dreamin' California

Post n°42 pubblicato il 18 Agosto 2009 da Mari_Marco
Foto di Mari_Marco

Oggi il post sarà un po’ più lungo, e scritto a 4 mani, perché è un po’ che non lo aggiorniamo e vogliamo assolutamente che non perdiate nemmeno un istante (eh eh, dai dai tenete duro)

Cominciamo con la giornata post Death Valley, in cui ci siamo allontanati da Las Vegas e abbiamo respirato un ultimo sussulto di Route..già, perché ormai siamo a Los Angeles, abbiamo raggiunto la nostra meta e tante cose abbiamo già visto e ancora ci aspettano, ma mai come in questo viaggio, il bello non è stato arrivare, quanto viaggiare di per sé..
Partiti da Las Vegas, ci siamo diretti a Sud, e abbiamo incontrato la Route nei pressi di Needles, subito dopo il confine tra California e Nevada..
La Route in California è stanca, ha fatto tante miglia, ha attraversato l’America..e si vede…sembra quasi che con le sue strade dissestate, i paesini ormai abbandonati e tagliati fuori veramente da tutto (infatti abbiamo dovuto viaggiare 70 miglia per trovare un posto dove mangiare) voglia renderti il distacco finale meno doloroso, voglia stancarti in modo tale da farti desiderare l’arrivo, e non aspettarlo con una certa tristezza..come è naturale che sia alla fine di un’esperienza di questo genere!
Tuttavia, quando arrivi in paesini come Barstow o Victorville che sono ancora vivi, in perfetto stile 66, sembra che la mother road voglia dirti ok bello, sei arrivato, sei stanco, ma non dimenticarti di quello che hai fatto e che ancora stai facendo..(a due passi da Barstow abbiamo incontarto una Ghost Town di nome Calico, molto bellina e ben tenuta, con il saloon, la prigione, le case dei vecchi minatori e l’ingresso della miniera..fico); e ancora quando ti ritrovi già immerso nel vortice pazzo della California, all’inizio della megalopoli di L.A (in particolare a San Bernardino) e sei stanco, hai fame, non ce la fai più, ecco che quel cartello ti indica la strada da seguire, e la strada diventa davvero mother, ti riaccompagna, ti accoglie per aiutarti ad andare avanti..e spunta il ristorante che cerchi (che si chiama Pancho Villa J) e il Motel 6 che stai cercando…
Guidare sulla Route 66 in California significa avere tempo per ripensare a cosa ti sei lasciato alle spalle, e come in tutte le cose, appena ti rendi conto che è passato, capisci l’importanza di quello che hai fatto (insieme alla tua dolce metà) e che già ti manca…grazie 66, ti onoreremo fino in fondo, rientreremo a L.A per arrivare a quel cartello, a Santa Monica, che dice chè è finita, e sarà l’ultima cosa che faremo in questa vacanza…dedicata a te..

Già, ma per fortuna, dopo 3 settimane di viaggio, ce ne restano poco meno di due da spendere sulla giostra della California.. Ieri mattina (domenica) ci siamo svegliati con la voglia di Mare, di Oceano. Abbiamo pensato di ritardare ancora il brivido di Los Angeles, e di puntare ad una più tranquilla località a nord, sulla costa..Santa Barbara…

Arrivati a Santa Barbara  ci hanno accolto l’oceano, le classiche spiaggione enormi californiane con campi da beach-volley e piste ciclabili, un caratteristico molo di legno, bancarelle sul lungo mare e un down-town ricco di negozi aperti e gente a fare shopping nonostante fosse domenica.
Devo ammettere che dopo tante miglia di entroterra, di negozietti che alle 16 massimo chiudono e di “nulla” in generale..un po’ di gente,mare,negozi,locali dove mangiare ci hanno fatto un gran piacere!L’unica pecca di Santa Barbara e dei due giorni che abbiamo passato li è stato il tempo: altro che sole californiano..nebbia e freddo polare (17C!!) che stamattina ci ha fatto scappare via senza nemmeno salutare l’oceano!

Quando ti svegli la mattina Il cielo di LA e delle cittadine limitrofe è un cielo grigio,freddo,quasi autunnale..ma ci devi credere, perché se ci credi, quando meno te lo aspetti si apre e allora il sole sfoggia tutto il suo splendore californiano e la temperatura dai 57°F passa ai 77°F..e comincia a fare caldo..e la giornata cambia faccia! Noi oggi ci abbiamo creduto e da Santa Barbara ci siamo diretti dritti dritti verso Hollyvood e la mattinata da uggiosa com’era iniziata si è trasformata in cool..very cool..e assolata!!
Appena arrivati abbiamo girato la zona centrale di Hollyvood Bulevard con i suoi negozi alla moda,le stelle e le impronte di attori e personaggi dello spettacolo a terra,la vista della collina con la famosa scritta bianca“Hollyvood”; il pomeriggio siamo andati alla City Walk degli Studios, una zona supercommerciale piena di negozietti di cavolate varie (calzini,caramelle,cioccolato,fumetti,calamite ecc) ma nel complesso fantastica pure lei con mille luci ed insegne colorate!

