Creato da Artemide.75 il 02/03/2010
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Viaggio a Praga

Foto di Artemide.75

Praga è Piazza della Città Vecchia, Ponte Carlo e la birra a fiumi; è i suoi palazzi in tinte pastello lungo la Moldava; è i suoi musicisti e i suoi scrittori da Dvorak a Smetana da Kafka a Kundera; è il ghetto ebraico con le sinagoghe e il cimitero; è i lampioni gialli che si riflettono sulla Moldava; è il regime comunista che ha ferito la città, sfregiandola per sempre; è piazza San Venceslao, che la notte fa spazio a ubriachi, pazzi e prostitute.

 

Non riuscirò mai a mettere per iscritto tutte le sensazioni, lo stupore e l’interesse che ha suscitato in me questa vecchia romantica città dell’Europa dell’Est, ma voglio buttare giù quattro righe, perché l’esperienza vissuta urla “ho bisogno di venir fuori, di prendere corpo in pensieri e parole!”

 

PRAGA è… Piazza della Città Vecchia, il Ponte Carlo e la birra a fiumi

Si può giungere da diverse strade in questa piazza. Sembra che ogni arteria principale della città vecchia (Stare Mesto) porti in questo luogo: la Piazza della Città Vecchia. Ampia, luminosa, ricca di palazzi di ogni epoca, con al centro il monumento a Jan Huss, simbolo di libertà e tolleranza, a cui si contrappone il balcone da cui parlò il politico filocomunista che accoglieva i Sovietici. Accanto ad essa, quasi un suo restringimento, c’è la piazzetta del Vecchio Municipio con l’orologio astronomico: un enorme giocattolo che raduna, diverte e meraviglia stuoli di turisti ad ogni ora; e poi la Chiesa di Tyn con la sua maestosa facciata, per metà coperta da un edificio di un'altra epoca, e che si burla della cattedrale di San Vito per imponenza.

 

Il ponte Carlo è un altro simbolo di Praga, ne accompagna la storia, su di esso si sono svolti gli episodi salienti del più lontano passato del popolo boemo. È stracolmo di turisti e artisti di strada ad ogni ora del giorno. Sembra quasi voglia sfuggire al singolo, per darsi alla moltitudine. Da lontano è un brulicare colorato di gente e, benché sia in pietra, è un ponte “leggero”: qualsiasi sia la prospettiva in cui lo si guardi, non può far altro che affascinare.

 

La birra è il prodotto nazionale della repubblica ceca. Gli abitanti ne bevono di diverse qualità, in quantità industriali e in qualsiasi momento. E vi assicuro che ci si abitua subito e ci si adegua allegramente.

La prima sera siamo andate nel pub-birreria più antico e famoso di Praga, U Fleku. Ci siamo sedute e già avevo davanti a me un boccale di mezzo litro di densa birra scura. Nemmeno il tempo di finirlo, che - senza chiedermi se ne gradissi un altro - già me lo avevano deposto sul tavolo. Si può dire di no alla birra scura? Insomma la prima sera ho fatto fuori tre boccali. Era davvero divertente vedere passare il cameriere con un vassoio pieno di boccaloni stracolmi: io l’ho soprannominato l’angelo della birra. Camminava tra i tavoli di legno del pub elargendo birra…

È normale bere birra a cena e dopocena, è qualcosa che a Palermo faccio di sovente. Ciò che non ho messo in conto è quello che è successo qui a Praga. Se il primo giorno ho bevuto birra alle 21.00, il secondo giorno ho preso la prima birra alle 18.00 per ristorarmi della lunga giornata passata al Castello... Il terzo giorno ho preso la prima birra alle 16.00, faceva un caldo tremendo, come potevo rinfrescarmi? Il quarto giorno mi hanno offerto una birra alle 12.30, ma non per pranzo, così come qui si prende un caffé... penso che se fossi rimasta un altro giorno ancora ci avrei fatto colazione! In ogni caso sono rimasta ben sotto la media nazionale ceca, benché il mio fosse soprattutto un interesse enogastronomico: volevo assaggiare le diverse qualità di birra: Pilsener Urquell, Staropramen, Velkopopovický Kozel, Budejovický Budvar, Flek: insomma approfondire usi e costumi del posto, nonché le mie conoscenze “brassarie” :-)

