Creato da: sampiero_p il 10/01/2005
OGNI UOMO E' UN'ISOLA. NESSUN UOMO E' UN'ISOLA. (Mouscardin)

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 2
 

Ultime visite al Blog

FulvioDiDiogiovanna.ottapaolaporcinimaranzanoccmanu.angeciromariacavaccinimaurizio.cotrufofotografrancostefano.desantis0super.diverpaolomunafo90arianna.redepaoliniunamamma1orrozzorronick75dgl5
 

Ultimi commenti

Un popolo che viveva in armonia con la natura. che non la...
Inviato da: Maria
il 11/03/2009 alle 21:55
 
Lo vedrò con interesse. I parallelismi non mancano....
Inviato da: Anonimo
il 08/11/2008 alle 17:33
 
Un video che riassume un pò la vicenda Alitalia:...
Inviato da: L_irrequieto
il 05/11/2008 alle 17:00
 
Grazie. Sei molto gentile. Non è che Picasso è tra i tuoi...
Inviato da: Mouscardin
il 04/08/2008 alle 11:52
 
Eccellente citazione, Franca. Penso sia approprita.Quanto...
Inviato da: Anonimo
il 28/07/2008 alle 18:15
 
 

Chi può scrivere sul blog

Tutti gli utenti registrati possono pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

Avvertenze

Le foto ed i video presenti su

 "ARCIPELAGO"

 sono stati in larga parte presi

 da Internet,

 quindi valutati di pubblico dominio.

Se i soggetti o gli autori avessero

qualcosa in contrario

alla pubblicazione, non avranno

che

 da segnalarlo all'amministratore

 - indirizzo e-mail:

 sampiero_p@libero.it-,

che provvederà prontamente

alla rimozione delle immagini

 utilizzate.

I testi sono oggetto di tutela legale

 in relazione ai diritti d'autore

e di proprietà intellettuale.

 

 

 

Porto Rotondo ed il suo YCI

Post n°421 pubblicato il 01 Luglio 2009 da Mouscardin
 

E' un vero peccato che sia andata a fuoco la sede dell'yci di Porto Rotondo, uno dei simboli della località fondata dai fratelli Donà Delle Rose.

La prestigiosa costruzione, tutta in legno, sul modello di un analogo manufatto di Newport, dai colori bianco-celesti, dava il benvenuto a tutti i diportisti, all'ingresso del porto turistico, unitamente a due preziose colonne romane - vestigia antiche per un insediamento moderno, dotato di tutti i confort, dotato di equilibrate prospettive architettoniche vagheggianti la laguna di Venezia, patria dei due fratelli, irriducibili amanti del mare.

Centinaia di manifestazioni sportivo-mondane, premi e celebrazioni di rilevanza internazionale, davano al pregiato manufatto il carattere del cuore autentico dell'elegante borgo sardo-veneto.

Un banale incidente è stata la causa dell'incendio, che ha decapitato il fabbricato, per un danno complessivo di un milione di euro.

Dopo la violazione voyeristica e barricadera di Villa Certosa, ecco un altro 'vulnus' portato al mito della Costa Smeralda.

Sembra quasi la fine di un'epoca, già segnata dal passaggio di testimone dal principe ismaelita cultore di bellezza, al filocapitalista americano Tom Barrack.

Lo yci portorotondino era uno dei vecchi baluardi dell'estetica al servizio del turismo qualificato e rispettoso della natura, in un periodo in cui cominciavano ad affacciarsi i primi condomini dei multicostruttori romani.

Ora che avverrà?

La ricostruzione è prevista presumibilmente con le stesse caratteristiche.

Ma, ci domandiamo, lo spirito originario della Costa, quella magia voluta dall'Aga Kan e da imprenditori con il gusto artistico, desiderosi di un'architettura inserita nella natura, e la gente rispettosa del silenzio, del bello, del mare, del vento, dei fiori variegati e della meravigliosa macchia mediterranea, quello potrà mai ritornare?

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

I veleni della politica

Post n°420 pubblicato il 04 Maggio 2009 da Mouscardin
 
Foto di sampiero_p

E le tre ragazze entrate effetti­vamente nelle liste delle candi­dature per le europee? «Lara Comi ha due lauree, ha coordi­nato i giovani del Pdl in Lom­bardia, è dirigente della Giochi Preziosi. Mai andata in tv. Licia Ronzulli è una manager della sanità di altissimo livello, è re­sponsabile delle professioni sa­nitarie e delle sale operatorie del Galeazzi; l’imprenditore della sanità Giuseppe Rotelli la stima molto, va due volte l’an­no in Bangladesh. Barbara Ma­tera è laureata in scienze politi­che, me l’ha consigliata Gianni Letta, è la fidanzata del figlio di un prefetto suo amico. Ecco, ha fatto una parte in Carabinie­ri 7 su Canale 5, ma mai la veli­na. Insomma, mi creda, è una montatura. Parliamo di tre ra­gazze in gamba su settantadue candidati. E che male c’è se so­no anche carine? Non possia­mo candidare tutte Rosy Bin­di...

L'intervista sul 'Corriere' di oggi al presidente del consiglio approfondisce altri temi di natura semi-privata che lasciamo alla valutazione del lettore. Qui pare invece importante sottolineare come in Italia non sia ancora possibile fare un passo avanti verso una politica che non sia intrisa di veleni e non conduca ad sempre più grave imbarbarimento del costume sociale.

Ci viene da pensare che alla fine tutto questo non sia frutto di una democrazia tentata e non realizzata, immatura e inaffidabile perchè sorretta da consorterie che badano solo al potere e non ai cittadini e al benessere, in tutti sensi, della società.

