AUTOCOSCIENZA
Konrad Lorenz
CONTATTA L'AUTORE
Nickname: Nean.856
|
|
Sesso: F Età: 115 Prov: EE |
TAG
AREA PERSONALE
MENU
EGG TRAVEL
L'EVOLUZIONE DELL'UOMO
F. Facchini
Le origini dell'uomo
CERCA IN QUESTO BLOG
LA SELEZIONE NATURALE
James D. Watson
ARCHAIC LINK
- Darwin Project
- Becoming Human
- Evolution Library
- Human Origins Program
- Leakey Foundation
- Human Evolution 3D
- Ligabue Study and Research Center
- Paleontology Portal
- Evolution Wing at UCAL Berkeley
- Max Plank Institute for Evolutionary Anthopology
- The Cave of Lascaux
- La Grotta Chauvet
- Isernia La Pineta
- Suoni della preistoria e dell’antichità
- Istituto Italiano di Antropologia
- Istituto italiano di Paleontologia Umana
- Antro-Digit
- Anthropos
- American Anthropological Association
- Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria
- Museo Pigorini
- Museo Leonardi
- Paleonews
- Dinosaur World
- Dino Viewer
- Mundo Neandertal
- The Complete Work of Charles Darwin Online
- The Origin of Species
- Neanderthal Museum
- Prehistoric Park
- BBC Science & Nature
- Plos
- Stephen Gould Archive
- Preistoria
- Nature
- Le Scienze
- Darwinweb
- Pikaia.eu
- Darwin 1809 - 2009
I MIEI BLOG AMICI
ULTIMI COMMENTI
CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG
« Cure Parentali e Capacit... |
"Come paleontologo di professione e (davvero avrò il coraggio di dirlo?) liberal con tanto di tessera, ho trovato divertente, ma anche un po' mortificante, la moda attualmente diffusa negli ambienti intellettuali conservatori di invocare Charles Darwin – la fondamentale icona del mio mondo professionale – come un flagello o, a seconda dei casi, come un alleato a sostegno delle proprie amate dottrine. Poiché, com'è logico, Darwin non può coprire entrambi i ruoli simultaneamente, e poiché il dato di fatto dell'evoluzione in generale (e la teoria della selezione naturale in particolare) non può, in ogni caso, offrire un legittimo sostegno a nessuna particolare filosofia morale o sociale, ho fiducia che egli – grandissimo fra tutti i biologi – rimarrà silenzioso, a prescindere dal volume delle voci conservatrici che si leveranno a evocarlo.
A un estremo, la flagellazione di Darwin – l'idea che se lo cacceremo lontano da noi, allora potremo risvegliarci – ha animato una fazione religiosa che considera fondamentale, per un governo stabile e una società ordinata, il revival cristiano vecchio stile. In Slouching Towards Gomorrah, per esempio, Robert Bork scrive: «Il principale ostacolo che si oppone a un rinnovamento religioso è rappresentato dalle classi intellettuali le quali credono che la scienza abbia lasciato soltanto l'ateismo quale unica posizione intellettuale rispettabile. Stando alle descrizioni convenzionali, Freud, Marx e Darwin hanno messo in rotta i credenti. Oggi gli intellettuali hanno smesso di considerare Freud e Marx irrefutabili, e pare che ormai sia giunto anche per Darwin il momento di subire una svalutazione».
Poi, dimostrando una conoscenza della paleontologia pari a quella che io possiedo nel campo del diritto costituzionale – ossia zero – Bork cita come presunta prova dell'imminente declino di Darwin una scempiaggine tanto trita quanto assurda: «La documentazione fossile si sta dimostrando una fonte di grande imbarazzo per la teoria evoluzionista». Se Bork mi farà dare un'occhiata a quella famosa statua di sale subito fuori Gomorra, io sarò lieto di contraccambiare mostrandogli le abbondanti prove in nostro possesso di fossili intermedi che testimoniano fondamentali transizioni evolutive: quella dei mammiferi dai rettili, dei cetacei da progenitori che vivevano sulle terre emerse, e degli esseri umani da antenati affini alle antropomorfe.
Nel frattempo, e a un estremo opposto, la celebrazione di Darwin, l'asserzione che se noi lo accogliamo, lui convaliderà i fondamenti determinati a venerare i dogmi politici conservatori come dettati della natura. Su «National Review», per esempio, John O. McGinnis ha recentemente sostenuto: «Il nuovo sapere biologico ha il potenziale di offrire al conservatorismo un sostegno più forte di quanto abbia mai fatto qualsiasi altro corpus di nuove conoscenze. Possiamo equamente concludere che una politica darwiniana è in larga misura una politica conservatrice». McGinnis poi elenca i fondamenti biologici – fra i quali cita l'egoismo, le differenze sessuali e la "naturale ineguaglianza" – quali altrettanti esempi del fatto che l'ideologia di destra si fonda sulla teoria evolutiva. Secondo McGinnis, oltretutto, il darwinismo sembra fatto apposta non solo per sostenere la politica conservatrice in generale, ma anche per convalidare, più in particolare, quella che lui stesso predilige. Per esempio, si serve di argomenti evoluzionisti speciosi per criticare aspramente il "libertarismo puro" e quindi invoca Darwin per asserire che lo Stato ha l'autorità legittima sia di obbligare i cittadini a risparmiare per gli anni della vecchiaia, sia di tenere a freno le loro inclinazioni sessuali. McGinnis scrive: «Il sé giovanile è connesso in modo talmente debole all'idea del sé più anziano (e questo principalmente perché nelle società di cacciatori-raccoglitori moltissimi individui non arrivavano alla vecchiaia) che con ogni probabilità sono in molti a non risparmiare a sufficienza per la vecchiaia. Pertanto, un intervento statale che costringesse gli individui a risparmiare per gli anni della pensione potrebbe essere giustificato. Inoltre la società potrebbe trovarsi nella necessità di creare istituzioni per l'orientamento e il contenimento dell'attività sessuale». L'uso improprio di Darwin non è rimasto confinato alla destra politica. Anche i liberal hanno adottato entrambe le strategie di gioco, peraltro contraddittorie: negando Darwin quando trovavano sgradevoli le implicazioni della sua teoria, e invocandolo per poter considerare i loro principi politici avallati dalla natura. Alcuni liberal se la prendono con Darwin perché fraintendono la sua teoria vedendo in essa la dichiarazione di una battaglia aperta e cruenta, in una perpetua "lotta per l'esistenza". In realtà, Darwin identificava questa "lotta" come esplicitamente metaforica: in alcune circostanze perseguita meglio con la cooperazione, in altre con la competizione. All'inizio del XX secolo, molti liberal – ricorrendo alla strategia opposta, e cioè accettando Darwin – sostennero l'idea della riproduzione fra i più dotati, scoraggiando nel contempo la procreazione fra gli individui presunti non idonei. Tanto i critici di Darwin, quanto i suoi entusiasti sostenitori possono essere confutati ricorrendo ad argomentazioni semplici e venerande.