 

Case e casette

Mi sono ritrovata nella macchina fotografica svariate fotografie in cui si vedono schiere di palazzi in tinte pastello: verdi, gialli, rosa, ocra… Si trovano soprattutto lungo la Moldava e mi hanno meravigliato positivamente. Sono adorabili da vedere. Ne avrei fotografate a centinaia. Sembrano far parte di una città finta costruita con il cartoncino colorato per bambine degli anni ‘40.

Invece sono rimasta un po’ delusa dal Vicolo d’oro. Credevo che mi sarei catapultata nella Praga di fine Ottocento. Nella mia mente si era creata l’immagine di un vicoletto fumoso, con casette in legno pericolanti, buie e sporche e con la terra battuta. Un tempo era il vicolo degli artisti e degli alchimisti, di cartomanti e di gente che sta al di fuori della società per bene… In effetti da ciò che ho letto sulla guida e dalle piccole mostre presenti lungo questa stradina, doveva essere stata così un tempo. Purtroppo mi sono ritrovata davanti a casette tutte colorate, ripulite, rifatte in mattoni, che sono adibite a negozietti di souvenir e di prodotti artigianali o destinate a mostrare com’era la vita che si faceva un tempo. C’era pure la casetta di Kafka, il quale - dubito - la riconoscerebbe se la vedesse adesso.

 

Io e Dvorak

Non ho mai capito come faccio a riconoscere i diversi personaggi storici solo guardandone da lontano la statua. Mi era successo ai musei vaticani: ogni divinità o imperatore era stato da me riconosciuto ancor prima di leggere la targhetta sotto: Artemide, Ganimede, Cicerone, Augusto, Cesare, Traiano... Ma camminare per Praga, vedere il profilo di un musicista e dire “Lo vedi quello lì? E’ Dvorak!” ha dello straordinario! Mi sono pure messa in posa per avere una foto ricordo! E quando ho detto alla mia compagna di viaggio se voleva una foto con Dvorak mi ha risposto “Ma che me ne frega! Ma cu 'u canusci?!? Sei strana forte! Nemmeno fosse Bono degli U2!”. E io “Dvorak, quello di Allegro con fuoco, è meglio di Bono! E soprattutto non sono strana, piuttosto direi che mi entusiasmo!” ;-)

 

ITALIANE

“ITALIANE!”. Nemmeno il tempo di entrare in un negozio, sederci al tavolo di un bar o passeggiare in silenzio per Piazza S. Venceslao che ci dicevano “ITALIANE”. Cosa abbiamo noi italiani che ci distingue dal resto degli Europei? Addirittura un negoziante ha pure detto “Napoli o Sicilia?”

Me lo chiedo tutte le volte che vado all’estero, perché questa cosa mi è sempre successa: a Berlino, a Barcellona, a Londra e ora pure a Praga. Mi vedono e dicono “Italiana”.

Questo termine poi assume significati diversi a seconda se chi lo pronuncia lo dica con disprezzo (quello che sopporto meno, perché è carico di pregiudizi e di luoghi comuni verso il nostro Paese), con compiacimento o con voglia di dimostrare di avere indovinato.

Ma ciò che mi ha sorpreso, perché mi è accaduto in Romania e adesso pure nella Rep. Ceca, è un susseguirsi di domande su Berlusconi, immediatamente dopo essersi accertati della mia nazionalità.

Naturalmente su Berlusconi e le donne… Ecco il messaggio che passa all’estero: siamo un paese governato da un maniaco sessuale pedofilo!

Una nota positiva invece è che alla parola PALERMO adesso non collegano subito la parola Mafia ma Football team. Conoscono la nostra città grazie alla squadra di calcio rosanero.

- Di dove siete?

- Di Palermo

- Ah, Palermo calcio!