Al momento in cui scoppiò il dramma del terremoto, sembrò che l'opposizione all'attuale governo avesse fatto una scelta di solidarietà sociale nel segno della nazione, per garantire la ricostruzione nel modo migliore, e nei tempi più solleciti, delle zone dell'Abruzzo colpite dal sisma.

Dopo poche settimane, la legge della jungla ha prevalso, travolgendo il clima di concordia, che sembrava potesse prevalere sulle fazioni, con distorsioni della realtà, diffamazioni, calunnie ed odi personali.

Non c'è da aspettarsi niente di buono, se la vita privata di un personaggio pubblico, senz'alcuna preoccupazione per la verità, viene usata come strumento di lotta politica, facendo prevalere il gossip sulla privacy ed il trash su alcune regole fondamentali della democrazia autentica.

Altro che federalismo, sussidiarietà, autonomia e tutte le garanzie, che si vogliono attuare nel nome dello  stato di diritto e del rispetto della persona.

In questi giorni si assiste ad uno spettacolo indecente, un ritorno alla clava e alla tribù (con tutto il rispetto per la tribù).

Non siamo ancora un paese unito, se di fronte alle tragedie, l'argomento più importante da dibattere consiste nel quesito: veline sì, veline no?

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

TETRIS

Post n°419 pubblicato il 16 Aprile 2009 da Mouscardin
 
Foto di sampiero_p

Riprende 'Tetris', un programma televisivo lanciato dalla 7, dall'andamento altalenante e controverso, condotto da un giornalista relativamente giovane come Luca Telese, un volto nuovo per la tv cosiddetta alternativa, nella quale finora è riuscito a primeggiare forse, dopo Giuliano Ferrara, solo Antonello Piroso, il quale è giunto faticosamente ad innalzare l'audience di questa emittente legata alla Telecom, se non andiamo errati, con una serie d'interviste a personaggi noti.
 
Ora, questo Telese, non si sa bene che pesce sia realmente.
 
Vorrebbe passare per uno scanzonato, non conformista, amico di Travaglio, e poi si scopre che scrive sul 'Giornale'.
Ha imbastito un'autobiografia un po' naif e un po'beat su FB, qualificandosi, con raro sprezzo del ridicolo, 'old communist of italy' o qualcosa del genere, aggiungendo una citazione di Woody Allen per  proclamarsi, niente meno!, che 'ateo e materialista'.
 
L'abbiamo sentito qualche volta esibirsi su Rai Tre, che è un'emittente seria, nella rubrica Tabloid, nella quale non perdeva occasione per farsi insultare pesantemente dal pubblico, dopo aver rifiutato, sprezzantemente, la qualifica di 'uomo di destra' (attribuitagli, ovviamente, per il suo rapporto di lavoro con il quotidiano diretto da Mario Giordano).
 
All'esordio di 'Tetris', ebbe qualche infortunio con Giuliano Ferrara, che lo definì un 'apprendista giornalista' e meritò i rimproveri del pur tollerante Giampiero Mughini, il quale, di fronte alla successiva bagarre con il direttore del 'Foglio', ebbe a definire quel vergognoso show 'una costellazione di orrori mass-mediatici, che andrebbero dimenticati dal primo all'ultimo'.
 
 Evidentemente, i padroni della Sette non hanno molto di nuovo da programmare, se non l'ennesimo talk show, dove la superficialità del gossip, s'intreccia col trash dei giorni nostri, con protagonisti di miserabili sceneggiate, come Fabrizio Corona, prossimo ospite della prima puntata.
 
Avete capito come s'incrementa lo share
Con il pubblico di bocca buona. Lo stesso che accalca le curve sud, o quello che partecipa al GF e alla Fattoria.
 
Queste sono le chance televisive nel nostro paese.
 Comunque staremo a vedere quel che succederà in questo programma, che, purtroppo, forse per il nome o  per la scenografia, ha in sé ineluttabilmente qualcosa di tetro e funesto.
 
Terque, quaterque...
 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Presidente cha, presidente che viene

Post n°418 pubblicato il 22 Novembre 2008 da Mouscardin
 

cane che saltaLa
commissione parlamentare televisiva ha un re travicello, il senatore Villari ed
un nuovo designato il vecchio volto della prima Repubblica nella persona del
senatore Zavoli.
Gl'Italiani sono nuovamente
ridotti a sudditi: in questo paese comandano i paeriti o meglio le segreterie
dei partiti: la vera nomenklatura s'identifica in una sovrastruttura costituita
da enti di fatto che dominano lo Stato e le istituzioni. Una bella dimostrazione
di quanto sia fasulla la democrazia in Italia.



 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Un sardo emerito: Francesco Cossiga

Post n°417 pubblicato il 31 Ottobre 2008 da Mouscardin
 

cossigaNon solo Presidente emerito della Repubblica, ma emerito sardo, il senatore a vita Francesco Cossiga, in un'illuminante intervista concessa al gruppo QN, Il Giorno, La Nazione, Il Resto del Carlino, rispondendo alle domande di un illustre commentatore come Franco Cangini, ha tracciato un quadro del nostro paese e di quanto accade in questi giorni, senza reticenze o pregiudizi, senza titubanze o ipocrisie, ma semplicemente con chiarezza estrema ed acume brillante, da sardo colto, dotato di senso dello Stato, esperto della macchina politica, parlamentare e burocratica dell'Italia, esponendo valutazioni molto attente alla realtà sociale ed ai gravi rischi, che la nostra fragile comunità nazionale corre per il riaccendersi di polemiche ideologiche, le quali non aiutano certamente ad affrontare la grave crisi del momento, alla quale occorrebbe rispondere con spirito di concordia e volontà di riforme.





