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Apollo Errante

Prospettive rovesciate, segni e segnali dell'anima di Roberto Caravella

 
 

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« Quando la giustizia è tr...Un pò di Poesia »

Fukushjma, la donna e il dragone - la tragedia nell'anima

Post n°63 pubblicato il 03 Aprile 2011 da codadipavone
 
Foto di codadipavone

Immaginiamo una cena con dieci invitati, magari un Natale... Immaginiamo anche che per un tacito patto ognuno abbia portato quel che poteva. Al momento di sedersi in tavola ci accorgiamo però di una realtà raccapricciante e incredibile: Scopriamo infatti, con sgomento, che due dei dieci invitati hanno portato con sè cinque piatti prelibati, quattro bicchieri a testa, otto bottiglie di vino pregiatissimo, un set di posate d'argento per quattro persone e un carrello con tanti dolci. Un'altro invitato invece ha fatto di meglio: da solo ha portato con sè quattro piatti prelibati, quattro bicchieri di baqqarat, otto bottiglie di vino e champagne pregiatissimo, un set di posate d'oro per quattro persone e due carrelli con dolci, liquori e altro... E gli altri sette? Vi chiederete...Gli altri sette hanno portato con sè qualche busta di cibo liofilizzato, posate di plastica, piatti di carta e un po di acqua minerale.Morale. Da uno studio effettuato già nel lontano 2006 è emerso che il 50% della ricchezza mondiale è in mano al 2% della popolazione totale; un altro 40% di tale ricchezza è in mano al 1% di tale popolazione. Il restante ha ben poco di che vivere. Ecco la nostra cena di Natale. E' raccapricciante perchè tutto ciò rappresenta un evidenza mai verificatasi nella storia umana conosciuta perchè ottenuta attraverso un meccanismo invisibile, intangibile, incontrollabile e, ahimè, irrimediabile rappresentato dalla virtualità tecnologica... a meno che...Ad una visione superficiale sembra che tutti i problemi del mondo siano scollegati fra loro e indipendenti: sconfiggere il terrorismo, eleggere o destituire governanti insani di mente, bloccare il riscaldamento globale, rimediare ai nefasti danni nucleari o trovare fonti alternative di energia, ridurre l'inquinamento e placare quell'insaziabile mostro consumistico che è in noi. Ma ad uno sguardo disincantato seppur attento questi problemi si risolvono in un unico problema. La buonanima di Einstein soleva ripetere che "non nè possibile risolvere un problema con lo stesso stato di coscienza che l'ha prodotto"; ecco "il" problema: se da un lato questi problemi sembrano scollegati, dall'altro sono sintomi di uno stato collettivo di una coscienza che funzionale non è più, da molto tempo.Il mondo è vittima dei grandi manipolatori (diciamo all'incirca il 3 per cento della popolazione mondiale... nda) che indicano ad ogni piè sospinto la strada della "felicità" che fatalmente conduce ad una divisione tra il nostro reale sentire e l'istinto del desiderio "senza fine". Ma chiedo a me e a voi tutti di fare la cosa alla quale siamo più abituati da cent'anni a qui, guardare un film.Nel film ci sono io; sono su un barcone sperduto nel mare. ho con me mio figlio e ho dovuto pagare il doppio della cifra prevista per me per portarlo in salvo dal mondo che mi crollava addosso al quale avevo dato tutto me stesso, i miei sogni, il mio sudore, la mia religione, la mia terra. La salsedine mi brucia la pelle e il dolore dell'incognita mi brucia l'anima. Lo guardo e spero di fare la cosa giusta; è lui, mio figlio, l'unica ragione per cui resisto così tanto: devo dargli quello che la tacita promessa ha sancito per noi all'atto del suo concepimento. Gli ho promesso la vita, non la ricchezza, non l'oro, non altro, soltanto la vita, quella che nel mio animo è degna di essere vissuta. Ed ora eccoci qui, dentro un guscio instabile in balia di un procelloso mare schiavi di un mio simile, un novello caronte senza dignità divina, che confida nel mio ultimo denaro per promettermi un altra sponda vagando sopra un traghetto più instabile dei miei stessi tormentati sentimenti.Guardo il capo di mio figlio addormentato, spio la sua salute ascoltando in segreto il suo respiro. E' vivo e mi chiedo se anche la sua anima faccia lo stesso. Mi chiedo se sel suo silenzio mi ritenga responsabile di questo istante doloroso, o se già percepisca la dolorosa e inconfessabile verità. Poi uno scossone mi scuote e il beccheggio mi riporta la mente all'equilibrio; anch'io mi faccio la stessa domanda: non sono forse io il responsabile di tutto ciò? almeno per la mia parte? Non avrò anch'io una parte di colpa? Non sarà forse giusto se mio figlio individui in me tutte le colpe anche se tutte mie non sono?E' notte, fonda, buia come soltanto l'attimo prima dell'aurora può esserlo. Un frastuono strano e roboante si mescola allo sciabordio. Un luce intensa e una voce metallica giunge dall'alto del cielo. Tramortito dal sonno e dalla devastante stanchezza nutro il dubbio che sia un angelo del paradiso o la tromba di un arcangelo. E' forse giunta l'ora del giudizio? siamo in salvo, o prossimi alla gheennah? Prego. Ascolto. D'un tratto comprendo: è un elicottero della guardia costiera italiana, e il cuore mi si apre, singhiozzo ma non troppo, mentre il sale, l'acqua, le lacrime, la gioia, il timore e mille altri pensieri mi devastano la mente. Proietto quest'immagine in un futuro sereno in cui io, mio figlio e mia moglie ricordiamo quel lontano giorno in cui uscimmo dalla morte per tornare alla vita, sorridiamo abbracciandoci