Ai primi posso dire soltanto che l'evoluzione darwiniana ha un ruolo sempre più incisivo e convincente come elemento portante delle scienze biologiche e, più in generale, che nessuna verità scientifica può rappresentare una minaccia per la religione, giustamente concepita come ricerca di ordine morale e significato spirituale. A coloro che vorrebbero trovare conferma delle proprie convinzioni religiose nei fatti della natura, suggerisco invece di riflettere seriamente sulle sagge parole del reverendo Thomas Burnet, scienziato del XVII secolo: «È cosa perigliosa trascinare l'autorità delle Scritture nelle dispute sul mondo della Natura affinché il Tempo, che tutto porta alla luce, non debba svelare l'evidente falsità di quanto avevamo fatto asserire alle Scritture».
Questo apprendeva la Chiesa cattolica romana nel XVII secolo, dopo aver accusato Galileo di eresia; e di questo i fondamentalisti moderni dovrebbero prender nota e far tesoro, quando negano la fondamentale conclusione della biologia. Coloro che reclutano Darwin per sostenere una particolare linea morale o politica dovrebbero ricordare che, nel migliore dei casi, la biologia evoluzionista può offrirci qualche intuizione sull'antropologia della morale: per esempio sul perché alcuni (o molti) individui pratichino certi valori, forse per il proprio vantaggio darwiniano. La scienza però non può mai decidere la moralità della morale. Supponiamo di scoprire che un milione di anni fa, nelle savane africane, l'aggressività, la xenofobia, l'infanticidio selettivo e la sottomissione delle donne offrisse dei vantaggi darwiniani ai nostri progenitori cacciatori-raccoglitori. Una tal conclusione non sancirebbe – nel presente come nel passato – il valore morale di questi comportamenti, né di qualsiasi altro.
Forse dovrei essere lusingato per il fatto che il mio campo d'interesse, la biologia evoluzionista, abbia usurpato la posizione (tenuta nei secoli precedenti dalla cosmologia e, in un passato più recente, dal freudismo) di scienza considerata più immediatamente rilevante per rispondere agli interrogativi profondi sul significato della nostra vita. Dobbiamo tuttavia rispettare i limiti della scienza se vogliamo trarre profitto delle sue autentiche intuizioni. Il famoso epigramma di G.K. Chesterton – «L'arte consiste nella limitazione; l'essenza di ogni dipinto è la cornice» – si applica ugualmente bene anche alla scienza. Anche Darwin comprese questo principio, giacché sospettava che il cervello umano, evoluto per altre ragioni nel corso di molti milioni di anni, potesse essere male equipaggiato per risolvere gli interrogativi più profondi e astratti sul significato ultimo della vita. Come scrisse al botanico americano Asa Gray nel 1860: «Ho la nettissima impressione che tutta la materia sia troppo profonda per l'intelletto umano. Un cane potrebbe speculare altrettanto bene sulla mente di Newton».
Coloro che fanno un cattivo uso di Darwin per promuovere i propri obiettivi dovrebbero ricordare l'ingiunzione biblica che diede il titolo a un grandissimo testo teatrale (Inherit the Wind, di Jerome Lawrence e Robert E. Lee, del 1955) imperniato sul tentativo di sopprimere l'insegnamento della teoria evoluzionista nelle scuole d'America: «Ma chi inganna sarà vittima dei suoi stessi raggiri. Chi mette scompiglio in casa non erediterà nulla»."
Link: Darvin 1809 - 2009
|
DARWIN 2009
"Il 2009 è un anno singolare per il darwinismo e la teoria dell'evoluzione biologica, il presupposto di fondo di tutte le scienze della vita. Ricorrono infatti 200 anni dalla nascita di Charles Darwin e 150 anni dalla pubblicazione del suo Origine delle specie, il testo che sancisce l'avvento della moderna visione evoluzionistica, uno dei paradigmi scientifici che hanno più influenzato la trasformazione di tutte le discipline scientifiche ma anche della cultura e del modo di pensare del mondo contemporaneo."
Inviato da: cassetta2
il 04/11/2020 alle 10:15
Inviato da: marco parisi
il 13/07/2019 alle 10:08