Cossiga è un sardo autentico, individualista, con lo spirito rivolto al futuro, ma ricco del patrimonio ideale della tradizione della propria terra. Non è amante dei compromessi, è un anarchico celestiale, che crede nel cattolicesimo, nella religione della libertà e nella lealtà come regola di vita.





Ricordo ancora come celebrasse, qualche tempo addietro, la sua amicizia con Mesina e ne ricordasse il gesto d'amicizia nel porgergli il coltello dalla parte del manico, in segno di fiducia e stima, da uomo che aveva ampiamente saldato il proprio debito con la giustizia con grande dignità.



Chi l'avrebbe fatto tra i potenti, chi l'avrebbe sottolineato con parole dense di commozione di orgoglio?



Alcuni giorni fa, nel proclamare la sua solidarietà a Del Turco, non mancò di aggiungere che sarebbe andato a trovarlo in carcere, da amico, se l'avessero condannato quale responsabile dei fatti oggetto di accuse infamanti, peraltro ancora tutte da provare.





L'amicizia, la generosità, il senso di giustizia, la volontà di stare dalla parte del più debole, il rispetto della verità e della parola data, il coraggio morale.




Queste doti, che una volta caratterizzavano il sardo e che oggi, purtroppo, vanno diluendosi nella modernità ingannatrice della globalizzazione e del consumismo, sono la cifra più pregiata per Francesco Cossiga, il quale non cessa di farne uso e di distribuirla con aristocratica dovizia e senso dell'umorismo, con spiccata ironia ed orgoglio d'isolano antico.


Lunga vita al Presidente, che migliora ogni anno di più nelle sue qualità di uomo esemplare per i galantuomini ed i cittadini amanti del proprio paese e preoccupati del suo destino.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

INNOVAZIONE E CONSERVAZIONE

Post n°416 pubblicato il 28 Ottobre 2008 da Mouscardin
 
Foto di sampiero_p


Il più grande ostacolo alla modernizzazione del nostro paese è dato, oggi, dalla pubblica amministrazione in senso lato (comprendendo in questo termine anche la scuola e la magistratura).L'occasione per constatare, ancora una volta, una situazione ampiamente documentata, nel corso degli anni, si è verificata con gli scioperi della scuola e i lamenti di lesa maestà da parte del sindacato dei giudici.


E' bastato menzionare i tornelli, nel senso di auspicare maggiore produttività per tutti i dipendenti statali, per creare malumori e resistenze da parte delle varie corporazioni presenti anche all'interno del sistema statale.


Il ministro Brunetta non ha fatto che esplicitare l'esigenza di riformare radicalmente la macchina pubblica, da decenni oggetto di auspicio della maggioranza dei cittadini, per i quali non è una novità assistere allo sfascio consistente dell'apparato amministrativo, dall'istruzione alla giustizia.


Ora, ai tentativi di metter mano, anche con i tagli degli sprechi o della cattiva gestione del denaro pubblico incontra invece resistenze forti, derivanti soltanto dalla volontà di mantenere intatta la situazione presente, che assicura benefici prebende privilegi e una sorta d'immunità, la quale consente di non essere ritenuti, mai o quasi mai, responsabili di errori e omissioni e di continuare a sfruttare vantaggi economici e no, che suonano come uno sberleffo o un insulto alla gente comune.


C'è un discrimine naturale, che si rende sempre più chiaro, man mano che le proteste si diversificano per settori, ma sostanzialmente rimangono tese alla conservazione dello status quo, ed è quello tra chi intende realizzare il cambiamento e chi non vuole mutare di una virgola la comoda posizione che occupa.


 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

La scuola inutile

Post n°415 pubblicato il 24 Ottobre 2008 da Mouscardin
Foto di sampiero_p

"L’università italiana di oggi è come l’Alitalia: più soldi ci butti dentro e peggio è, perché aumenti il clientelismo, il nepotismo, la dequalificazione del corpo insegnante. I concorsi universitari per il reclutamento dei docenti, banditi tra metà luglio e Ferragosto, in modo che pochi sapessero della loro esistenza affinché fosse protetto chi è già predestinato a vincerli, sono un esempio di malcostume e di arroganza."

Queste, alcune delle verità enunciate dal Prof. Stefano Zecchi, docente di estetica all'Università di Milano, sul "Giornale".

Finalmente una voce chiara fuori della corporazione universitaria.

Le argomentazioni esposte da Zecchi, in varie occasioni, postulano una vera, profonda riforma del sistema scolastico nel suo insieme.

La Gelmini è solo all'inizio. L'augurio è che possa proseguire sulla strada del rinnovamento.

I mali dell’istruzione si sono aggravati ed incancreniti dal sessantotto in poi.

Una documentazione esauriente e precisa venne elaborata, decine di anni fa, in un eccellente saggio del Prof. Enzo Giudici, edito dal"Borghese" con il significativo titolo "La scuola inutile" .

Le tesi ed i fatti enunciati dall’autore, corrispondenti in buona parte a quelli descritti da Zecchi, indicano i guasti che, nel corso di tutti questi anni, lungi dall'essere eliminati, si sono perpetuati grazie alla partitocrazia e al trionfo della mediocrità.

Non stupisce, in questo contesto, che anche il Prof. Celli della Luiss si vanti, in televisione, "di aver fatto il sessantotto"...