Ora siamo in un bel motel nel centro di Anaheim..alle porte di Disneyland!!E in compagnia di topolino,pippo,la  sirenetta e peter-pan staremo per i prossimi 2 giorni!!fantastico!

 
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Addio Death Valley!!

Post n°41 pubblicato il 16 Agosto 2009 da Mari_Marco
Foto di Mari_Marco

…ah Las Vegas…Luci, Casinò, il Lusso a portata di Mano, follie..relax e confusione…
Ora mentre scrivo siamo distanti anni luce da Las Vegas, siamo ormai a pochissime miglia da Los Angeles e dalla fine del viaggio, quello con la V maiuscola…ma questa è tutta un’altra storia e la lascio raccontare a Mari..

Il mio post di oggi narra quello che è accaduto nei due giorni che abbiamo trascorso a Las Vegas e dintorni…
Siamo arrivati a Las Vegas di mattina, e già c’era una gran confusione…in attesa di avere la nostra stanzetta all’Excalibur abbiamo deciso di andare subito a Fremont, per vederla di giorno, ed è stato divertente e insolito vederla così…spenta…
Giunta l’ora dell’Hotel, effettivamente abbiamo trovato una bella stanza, con un angolino circolare vista Strip, con una Iacuzzi pronta per la serata…eh, Las Vegas! Abbiamo passato il pomeriggio in piscina e lasciato il demone del gioco distante da noi (non so, non ne abbiamo avuto voglia), e abbiamo passato una bella giornata rilassante.

L’indomani siamo partiti per la Death Valley (CHE SI PRONUNCIA VAELLIIIIIIIIII) armati di tanta tanta acqua..premetto, non ci ero mai stato e ci tenevo molto ad andare! Mi sono sempre immaginato un deserto in stile Sahara, chissà perché…ma effettivamente quello sarebbe stato un death desert!!
La Death Valley è una vera valle, racchiusa da formazioni rocciose non altissime ma che la contengono..effettivamente nella death valley, provi un’esperienza inimmaginabile ed unica al mondo..

Il caldo: 46 gradi, più un vento caldissimo che ti brucia addosso! Ora so perché i beduini nel deserto girano tutti vestiti, perché in quel caldo ho sentito  il bisogno di coprirmi per ripararmi..è stato incredibile!!!

Il panorama: unico! Ci sono le dune (qualcheDuna in realtà ahahahahaah), c’è una valle immensa che inizialmente sembra un lago, a causa dei depositi di sale rimasti di quella che chi sa, forse un tempo era una distesa di acqua salata), ci sono rocce colorate, arse, aride, secche..un panorama stile marte come solo in questa terra ho visto, e c’è una distesa di formazioni saline che si chiama Devil’s Golf Court (foto)…giuro che sembra il pavimento dell’Inferno..c’è anche una piccolissima distesa d’acquetta a Badwater, salatissima!! E quello è il punto più basso degli Usa, 84 metri mi pare sotto il livello del mare…caaaaaaaaaldo!!!

Ora ci siamo detti: ma tu ti immagini certe storie che ti raccontano, di gruppi di viaggiatori che sono capitati LI’ (che sfiga), che hanno cercato di attraversarla e che ce l’hanno pure fatta…ma che fatica!

Sono arrivati nei pressi delle formazioni rocciose che danno l’illusione forse di un sentiero riparato, non lo so..fatto sta che le superi e la strada comincia a scendere…la temperatura a salire, non c’è acqua, non c’è ombra…
Questi avventurieri proseguono speranzosi, ed incontrano quel terreno di cui sopra, e devono abbandonare i carri, le provviste (tranne qualcuna), tutto, perché non puoi proseguire..e si alza il vento…
I vecchi rimangono riparati, i giovani camminano 13 giorni per cercare una via d’usciita..la trovano, tornano indietro, prendono il resto della carovana, arrivano a Badwater…acqua…46 gradi…acqua…salata!

Io non so come ce l’abbiano fatta, e che ammirazione per quel che disse una delle donne sopravvissute a questa tortura, guardandosi indietro…

Addio Death Valley!

