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100.5 ::: Silvio tu sei la luce...

Post n°113 pubblicato il 20 Gennaio 2012 da Arkivio21
 

100.5 :::

Silvio tu sei la luce,

fiamma dei nostri cuor ---

di Andrea Scanzi ---

Pensavo che il confino fosse peggiore. Invece alle Azzorre non si sta poi così male. Mi sono mancate poche cose: la canasta con Luigi Amicone, i giri di cedrata guatemalteca con Pio Pompa, i film hard con la Pimpa vestita da Massimo D’Alema mentre cazza la randa al largo di Panacea col suo due-alberi turchese.

Per ammazzare l’attesa, mi sono scritto una lettera di minaccia da solo. La prima volta l’ho firmata Pierino Vanesio. Mi ha chiamato subito la Questura azzorriana: “Non è credibile, questo nome non l’abbiamo mai sentito”. Umf.

Allora ho riprovato. Ho scritto un’altra lettera di minaccia e l’ho firmata Filippo Facci. Mi ha chiamato di nuovo la Questura azzorriana: “Non è credibile, è scritta troppo bene e ha quasi una logica”. Umf.

Allora ho riprovato. Ho spedito una lettera in bianco, senza firma, senza inchiostro, senza niente. Vuota. La questura azzorriana mi ha chiamato un’altra volta. Stavolta era allertatissima: “C’è un problema, le ha scritto una lettera di minaccia Fabio Fazio”.

Uh.

Vedo che in queste settimane non avete avuto problemi ad ammazzare l’attesa, solidarizzando con un killer efferato e sprecando tempo in cortei viola. Siete senza speranza, nient’altro che amici di Spatuzza (cit). Voi e i vostri testimonial dai nomi esecrabili: Ulderico Pesce, Moni Ovadia, Dario Fo. Siete sbagliati anche all’anagrafe, ve ne rendete conto?

Punto primo: le manifestazioni, in Italia, servono solo ad allungare il weekend (infatti le fate solo di sabato e quando c’è buon tempo, oggi non si sta mai fermi un momento, cit). Punto secondo: il viola non è il colore dell’autodeterminazione dei popoli, ma solo il colore degli sfigati e della Fiorentina (entità che peraltro tendono a coincidere). Punto terzo, sul No B-Day (nome ridicolo come voi) ha ragione Laura Ravetto – va da sé che io, ovviamente, non so cosa abbia detto Lady Blackberry in mezzo alla vostra gita romana, ma so che un telegiornale libero come il Tg2 l’ha intervistata la domenica successiva alla manifestazione, all’ora di pranzo. E questo mi basta per dormire sereno, sognando Livio Turco travestita da Flavia Fortunato a Sanremo 1983, quando eseguì Casco blu di fronte a una platea trasversalmente abbacinata.

Io mi erotizzo così, anche questo l’ho imparato da Amicone.

L’arringa del mejo Condottiero del bigoncio

Voi, miserandi e sommamente esecrabili, vi aspettereste adesso la solita gragnuola (con la “u”: fa più monarchia sabauda) di critiche al potere precostituito. Vorreste che elargissi strali sui titoli di Littorio Feltri, sul prognatismo carnivoro di Belpietro, sullo stalagmitismo virulento di Capezzone. Vorreste che spargessi fiele su Boniauti e Cicchitto, Iva Zanicchi e Gabriella Carlucci, James Bondi e Occhiodibue Gasparri, senza dimenticare di plaudire alla ritrovata vena democratica del compagno Gianfri Fini (così, per atteggiarmi a un editorialista di Repubblica, o anche solo a Fiorella Mannoia).

E invece no. No, no e poi no. Io voglio parlarvi di Silvio Berlusconi e di quello che ha detto a Bonn. Un grandissimo momento di democrazia, di fratellanza, di solidarietà. Qualcosa che mi ha scaldato il cuore, come le smentite di Graviano, i gol del portiere Butt e gli editoriali di Minzolini.

Sia lode (e smettetela di solidarizzare con Massimo Tartaglia: è stato un gravissimo attentato alla democrazia, siete ancora ai tempi di Gaetano Bresci, vergogna).

Allora, contestualizziamo, che con voi tocca sempre partire dall’abc. C’è lui – Silvio – che parla al Congresso del Partito Popolare Europeo a Bonn. Il consesso è assiso (adoro le allitterazioni inutili) e, silente, ascolta il Tribuno. Il quale, dall’alto della sua statura rasoterra, trasforma un innocuo intervento nell’ennesima appendice degli strali mussoliniani da Piazza Venezia. Vamos (cit).

Lo si analizzi con la consueta dovizia.

