Apollo ErranteProspettive rovesciate, segni e segnali dell'anima di Roberto Caravella |
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Nella città Antica
Post n°65 pubblicato il 18 Giugno 2011 da codadipavone
Nella città antica
Ho lasciato che andassero Per la loro strada. Tutti. Senza destino ne compagni, nudo di me stesso mi sono incamminato; al mio fianco soltanto sole alto ed ombre larghe e rade.
In quel deserto di anime Portavo con me Soltanto timore di smarrirmi, indolenza e bisogno di andare avanti.
Compagni di giochi Paura e coraggio, intenti a beffarsi del mio sentire. Ma sono andato avanti.
Ho visto volti millenari Come demoni immortali Mutevoli e capaci Di rivestirsi di ogni sogno, di ogni desiderio, di ogni incubo.
Ho sostenuto i miei passi Incerti Senza cedere Regalando loro, per quanto mi fosse possibile, un incedere tranquillo e fiducioso, pur velato di dubbi e aspre amarezze.
Poi le ombre Si sono fatte Alte E il sole ha Allargate le sue luci Oltre il centro del cielo. Li, sotto l’arco antico Di pietra e sabbia, di fiori di cobalto lucente, ombrati si polvere mi sono fermato obbediente ad un richiamo silenzioso, e ho atteso.
Timore e coraggio Si sono dileguati. Poi nulla. Silenzio. Ma non invano.
Il buon servo Mi ha donato il suo sguardo, un sorriso, come una lacrima d’acqua all’ombra di un sasso nel deserto. Facendomi strada Mi ha aperto la porta Di cedro antico E ottone.
Il vestibolo, breve e oscuro, Ancor più Per contrasto Col sole ardente e Accecante, pareva Un abisso nero e bituminoso.
Oltre quell’abisso, il peristilio, Immenso, silente e pacato, con le sue colonne, la sua fontana d’acqua pura dove colombe planavano leggere come piume a dissetarsi.
Sono stato ristorato Con dolcezze infinite, mi sono nutrito di fresca aria, di un leggero tubare, di qualche frinire, del continuo cicalare di gocce d’acqua e del liquido fruscio del loro scorrere.
Ecco. Il mio cammino mi ha condotto Qui. Ove il buon servo mi ha Aperto la casa del suo signore. Ora. Non ho più Paura.
R.C. Giugno 2011-06-16 |