Che anche le libere università "private" debbano essere riformate per raggiungere obiettivi di efficienza, funzionalità ed elevato valore culturale?

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

IDENTITA'

Post n°414 pubblicato il 23 Ottobre 2008 da sampiero_p


Sergio Romano sul "Corsera" s'interroga sulla definizione d'identità di un paese.
Sembra assimilare questo concetto a quello di costume e quindi a classificarlo come impermanente, mutevole nel tempo.

Costume e identità di un popolo non necessariamente coincidono.

Il patrimonio di una nazione o di una regione della gente che vi abita  ed ha  radici  in un territorio, magari da svariate generazioni, che ha assimilati tradizioni e modi di vivere e di pensare non esiste?

E' semplicemente una convenzione, un'accidente, pura casualità destinata a trasformarsi in continuazione? 

Cambiare assieme sembra il nuovo imperativo della globalizzazione.

Perché?

Pare che così vada il mondo.

Ma chi guida il cambiamento? Le multinazionali, la tecnocrazia?

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

LA FORMA

Post n°413 pubblicato il 22 Ottobre 2008 da Mouscardin
 

Cattiva maestra è stata definita, da K.Popper, la televisione, in genere.

Ma in Italia credo che essa rasenti il grottesco, a causa del ben noto stato dell'istruzione, di ogni ordine e grado.



Alla correzione dei temi per il concorso in magistratura, se ne son viste di tutti i colori, quanto ad errori di sintassi e di grammatica.



I diplomati e i laureati sono i cattivi esempi quotidiani, che fanno di questo paese un luogo d'ignoranza colossale.



La televisione, fatte le debite eccezioni per alcuni programmi (pochi) non fa altro che incrementare la distruzione della cultura e la perdita dei valori, unico patrimonio di un popolo.



Ma se ci fai caso, la stessa Striscia la notizia, che ha meriti indubitati per allargare il campo dell'informazione libera, ha dato luogo al diffondersi di falsi valori e fasulli punti di riferimento.



Una volta diventare Miss Italia poteva significare per alcune ragazze, prive di altre possibilità, riscattarsi dall'indigenza e magari accedere ad un certo grado di cultura o istruzione  (vedi la Lollobrigida o la Loren ).



Oggi, diventare veline è l'ambizione principale di frotte di studentesse, laureate o diplomate, e delle loro famiglie.



E' il traguardo della stessa vita. 



Roba da far accapponare... i capelli !



Se poi decidessimo di seguire qualche lezione di Storia dell'Arte chi ci troveremmo di fronte sui teleschermi?

Vittorio Sgarbi, Omen nomen?, con le sue buone maniere, le sue frasi forbite, la gentile ed appropriata comunicazione verbale, ed
i suoi ciuffi in faccia!



i06m-068La forma? Chi sa più cos'è?

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Al lupo, al lupo!

Post n°412 pubblicato il 17 Ottobre 2008 da Mouscardin
 

Forse gli oppositori al sistema scolastico, che si va delineando in Italia non trovano argomenti più validi del presunto razzismo, per contestare le scelte del governo e quindi sono obbligati agridare ancora una volta al lupo al lupo!, per avere qualche eco a proteste, le quali, col passare del tempo e le prime verifiche reali, verranno svuotate di contenuto.

La separazione delle classi, a seconda del grado di conoscenza dell'Italiano, è una misura detta dal buonsenso e dalla ricerca di maggiore funzionalità nella scuola: in buona sostanza è un ausilio in più agli stranieri che studiano in Italia.

A leggere, poi, i commenti sui giornali non  filogovernativi, si apprendono notizie positive circa il gradimento della riforma da parte d'insegnanti (gli unici ad aver fatto esperienza sul campo) e genitori che abbiano seguito, con attenzione, le alterne vicissitudini delle classi prive di un minimo di uniformità, nella realizzazione dei piani di studio.

Sul "Corsera" è stata pubblicata la lettera di un padre che racconta l'esperienza del figlio studente in Inghilterra, al quale è stato negato l'accesso all'Università, per non avere il requisto della conoscenza della lingua inglese al 100%.
Per due anni ha dovuto studiare l'inglese e poi la sua iscrizione è stata accettata.

Gl'inglesi sono razzisti?

Sullo stesso giornale, alcuni insegnanti, avendo avuto l'esperienza negativa di un programma scolastico, che non poteva essere svolto compiutamente, a causa della presenza di alunni indietro con l'apprendimento dell'italiano, hanno manifestato il loro consenso alla separazione delle classi, ritenendola più produttiva per l'apprendimento di italiani e stranieri, sia per la funzione di sostegno in tal modo concessa agli allievi meno istruiti, sia per per l'omogeneità e la regolarità nello svolgimento dei programmi, garantita, nel contempo a quanti, senza distinzione di razza, non hanno difficoltà di comprensione della lingua.

Si tratta di segregazione o di scelta equilibrata, per evitare che il gap nella scuola si prolunghi o aumenti nel tempo?

Il discorso è ancora una volta semplice: c'è chi vuole gettare l'ombra del razzismo, per speculazioni di partito.

Qui si dà per scontato un fatto non accertato e non ipotizzabile: la segregazione.

E' un modo di ragionare scorretto e un po' infantile, che stravolge gli avvenimenti ad uso e consumo di una polemica di bassissimo livello.

Quando l'ideologia diventa il criterio di generale interpretazione della realtà, si commettono errori gravissimi, creando i presupposti per il fanatismo e la violenza.

Noto come siano sempre più diffusi linguaggi e comportamenti, che aumentano la confusione e l'ignoranza, dettati unicamente dai preconcetti favoriti dalla propaganda e dalla manipolazione delle idee.

