« Raccolta Manyoshu | Haiku del 17/1/2001 » |
Preside: Allora Dottoressa, parliamo del caso di G., non ne possiamo veramente più... stiamo pensando ad un'espulsione dall'Istituto... Dottoressa (cioè io): La mia ipotesi è che G. abbia un lieve ritardo mentale. Quando non riesce a seguire, mette in atto quei comportamenti "devianti". E' una reazione alla frustrazione di non essere in grado di affrontare e comprendere gli argomenti delle lezioni... Professore di Laboratorio di Meccanica: a me non interessa nulla, qui non può stare... Professoressa di Italiano: secondo me ha ragione la Dottoressa. G. ha tante difficoltà... l'altro giorno l'ho fatto leggere... legge con estrema difficoltà e non è in grado di comprendere quello che legge... e i suoi compagni lo prendono in giro, si burlano di lui... Professore di Meccanica: si ma lui se ne deve andare... può farsi male e può fare male agli altri... se lui resta me ne vado io... Dottoressa: Purtroppo all'interno della scuola non posso fare alcun intervento di tipo clinico ma potremmo richiedere la consulenza di uno psicopedagogista che, fatta una diagnosi, possa stilare un programma adatto alle sue esigenze... basta capire la natura dei suoi disturbi e programmare un intervento individualizzato che gli consenta di apprendere... sono contraria all'espulsione... Preside: ma io non ho i mezzi per pagare uno psicopedagogista... Dottoressa: Beh non lo dovrebbe pagare la Scuola... Potrebbe fare riferimento ai Servizi presenti sul territorio... non credo che in tutta la a.S.L. non ci sia uno psicopedagogista! (ndr. collaboro con questa Provincia ma sono residente in un'altra Regione per cui non conosco i colleghi delle A.S.L.) Professore di Fisica: ma mica la scuola può diventare un "Istituto Fatebenefratelli"... Ne perdiamo uno ma gli altri potranno finalmente fare lezione in santa pace! Dottoressa: Dalle dinamiche che ho potuto osservare, non è quasi mai G. ad iniziare... molto spesso si limita a reagire agli attacchi dei suoi compagni che tirano il sasso e poi nascondono la mano... Ripeto, l'espulsione è un provvedimento drastico e definitivo... prima di procedere cercherei delle soluzioni che ci sono, basta saperle cercare... Preside: Dottoressa abbiamo capito la sua posizione ma questa è una scuola dove i ragazzi hanno accesso a degli strumenti pericolosi... cosa facciamo se dà una martellata in testa a qualcuno? Dottoressa: Allora dobbiamo espellere anche C. che, l'altro giorno, con uno di questi attrezzi, mi ha dato la scossa su un braccio... In questo Istituto, tranne pochissime eccezioni, tutti i comportamenti dei ragazzi sono potenzialmente pericolosi! Preside: C. è stato sospeso... è venuto il padre e ho riferito i problemi di suo figlio... si è stupito! Ma d'altra parte, lui non c'è mai a casa... i genitori sono separati... I nostri ragazzi hanno tutti dei grossi problemi... Dottoressa: Appunto! Visto che sono qui, con i pochi strumenti connessi al mio mandato, vorrei fare qualcosa... La stragrande maggioranza degli allievi, chi per un verso, chi per un altro, manifesta dei comportamenti "divergenti", per usare un eufemismo... Che facciamo? Chiudiamo la Scuola e li mandiamo tutti a casa? Professore di Fisica: Con l'espulsione di G. mandiamo un segnale forte a tutti gli altri... facciamo vedere che le nostre intenzioni sono serie!!! Punirne uno per educarne cento! Professoressa di Inglese: A me questa storia di far diventare G. il capro espiatorio non va giù... se il consiglio decide per l'espulsione, dobbiamo dare delle motivazioni precise... dobbiamo dare delle indicazioni ai genitori su come affrontare i problemi del figlio... non possiamo mandarlo a casa così... Preside: Ok, passiamo alla votazione... Il Consiglio a maggioranza decide per l'espulsione di G. dall'Istituto... Ci informeremo e scriveremo una lettera ai genitori fornendo loro delle indicazioni concrete... Sociologo: Mi informerò sui servizi presenti nel territorio... poi, insieme alla Dottoressa, scriveremo una relazione da consegnare ai genitori... Dottoressa: mah veramente io ero quella che non era d'accordo sull'espulsione... è vero, siamo in democrazia e la maggioranza vince... ma perchè ora devo scrivere un profilo che avalli una decisione su cui non mi trovo affatto in sintonia? Professoressa di Italiano: vabbè dai... non possiamo buttarlo fuori senza una qualche indicazione per i genitori... Dottoressa: ok ma potrò dare solo delle indicazioni molto generiche... niente diagnosi specifiche, è vietato dalle legge... le mie erano solo ipotesi interpretative basate sull'osservazione... andavano verificate con strumenti appositi da colleghi, magari della A.S.L.... In questo Istituto, il mio mandato riguarda l'orientamento e l'accompagnamento al lavoro, quindi niente clinica... Ho espresso le mie idee in quanto pensavo che avrebbero potuto fornirvi degli strumenti in più per comprendere i comportamenti di G. Preside: Ok ora passiamo ad altro... P.S. G. è un ragazzotto di 14 anni, alto almeno un metro ed ottanta, grosso di corporatura. Non sono in grado di dire con estrema sicurezza quali siano i suoi disturbi. So solo che è un ragazzo buono, estremamente ingenuo e, paradossalmente, è questo il motivo della sua espulsione dall'Istituto. Non ci può stare, non è abbastanza "deviante" per lo standard di questa scuola... mandiamo via lui e ci teniamo la feccia, quella vera, professori inclusi. E' difficile per me mandare giù questo rospo, è la prima volta che mi imbatto in un muro così alto e impenetrabile. Credo che siano pochi i problemi senza soluzione. Le soluzioni ci sono quasi sempre e sono lì davanti a noi ma spesso siamo troppo miopi per rendercene conto.
