porterebbe molto presto a nuove elezioni, anche se non prima del 2007. Il secondo è che la vicina elezione del Presidente della Repubblica possa dar luogo a passi oggi impensabili, come un accordo fra i moderati del centrosinistra e la Casa delle libertà. Non sarebbe un deprecabile consociativismo, sarebbe un atto di responsabilità: unire le forze migliori del Paese per farlo uscire da un momento di difficoltà. Sarebbe un percorso simile a quello avvenuto fra il '46 e il '48, quando De Gasperi escluse i comunisti dal governo senza per questo fermare il processo riformatore. Non sono mai stato un sostenitore di proposte del genere, ma credo che in questo momento ci vogliano fantasia e coraggio politico per il bene dell'Italia».

L'obiettivo che si erano prefissati era quello di raggiungere il dieci per cento dei consensi. In città, questa percentuale è stata addirittura superata, assestandosi, tra Camera e Senato, intorno al 12. La vera sorpresa di queste elezioni politiche, per la Marca, è stata Alleanza Nazionale. In pratica, An ha raddoppiato i consensi: "E questo ci fa ben sperare anche in vista delle elezioni provinciali, che ci vedranno al fianco di Forza Italia e Lega". Anche An, come Forza Italia, sa, adesso, di contare di più: "Siamo tornati ai livelli che ci meritavamo", ha detto il coordinatore.

(Redazionale dai quotidiani locali)

 
 
 

MURARO PRESIDENTE CON AN

Post n°975 pubblicato il 16 Maggio 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006
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«Posso vincere al primo turno». Leonardo Muraro, candidato presidente della Provincia della Casa delle libertà, presentato ieri alla presenza dei vertici di Lega, Forza Italia, Alleanza nazionale e Udc, ostenta sicurezza ma non è sfrontato: «Ho rispetto per i miei avversari e spero che ci sia una campagna elettorale senza strumentalizzazioni». A Biagi, candidato dell'Unione, che spera di portargli via voti al centro, risponde: «E io mi auguro di portarne via a lui nel centrosinistra». A Panto, candidato di Progetto Nordest, riserva la battuta più velenosa: «La mia certezza è che i trevigiani siano persone intelligenti...».

Ieri chi sorrideva meno degli altri era Gianantonio Da Re, segretario provinciale di una Lega che dovrà rinunciare al monocolore. Ai segretari dei partiti alleati ha detto: «L'unica cosa che chiedo, e vi guardo negli occhi, è la lealtà da parte di tutti».

(da il Gazzettino di Treviso del 23 aprile 2006
 
 
 

Post N° 974

Post n°974 pubblicato il 03 Aprile 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006
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NEWSLETTER n. 122 –  Marzo 2006 C.i.p. Anno VIII°

Direzione politica: Raffaele Garofalo – Coordinamento redazionale: Brando Casonato, Diego Casonato, Stefano Froio, Alessandra Galletti, Paolo Girardi, Alessio Guidolin, Guido Mina, Pierluigi Masia e Luca Piz­zolato

 
 
 

Post N° 973

Post n°973 pubblicato il 03 Aprile 2006 da AnTreviso
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Post N° 972

Post n°972 pubblicato il 03 Aprile 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006
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FINI A TREVISO

Post n°971 pubblicato il 03 Aprile 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006
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C'era chi era arrivato un'ora e mezza prima per prendersi un posto nelle prime file. E ha avuto ragione, perché alla fine la sala convegni dell'hotel Maggior Consiglio era strapiena quando Gianfranco Fini ha cominciato a parlare davanti a una platea di 500 persone, fra coloro che erano riusciti a sedersi e coloro che sono rimasti in piedi. È passato dall'economia alle tasse, dall'immigrazione al federalismo e all'unità nazionale, strappando applausi in più occasioni.

Ad accoglierlo c'erano tutte le più alte cariche istituzionali della provincia: dal prefetto al questore a comandanti dei carabinieri e della guardia di finanza. E c'erano, ovviamente, anche tutti gli esponenti principali del partito: il coordinatore regionale Alberto Giorgetti, il presidente provinciale Carlo Manfrenuzzi (al quale Fini ha riservato anche un paio di citazioni durante il suo discorso), l'onorevole Gustavo Selva (presidente della commissione Esteri e candidato al Senato, che di Treviso ha fatto la sua patria adottiva) e molti altri, a partire da Maurizio Castro, direttore generale dell'Inail e candidato alla Camera.