- Sì, ma io tifo Juventus

- BELLA JUVENTUS, PAVEL NEDVED! :-D

 

Il corso di inglese e il ceco

Il prossimo anno seguirò un corso di inglese. Lo dico tutte le volte che torno dall’estero, ma stavolta lo faccio sul serio. Non ho notevoli difficoltà a farmi comprendere in un paese straniero, sia perché sono siciliana e gesticolo molto, sia perché qualche parola di inglese la conosco, ho una buona memoria lessicale e un certo istinto naturale verso le lingue straniere, ma purtroppo non conoscendo le regole grammaticali e i costrutti non posso far altro che limitarmi a giustapporre termini. Ottengo un buon risultato se devo ordinare in un ristorante, fare acquisti o chiedere informazioni, ma è molto difficile conversare se si incontra qualche turista straniero che vuole socializzare… e poi basta un attimo per scambiare raspberry con strawberry e trovarsi a bere una capiroska al lampone…

Ho un rammarico. Non sono riuscita a memorizzare nessuna parola ceca, a parte quelle della toponomastica (del tipo ponte, piazza…). Frequentando luoghi turistici è inevitabile parlare in inglese, ma così non si impara nulla della lingua del paese che si visita. Me ne sono resa conto l’ultimo giorno, quando ho fatto colazione in una “paneria” ceca. La mia amica ha ordinato il te e la banconista, infastidita dal fatto che ci rivolgevamo a le in inglese, ha detto “caj”, cioè “tè”. Ecco l’unica parola che so in ceco.

 

Il comunismo

Così come quando sono stata in Romania, anche qui in certe strade lontane dai luoghi turistici, nel privato, nel quotidiano Praga ricorda quei film di spionaggio ambientati durante il regime comunista negli anni Settanta. Le scritte in russo, lle vetrine con prodotti dozzinali che nulla hanno a che vedere con l’Europa occidentale capitalista, le tubature, i bagni pubblici, i campanelli e i citofoni, tutto riporta a quando il Comunismo “globalizzava” l’Europa dell’Est.

Ancora oggi la maggior parte della popolazione che ha vissuto quegli anni è in vita e porta dentro di sé determinati atteggiamenti, modi di fare e di vestire che io ho solamente visto nei film sul KGB.

 

Josefov

È il quartiere ebraico. Ci sono diverse sinagoghe, per lo più adibite a musei della cultura ebraica, nonché un suggestivo cimitero che raccoglie più di 20.000 tombe. Ho visitato con divorante curiosità questi luoghi. Ogni volta cerco di capire il perché di tanta crudeltà verso un popolo che era diverso per cultura e religione, per usi e costumi. Gli Ebrei erano comunità chiuse nelle varie città d’Europa, non interessava loro fare proseliti o integrarsi, volevano soltanto mantenere vive le loro tradizioni culturali e fare affari, laddove i Cristiani per "divieto religioso" non potevano, come ad esempio prestare denaro con a interessi.

Incredibile a dirsi, una beffa del destino, tutto il materiale che ho visto all’interno di queste meravigliose sinagoghe, era stato raccolto dai Nazisti, perché volevano creare un museo della razza estinta, e in questo modo hanno dato la possibilità agli Ebrei di conservare tutto quello che testimoniasse la loro cultura.

 

Varie ed eventuali

Jan Palach è l’eroe nazionale della Primavera di Praga, il ragazzo che si diede fuoco dopo l’invasione dei carri armati russi nel 1968. A lui hanno intitolato l’ex piazza dell'Armata Rossa, sul muro della falcoltà di filosofia, di fronte il Rodulfinum si trova una maschera funeraria che lo ricorda. Lo sottolineo perchè la mia guida citava questo "monumento", mentre parlava di P.zza S. Venceslao, per cui ho passato in rassegna tutte le aiuole attorno al monumento equestre cercando una cosa che era in un'altra zona. :-(

 

