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Creato da Le.Arabe.Felici il 03/11/2005
Riteniamo lo scambismo semplice tradimento ad amministrazione controllata e il bang bussing il modo ideale per un viaggio di piacere
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DOPO - parte 1
E’ successo di nuovo. Mi sono svegliato sul pavimento gelido, con mozziconi di sigaretta tutto intorno e un odore nauseabondo nelle narici. Un rumore tintinnante di cristallo mi avverte che sono steso nei frantumi di qualcosa che un tempo era stato fragile e prezioso, e probabilmente bello, che ora è solo tagliente. Niente da fare, non sono ancora abbastanza sveglio per muovermi con cautela. Prima che riesca a formulare un pensiero, mi sono già tagliato sia le mani che un piede. Un bel taglio profondo, quello sul piede. Non potrò camminare per parecchi giorni. Pazienza, non avevo in progetto di andare in alcun posto.
La radio suona, con quel tono stridulo che le radio sono solite assumere quando sono lasciate a suonare solo per incuria e senza nessuno che le ascolti. E’ quasi rabbiosa nel suo gracchiare una canzone degli anni ’80. Mi dico che per questo sarà uccisa. L’unico pregio delle radio da cinque euro è poterle prendere a calci senza rimpianti. The dice decide my fate. Sono completamente intorpidito dal freddo, mi muovo a fatica. Le braccia e le gambe sono pesantissime e insensibili, il che è un bene, perché per alzarmi devo annaspare sui vetri, tagliandomi ancora. Riesco a stento a mettermi in piedi, per nulla certo che sia la cosa giusta da fare. Maybe I don’t know if I should change. Un sole invernale, pallido ma feroce, entra dalla finestra che qualcuno ha lasciato aperta, e si appropria del pavimento, facendo brillare i frammenti di vetro, sporchi di sangue, della stessa grottesca luce che hanno le palle rosse di un albero di natale. Sul tavolo di formica sbiadita c’è una bottiglia. Ricordo vagamente di averla tenuta in mano con piacere, solo poche ore prima, e di averne bevuto sorridendo. Such a shame. Maledetta radio. Agguanto la bottiglia, e per un attimo medito di lanciarla contro la radio, che se ne sta lì, irraggiungibile a due metri da me. Ma c’è ancora del vino, dentro, e mi potrebbe tornare utile. Tento di leggere l’etichetta, strizzando gli occhi per mettere a fuoco. DULCAMARA. Mai sentito. Sarà il produttore. E sotto, più piccolo, letto solo grazie ad un ulteriore sforzo di occhi e volontà, amabile. Ricordo che era buono, ottimo, ma non saprei se addirittura amabile. A feeling that we share. E poi, chissà cosa mai vorrà dire ‘amabile’. Certo, ogni cosa è teoricamente amabile, se ti va di amarla. Per le persone non è così semplice. Ecco, ho capito improvvisamente cosa causasse la mia perplessità. La parola ‘amabile’ può avere due significati, per le persone. Ci sono persone che sono amabili perché possono essere amate, perché hanno caratteristiche tali da indurre qualcuno ad amarle, e ci sono persone che sono invece amabili perché lasciano che le si ami. Se tutto questo è giusto, potrebbero esistere persone che sono contemporaneamente amabili e non amabili, si direbbe. It’s a shame. E’ un ragionamento troppo complesso per una mente annebbiata. Forse un sorso di vino potrebbe aiutarmi a riacquistare un minimo di lucidità. O al limite potrebbe avere l’effetto contrario. Non sarebbe male in nessuno dei due casi. Bevo.
Effetto contrario
BUIO
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