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Post n°36 pubblicato il 04 Marzo 2009 da fedelecarlo
Tag: Alfonso GRAMEGNA, Cecato de Potenza, Ciullo(Giulio)‘o surrentino, Cumpà Junno, Eugenio PRAGLIOLA, FRASCHINI, Gennaro SPINELLI, Giacobbe Di CAPUA, Giallonardo dell’Arpa, Giorgio SCHOTTLER, Giovanni Di FRANCESCO, Giovanni Leonardo Primavera, Giulio e Raffaele VEZZA, Giulio Iervolino, Giuseppe ASSANTE, Giuseppe de MARIA, Giuseppe GALASSO, Giuseppe SACCO, JACULATORES, Luigi CALIENNO, MARANIELLO, Mase, Masto Roggiero, MENESTRELLI, Mimmo Liguoro, Mimì PEDULLA’, Muchio, o zingariello, Pietro MAZZONE, Pietro RONCONE, posteggia, posteggiatore, POSTEGGIATORI DI NAPOLI, Raffaele de POMPEIS, Raffaele SAVARESE, Raffaellina PERES DE VERA, Raimondo SCHOTTLER, RAPSODO, Salvatore dell‘ AVERSANO, Sbruffapappa, Sebastiano di Massa, Totonno ‘o barraccaro, TROVIERI, Vincenzo MARMORINO, Vincenzo MASULA I posteggiatori sono figure inscindibili dalla storia e dalla cultura di Napoli: per sette secoli menestrelli, musici e cantori hanno vissuto tra il Vesuvio e il mare, spesso viaggiando in paesi lontani per poi tornare ricchi di bei ricordi ma sempre poveri di risorse economiche. Le origini e lo sviluppo della canzone napoletana sono legati a filo doppio con l'arte "di strada" dei posteggiatori, umili e sconosciuti propagatori di poesie e melodie non di rado destinate all'immortalità.La loro arte ha punteggiato i secoli d'oro della canzone di Napoli .Certo i posteggiatori napoletani furono gli strenui rappresentanti di una tradizione che ha un posto incancellabile nella storia delle espressioni poetiche e musicali della cultura popolare dell'Europa mediterranea. (da Mimmo Liguoro I posteggiatori napoletani) "Signurì buongiorno eccellenze Suonata qualche canzone allegra concludeva la sua esibizione con una esilarante e provocatoria richiesta di pagamento: "Signure e signurine, ledi e milòrd, Questo era un atteggiamento tipico da "posteggiatore" prima, durante e dopo una esibizione. La "Posteggia" potrebbe far risalire la sua origine al greco RAPSODO, ai latini JACULATORES, ai medioevali TROVIERI e MENESTRELLI. Essa è, insomma, l’erede degli antichi cantori girovaghi, che "portavano dalla Corte e dal Castello i canti al popolo dei borghi e delle campagne e, viceversa, i canti del popolo alla Città ed alla Corte”: questa la bella sintesi di Sebastiano di Massa. |
Post n°35 pubblicato il 28 Febbraio 2009 da fedelecarlo
Che nessuno si senta offeso ^__^, ma una promessa è un debito. Mi fu richiesta dalla carissima amica megliounsorriso di trovarle questo pezzo alquanto difficile da reperire anche tra i video. Ebbene, dopo un po' di tempo (ricerca impone...) eccomi pronto ad accontentarla con enorme piacere. Ne approfitto per rivolgere anche al resto dei lettori l'invito a richiedermi canzoni che avrebbero il piacere di ascoltare. Un po' anche per misurare le mie capacità di amante e, perchè no, conoscitore della grande tradizione musicale partenopea. Segue al video musicale una ristretta biografia (doverosa) dell'autore tratta da http://www.movieplayer.it/personaggi/12839/vittorio-marsiglia/biografia/. Vittorio Marsiglia è nato a Benevento dove inizia la sua carriera artistica come musicista in vari complessi musicali. Partecipa al Festival di Napoli con Aurelio Fierro e come autore di Casanova '70, pezzo eseguito da Oreste Lionello. Passa in seguito al teatro, nel 1973 con lo spettacolo Isso, essa e 'o malamente che ancora porta in scena con lo stesso rinnovato successo. Lavora poi con Aldo Fabrizi in Baci, promesse, lusinghe, illusioni, con i fratelli Aldo e Carlo Giuffrè nella Francesca da Rimini; con Gino Bramieri in Pardon monsier Molière. Collabora con Bruno Corbucci, Enrico Vaime, Romolo Siena alla stesura dei testi di alcuni spettacoli. |