Ecco, io vorrei una società che non sia schiava dei pregiudizi ideologici e delle superstizioni politiche, ma affrontasse i problemi alla luce della razionalità e del senso del reale, per quanto possibile.

Altrimenti, si rischia prima il ridicolo e la farsa e poi la tragedia.

Forse è questo il risultato che si vuole raggiungere?
Attenzione però a non gridare troppo spesso al lupo al lupo!

Si fa il gioco di chi antirazzista non è.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Croce celtica e barbarie

Post n°411 pubblicato il 15 Ottobre 2008 da Mouscardin
 
Foto di sampiero_p

Alcune considerazioni sui fatti di Bulgaria e il malcostume degli Italiani.  
 

I teppisti, in trasferta con le squadre di calcio, non credo sappiano che cos'è la croce celtica, insegna dei loro vessilli più per pretesto di violenza che per condivisione culturale.
 

Gl'italiani, nella stragrande maggioranza, non hanno senso civico né spirito comunitario né senso dello Stato e trovo una certa contiguità tra le "proteste" e gli atti delinquenziali commessi negli stadi all'estero e la cafonaggine e maleducazione dei nostri connazionali in vacanza fuori dai confini.
 

La discesa verso la barbarie è andata aumentando in Italia nei decenni e con le nuove generazioni post sessantottesche.
 

Le abitudini volgari e violente si sono sostituite vieppiù nel corso degli anni a quelle corrette ed improntate alla buona educazione.
 

E non c'è da meravigliarsi.
 

K. Lorenz, padre dell'etologia, scienziato, medico e biologo, individuava, già alcuni anni fa, nei comportamenti umani i peggioramenti del costume, causati dal progressivo abbandono delle tradizioni, che influenzavano il cervello e le attività cerebrali in senso involutivo.
 

E che dire della scuola?
 

Può sembrare paradossale che un Presidente del Consiglio raccomandi a Napoli e all'Italia di considerare le piazze e le vie una continuazione dell'ambiente di casa, da tenere in ordine e pulito, come fossero un bene proprio, laddove, per anni, i docenti, di ogni ordine e grado, di scuola non hanno sentito il dovere d'insegnare tra le prime regole il rispetto della natura e dell'ambiente, l'ordine e il decoro della propria città, ed i pubblici amministratori sono stati per lo più interessati al proprio tornaconto, con appalti di servizi miliardari che non alla cosa comune, ma purtroppo questa è la realtà del nostro "bel paese".

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

ADDOSSO ALLA CARFAGNA!

Post n°410 pubblicato il 15 Ottobre 2008 da Mouscardin
 
Foto di sampiero_p

 




"Non sottovalutiamo i recenti fenomeni di violenza. L'Italia è un Paese dalla forte tradizione cattolica. Perciò non vanno confusi gli atti isolati di pochi ignoranti con il sentimento della società italiana. Determinati fenomeni non debbano venire sottovalutati, né affrontati con superficialità." 

Sono parole della Ministra Mara Carfagna, la quale da quando ha assunto iniziative piuttosto eclatanti, invocando in qualche occasione la cattolicità degli italiani, ha suscitato polemiche aspre e incandescenti, soprattutto per opera delle donne.

Ricordiamo tutti la squallida rappresentazione della Guzzanti, in piazza con i disobbedienti all'esordio del nuovo Governo, e le oscenità pronunciate anche contro la parlamentare della maggioranza.

Ora, le frasi surriportate hanno consentito di proporre ulteriori critiche, perché non sposano le tesi dell'opposizione e citano ancora una volta lo spirito cattolico della nostra popolazione e, quindi, la propensione all'ospitalità e alla tolleranza verso gli stranieri.

E' strano come il fanatismo alligni negli ambienti laici e progressisti, degni eredi della rivoluzione giacobina, contro tutto ciò che non s'inquadra negli schemi mentali stereotipati della vecchia ideologia paramarxista, vera malattia infantile per gli eredi del sessantotto.

Se poi si scatenano odi razziali, per la dissennatezza di chi antepone al buon senso il fondamentalismo neo-illuminista, non pesando adeguatamente le conseguenze che le polemiche esasperate e dozzinali possono provocare, lo si è visto da poco con la povera Santanchè, la quale ha dovuto rifugiarsi tra le guardie del corpo, per non subire aggressioni, fomentate dai soliti begli spiriti rivoluzionari (da salotto).

Di scoppiettanti performance antirazziste e di comodo, per dare addosso, comunque sia, alla compagine governativa se ne vedono parecchie ogni giorno.

L'ultima riguarda proprio la Carfagna, rea di aver pronunciato frasi equilibrate, per cercare di valutare obiettivamente la situazione legata alla violenza e all'immigrazione.

Siamo un paese razzista?

Io penso che, prima di emettere un giudizio, occorra guardare bene ai fatti e non farsi fuorviare dalla propaganda.

Allora, adelante con juicio.

Atteniamoci alla realtà e poi vediamo se, per caso, in Italia non vi sia un problema di sicurezza e di ordine pubblico, che non è legato né al colore della pelle, né a quello politico o di classe od area geografica.

L'immigrazione clandestina è o non è un problema?

La violenza nelle grandi città esiste o no?

Gli immigrati, bianchi o celesti, neri o gialli che siano, sono tutte anime innocenti o, siccome sono immigrati, per ciò stesso, devono essere giustificati in tutto ciò che fanno?