 
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Odissea Arizona Parte 3

Post n°40 pubblicato il 13 Agosto 2009 da Mari_Marco

Ancora una volta lo stato dell’Arizona ci ha regalato una giornata intensa e meravigliosa, fattta di sorprese, piccoli imprevisti e uno spettacolo naturale da rimanere senza fiato..
Abbiamo incominciato la giornata sulla 66 in direzione Oatman, una piccola ghost town al confine occidentale con la California. Solo 25 miglia…di strada desertica, inerpicata tra rocce scoscese, curve, passaggi stretti (con grande performance alla guida di Mari)..forse il tratto panoramico più bello incontrato sulla Mother Road..la 66 in Arizona te l’aspetti proprio così, arsura, cactus strani, strada sconnessa…

Arrivati a Oatman che sorpresa! Una cittadina ancora viva, si, viva com’era 100 anni fa! Una strada  costeggiata sui due lati da edifici in legno in stile Far West, con una miriade di asinelli liberi di cercare qualche carota dalle mani dei turisti..davvero spettacolare!

Abbiamo guidato poi in direzione Grand Canyon West, il versante occidentale del Canyon, riserva di indiani Hupalai, dove si potevano fare miriadi di attività, compreso il famigerato Skywalk..
La strada è stata più lunga del previsto, anche perché l’unica via d’accesso è uno sterrato di 20 km (Grazie Routy, il nostro fuoristrada) che per poco non mi faceva fare qualche bel dritto slittato! Arrivati (dopo aver incontrato un simpatico uomo cartello) abbiamo deciso di giocarci la passeggiata a cavallo!

E’ stata un’esperienza meravigliosa. Lampi e tuoni all’orizzonte sembravano intenzionati a rovinarcela, ma alla fine il tempo è stato clemente..Mari in versione cavallerizza è a suo agio in sella Crousty, un cavallo bianco propenso alla galoppata, con la quale la piccola Xeena è entrata subito in confidenza. Marco in versione Don Chisciotte, su Red, cui ronzinante fa una pippa! Cavallo pigro, indisciplinato, che non aveva voglia di fare nulla se non mangiare l’erba..mi ha dato un po’ da fare all’inizio, ma lentamente mi ha condotto lungo il sentiero..Accompagnati da Dana e Mario, abbiamo raggiunto il sentiero panoramico..che bello, davvero..Noi, i cavalli, la vista sull’immenso versante del Canyon che non ha nulla da invidiare alle più famose sponde meridionali..e un branco di cervi che ci ha salutato da lontano..ci sentivamo un po’ indiani, un po’ cowboy..all’unisono con la natura!! Fantastico!!

Purtroppo non abbiamo trovato posto per dormire lì al Ranch…
Abbiamo visto nuovamente l’arcobaleno (sul Canyon) e ci siamo diretti allo Skywalk..Diciamo che inizialmente è un modo loro per fare soldi..sei costretto a spendere 43 dollari a testa per fartici portare in pulman (con la macchina non puoi andare) e devi poi pagare 25 dollari di ingresso.

Credevo sarebbe stato più spaventoso, invece le mie vertigini hanno taciuto facendo di me un eroe..è un’esperienza da provare, la vista è splendida, ma forse non è la più bella..

Decisamente più mozzafiato il tramonto, Mari ed Io abbracciati, in un altro punto panoramico..un buon modo per festeggiare il nostro mesiversario!!

Usciti dal Canyon abbiamo rifatto lo sterrato col buio, viaggiato per un’ora nel nulla cercando un motel, e infine abbiamo virato verso il Nevada!!

Siamo a 20 miglia da Las Vegas, abbiamo deciso di regalarci due giorni in una Suite dell’Excalibur con trattamento rilassante incluso..da domani..Poi ci dirigeremo verso la Death Valley, dopo aver sperperato altri soldi al Casinò J

Una parentesi, ora siamo in un Motellaccio del Nevada..ma siamo nella terra dell’assurdo, di Las Vegas, e in stanza abbiamo già la Iacuzzi (anche se ci fa schifo farla)

A domani, da Las Vegas, un po’ più rilassati..dopo tanta corsa, un po’ di riposo è quello che ci vuole!!

Baci!!

 
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Eccoci qua

Post n°39 pubblicato il 12 Agosto 2009 da Mari_Marco

in questi ultimi tre giorni abbiamo lasciato il Blog un po' indietro, ma abbiamo continuato a scrivere e ora abbiamo l'onore di aggiornarlo con tre nuove avventure..quindi non fermatevi alla prima..e iniziate dal capitolo: Odissea Arizona..Parte 2!!