Soffermandosi a parlare di alcuni dei temi principali della cronaca di questi giorni, prima di prendere la parola in sala, Fini ha affrontato di petto anche la questione dell'immigrazione. Una questione che ha diviso il Governo, con la Lega che ha chiesto a gran voce l'intervento delle Forze dell'ordine per espellere dall'Italia tutti i clandestini che nei giorni scorsi hanno fatto la coda davanti alle Poste: «La legge è molto chiara e prevede che il permesso di soggiorno sia garantito solo a chi ha un contratto di lavoro. Se, cosa certamente vera, tra coloro che erano in fila c'erano anche lavoratori extracomunitari privi del permesso e che non avranno il contratto di lavoro, non c'è ombra di dubbio che bisognerà procedere alla loro espulsione».

Il vicepresidente di Confindustria Pininfarina ha detto che, anche sulla base degli indicatori resi noti da Bankitalia, l'Italia rischierebbe di allontanarsi dal gruppo dei paesi più industrializzati e addirittura di uscire dal G8. Ha esagerato?

«Sì, a meno che non disponga di elementi che a me sono sconosciuti. Il vero problema non è collegato ai numeri di Bankitalia, è che in proiezione, ma nell'arco di molti anni, gli otto Paesi più industrializzati del mondo saranno sempre di meno europei, perché il ritmo di crescita di altri Stati, penso alla Cina e all'India, è talmente forte rispetto alla bassa crescita che ha complessivamente l'Europa da far paventare un indebolimento non solo per l'Italia ma anche per Paesi come Francia e Germania».

Treviso è stata una terra nella quale sono cresciuti molti movimenti autonomisti e An ne ha spesso risentito sotto il profilo elettorale. Come pensa di ovviare a queste maggiori difficoltà?

«È chiaro che non si può fare una politica valida in Calabria come a Treviso. An non ha subito ma ha condiviso la riforma della devoluzione, però ha ottenuto che fosse rafforzato nella Costituzione il concetto di unità nazionale che era stato cancellato dalla sinistra».

Poi Fini entra in sala salutato dal primo dei tanti applausi che hanno interrotto il suo discorso. Parla anche del faccia a faccia di martedì fra Berlusconi e Prodi e non fa retromarcia rispetto al suo primo commento. Anzi, lo conferma dicendo che Berlusconi ha sbagliato a dire che tutto funziona: «Bisogna dire la verità e dire che questo governo ha fatto molto ma che in questi anni qualcosa non è andato bene».

 (da Il Gazzettino di Treviso del 18 marzo 2006)

 
 
 

RILANCIARE IL VENETO. CON AN SI PUO’

Post n°970 pubblicato il 03 Aprile 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006
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È una delle punte di diamante delle liste di Alleanza nazionale e non soltanto di quelle venete. Maurizio Castro ha 51 anni e un curriculum vitae da far invidia a molti grandi manager nazionali e internazionali: responsabile delle relazioni esterne di una multinazionale come la Electrolux, a lungo nel mirino dei terroristi tanto che è ancora sotto scorta, ora è passato all'amministrazione pubblica ed è direttore generale dell'Inail (carica dalla quale si è autosospeso quando ha accettato la candidatura per An alla Camera nella circoscrizione Veneto 2, quella che comprende Treviso, Venezia e Belluno). Alla pratica ha sempre abbinato anche la teoria, studiando a lungo i problemi del lavoro, tanto che alcune delle idee di base della legge Biagi sono state il frutto dell'elaborazione di sue proposte: «È una legge che per me è positiva e non soltanto perché è legata al nome di un amico che è stato ucciso».

I sindacati hanno criticato spesso, anche pesantemente, le sue idee in tema di lavoro.

«Io credo che organizzazioni sindacali moderne siano fondamentali per lo sviluppo del Paese. Credo anche che debba essere superata la fase della contrattazione nazionale e si debba passare alla contrattazione aziendale o territoriale».

Pochi giorni fa Berlusconi ha attaccato frontalmente il presidente di Confindustria Montezemolo.

«Non si può mettere in discussione la rappresentatività di chi è stato eletto a una carica, come Montezemolo. Questo non toglie che si possa parlare degli argomenti dell'uno o dell'altro: a me piace il metodo della discussione più che quello delle difese d'ufficio basate sull'appartenenza a uno schieramento».

Perché un manager come lei ha deciso di scendere in politica?

«Ho accettato la proposta di Gianfranco Fini e di Alberto Giorgetti per poter dare il mio contributo a un obiettivo: che il Veneto torni a essere propulsivo nell'economia dell'Italia. Oggi scegliere la modernizzazione significa scegliere An».

E qual è la strada per far sì che il Veneto torni ad avere quel ruolo propulsivo?

«È il riposizionamento nei segmenti produttivi a più alto valore aggiunto. L'economia del Veneto deve rimanere nel manifatturiero, nel tessile, nel legno, nella meccanica fine, ma deve trasformarsi in quella direzione».