Finora, come lo struzzo, qualsiasi governo della seconda repubblica ha sostanzialmente fatto finta di nulla: non ha regolato il fenomeno, non ha impedito che degenerasse, ma ha consentito che dilagasse, inquinando lo stesso mercato del lavoro, con sfruttamenti ed abusi di ogni sorta, proprio a danno dei più deboli.

Io vorrei vederci chiaro, prima di emettere sentenze contro l'italiano, cattolico o no, definito razzista, magari, per pura strumentalizzazione ideologica contro la maggioranza al potere.

Quanto alla Carfagna, non mi pare abbia detto parole banali o superficiali. Per quanto bella, non è un'oca. Quanto alla chiesa cattolica, infine, mi pare l'istituzione che fino ad oggi, si è schierata a favore degli immigrati, invocando maggiore comprensione ed apertura da parte dei soggetti pubblici e privati. Ma, in un momento in cui i problemi dell'occupazione diventano urgenti per il paese, non si può fare a meno di notare, come del resto sottolineava Marcello Foa in un recente articolo, che la pressione dell'immigrazione, in aumento costante, provoca problemi assai gravi e delicati di compatibilità economico-sociale nella nostra comunità nazionale.

Un'ultima considerazione. Gli attacchi più velenosi contro la Ministra provengono da donne. Che una tale virulenza sia determinata anche dall'istinto di competizione femminile ?

Vuoi vedere che se si fosse trattato di una rappresentate del gentil sesso meno graziosa ed avvenente, si sarebbero lanciati meno aculei contro di lei?

Carfagna3


 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

VADE RETRO BENIGNI

Post n°409 pubblicato il 14 Ottobre 2008 da Mouscardin
 
Foto di sampiero_p

Non bastava lo spettacolo oceanico della piazza fiorentina, durante le serate dedicate alla lettura della Divina Commedia di Dante, rendendoci  inequivocabilmente allergici al grande poema (da noi coltivato amorevolmente, ai tempi del liceo, con l'accompagnamento, passo passo, del celebre e inappuntabile commentario del Buti, per rendercelo più chiaro ed apprezzabile sotto il profilo storico-letterario), purtroppo ridotto ad uno show popolare di dubbia qualità ed ancor più incerta comprensione per un pubblico impreparato ed incolto, sprovvisto di qualsivoglia spirito critico, che consenta di discriminare la nobile poesia dalla plebea selezione delle veline.

 

Non era difficile immaginare che i geni della TV di Stato avrebbero ritentato l'impresa, per allargare l'audience di scarso respiro delle proprie emittenti, con un'altra opera, alla quale andrebbero dedicate letture personali, scelte con ben più profonda riflessione e spessore intellettuale, di quanto non sia  l'ascolto passivo e massificato, le messe in scena di dubbio gusto nel volgare cocktail di  santa romana chiesa con l'esibizione di guitti o giullari, i quali nulla possono dare per valorizzare testi di sacrale regalità come la Bibbia.

C'è poco da sperare nel progresso intellettuale della nostra gente, facendo ricorso a mezzi di basso imbonimento, imitando maldestramente usi di altre contrade, inadeguati  ad arricchire o ridestare la spiritualità del singolo. Quanti clienti degli alberghi nostrani hannp preso in mano o leggiucchiato il Vangelo posato accanto al letto d'albergo alla maniera dei paesi anglosassoni?

Quanti neofiti o nuovi attenti lettori guadagnerà l'iniziativa televisiva di massa, pur con l'alto patrocinio del pontefice, per capire nelle sue varie sfaccettature, amare e seguire la parola del Signore da una lettura cooperativa ed improbabile di attori o personaggi noti, che, con tutto il rispetto per le esperienze acquisite in altri campi, sono interpreti fuori ruolo per la grandezza del testo e dell'insegnamento in esso racchiuso?

Per parte nostra, da laici ed agnostici, ancora una volta diciamo vade retro Benigni. Il suo intervento ha l'indesiderato, ma indubitato effetto di farci allontanare dalle Sacre Scritture

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

My funny Lambertucci

Post n°408 pubblicato il 14 Ottobre 2008 da Mouscardin
 

Rosanna Lambertucci imperversava in televisione, fin dalla nostra prima giovinezza.



Emula del divo Giulio, cui, si dice, fosse legata da filiale gratitudine, ha accompagnato i nostri passi dalla giovinezza alle soglie dell'età adulta.




Ha superato tutte le crisi istituzionali della nostra Repubblica e ieri ha nientemeno tenuto a battesimo nella sua sempiterna trasmissione, che crediamo si chiami tuttora "Più sani e più belli" il Prof Bernabei, gerontologo di chiara fama al Gemelli di Roma, e degno figlio di uno dei patron storici della Rai-Radiotelevisione Italiana, che generazioni e generazioni di telespettatori ricordano come il più vispo tra gli organizzatori di rete, Ettore Bernabei, a sua volta figlioccio, se non andiamo errati, dell'emerito democristiano e cavallo di razza politica purissima, quale fu il piccolo grande uomo Amintore Fanfani, personaggio singolarissimo, facondo, colto, ed influente, devoto cattolico di terra toscana.



Dall’inossidabile signora, lievemente somigliante alla celebre Barbie, ma pur sempre affascinante e carismatica, abbiamo appreso nel corso dell'intervista con il giovane cinquataseienne gerontologo, fortunato marito, fra l'altro dell'altro mito del cinema degli anni sessanta, Sidney Rome, che tre sono le cose che fanno rimanere sulla breccia fino alla quarta età, per l'invidiabile traguardo dei centenni di vita. Bere a colazione una spremuta d'arancia, mangiare, a pranzo, un trancio di pizza, fare attività fisica e sessuale per il resto della giornata...