“Consentitemi (ci mancherebbe altro) – visto che anche altri colleghi l’hanno fatto (tanto ne avresti parlato lo stesso, ti conosco mascherina) – di parlarvi un minuto del paese (e qui già tutti hanno pensato: oddio no, cazzo, ora questo qua ci fracassa la uallera un’altra volta con le sue arringhe sui kapò e le toghe rosse). L’Italia…siamooooo (ooooo) la terza economia d’Europa (certo, come no; e la quarta nel mondo, dietro Uganda, Burkina Faso e Far Oer), abbiamo vinto anche noi molto bene (molto bene, modulo 4-2-4. quadripletta di Bonaiuti, ammonito Cicchitto al terzo del secondo tempo per entrata sull’alluce valgo della Serracchiani) le elezioni (si guarda in giro, le braccia stentoree appoggiate sul leggio, l’occhio rivolto verso un imprecisato punto nello spazio)… abbiamo una maggioranza forte e coesa (molto coesa, e Fini sta lì a dimostrarlo), un governo molto operativo (che è anche vero, ma non so se sia un bene), un Premier (gesticola tipo Arlecchino colpito a mitraglia dalla Banda della Magliana) super (cioè lui: se lo dice da solo. Io sono super, er mejo figo del bigoncio e ce l’ho pure lungo come Big Jim modello Siffredi), oltre il 60 percento di apprezzamento (non si sa rivelate da chi) dopo le prove di efficienza date per la soluzione del problema dei rifiuti ereditato dalla sinistra in Campania (la monnezza la metteva lì Saviano, apposta, per fare un dispetto a lui) e l’organizzazione del dopo-terremoto in Abruzzo (lucrare sulle tragedie compatta il paese) abbiamo raggiunto il 68,8 percento (numeri a caso: in pochi secondi siamo passati dal 60 al 68.8. Neanche Usain Bolt una progressione così)… Poi dopo esiste naturalmente una sinistra (che già – naturalmente – sarebbe una notizia, se solo esistesse) forte dell’80 percento della stampa italiana (nella quota sono compresi anche la Pravda di Antonio Polito e il Ciclostile dei marxisti-leninisti di Aulla) che mi ha attaccato su tutti i fronti (carogne sovversive che non siete altro) inventandosi delle calunnie incredibili (tipo che Berlusconi è democratico) che tuttavia mi hanno rafforzato perché coloro che credevano in me, oggi sono ancora più convinti di quello che stiamo facendo (qui è inattaccabile: rassegnatevi, nipotini di Breznev) e soprattutto mi dicono: “Mamma mia, ma dove trovamo uno che è forte, duro e con le palle come Silvio Berlusconi” (dal che si evince che Berlusconi, nella vita reale, frequenta solo scaricatori di porto, camionisti de Testaccio e Daniela Santanchè)”.

Toghe rosse e catarri bolscevici

A questo punto l’assise (cit), sempre unita in un sol consesso (cit), è già attonita. E pensa: ma davvero gli italiani sono così imbecilli da credere in questa sagoma? Risposta: no. Gli italiani sono peggio. Molto peggio. Gli italiani sono dei Berlusconi ipotetici. Che, come tutte le ipotesi, tendono ad avere un debole per le tesi. Ancor più se concretizzatesi (vi ci si mi ci si vi, cit).

“Bene…hhhmghrrr (catarro bolscevico, espulso mediante gargarismo in mondovisione: son bei momenti). In I-ta-lia (scandito a mo’ di Duce, tu sei la luce, fiamma dei nostri cuor) però attraversiamo un momento di tran-si-zio-ne (vero, dura da 15 anni e funziona così: la democrazia è sospesa, la sinistra è morta e la destra sprizza salute da tutti i pori di Calderoli). Particolare (parola – riferita a transizione – detta in corsivo, Berlusconi ogni tanto si formatta il pensiero e sembra Baricco). Ve ne parlo (e noi tanto ci tenevamo) perché molti giornali dei vostri paesi hanno cambiato la realtà delle cose (ad esempio raccontando la realtà, che in Italia è una deriva populista inaccettabile). In Italia non c’è l’immunità parlamentare (e questo è un male, sia chiaro), in Italia i pubblici accusatori (?) non dipendono dal governo, dall’esecutivo (e questo è semplicemente immondo: un pm al soldo del Premier eviterebbe un sacco di grane – a noi e soprattutto a Ghedini) e si è formato via via nella sinistra un partito dei giudici (ahahahahahahahhahahaha) non riuscendo la sinistra che è divisa direi allo sbando (non meno della tua sintassi, Silvio) ehh ehhhh ghhhh ehhh (addio, l’embolo è in agguato) agggghadavereragione (boh) attraverso la politica, cerca di avere ragione del centrodestra attraverso i processi (okay, questa l’ho capita)”.

L’arringa, sin qui, è un po’ deludente. Lo so, lo ammetto, non c’è bisogno che me lo facciate notare con quelle espressioni da Anna Finocchiaro che ha letto l’ultimo pizzino di Latorre. Tutti si aspettavano di meglio, io per primo. Invece, sin qui, niente. Neanche un accenno a Betlemme, agli unti dal Signore e altre virtù messianiche assortite. Uffa.

Ma io sento che Berlusconi sta per dargni bragia (sempre perifrasi gergale, aretina, per l’esattezza chianina, che si suole utilizzare per indicare qualcuno e/o qualcosa che sta per dare gas, in senso eufemistico, laddove con ciò – per eufemistico – intendiamo il desiderio/coazione di metterci grinta, di esasperare la contesa, di esagerare il messaggio: insomma, dargni bragia vuol dire questo, spingere il pedale sull’acceleratore, anche se in quel momento non state guidando. Se ancora non lo avete capito, siete solo dei Facci).

(( CONTINUA ... ; ))

 
 
 
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