Gli imprenditori veneti sembrano invece aver preferito la strada della delocalizzazione.

«La delocalizzazione è una scorciatoia che non paga, tanto più ora con l'evoluzione che stanno avendo i mercati dell'est».

Molti industriali hanno delocalizzato anche perché non reggevano la concorrenza di nuovi mercati, come quello cinese.

«Sono convinto che la libera concorrenza sia tale soltanto se c'è una fair competition. Il vantaggio competitivo non può venire dal mancato rispetto delle regole fondamentali del mercato del lavoro e della dignità dei lavoratori, per questo sono favorevole a un dazio etico contro chi viola quelle regole».

Che cosa potrà fare da deputato per aiutare l'economia veneta?

«Lo sviluppo deve essere accompagnato da un'adeguata politica industriale: il Veneto può diventare come la Baviera o la Catalogna ma non può essere abbandonato né alla libera iniziativa degli imprenditori né all'assistenzialismo esasperato. È necessario anche modernizzare la pubblica amministrazione, senza che questo significhi contenimento coattivo delle risorse, perché è un fattore fondamentale per il rilancio delle imprese».

Nel Veneto, e a Treviso in particolare, è però stata la Lega Nord a rappresentare finora una parte rilevante del mondo produttivo.

«Ho grande rispetto per la Lega e per la sua capacità di intercettare le pulsioni della società veneta, ma la sua è una proposta di nicchia, che ha bisogno di un'identità nazionale , di essere trasformata in quella spinta propulsiva che An può dare».

Lei è praticamente certo dell'elezione. Al suo fianco c'è Selva, che non è altrettanto sicuro.

Castro si gira verso Giorgetti, veronese e intenditore di vini: «Scommetto una bottiglia di Amarone Castellini che Selva sarà eletto. E non si tratta di una scommessa economicamente inconsistente, credetemi...».

 (da il Gazzettino di Treviso di venerdì 10 marzo 2006)

 
 
 

VOTO ESTERO, TREMAGLIA: FINALMENTE COMPIUTA LA LEGGE

Post n°969 pubblicato il 03 Aprile 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006
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"Quaranta ore di volo, 37 mila chilometri percorsi, 5 Paesi visitati: Venezuela, Perù, Argentina, Brasile e Uruguay.
Decine di appuntamenti istituzionali, consolidamento dei rapporti con l'Italia, un'immersione totale nel mondo dell'emigrazione italiana e incontri con le principali comunità dei nostri connazionali". E' quanto si legge in un comunicato diffuso dal ministero per gli Italiani nel mondo in merito alla visita in America Latina del ministro per gli Italiani nel Mondo, Mirko Tremaglia. Il ministro ha concluso il suo viaggio con una convinzione: "Ho visto il grande entusiasmo che anima gli italiani residenti in Sud America, così come di quelli che vivono nel resto del mondo, e sono sicuro che sapranno diventare protagonisti della vita politica italiana. I nostri emigranti sono una grande risorsa che non può essere dimenticata". Da mercoledì scorso, gli elettori - che in Sud America saranno circa 722mila per la Camera e 650mila per il Senato - stanno già esprimendo per corrispondenza, il loro voto. I plichi con le schede votate dovranno arrivare ai Consolati di appartenenza entro le ore 16 di giovedì 6 aprile. In America Latina la presenza della comunità italiana è molto forte e storicamente ben radicata: nei Paesi visitati dal ministro i residenti, iscritti all'Aire, sono oltre 825mila.

"L'entusiasmo - si legge ancora nella nota - è stato raccontato anche dai più importanti quotidiani italiani del Sud America. All'arrivo di Tremaglia 'Gente d'Italia' ha titolato: 'Bagno di folla per il Ministro di tutti' e la Voce d'Italia ha sottolineato dalle sue colonne, con grande enfasi, la trionfale e calorosa accoglienza riservata a Tremaglia'. Nelle sue diverse tappe Tremaglia è stato infatti accolto festosamente e con entusiasmo, e lungamente applaudito quando, come al Teatro Coliseo di Buenos Aires, ha ricordato la sua personale battaglia per arrivare alla legge per il voto degli italiani all'estero". "I 18 parlamentari: 12 deputati e 6 senatori che verranno eletti nella Circoscrizione Estero - ha precisato Tremaglia - saranno espressione della volontà di partecipazione, civile e sociale, dei nostri connazionali. Un risultato storico, che il mio viaggio in America Latina ha straordinariamente confermato".