Ma come si fa, direte voi, conciliare pasti così frugali con la ginnastica da camera e no?

Misteri della gerontofilia.

 


images5

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

"LA VOCE DEL RIBELLE"

Post n°407 pubblicato il 12 Ottobre 2008 da Mouscardin
 
Foto di sampiero_p

E' uscito il primo numero della rivista on line "La voce del ribelle" di Massimo Fini. Un avvenimento importante e sicuramente interessante per la cultura italiana ed europea.

E' a tutti noto l'anticonformismo dello scrittore e le posizioni scomode assunte in molteplici occasioni (basterà ricordare ad esempio la sua solidarietà a favore di Enzo Tortora, quando i colpevolisti parevano essere la maggioranza, più per spirito gregario e rancore verso un personaggio popolare ed acquiescenza supina verso i pm, che per effettiva convinzione).
Fini è un intellettuale controcorrente, sia quando si occupa di storia che di filosofia, o di politica o costume.

Si potrà non essere d'accordo, in tutto o in parte con le sue opinioni, ma occorre riconoscergli onestà e chiarezza d'intenti.

Credo che la nuova iniziativa editoriale, pur nell'obiettiva difficoltà ad imporsi al grosso pubblico, avrà comunque un effetto positivo presso l'opinione pubblica più qualificata e presso i giovani.

I tempi sono maturi per nuove ricerche culturali e per tentare di dare risposte adeguate ai problemi della società post-moderna, riscoprendo, anche, valori antichi, dimenticati, ma adeguatamente rigenerati da una nuova freschezza mentale.

A ciò non osta la volontà di superare le vecchie distinzioni ottocentesche tra destra e sinistra, come banale espressione del parlamentarismo, da tempo uno dei cardini del pensiero di Massimo Fini e di Alain de Benoist, sostenitore del Manifesto del "
Movimento Zero".

Mi auguro che la diffusione della rivista, e delle opinioni certamente originali che esprimerà, possano avere adeguati riscontri negli ambienti intellettuali non conformisti e dare frutti adeguati per il rinnovamento del nostro paese.

In bocca al lupo a Massimo Fini e ai suoi egregi collaboratori.



 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

ETICA BANCARIA

Post n°406 pubblicato il 09 Ottobre 2008 da Mouscardin
 
Foto di sampiero_p

Vittorio Feltri definisce irresponsabile il nostro sistema bancario, che dopo lo scandalo della Parmalat ha continuato ad ingannare i risparmiatori voltando la faccia all'insegnamento che i bond avrebbero dovuto impartire per primi ai dirigenti delle banche.

Essi si sono ben guardati dal cambiare atteggiamento nei confronti dei clienti e dei consumatori. Hanno anzi insistito sulla linea all'indebitamento, riducendo in schiavitù i piccoli utenti ai quali si sono praticati mutui esorbitanti per la crescita progressiva degli interessi.

Ci chiediamo se esista un'etica bancaria e se i rapporti sempre più dominati dall'inganno nei confronti del comune cittadino siano comuni al nostro paese e al Giappone, dove pare esistere un clima diverso nelle relazioni tra istituzioni pubbliche e private ed un patto di lealtà con il singolo e la comunità.

Siamo degli ingenui o la differenza dei costumi influenza anche l'economia di quella nazione?

Ci auguriamo che sussista anche in questo campo una diversità sostanziale tra l'Italia e l'impero del sol levante, che consideriamo da sempre un contraltare ai difetti e alle storture del cosiddetto bel paese.

 

 

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

FEDE E CANZONETTE

Post n°405 pubblicato il 02 Ottobre 2008 da Mouscardin
 

Come meravigliarsi della crisi delle vocazioni religiose, se succedono episodi come quello di Livorno?jovanotti


Il vescovo di quella città, durante la messa domenicale, ha citato Jovanotti ed alcune strofe di una sua canzone, assurta, non si sa come, a fonte di dottrina ecclesiale.


Qualcuno dirà che l'episodio va visto nel suo contesto e che il canzonettista è stato menzionato, quale termine di confronto, per indicare laa via più elevata della ricerca della verità e del rafforzamento della fede, ma a noi portare l'esempio  di un cantautore, ci è parso come far entrare il cane in chiesa.

Anzi, il fedele amico dell'uomo, a dispetto delle restrizioni in materia, avrebbe più diritto di entrare in parrocchia dei vaniloqui musicali, inequivocabile segno di debolezza e confusione teologica. 


Il sacerdote, a corto di argomenti, ha voluto dimostrare ai fedeli quant'è moderno ed attento alle ansie e ai desideri del mondo giovanile, così ben espressi nelle cantilene di Lorenzo Cherubini, (sarà stato il cognome ad ispirate il prelato?), non rendendo  così un servigio alla sua religione, bensì all'audience e alle tasche del cantante, che non ha bisogno né di pubblicità, né di sussidiarietà.


Andate a a chiedere ai musulmani se episodi del genere si sono mai verificati all'interno delle loro moschee.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

"Stanchezza"

Post n°404 pubblicato il 27 Settembre 2008 da Mouscardin
 

libreriaQuello che c'è in me è soprattutto stanchezza

non di questo o di quello

e neppure di tutto o di niente:

stanchezza semplicemente, in sé,

stanchezza.

La sottigliezza delle sensazioni inutili,

le violente passioni per nulla,

gli amori intensi per ciò che si suppone in qualcuno,

tutte queste cose -

queste e cio' che manca in esse eternamente -

tutto ciò produce stanchezza,

questa stanchezza,

stanchezza.