Post n°34 pubblicato il 13 Febbraio 2009 da fedelecarlo
canzone Meravigliosa Gabriella
E’ una canzone dal testo un po’ sconnesso, e infantile nella ripetizione sonora delle due sillabe, Zazà, evocatrici del trambusto dei piatti di un’orchestrina popolare che sfila tra le vie del paese. Dove sta Zazà, il brano più famoso di Raffaele Cutolo (per carità, solo omonimo del camorrista …) è come un sospiro di sollievo collettivo, un’esplosione di eccitazione e un atto di scaramanzia nella immensa confusione che segue la fine della guerra. C’è dentro la festa di san Gennaro, la banda per la via, aria di fiera paesana … Ritornano i partiti, le elezioni, dappertutto si organizzano manifestazioni pubbliche, comizi, cortei. Se ne va il Re, comincia la nuova era della ricostruzione. A Napoli, questa canzone a tempo di marcetta divenne la mania di tutti, imprestò il nome ad un profumo, ad un liquore perfino ad un giornale. La scritta “Dove sta Zazà” si leggeva dappertutto, specie sui muri … Nel giro di pochi mesi la parola Zazà passò ad indicare le ragazze che si accompagnavano ai soldati americani, le cosiddette “segnorine” … Nel 1945, un reduce della prigionia in Germania diede credito a certi pettegolezzi sul conto della fidanzata, si recò nei pressi del negozio dove lei lavorava e le sparò un colpo di pistola gridando con disprezzo “Sei una Zazà!”. La ragazza sussurrò, appena riacquistati i sensi, “Non sono una Zazà, diteglielo al mio fidanzato, che non sono una Zazà!” … |
Post n°33 pubblicato il 05 Febbraio 2009 da fedelecarlo
Me voglio fa ‘na casa mmiez' 'o mare, Con questi versi ha inizio una delle più suggestive romanze napoletane (nota anche come "Canzone Marinara") che, al pari di altre, esprime il sogno dell’abitante di Napoli di costruire nel mare una casa che abbia le mura di piume di pavone, le scale d’oro e d’argento e i balconi di pietre preziose. . Donizetti dimostrò una certa dimestichezza col dialetto napoletano (Bossi, meschino, era un bergamasco...): che però Donizetti sia anche il compositore di "Te voglio bene assaje" non è certificato da alcuno e sarebbe completamente da escludere qualora il brano venisse datato con certezza 1839, poiché in quell'anno il Maestro lombardo si trovava già a Parigi. |
Post n°32 pubblicato il 29 Gennaio 2009 da fedelecarlo
Tag: 'A voce 'e Napule, Antonio Bassolino, Billy Wilder, C.A. Rossi, Festival, Gaetano Lama, Galleria, Gianni Aterrano, Gino Campese, Guglielmo Chianese, Il Mattino, La canzonetta, La Voce del Padrone, La voce di Napoli, Mallozzi, Maria Cerulli, Maurizio Valenzi, Murolo, Radio Napoli, RAI, Rendine, Salvatore Palomba, San Domenico Maggiore, Sergio Bruni, Sindaco, Teatro dell’Opera, Teatro Reale di Napoli, Testa, VIAN, Villaricca, Vittorio De Sica, “maestro” Sergio Bruni, la biografia Sergio Bruni, nome d’arte di Guglielmo Chianese, nasce a Villaricca (Napoli) il 15 settembre 1921 da una famiglia poverissima e il piccolo Guglielmo è costretto a lasciare la scuola a metà della terza elementare perché non ha i libri e ha perso una scarpa dell’uico vecchio paio che possedeva. Quella che è stata secondo me giustamente definita "l'ultima canzone classica napoletana". Non vi nascondo che ogni volta l'ascolto, mi sale un groppo alla gola. Sarà perchè ha scritto la parola fine alla Napoli Nobile (in senso artistico-culturale) ? È il 1975, un anno dopo viene pubblicato l’album “Levate ‘a maschera Pulicenella” con otto canzoni su versi di Palomba e musiche sue, ispirato alla Napoli attuale. |
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Nickname: fedelecarlo
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