(da www.alleanzanazionale.it di martedì 28 marzo 2006)
 
 
 

Post N° 968

Post n°968 pubblicato il 18 Marzo 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006
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NEWSLETTER n. 121 –  Febbraio 2006 C.i.p. Anno VIII°

Direzione politica: Raffaele Garofalo – Coordinamento redazionale: Brando Casonato, Diego Casonato, Stefano Froio, Alessandra Galletti, Paolo Girardi, Alessio Guidolin, Guido Mina, Pierluigi Masia e Luca Piz­zolato

 
 
 

VOTARE AN! - SENATO

Post n°967 pubblicato il 18 Marzo 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006
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1. RAMPONI LUIGI

2. SAIA MAURIZIO

3. SELVA GUSTAVO

4. DANIELI PAOLO

5. COPPOLA MARIA LUISA (ISI)

6. NORDIO ALBERTO

7. ALIPRANDI MARINA

8. SARRACCO SANTE

9. MARCONI VALENTINO

10. CAMETTI LUCIA

11. ZANON RAFFAELE

12. PORTICI FABRIZIO

13. RAMAZZINA EMILIO

14. BRUNELLI DIONISIO

15. MINGOTTI ORESTE

16. FARINELLO ANNALISA

17. VINANTE ORAZIO

18. MARACCHI SIRO

19. DE TOFFOLI FRANCA

20. PERNORIO VINCENZO

21. CALLEGARO GIANNI

22. FERRARA ROBERTO

23. CONTE GIUSEPPE

24. BORTOLUZZI PIETRO

 
 
 

VOTARE AN! - VENETO 2

Post n°966 pubblicato il 18 Marzo 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006
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1. FINI GIANFRANCO

2.  URSO ADOLFO

3. GIORGETTI ALBERTO

4. CASTRO MAURIZIO

5. TURCHETTO MARIA GIULIA

6. DE SIMONE ANDREA

7. BOSCOLO NICOLA (PECCHIE)

8. MATTIUZZI PIETRO

9. DE CHECCHI ANDREA

10. MENEGON BARBARA ALESSANDRA

11. DAVI’ PIETRO GIORGIO

12. PERISSINOTTO UMBERTO

13. CAVALLIN GIUSEPPE

14. DE PRA’ FLORIANO

15. GIROLAMI FRANCESCA

16. ZANOTTO LUCA

17. GIRARDI PAOLO

18. LORENZI GIANLUCA

19. CERCHIER GIANNI

20. BETTIOL MIRTO PAOLA

 
 
 

ALLEANZA CON I GIOVANI – PER UN NUOVO PATTO GENERAZIONALE

Post n°965 pubblicato il 18 Marzo 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006
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Conferenza programmatica Alleanza Nazionale – Roma, 3/5 febbraio 2006

1. GIOVANI E LAVORO PRECARIO: Fondo di garanzia per l’accesso al credito dei lavoratori atipici e iniziative per la stabilizzazione: Istituire un fondo di garanzia che permetta l’accesso dei lavoratori con contratto flessibile ai prodotti creditizi con agevolazioni che consentano, finalmente, di poter progettare il proprio futuro. Azzerare inoltre l’IRAP per ogni contratto precario trasformato in contratto a tempo indeterminato.

2. GIOVANI E SPORT: Buono sport per l’accesso gratuito alle strutture sportive da parte dei giovani meno abbienti: Istituire il “buono sport” attraverso il quale lo Stato si impegna a rimborsare alle strutture sportive, pubbliche e private, la quota associativa dei giovani disoccupati o comunque appartenenti alle famiglie socialmente più deboli. Consentire ad associazioni ed enti di promozione sportiva di ottenere in concessione pluriennale l’uso degli impianti sportivi scolastici in cambio di adeguati investimenti per la loro ristrutturazione e messa in sicurezza, per garantire l’esercizio dello sport a scuola.
Contestualmente, incrementare i finanziamenti allo sport giovanile attraverso l’istituzione di una tassa di scopo sui diritti televisivi del grande sport da destinare al sostegno delle società sportive dilettantistiche e a prevalente caratterizzazione giovanile.


3. GIOVANI FAMIGLIE: Mutui a tasso zero per l’acquisto della prima casa da parte delle giovani coppie: Consentire, attraverso un apposito provvedimento legislativo, l’accensione di mutui a tasso zero per i primi cinque anni, e a tasso agevolato per gli anni successivi, da parte delle giovani famiglie che intendano acquistare la prima casa.

