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Flussi migratori e multiculturalismo, la parola al giurista

Post n°253 pubblicato il 20 Gennaio 2011 da antilega

Volentieri riceviamo dal nostro amico Mathew Myladoor e pubblichiamo dal sito http://frontierenews.it/


Flussi migratori e multiculturalismo, la parola al giurista

Clandestinità e diritto, quale rapporto? Lo chiediamo al prof. Roberto Zannotti, docente di Diritto penale alla Lumsa di Roma. “L’immigrazione clandestina è spesso utilizzata dai legislatori come un argomento simbolico per generare paura e insicurezza”, spiega Zannotti. “Il 60% dei clandestini è overstayer, cioè resta illegalmente nel paese ospitante dopo la scadenza del permesso di soggiorno; del rimanente solo il 15% viene dal mar Mediterraneo, il resto proviene dai paesi in area Schengen. Il problema è qui. Nell’area c’è la libera circolazione di persone e ogni singolo paese ha disposto autonomamente, non essendoci direttive comuni ed essendo le discipline scoordinate”.

Professor Zannotti, ci si chiede spesso come comportarsi nei confronti dei reati culturali, cioè di quelle azioni nelle quali il retaggio culturale dell’agente ha un ruolo decisivo nella condotta criminosa. Qual è, a suo avviso, l’approccio più consono ad una integrazione ragionevole: quello assimilazionista alla francese, dove lo Stato si pone in una condizione di neutralità verso le differenze culturali, non riconoscendone quindi rilievo giuridico, o quello multiculturalista all’inglese, alla cui base c’è un trattamento giuridico differenziato che tiene conto delle specificità culturali?

Sono sicuramente aperto verso il modello multiculturalista all’inglese. Le specificità culturali sono una realtà ed è giusto e corretto riconoscerle, mostrando rispetto massimo per le singolari identità etnico – culturali. Bisogna però stare attenti agli eccessi: multiculturalismo non deve essere sinonimo di privilegio delle minoranze. Non si deve cedere alla tentazione di forzare la legittima esigenza delle identità al riconoscimento; ciò porterebbe al ribaltamento di tale principio, provocando svantaggi a chi è “altro” rispetto alla specifica minoranza. Penso al rapporto fra cristianesimo e islam, solo per fare un esempio: è fondamentale riconoscere la realtà islamica e rispettarla in un clima di collaborazione e reciprocità. Questo però non deve portare ad una condizione di svantaggio e discriminazione del cattolico.

Il 31 gennaio ci sarà il primo dei tre click day disposti dall’attuale decreto flussi. Secondo lei è lo strumento più adeguato per risolvere la questione della regolarizzazione dell’immigrazione e per gestire la presenza di clandestini nel territorio italiano?

Il concetto di flussi migratori è un concetto corretto; l’immigrazione è un fenomeno che deve essere disciplinato, perché l’opera degli immigrati è necessaria. Non possiamo più farne a meno, mettiamoci in testa questo. Posso nutrire delle riserve sulla modalità del cosiddetto click day, posso essere anche non totalmente d’accordo sull’ordine di precedenza determinato, ma indubbiamente il fenomeno va disciplinato e il modo migliore per farlo è programmare la quantità di stranieri da autorizzare per l’ingresso nel nostro paese. Sono quindi favorevole al controllo dei flussi migratori, specialmente in un periodo nel quale la nostra economia esige questo tipo di rapporti.

Valerio Evangelista e Mathew Myladoor

 
 
 
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