C'è senza dubbio chi ama l'infinito,

c'è senza dubbio chi desidera l'impossibile,

c'è senza dubbio chi non vuole niente -

tre tipi di idealisti, e io nessuno di questi:

perchè io amo infinitamente il finito,

perchè io desidero impossibilmente il possibile,

perchè voglio tutto, o ancora di più, se può essere,

o anche se non può essere...

E il risultato?

Per loro la vita vissuta o sognata,

per loro il sogno sognato o vissuto,

per loro la media fra tutto e niente, cioè la vita...

Per me solo una grande, una profonda,

e, ah, con quale felicità, infeconda stanchezza,

una supremissima stanchezza,

issima, issima, issima,

stanchezza...


Alvaro de Campos

(Fernando Pessoa)


Amare il finito, il possibile, quel che può essere...

Pessoa non si dichiara idealista come gli appartenenti alle tre categorie indicate nelle strofe precedenti.

A scrutare la realtà e quello che non può essere si finisce ad accusare stanchezza e a sentirsi felici della scoperta?

Che cervello bizzarro e capriccioso potrebbe dire qualcuno, come già sottolineò il Vasari nei confronti del pittore rinascimentale ed eterodosso Durer.

Oggi si riconosce a Durer come del resto ad Arcimboldo la qualifica di "rivoluzionari", in quanto non ortodossi e non allineati con il pensiero dominante del loro tempo.

Penso che sostanzialmente tale definizione possa attagliarsi anche a Pessoa, un personaggio enigmatico, affascinante e geniale, non integrato nella società dell'epoca, già in cammino verso la triade Ragione, Progresso, Uniformità.

Si deve ad Antonio Tabucchi il merito di aver reso noto lo scrittore e poeta portoghese in Italia ed in Europa.

Un uomo singolare, geniale nell'analisi dell'animo umano, della perdita d'identità nella società massificata, dal carattere malinconico e fatalista che affondava le sue radici nell'Africa lusitana. 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

L'anarchico Pessoa

Post n°403 pubblicato il 25 Settembre 2008 da Mouscardin
 

Pessoa4_bI know not what tomorrow will bring...


Ritorna in libreria "Il banchiere anarchico" di Fernando Pessoa, un racconto lungo, nel quale si rintracciano le idee principe dello scrittore e poeta portoghese, considerato tra i massimi del novecento.




Pessoa nacque anarchico, ma, nel corso della vita, dovette aggiornare la propria posizione libertaria di carattere assoluto, facendo i conti con la realtà, vale a dire con l'osservazione penetrante, lucida e pessimistica, della società e della natura degli uomini. Fino al punto di considerare il conservatorismo come la via più consona, per mantenere intatto e praticabile il proprio anarchismo delle origini.




Provando a rileggere le pagine del libro, si ricavano concetti difficilmente revocabili in dubbio anche per il tempo presente. Un breve esempio è dato dal seguente passo:




Il vero male, l’unico male, sono le convenzioni e le finzioni sociali, che si sovrappongono alle realtà naturali – tutto, dalla famiglia al denaro, dalla religione allo stato. Si nasce uomo o donna – voglio dire, si nasce per essere, da adulti, uomo o donna; non si nasce, a buon diritto naturale, né per essere marito, né per essere ricco o povero, come non si nasce per essere cattolico o protestante, o portoghese o inglese”.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

ANNIE E LA SOCIETA'MISERABILE

Post n°402 pubblicato il 23 Settembre 2008 da Mouscardin
 

Abbiamo visto le terribili immagini di Annie Girardot, impietosamente girate col consenso della figlia per testimoniare la grave malattia da cui è afflitta.

Annie3

L'alzheimer, si sa, è devastante al pari di un cancro, ma non consente, a differenza del secondo, che labilissime speranze legate al lento progredire della scienza medica e  ci lascia  disarmati di fronte all'avanzare ineluttabile del male.


Come si possa diffondere un filmato così impietoso, lo sa solo chi non conosce altri dei che la pubblicità ed il denaro da guadagnare a qualsiasi costo.

Annie2

Ma un effetto, diciamo così, positivo, il video mandato in onda in questi giorni in tutto il mondo lo ha avuto: nessuno di noi può evitare di prendere atto della fragilità della vita e del cataclisma causato dallo sconvolgimento delle cellule cerebrali nella coscienza di chi si trova vicino al malato: parenti, amici, e, in questo caso, ammiratori e pubblico.


La povera Girardot, che non era bellissima, ma aveva uno spirito spumeggiante, occhi lampeggianti ed espressivi, una sensibilità acuta ed un patrimonio di emozioni e sentimenti da trasmettere con la sua arte, è ridotta ad uno stato larvale, vegetativo ed inconsapevole. Sembra un  animaletto addestrato, che esegue i movimenti tramite impulsi elettrici ed è barbaramente costretta a recitare con l'input di un'auricolare, che le suggerisce le parole.


E' vergognoso pensare che la pena, per una sofferenza così palpabile, non possa avere il sopravvento sulla notizia, sul mondo di cartapesta che antepone, sempre e comunque, lo spettacolo a qualsiasi considerazione umanitaria. Sarebbe bastato un piccolo stralcio del lungo ed agghiacciante servizio, fissando soltanto due, tre fotogrammi al massimo, per salvare, forse, la sua  dignità di essere umano, facendo conoscere a tutti, in modo meno crudele, che l'attrice tanto apprezzata non c'era più.

Annie5

Che miserabile società è questa. 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
« Precedenti Successivi »

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963