4. GIOVANI E TEMPO LIBERO: Iniziative per ridurre il costo della musica e per incentivare il circuito del tempo libero: Abbattere il costo elevato della musica, avviando accordi e protocolli d’intesa tra Stato e Case discografiche nei quali lo Stato si impegna a diminuire l’IVA sui cd dal 20% al 10% in cambio di una diminuzione considerevole sul prezzo di copertina. Promuovere, inoltre, una tessera elettronica cd rom da distribuire agli studenti che dia diritto a sconti sul circuito del tempo libero attraverso protocolli d’intesa tra lo Stato e i maggiori operatori nel settore.

5. GIOVANI E PERIFERIE: Campus e Comunità Giovanili per i giovani nelle periferie degradate: Combattere il degrado delle periferie metropolitane attraverso la realizzazione di veri e propri campus per gli studenti nei territori più degradati delle metropoli italiane. Creare, inoltre, le Comunità Giovanili, spazi di libertà e di aggregazione giovanile che consentano di fare sport, musica, teatro, etc. al di fuori dai circuiti commerciali.

6. GIOVANI, CULTURA E SPETTACOLO: nasce la scuola popolare degli artisti: Istituire una vera e propria scuola popolare che formi gli artisti, gratuita, severissima nella selezione, che fornisca ai giovani strutture, competenze e possibilità occupazionali future, valorizzando i tanti talenti oggi tagliati fuori da un sistema che finisce per promuovere soltanto i raccomandati. La scuola d’arte dovrebbe accompagnare i giovani lungo tutto l’arco di tempo degli studi superiori e dell’università, con pari dignità rispetto agli studi tradizionali e con un’articolazione sul territorio che consenta a tutti di accedervi.

7. GIOVANI E IMPRENDITORIA: un fondo di garanzia a sostegno dell’imprenditoria giovanile: Predisporre un fondo destinato ai giovani imprenditori che funga da garanzia nei confronti degli Istituti finanziari, nei primi anni di attività. Questo provvedimento, insieme alla detassazione per i primi tre anni dei redditi da lavoro e da impresa conseguiti dai giovani e a finanziamenti specifici rivolti ai lavoratori precari che vogliono avviare attività autonome, costituirebbe una misura concreta volta alla creazione di nuovi posti di lavoro.

8. UNIVERSITA’: L’Agenzia Nazionale per gli alloggi universitari: Creare una agenzia nazionale per gli alloggi universitari, dove far incontrare domanda e offerta attraverso la stipula di appositi contratti con prezzi calmierati per gli studenti e agevolazioni fiscali per i proprietari. Alla Agenzia potrebbero rivolgersi sia i singoli studenti che gli enti regionali per il diritto allo studio.

9. SCUOLA: Ampliare l’“educazione alla cittadinanza” per insegnare ai giovani a combattere la mafia: Ampliare l’educazione alla cittadinanza Inserita dalla riforma Moratti nella didattica delle scuole medie con programmi specifici che contengano nozioni tanto di storia (l’evoluzione della mafia nel tempo e i martiri antimafia) quanto di economia (i mercati che finanziano le famiglie). In questo contesto si possono inserire anche degli incontri con tutori dell’ordine o magistrati impegnati nella guerra antimafia, così da trasferire agli studenti le esperienze positive di questi uomini.

10. GIOVANI IMMIGRATI: Sostenere i giovani immigrati nell’apprendimento della nostra cultura. Avviare il cammino di inserimento sin dalla prima infanzia dei giovani immigrati in Italia, attraverso il supporto degli istituti scolastici, per favorire una cittadinanza consapevole. Conoscenza ed acquisizione della lingua italiana, del nostro sistema valoriale di riferimento, dei nostri costumi e delle nostre usanze, delle leggi, per evitare le forme di autoghettizzazione e sentirsi parte di una comunità nazionale.

 (da www.alleanzanazionale.it del 02 marzo 2006)

 
 
 

LISTA DI AN. “PUNTIAMO AD UN AUMENTO DEI CONSENSI”

Post n°964 pubblicato il 18 Marzo 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006

«A Treviso ci sono una qualità e una compattezza che non si respiravano da tempo. C'è una squadra selezionata e qualificata, puntiamo a un aumento di consensi in tutta la regione ma soprattutto a Treviso e a Venezia» ha detto il coordinatore regionale di An Alberto Giorgetti che, insieme al presidente provinciale Carlo Manfrenuzzi, ha presentato ieri i candidati trevigiani del partito alla Camera e al Senato.

Gustavo Selva, terzo in lista al Senato, la cui elezione è legata proprio a quell'aumento di consensi, ha ricordato la sua trevigianità («Che è cominciata nel 1949 e non si è mai praticamente interrotta») e ha detto: «Nel nuovo Parlamento ci sarà un 95 per cento di nominati e una piccola quota, nella quale spero di poter entrare, di eletti». PerLuigi Ramponi, capolista al Senato «è un orgoglio essere stato meritevole della posizione da un partito che è il partito della coerenza».

