Anniversarock

La storia di questa band deve molto a una rivista, il Melody Maker. Se non ci fosse stata chissà come sarebbe andata a Brian Ferry, magari avrebbe fatto successo come cantante lo stesso oppure avrebbe continuato il lavoro di ceramista. E Brian Eno? Sarebbe considerato come oggi lo stratega obliquo, uno dei geni più influenti sulle sonorità dagli anni settanta fino agli anni novanta oppure sarebbe un eccentrico istrione insegnante di musica? La controprova non c’è pertanto conviene accontentarsi della realtà. Realtà che parte agli inizi di anni settanta quando Ferry, tramite annuncio su detta rivista, incontra Andy MacKay, insegnante e musicista per passione che porta in dote un amico speciale, tale Brian Eno, studente e curioso sperimentatore mai sazio di novità in ambito sonoro. Sempre tramite annuncio su Melody Maker viene ingaggiato il batterista Paul Thompson ed il chitarrista Phil Manzanera e con questa line up, grazie alla segnalazione di Robert Fripp chitarrista dei King Crimson, ottengono una fortunata audizione con la Island che li scrittura.

Giugno 1972, quarant’anni fa esatti esce “Roxy Music”, esordio col botto della band (e in copertina una degna rappresentante dell’universo femminile), aderente al glam rock che va per la maggiore del periodo e che vede principali fautori David Bowie, Marc Bolan con i suoi T-Rex e gli ingiustamente trascurati Mott the Hoople annovera tra i suoi pezzi già dei classici quali “Re-make/Re-model” “Ladytron” “Virginia Plain”, song nelle quali si intravedono barlumi di genialità, sintetizzatori sperimentali e ritmi apparentemente dissonanti. Il capolavoro della band a mio avviso si può ravvisare nel più vecchio di un anno “For your pleasure” dopo di che Eno lascia la compagnia e tra molti successi e poche nefandezze arrivano nel 1982 ad incidere “Avalon”, disco che contiene la stranota “More than this” e che sancisce la fine della corsa.