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Evoluzione: Viaggio nelle Origini Remote

 

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È molto probabile che una tappa decisiva nel misterioso processo dell'evoluzione dell'uomo sia rappresentata dal giorno in cui un essere, che stava esplorando con curiosità il suo ambiente, fermò la sua attenzione su sé stesso.

Konrad Lorenz
 
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L'EVOLUZIONE DELL'UOMO

"L'uomo non è sempre esistito sulla Terra. La sua comparsa è assai recente rispetto alla storia della Terra e degli altri esseri viventi. Nell'"orologio della vita", se si rapportano le 24 ore del giorno con l'età della vita sulla Terra, è negli ultimi minuti che si sviluppa il ceppo umano. La sua comparsa segna il punto di arrivo di una serie di modificazioni avvenute su un ramo del tronco dei Primati e, nello stesso tempo, un punto di partenza per un nuovo corso evolutivo, soprattutto in forza di ciò che caratterizza e distingue l'uomo da ogni altro vivente: la cultura."

F. Facchini
Le origini dell'uomo
 

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LA SELEZIONE NATURALE

“L’affermazione comune secondo la quale l’evoluzione attraverso il meccanismo della selezione naturale è una «teoria», esattamente com’è una teoria quella delle stringhe, è sbagliata. L’evoluzione è una legge (con parecchi elementi), tanto sostanziata quanto qualsiasi altra legge naturale, che sia di gravità, del movimento o di Avogadro. L’evoluzione è un dato di fatto, messa in discussione soltanto da chi sceglie di negare l’evidenza, accantona il buonsenso e crede invece che alla conoscenza e alla saggezza immutabili si arrivi soltanto con la Rivelazione.”

James D. Watson
 
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I Primi passi dell'Umanità

Breve storia delle scoperte che hanno portato a definire la nostra specie Homo sapiens e all sua origine relativamente recente nel cuore dell'Africa.

L’evoluzione a cespuglio sembra essere stata seguita anche dal genere Homo. Secondo le ultime teorie della paleoantropologia, nel periodo di tempo che va dai 2 milioni di anni fa fino alla comparsa di Homo Sapiens, diverse specie di ominidi con caratteristiche simili all’uomo moderno avrebbero condiviso la colonizzazione delle terre emerse. Il primo a comparire sul continente africano fu Homo Habilis, il cui nome significa “capace di usare le mani con destrezza”. Nonostante la capacità cranica ancora contenuta, paragonabile a quella dei cugini Australopiteci, l’ominide scoperto da Mary Leakey nella gola di Olduvai in Tanzania, era capace di fabbricare utensili di pietra e di servirsene per cacciare e tagliare la carne delle prede. La sua andatura era ancora piuttosto goffa, come testimoniato dalla lunghezza dell’omero – il 95% di quella del femore – segno che la prima specie di Homo non disdegnava di arrampicarsi sugli alberi. Nello stesso periodo i territori dell’Africa orientale erano condivisi con altre due specie di ominini: Homo Rudolfensis e Homo Ergaster.
Il primo reperto fossile appartenuto a Rudolfensis fu rinvenuto da Richard Leakey, il figlio di Mary, nel 1972 presso il Lago Turkana. Aveva un cranio più grande di quello di Habilis e una mascella più squadrata. Ma questi primi ominini oltre che il territorio sembra abbiano condiviso la sfortuna evolutiva. Nessuno dei due sarebbe stato capace di dare origine a una discendenza.
Il successo e la diffusione del genere Homo si deve invece, secondo le teorie degli antropologi, a una terza specie che era presente in Africa intorno a 1,5 milioni di anni fa. L’Homo Ergaster, aveva ancora alcune caratteristiche primitive come le ossa sopra le orbite oculari molto pronunciate e la scatola cranica appiattita. Il bacino era molto stretto e il femore robusto, a testimoniare una stuttura perfetta per la corsa. Ma Homo Ergaster aveva due qualità che determinarono il suo ruolo di antenato dell’uomo moderno, la massa cerebrale molto sviluppata e la straordinaria capacità di adattarsi agli ambienti naturali più disparati. Queste caratteristiche e la conquista del fuoco portarono Ergaster al di là dei confini africani.

Homo Ergaster, KNM ER 3733
(1,75 milioni di anni fa; capacità cranica: 848cc)

Tra 1,2 e 1,7 milioni di anni fa questo ominine cominciò a spingersi verso oriente. Testimonianze del suo passaggio sono state rinvenute a Dmanisi in Georgia e nella Valle del Giordano in Israele. Durante la migrazione verso levante, alcuni individui impararono ad allestire accampamenti all’aperto e sperimentarono l’organizzazione sociale. Le loro ossa craniche si allungarono permettendo l’ulteriore accrescimento del cervello che raggiungeva ormai i 1000 centimetri cubici. La faccia divenne piatta e l’andatura più dritta. Homo ergaster era diventato Homo Erectus, come dimostrato dai resti trovati a Giava alla fine del secolo scorso e da a quelli scoperti vicino a Pechino nella prima metà del Novecento.
L’Europa non sembra essere stata toccata da questa prima ondata migratoria. L’ascesa degli ominini verso il bacino del mediterraneo prima, e nei territori europei in seguito, si deve a un altro discendente di ergaster, diverso da erectus. Il responsabile di questa seconda colonizzazione al contrario fu Homo Antecessor. A lui sembrano appartenere i resti fossili – di un’età compresa tra gli 800.000 e i 900.000 anni – portati alla luce a Ceprano, in Italia e a Burgao, in Spagna. Per la verità i paleoantropologi non si trovano in pieno accordo sul fatto di considerarlo una specie a sé. Alcuni sostengono infatti che esso sia solo una forma arcaica del suo diretto discendente, Homo Heidelbergensis, l’ominine che a sua volta diede origine a Homo Neanderthalens, specie che per molto tempo abbiamo considerato nostra antenata e che ora invece si è dimostrata essere stata un ramo morto dell’evoluzione.
L’uomo moderno o Homo Sapiens, ha iniziato la sua storia evolutiva in epoca recente, circa 200.000 anni fa a partire da antenati di origine sicuramente africana.
 


di Tullia Costa,
da: ScienzaEsperienza

 
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"Il 2009 è un anno singolare per il darwinismo e la teoria dell'evoluzione biologica, il presupposto di fondo di tutte le scienze della vita. Ricorrono infatti 200 anni dalla nascita di Charles Darwin e 150 anni dalla pubblicazione del suo Origine delle specie, il testo che sancisce l'avvento della moderna visione evoluzionistica, uno dei paradigmi scientifici che hanno più influenzato la trasformazione di tutte le discipline scientifiche ma anche della cultura e del modo di pensare del mondo contemporaneo."

 

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