Paolo Girardi è tornato in lista, anche se senza possibilità di essere eletto, ma questo non lo turba: «La mia militanza nella destra trevigiana risale al 5 novembre 1959, nella Giovane Italia, cercherò di portare acqua al mulino di An, sarò lo sherpa numero 17 (quello della sua posizione in lista, ndr)».

Pietro Giorgio Davì, candidato e sindaco di Valdobbiadene, ha elogiato il coraggio di Selva, che si è candidato anche senza la sicurezza dell'elezione. Della qualità della lista di An hanno parlato anche altri due candidati, l'opitergina Marina Marchetto Aliprandi e il capogruppo in Consiglio a Treviso Andrea De Checchi.

 (da il Gazzettino di Treviso di venerdì 10 marzo 2006)

 
 
 

ALLEANZA NAZIONALE: «UNA VIA DI MOTTA AI MARTIRI DELLE FOIBE»

Post n°963 pubblicato il 18 Marzo 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006

Intitolare una via di Motta ai martiri delle Foibe. È la proposta del Circolo di Alleanza Nazionale al consiglio comunale dal consigliere di maggioranza Umberto Perissinotto. «Dopo tanti anni di oblio - spiega Angelo Sacilotto, presidente di An - il parlamento italiano il 30 marzo 2004, ha istituito il 10 febbraio quale "giorno del ricordo". Finalmente viene restituita dignità alla memoria delle migliaia di italiani trucidati barbaramente sul confine orientale e ai 350.000 connazionali costretti all'esilio dalle proprie terre dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia». E proprio oggi cade la ricorrenza che, a detta degli esponenti di An , dev'essere valorizzata in modo maggiore. «È l'occasione di dimostrare che le tragedie non possono essere strumento di lotta politica - prosegue Sacilotto - ma parte integrante della cultura e delle tradizioni di un popolo civile che non può dimenticare, non può non condannare tutte le atrocità commesse da ideologie malate e irrispettose verso la stessa vita. Ricordare significa accarezzare tutte quelle persone che hanno sofferto, che sono state uccise per poter man tenere la propria identità italiana». Per questo, quindi, è partita la proposta di prendere in considerazione l'idea di dedicare una via ai Martiri delle Foibe e di promuovere nelle scuole la conoscenza di questi tragici eventi.

(da Il Gazzettino di Treviso di martedì 08 febbraio 2006)
 
 
 

Post N° 962

Post n°962 pubblicato il 18 Marzo 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006

NEWSLETTER n. 120–  Gennaio 2006 C.i.p. Anno VIII°

Direzione politica: Raffaele Garofalo – Coordinamento redazionale: Brando Casonato, Diego Casonato, Stefano Froio, Alessandra Galletti, Paolo Girardi, Alessio Guidolin, Guido Mina, Pierluigi Masia e Luca Piz­zolato

 
 
 

FINI SULLA SHOAH

Post n°961 pubblicato il 18 Marzo 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006

La celebrazione dei Giusti, coloro che salvarono gli ebrei dalla persecuzione nazista, «non può e non deve valere da auto—assoluzione collettiva. Ricordiamo che i meriti, come le colpe, sono individuali». Lo ha detto il ministro degli Esteri Gianfranco Fini alla presentazione del libro «I Giusti d'Italia, i non ebrei che salvarono gli ebrei 1943—1945», oggi alla Farnesina in occasione della Giornata della Memoria. «Il valore dei pochi — ha aggiunto Fini— non condona la disumanità degli aguzzini; non condona nemmeno la colpevole passività dei molti che con il loro silenzio assecondarono l'empio disegno persecutorio. Però rimane di straordinaria importanza la circostanza che anche in quelle ore cupe — ha proseguito Fini — la fiammella dell'umanità non si fosse estinta del tutto».

 (da www.alleanzanazionale.it di venerdì 27 febbraio 2006)
 
 
 

DROGARSI NON E' UN DIRITTO

Post n°960 pubblicato il 18 Marzo 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006

Il popolo della canna libera e dell’intolleranza zero contro gli spacciatori l’ha presa davvero male. Si passa con disinvoltura dall’epiteto generico — «Vergogna, arroganti, irresponsabili» — alla metafora suina — «Questa legge è una porcheria» — ma non mancano evocazioni geopolitiche — «Vince la teocrazia islamica oscurantista» — così come la suggestione dell’immagine forte — «Vogliamo i cani fiuta-droga anche a Montecitorio! — e per finire l’invito accattivante: «Lo spinello? Da oggi in poi tutti in Olanda...», formulato dal tour operator Emma Bonino.

