Creato da: contastorie1961 il 11/03/2015
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Galdino (storia di un matto) Quinto Capitolo

Post n°7 pubblicato il 14 Marzo 2015 da contastorie1961

Dordoni non riusciva a distogliere lo sguardo dalla direttrice. Sul pavimento, la pozza di sangue andava allargandosi rapidamente -Se non l’aiutiamo, morirà dissanguata ragazzo. E’ davvero questo che vuoi?- Galdino non rispose. La fronte imperlata di sudore, avanzò di qualche passo. Brigida, pallida da far paura, lo fissò con occhi lucidi. -Aiutami…ti prego- Galdino scosse il capo più volte, quindi afferrò il medico per un braccio strattonandolo con violenza -A lei penseranno gli altri, dottore. Noi dobbiamo andare in un posto, e abbiamo perso anche troppo tempo!- Irrigidendosi, Dordoni sembrò non aver nessuna intenzione di darsi per vinto -Per amor del cielo ragazzo…- Spazientito, Galdino lo inchiodò contro la parete, la canna della pistola premuta contro la gola -E finiscila di chiamarmi ragazzo! Non sono tuo figlio, cristo!- Spaventato da quell’ennesima esplosione di violenza, il medico si arrese -Va bene, farò quello che vuoi. Ma calmati, ti prego.-

Galdino allentò la presa -Hai l’automobile vero?- Dordoni annuì. Dalla tasca dei pantaloni, prese un mazzo di chiavi e gliele porse. Galdino scosse la testa-Non ho mai usato una macchina. Guiderai tu, ma prima devo sapere ancora una cosa- Chinandosi verso la direttrice, le chiese qualcosa che il medico non riuscì a comprendere. La risposta, dopo un attimo d’esitazione, fu un semplice cenno d’assenso da parte della donna -Adesso possiamo andare dottore- Dordoni non si mosse -Allora non ci siamo capiti!- sbraitò Galdino sempre più esasperato -Ho come l’impressione che non andremo da nessuna parte ragazzo. Non credo proprio che quelli ce lo permetteranno- Seguendo il suo sguardo, Galdino si avvicinò alla finestra. Il piazzale antistante l’entrata, semi deserto sino a pochi istanti prima, brulicava di automobili della polizia. Gli uomini, in tenuta antisommossa, si mossero rapidamente verso l’istituto. Furibondo, Galdino afferrò il medico per la giacca.

-E’ tutta colpa tua dottore. Mi hai fatto perdere tempo prezioso con le tue stronzate!Dordoni non fiatò. In quel momento, qualsiasi cosa avesse detto avrebbe potuto rivelarsi fatale. -Quindi ti tocca rimediare adesso- proseguì Galdino portandosi verso la direttrice -Adesso uscirai, e pretenderai di parlare con chi comanda. Voglio la tua automobile qua davanti entro cinque minuti. Trascorso questo tempo, non esiterò a far saltare le cervella alla signora- Il medico, avvertì un brivido percorrergli la spina dorsale. Galdino si trovava ormai allo sbando, e ciò lo rendeva ancor più pericoloso. Non avendo un piano ben preciso infatti, avrebbe dovuto affidarsi all’improvvisazione, peggio di così non sarebbe potuta andare -Farò ciò che mi chiedi ragazzo, ma ti prego di rimanere calmo-Galdino annuì soddisfatto e, sorridente, riportò la propria attenzione sulla donna, sempre più sofferente -Non devi temere nulla signora. Se il dottore si comporta bene, finirà tutto molto presto. Voglio solo andare dove tu sai bene, il resto non conta nulla-

Il commissario Vinci, responsabile dell’operazione, rimise il cellulare in tasca-Il sostituto procuratore sarà qua a momenti. Aspettiamo ancora qualche minuto- L’ispettore Bardella alzò la visiera dell’elmetto -Capo, sa meglio di me che la sorpresa è alla base di tutto. Non credo sia una buona idea attendere ancora- Infastidito da quell’osservazione, il commissario agitò un braccio in aria -Non sappiamo nulla di quello che sta accadendo la dentro, salvo quello che ci ha raccontato il sorvegliante al telefono. Potremmo benissimo peggiorare la situazione. Aspettiamo- Controvoglia, l’ispettore annuì e si diresse verso gli uomini in attesa.

Dordoni, dopo aver aperto la porta, portò le mani sopra la testa e si diresse verso il parcheggio. Immediatamente, gli uomini appostati, gli puntarono contro le armi -Sono il dottor Dordoni, ho una comunicazione da fare!- urlò con tutto il fiato che aveva in gola. Qualche istante più tardi, al riparo di un’automobile, il commissario ascoltò attentamente ciò che il medico aveva da riferirgli -Impensabile!- scattò l’ispettore Bardella una volta che Dordoni ebbe terminato -Non possiamo cedere alle sue condizioni. Dovremmo fiaccarlo, lavorare sui nervi. E la direttrice poi? E’ ferita, ha bisogno d’aiuto!- Vinci lo guardò di traverso ma non replicò, rivolgendosi invece al medico -Lei cosa ne pensa dottore. In fondo conosce il soggetto, cosa suggerirebbe di fare?-Passandosi una mano sulla guancia, Dordoni fissò entrambi -Non mi sembra un assassino, anche se ignoro cosa sia accaduto con Onofrio, la guardia a cui ha sottratto la pistola. Ma, seppur spaventato, appare determinato a voler andare in un certo posto, e vuole anche me con lui. Quale sia, non ne ho idea, mi dispiace. Ma l’ispettore ha ragione. La direttrice sta perdendo molto sangue, va soccorsa immediatamente-

I due si scambiarono uno sguardo significativo, quindi fu il commissario a parlare -Galdino ha conficcato un coltello nell’occhio della guardia dottore, cosa dobbiamo aspettarci ancora?-


 
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