P.S. 2 L'immagine è di Joan Hurtado. Il titolo, quanto mai appropriato, è "Caos" |
https://blog.libero.it/Aruki/trackback.php?msg=1975747
I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
AREA PERSONALE
LEGGO E RILEGGO...
Irene Starace (a cura di): Il grande libro degli haiku
Lao Tsu: Tao Te Ching
Chin - Ning Chu: L'arte della guerra per donne
M. Picozzi - A. Zappalà: Criminal profiling
A. De Simone: L'ineffabile chiasmo
MENU
I MIEI BLOG AMICI
- IlCavaliereErotico
- sinemoiaquai
- piumadicorvo71
- h451
- SandaliAlSole
- k.blackwell
- psicologiaforense
- jkg
- ibiscusrosa
- passo_lieve
- Taranta
- Ntrastule
ULTIMI COMMENTI
Inviato da: canano1
il 23/03/2010 alle 11:38
Inviato da: aruki
il 11/01/2009 alle 20:25
Inviato da: aruki
il 11/01/2009 alle 20:19
Inviato da: fra68cs
il 11/12/2008 alle 16:40
Inviato da: piumadicorvo71
il 10/12/2008 alle 16:16
Gli stessi dipendenti statali, prof e presidi sono tenuti al rispetto di un programma e devono rispondere della mancata "resa" eventuale della classe o Istituto.
Io purtroppo ho avuto e ho ancora un problema simile con mio figlio, quindi più ke mai il tuo post coglie nel segno e capisco doppiamente il dolore.
La suddetta autorevolezza è più difficile quando ti poni da pari,( per un genitore un errore grave).
Le reazioni sociali sono quelle più difficili da gestire, in pratica forse sarebbe più economico lavorare sul rafforzamento della personalità di G. ma i costi di una psicoterapia individuale verrebbero ammortizzati dall'aumentao apprendimento? Sono investimenti difficili e riskiosi. Noi come psicologi del lavoro dovremmo seguire i processi, non le persone, purtroppo;
se la sua esplusione è inevitabile, consiglia ai genitori un istituto agrario, dove le sue potenzili doti contemplative potrebbero esprimersi in operatività e risultati nel quale conttolla la crescita graduale lui in primis.
Scusa la prolissità, ma sei tu ke l'hai voluto! ;P
Ieri sono stata al 60simo compleanno di mia zia , psicopedagista e psicoterapeuta di una certa portata ed esperienza, non ha filgi, ma così maledettamente in gamba ke a volte l'invidia supera l'affetto! SGRUNT!
Ciao Mile
Sai perché? per il semplice motivo che rispecchia la realtà del "paese" in cui tutti noi viviamo. Esce, questa storia che ci racconti dal Manzoni dei Promessi Sposi, da Cuore di De Amicis, dal Gattopardo per finire ai Malavoglia e passando per Lettera a una Professoressa.
In questo "dannato e amato" Paese abbiamo il coraggio di giudicare e condannare solo gli Ultimi, gli indifesi, coloro insomma con i quali viene facile fare la voce grossa, i moralisti d'accatto i soloni del Vivere quotidiano.
Questa storia nasce e cresce nell'ambiente in cui oggi un alunnno registra con il videofonino quasi ogni nefandezza perpetrata a danno di altri come lui o dei professori, nasce e cresce in una Italia senza regole certe dove, e perdonami lo sfogo, nessuno può davvero più insegnare a qualcuno.
Questa storia, credimi, non insegna un bel niente.
Questa storia mi lascia dentro solo un punto nuovo di amarezza che va a far compagnia a tanti altri punti: ho il morbillo del dolore.
Buona fortuna. @-->-->---