Quanti voti possa muovere una legge che afferma un concetto banale — la droga fa male e drogarsi non è un diritto — lo dimostra il tono aggressivo ed enfatico delle dichiarazioni che per tutta la giornata sono arrivate dagli esponenti del centrosinistra. Convinti, evidentemente, che lo strepitio contro la legge sulla droga approvata ieri al Senato possa accattivargli le simpatie dei giovani di tutti i colori politici. Il centrodestra, invece, pensa esattamente il contrario e dell’approvazione dello stralcio del ddl Fini sugli stupefacenti farà un argomento centrale della propria campagna elettorale.

Mai come in questo caso c’è l’orgoglio di aver fatto una cosa di destra, soprattutto tra le fila di Alleanza nazionale, che questa legge che fa giustizia delle tante ipocrite distinzioni tra droghe leggere e pesanti l’ha fortemente voluta fin dall’inizio della legislatura.
Anche se adesso l’impegno più duro, dopo l’approvazione definitiva alla Camera, sarà quello di smontare il castello di falsità che da sinistra si cerca di costruire per far passare il concetto che il semplice possesso di uno spinello possa spalancare le porte del carcere ai ragazzi che ne fanno uso.

La filosofia della normativa, invece, è tutt’altra, come chiarisce il promotore della legge, il vicepremier Gianfranco Fini: «Non si tratta di un intervento repressivo se non per quello che riguarda lo spaccio». Il principio di base, spiega Fini, è un altro: «Non esiste il diritto di drogarsi. Ma è innegabile che chi assume delle sostanze stupefacenti crea dei danni ed è giusto che lo Stato sanzioni amministrativamente il consumo personale». «É ovvio — ha chiarito Fini — che non finirà in galera nessuno per uno spinello. Ma proprio perché vogliamo distinguere l’uso personale dallo spaccio, è arrivato il momento di fare un’inversione di tendenza rispetto alla filosofia che dopo quello sciagurato referendum aveva ispirato alcuni».

In aula, ieri, al Senato, i toni della discussione tra maggioranza e opposizione sono stati decisamente più tranquilli di quelli che si sono poi registrati nel corso della giornata sui media. L’emendamento che recepisce i punti chiave della legge — agganciato al decreto sulle Olimpiadi - è passato con il voto di fiducia palese al termine di un dibattito tutto sommato pacato, nel corso del quale è toccato al senatore di An Riccardo Pedrizzi sostenere le ragioni del partito promotore del testo di legge: «Qui c’è un governo che fa il governo, assumendosi la sua responsabilità di fronte alla piaga, al flagello della droga, che si sta diffondendo sempre più anche a causa di una legislazione che considera lecito drogarsi e autorizza gli spacciatori a vendere morte ai nostri figli. La sinistra e i sedicenti cattolici dell’opposizione, evidentemente, difendono gli spacciatori».

Ma dai banchi opposizione continuava ad arrivare la litania di un concetto semplicistico e fuorviante: volete arrestare tutti, anche chi si fa le canne... «La droga non si combatte minacciando i ragazzi con il carcere, ma punendo con fermezza spacciatori e trafficanti. Non c'è equità in queste disposizioni che puniscono con pesanti sanzioni penali comportamenti diversissimi tra loro», dichiarava Massimo Brutti, dei Ds, mentre in precedenza dai banchi dei Verdi e di Rifondazione erano arrivate letture ancora più strumentali, all’insegna della presunta “criminalizzazione” dei giovani da parte del governo.

Tra i banchi del governo, oltre al ministro Carlo Giovanardi, che ha ribattuto punto su punto le accuse dell’Unione, sedeva anche il sottosegretario agli Interni di An Alfredo Mantovano, anche lui impegnato a rigettare le tesi della sinistra: «Con cinque spinelli si va in carcere per venti anni? É falso. Sarà posto un limite di quantità oltre il quale la detenzione è penalmente illecita; questo limite sarà certamente superiore ai cinque spinelli; oltre questo limite la previsione immediata è della reclusione da 1 a 6 anni, con la possibilità di applicare ogni tipo di benefici e di sanzioni alternative al carcere, incluse le sanzioni sostitutive». «Noi pensiamo —aggiungeva il capogruppo di An Domenico Nania— che bisognava cambiare rotta nella lotta al fenomeno droga in tutte le sue sfaccettature e le nuove norme vanno in maniera decisa verso questa direzione».