e facendo battute di spirito sul paradosso nel quale io, poco più di lei e di mio figlio, ho fatto la parte dell'eroe. Mi sento fiero perchè quel mio sacrificio è servito a qualcosa, perchè dall'altra parte c'erano uomini come me che avevano dato un morso avido al fiele della vita e erano lì, dall'altra parte.La notte è lunga e giunti a terra spero in un sorriso. Ma presto mi accorgo di vedere mille, forse duemila occhi spenti e dolenti. leggo pena e disillusione in quegli sguardi che moltiplicano per mille il mio sguardo su mio figlio. Cerco acqua, ma non ce n'è. Sento odore di minzione fermentata ovunque. Vedo militari ad ogni centimetro, muri alti e gente arrogante, ben vestita con camicia nera che sbraita sorridendo falsità e offese a qualsiasi umano pudore. Qualcuno mi si avvicina offrendo un po' d'acqua a mio figlio e ringrazio io per lui; alzo gli occhi e vedo me stesso, un altro me stesso che ha forse soltanto un misero un centesimo più di quanto sia riuscito a ricavare io. In quello specchio spezzato non sorrido più e i miei sogni si ridimensionano perchè presto scopro che li, nessuno mi vuole e se mi prende per mano è solo per mostrarmi al mondo intero come uno straniero indesiderato o come esempio televisivo dell'infame bontà di chi presto o tardi mi riporterà nella patria che mia non è più. E tutto questo senza chiedermi neanche chi sono. Stanotte lui dormirà un sonno tranquillo, pensando al suo domani programmato e certo: quello stesso che io non so più immaginare.Mi rassegno, come Odisseo, a continuare questo lungo viaggio verso una terra che forse non c'è sperando di scorgere, prima o poi, chi sappia provare ciò che provo, che sappia scorgere la palese indescrivibile realtà che scorgo ogni attimo che trascorre sotto i miei occhi. Ho la soluzione ma so che è soltanto mia e so anche che è la stessa per tutti ma, per chissà quale misterioso difetto resta unica e solitaria per ognuno.Ecco dunque l'interrogativo lacerante: Come è fatta in verità la vita, quella vera? A quale cena di Natale sono invitato se invitato sono? Perchè sono oggetto di speculazione ideologica se mi voto alla morte per spegnere un reattore nucleare in un angolo sperduto del mondo e tentare nel mio piccolo universo di salvare quanto più mi è possibile? Quando sarò morto devastato da tumori e carcinomi dolorosi e implacabili, quando l'ultimo atomo di cesio avrà bruciato la mia ultima cellula, chi mi inviterà a cena? E quel signore ben vestito con le posate in oro avrà il coraggio di ammettere che il mio regalo è stato l'altare al quale ho immolato ogni mia cellula pensando di dare la mia vita per la mia famiglia, per i miei figli, per l'umanità che amavo? Quel bel signore a capotavola sa che oggi sono convinto che nell'oro che mostra con indifferenza sulla sua mensa c'è proprio quel cesio che sopravviverà ad entrambi? E sa che anche nel sale c'è lo jodio che sta uccidendo mio figlio e i figli suoi?Perchè ho sentito il dovere di essere uomo per riparare ai danni di uomini che, alla fin fine, uomini non sono ne mai lo saranno? Perchè quel sale d'acqua ha bruciato ferite mortali che io non ho cercato?Io cercavo un Natale in famiglia, sorrisi, tenerezza, onestà... Cercavo di infondere nell'anima di mio figlio la verità che avevo sognato, una verità fatta di rispetto, un eden situato tra cucina e camera da letto, o soltanto tra cesso e tinello, non m'importava dove fosse quell'eden; lo pensavo puro e semplice come una soglia ma mai avrei creduto che fosse come un muro irto di chiodi arrugginiti, frammenti di vetro, ossa umane, e brandelli di carne putrida. Sapevo che in quell'eden c'era cibo e commensali da far Natale ogni giorno e sapevo anche che ad ogni istante potevo incappare in una golosa e attraente tentazione, ma ero certo, si proprio certo, che avrei resistito come ho sempre fatto. Mai e poi mai avrei creduto che mio fratello Abele avrebbe avuto il coraggio di dire che io, Caino fossi il responsabile della sua sottile e nascosta crudeltà!Adesso mi costerà caro dover attendere 24.000 anni prima di redimermi: tanto occorre al plutonio per estinguersi. Ed io che sono qui a decidere se esere Caino o Abele non so scegliere il minore tra i due mali. Mi faccio ammazzare dallo scellerato che vuole tutto per se oppure ammazzo quel disgraziato che tenta di pavoneggiarsi come "il giusto" che mostra timore e rispetto per annientarmi senza armi? Alla fine uno sguardo perduto in un orizzonte lontano; sono io che guardo voi, voi che guardate me, siamo noi tutti che ci guardiamo allo specchio, sono i nostri figli che ci guardano, è forse dio o il nostro carnefice?Così si chiude il film, con questo sguardo enigmatico; spero vi sia piaciuto. La regia non è del sottoscritto ma di ognuno di noi, ho soltanto partecipato alla sceneggiatura ma, vi avverto: ogni riferimento a cose e persone non è per nulla casuale e non c'è nulla che sia inventato.Qualora vi venisse in mente di dare un'occhiata ai credits e alle scene tagliate o al back stage vi consiglio le scene da "presidenza del consiglio": sono le più amare e satiriche di tutto il film, perciò sono state tolte. Oppure le scene contrassegnate Apo 12/13 che sono quelle più enigmatiche, ma se le guardate con "l'occhio di Fukushjma" le comprenderete molto bene specialmente se sostituirete Terra e Mondo o Umanità con "Donna rivestita del Sole"; tutto vi sarà chiaro... chi ha orecchie....Roberto Caravella

 
 
 
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