Baci Mari e Marco

 
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Ghost Town 66

Post n°38 pubblicato il 12 Agosto 2009 da Mari_Marco
Foto di Mari_Marco

Vi scrivo in diretta: Marco guida sulla route 66 ed io tengo il diario di bordo!!Ma che figata questa strada!é incredibile come faccia venire il buon umore!Eppure non è nient’altro che una strada semiabbandonata che attraversa paesini quasi fantasma ormai. Non so..ma ha un qualcosa di magico,non ha niente a che vedere con l’Interstate 40, la nuova statale è una strada fredda, ad alta velocità, dove la gente passa senza fermarsi e senza guardarsi intorno..
La Route invece è un’altra cosa..is The Mother Road..sulla route ci si ferma..per una foto ad un distributore ormai in disuso, per un hot dog in un vecchio bar, per una visita e 4 chiacchiere con il negoziante del giftshop del paese, per ammirare il panorama, o semplicemente per una pausa..
Sulla route non si corre, sulla route non c’è traffico, sulla route c’è l’asfalto a tratti dissestato, la monocorsia, il sole in faccia tutto il pomeriggio che ti acceca ma che ti ricorda anche che lo stai raggiungendo..in California..a Los Angeles..
La Route è calda, è viva, anche nei tratti in cui è morta traspira lo spirito e la vitalità che un tempo le appartenevano..in questo senso le ghost towns sono veramente delle ghost towns..abitate ancora da quei vecchi spiriti, da quei fantasmi che non moriranno mai..

Siamo appena passati da Seligman, un paesino tra  Williams e Kingman, e come per incanto è apparso un vecchio bar in stile route66 con la scritta “Burritos, Tacos”..mi è bastato uno sguardo per riconoscerlo e ricordare: quello è il posto dove più di 10 anni fa, la prima volta che sono venuta in America con i miei, ci siamo fermati e con il papà ho mangiato il mio primo burritos!! Ovviamente ho fatto la foto..e la dedico a te papà!Che storia!

Ora stiamo proseguendo lungo la strada, andando in direzione ovest puro..é uno spettacolo: una strada dritta,ai lati prati bruciati dal caldo e all’orizzonte, dritto davanti a noi, ma proprio dritto..una palla rosso fuoco!che meraviglia!
Ormai sono le 19.50..Marco si è fermato a far benzina e poi imperterrito si rimetterà a guidare..io oggi ho fatto la pigra e non ho guidato per nulla, ma domani qualche miglio di Route non me lo toglie nessuno!

Oggi la giornata in realtà è iniziata un po’ lentamente e  c’è voluto un po’ a farla decollare, ma poi c’è piaciuta come sempre.
Abbiamo fatto una deviazione (di miglia e miglia) per andare a visitare un paio di cittadine a sud rispetto la R66 che la guida segnalava come cittadine meritevoli di una sosta: Sedona e Jerome.
La prima è una cittadina molto carina e ben tenuta in stile cowboy, ma molto turistica; qui abbiamo fatto una sosta,bevuto un caffè,girato qualche negozietto di cappelli e stivali e..audite..audite..finalmente comprato i sandali per Marco!!Evvai il tormentone dell’estate è finito!!
Anche Jerome è una cittadina stile vecchio west, ma molto meno turistica di Sedona e più autentica: accanto ai locali ristrutturati a nuovo e ai negozietti turistici, permangono ancora i locali più vecchi semiabbandonati, con le vecchie insegne e il vecchio arredamento..talvolta un po’ inquietante quasi!
A Jerome siamo andati a  mangiare all’”Haunted Burger”: un locale nel quale la leggenda dice esserci lo spirito di un fantasma amante dei martelli che qualche volta manifesta ancora la propria presenza!
Dopo pranzo ci siamo rimessi in macchina, ma quasi subito abbiamo preso un’altra deviazione e ci siamo fermati a visitare “The King Gold Mine”, un’autentica gosth town abitata ancora da 7 persone nel 1999..e secondo me ancora oggi dal simpatico nonnetto che ci ha accolto! Incredibile!Un intero paesello abbandonato, con galline che razzolano per le strade polverose, un mulo, tacchini e il nonno che ci ha mostrato come funzionava la vecchia segheria del paese (ancora perfettamente funzionante!); vecchie case di legno disabitate, il vecchio dentista, il gommista, il tipografo, macchine d’epoca, perfino il bordello del paese e, ciliegina sulla torta, l’ingresso alla miniera d’oro che ha chiuso nel 1914!é davvero incredibile tutto ciò!sembra di essere in un'altra era!

Dopo Jerome ci siamo rimmessi sulla Route con un po’ di peripezie perché la strada era chiusa per incendi, ma alla fine ci siamo riusciti!ora siamo quasi arrivati a Kingman dove cercheremo un boccone ed un giaciglio!

Fine puntata, baci a tutti!

 
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