E della nuova legge sulla droga si parlerà molto, durante la campagna elettorale di An, come sottolinea il responsabile del Programma Silvano Moffa: «Spiegheremo a tutti, dopo anni di tacita tolleranza ed ipocrita acquiescenza verso la droga, l’importanza di un provvedimento che ristabilisce con chiarezza che drogarsi è illecito». «Una battaglia voluta soprattutto da Alleanza nazionale e dalla destra, da chi sostiene l’azione delle comunità terapeutiche, da chi vuole offrire un'autentica solidarietà a quanti cadono nel vortice della droga», aggiungeva Maurizio Gasparri, che ora attende alla Camera il nuovo testo per imprimere il via libera definitivo.

 (da Il Secolo d’Italia di Venerdì 27 gennaio 2006)

 
 
 

I NO GLOBAL BLOCCANO LA FIACCOLA OLIMPICA

Post n°959 pubblicato il 18 Marzo 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006

I no global bloccano per 15 minuti la fiaccola olimpica e il suo seguito. L'episodio, che ha indignato molti spettatori, si è verificato ieri domenica alle 11.30: la fiaccola con il fuoco che accenderà il braciere dei giochi di Torino , appena passata dalle mani della giovanissima Beatrice Lio (11 anni) a quelle del 38enne Mirco Zanetti sotto la Scalinata degli Alpini, è ripartita solo dopo che una ventina di persone appartenenti ai "Disobbedienti delle colline" (noti in città come "rebeldini", dal nome del centro sociale più volte aperto e chiuso in immobili dismessi) e al sindacato di base Adl di Treviso aveva bloccato via Cavour, poi riaperta a seguito dell'intervento delle forze dell'ordine, che non hanno dovuto ricorrere a cariche. Il programma del viaggio della fiaccola, proveniente da Vittorio Veneto e diretta a Treviso via Pordenone, no n ha subito grossi sconvolgimenti in quanto 300 metri prima del blocco era prevista una breve sosta della fiamma alla presenza delle autorità locali e di oltre un migliaio di persone.

La cronaca. Mancano pochi secondi alle 11.30: dai portici dell'Upim, dov'erano appostati, i disobbedienti occupano l'intera sede stradale dopo il passaggio dei mezzi della Coca - Cola, sponsor dell'Olimpiade e principale "bersaglio" dei rebeldini, sorreggendo uno striscione e accendendo fumogeni. Inequivocabile il messaggio del "lenzuolo", lungo una ventina di metri: "Sponsor killer, lo sport muore" si legge nella parte sinistra dello striscione, diviso a metà dal disegno di una spada insanguinata. A destra si legge "No business, No Tav". Proprio il Tav in Val di Susa e la multinazionale Coca - Cola, ma anche il Mose e il ponte di Messina sono gli argomenti nel mirino di rebeldini e Adl, che distribuiscono (con scarso successo, vista l'ostilità verbale del pubblico nei loro confronti) un centinaio di ciclostilati con le ragioni della loro protesta.

L'iniziativa dei disobbedienti non è accolta positivamente dal numeroso pubblico che attende il passaggio della fiaccola olimpica. Un ironico "bravi" e un più duro "bastardi" sono i primi "commenti" della gente dopo il blitz. Rebeldini e Adl rispondono : "Siamo cittadini come te" dice uno di loro. "Ma un fià pì mone" la risposta di uno spettatore. "Fate schifo" grida una signora ai rebeldini. Una no global consegna alla donna un ciclostilato, sùbito strappato dalla signora. "Andate a casa!" insiste più di uno spettatore. "Andate a lavorare" rincara la dose un altro. "Idiota, servo!" gli replica un rebeldino .

Dopo qualche minuto, dalla stazione ferroviaria dove erano posizionati fin dal mattino , arrivano Polizia e Carabinieri in tenuta antisommossa, applauditi dal pubblico. "Avete bisogno di una mano ?" chiede a voce alta uno spettatore. Lungo la sede stradale si schierano una quarantina di uomini, presente il comandante dei Carabinieri Alessandro Farris. Avanti a tutti c'è il dirigente del Commissariato di Polizia Giovanni Di Matteo, che avvicina il leader dei disobbedienti Fabio Tomaselli. Le forze dell'ordine serrano le fila, si fermano , poi iniziano a camminare di buon passo. I disobbedienti retrocedono e all'altezza di Battistuzzi liberano la carreggiata e, continuando a sorreggere lo striscione, si appostano a bordo strada paralleli al senso di marcia. Dopo altri cinque minuti arriva il tedoforo numero 60 della giornata, Mirco Zanetti. I rebeldini fischiano la fiamma, urlano "vergogna, vergogna" ma la gente applaude il simbolo dei Giochi.

 (da Il Gazzettino di Treviso di Lunedì 23 Gennaio 2006)
 
 
 
 
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