Lungo ponte Carlo c’è la statua del Patrono di Praga: San Giovanni Napomuceno. In un bassorilievo bronzeo c’è la raffigurazione del suo martirio. Toccare quell’immagine porta fortuna. Ma l’igienista che è in me ha avuto il sopravvento. Non sono riuscita a mettere le mani su quel pezzo di bronzo, ormai giallo perché eroso dalle centinaia di mani dei turisti. Ritengo dovesse contenere migliaia di germi e batteri… brrr

 

Cibo. Si mangia bene a Praga: carne di maiale e di manzo a volontà, servita con salsette di svariati sapori. Se Londra è profumo di zenzero e Parigi è odore di burro, Praga è forte sapore di rafano. Inoltre una caratteristica dei piatti a base di carne è il contorno: KNEDLIKY (canaderli), cioè gnocchi di patate o di pane da intingere nelle salse: squisiti. Naturalmente non mi sono limitata al salato. Chi mi conosce sa che i dolci sono i miei piatti preferiti e a Praga ho gustato uno strudel boemo di mele con panna e salsa alla vaniglia, che niente ha da invidiare allo strudel mangiato a Berlino. E poi ci sono i TRDELNIK, ovvero i manicotti boemi, pasta di pane non lievitata attorcigliata in cilindri di metallo (ora, un tempo di legno), cotta e passata nello zucchero. I Praghesi li comprano nei chioschetti o nei bar. E' la merenda ideale per i turisti che affamati girano per le vie della città.

 

Giapponesi a iosa. Sembrava che parte del Giappone si fosse riversata a Praga. Con macchine fotografiche da centinaia di euro si aggiravano per i monumenti fotografando la qualsiasi. Addirittura una donna fotografava e girava video con l’I-pad. Noi abbiamo approfittato della loro bravura, per farci scattare le foto in cui volevamo essere in due. Aspettavamo un gruppetto di giapponesi e poi chiedevamo al capogruppo: “Can you take a picture me and my friend, please?” e CLICK foto perfetta. :-D

 

Il biglietto. A Praga il biglietto per la metro, non si fa dal bigliettaio ma solamente tramite le macchinette automatiche, per cui bisogna essere sempre forniti di monete. Una sera, intorno alle 20.00, la mia amica disperata perchè era senza una moneta, mi dice "Dai, prendiamola lo stesso, tanto come vedi non controlla nessuno!" e io "Ele, usciamo dalla metro, e scambiamo i soldi in qualche negozio, è meglio evitare, LO SAI CHE SIAMO SFIGATE!!! e poi ci dicono 'Ah, ITALIANE!', facciamo il bilgietto!". Ergo, ho comprato le gomme da masticare per scambiare e così abbiamo potuto fare il ticket nella biglietteria automatica. Giunte a destinazione, poco prima dell'uscita dalla stazione, due tizi in borghese ci fermano e dicono "BIGLIETTI CONTROLLO!!!", la mia amica rimane di stucco e io "dai, fai vedere il biglietto. Te l'ho detto che SIAMO SFIGATE ed è meglio evitare!". Non c'è assolutamente motivo di contravenire alle regole all'estero! Faccio il biglietto dell'autobus a Palermo, dove non lo fa nessuno e non  lo devo fare a Praga dove potrei finire in un gulag? :-D 

 

Il tempo. Le previsioni sono state fortunatamente disattese. Sembrava dovesse piovere per almeno tre giorni, invece ha fatto caldo e la sera si stava bene. Incredibile ma a Londra, nella terza settimana di luglio, ha fatto più freddo che a Praga nella prima settimana.

Non capisco però perché negli alberghi siamo costretti a dormire con i piumoni :-(

 

Considerazioni finali.

Non urla più la mia voglia di esternare al mondo le bellezze di Praga. Se qualcuno ha avuto la pazienza di giungere alla fine di questo testo, non si è annoiato e vuole lasciare un commento, mi farà cosa gradita. Se invece vuole un consiglio circa i luoghi da visitare ecco i principali: il Castello e il Palazzo reale, Ponte Carlo, Piazza della Città Vecchia, il quartiere ebraico, la collina di Petrin con la sua funivia, Piazza S. Venceslao e Malastrana: posti indimenticabili che consiglio a tutti di non perdere.

 
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