Post n°94 pubblicato il 06 Gennaio 2012 da pacatissima
Insieme a quella biancheria porno/intima a poco prezzo, ho preso anche tre reggiseni per mia madre, ovviamente più castigati. Questa mattina l’ho aiutata a indossarli, o meglio, a metterci dentro le sue “sciuscelle”. Così lei le chiama, imitando col suono il movimento e l’inutilità delle sue poppe. Non vuole farle vedere. Io le prendo in mano e le dico: “ Fammele guardare queste sciuscelle a cui sono rimasta appesa fino a cinque anni. Ti ricordi quanto le ho succhiate?” Lei allora mi concede di aiutarla e, inaspettatamente, fra i suoi innumerevoli scatoloni, tira fuori un reggiseno/bustino bianco, molto raffinato. Le sciuscelle non lo riempiono, ma ci penso io a calibrare le spalline in modo che le coppe abbraccino per bene il petto. Il suo piccolo seno ora è diventato eretto e lei guardandoselo dice: “ Ma io mi vergogno ad andare in giro così.” “ Ma no mamma, non vedi com’è grazioso e delicato! “ Riprende i suoi lavori ma non è convinta. Più di una volta ripete che prova un senso di vergogna ad esporre tettine così a punta. Più tardi vado nella mia camera e davanti allo specchio afferro le mie tette questa volta, le sposto verso l’alto schiacciandole per vedere l' immagine del mio corpo e scopro che la linea del mio busto, coperta da loro, risulta invece sottile. E così facendo, con lei presente, dico: “ Vedi, se avessi il seno più piccolo, sembrerei più magra.” Beh, sai come mi ha risposto? “ Com’t’ vè ‘mment, è quess quell che cont! ("Come ti viene in mente? E’ questo quello che conta!") Ecco ciò che mia madre, la Santa, si è lasciato sfuggire. Compirà novanta anni fra poco. Nel segno del Capricorno.
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Post n°93 pubblicato il 31 Dicembre 2011 da pacatissima
Miriam sapeva chi era lui perché non era più giovane. Conosceva i trucchi. Avrebbe offerto il meglio. Preparato la strada a cadute morbide e salutari. Introdotto gli inganni, ma solo per far risplendere il suo trono. Conosceva i segni e i simboli, il modo in cui si uniscono e, tramite loro, sapeva consigliare e rassicurare. Aveva passato da un soffio i sessantacinque. Al Bar - questo non c’entra con la trama, ma francamente mi affascina - le sue amiche si sedevano ogni giorno e parlavano come se il mondo avesse bisogno dei loro discorsi. - Si, mi ha fatto arrabbiare di nuovo – - Temo che non sia all’altezza il tuo ometto, lo potresti schiacciare come una mosca.- - Non è mio il problema - rispondeva aggrottando le sopracciglia. Con un gesto della mano la pregava di allontanare la sigaretta che le procurava bruciore agli occhi. - Bene, il dovere mi chiama. - - Come, alle dieci di sera? - - Il dovere è sfrontato, amica. Non c’è niente di peggio per rovinarti la vita. Il problema è che nessuna poveraccia può farne a meno. Mi porti il conto, per favore. - Queste le ultime parole che pronunciò. Miriam pensava di poter trovare soluzioni magiche ai suoi problemi. E quando l’età la costrinse a prendere atto della realtà comune, quella sua mania, coltivata nel tempo, continuò a regalarle soluzioni inattese. Avrebbe dovuto addentrarsi nel trascurato mondo dell’anima solo per scoprire quanto profondamente le avrebbe potuto cambiare la vita. Invece osservava le sue emozioni senza scomporsi più di tanto. C’è sempre un modo per raccontare una vita. - Ti giuro che questa storia non mi fa dormire. – - Prendi un foglio , una penna e scrivi: "Le parole mentono per salvarsi con il misterioso segreto della lingua umida."
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Post n°92 pubblicato il 11 Dicembre 2011 da pacatissima
Una vasca da bagno, piccola e molto profonda si è rassegnata all’ambiente in cui si trova. E’ piena d’acqua e sembra attendere qualcuno. Una nebbia leggera la sovrasta. Mi spoglio, quasi senza accorgermene,con l’intenzione di rannicchiarmi lì dentro. So che di là c’è un fuoco che permetterà di asciugarmi. Sento una voce che conosco non appena mi immergo. Chiudo gli occhi sapendo di essere arrivata. “E’ molto bello parlarti così, senza vederti e senza farmi vedere. Mi fa quasi piacere non poterti vedere. Sei solo una voce. “ Il modo più profondo di entrare in un essere è quello di ascoltare la sua voce. L’ ho letto da qualche parte. “Di là ho acceso due candele. Sono lì che illuminano ciò che mi sono premunito di sapere sui tuoi gusti. Il vino, quello rosso sangue, bagnerà il piede di porco erotizzato al mirtillo. Promettimi di mangiarlo con devozione. Poi continueremo a parlare al buio. E’ bene non concedere agli occhi troppa luce per permettere un ascolto ignaro. Dove non ci saranno forme a deviare i pensieri, ornandoli di premeditazioni. Mettiti comoda, prendi tutto il tempo che vuoi. Io torno al mio da fare. Non preoccuparti. A dopo.” Tutto questo mi incoraggia. La comodità che mi offre può essere data per scontata, ma per me riveste una importanza vitale. La musica che si sprigiona nella stanza svolge la stessa funzione della luce e del calore. La maggior parte degli uomini trova decisamente più semplice affidarsi a frasi preconfezionate, piuttosto che crearne ogni volta di nuove. La sua voce invece combatte tra il bisogno di spontaneità e il desiderio, altrettanto forte , di mantenersi nei confini di ciò che gli è familiare. I luoghi in cui abitiamo sono un po’ come le punte degli iceberg. Le parti più profonde possono arrivare molto più a fondo delle altitudini. Temo gli abissi, anche se mi attraggono. Devo dire che la vita non ha mai perso il suo mistero dopo tanti anni. Sono ancora circondata da profonde incertezze. Cosa c’è da scoprire? Questa è la domanda irresistibile. Per ora ne conosco il nome, ma non il segreto.
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Post n°91 pubblicato il 27 Novembre 2011 da pacatissima
Ho una sensazione di potenza dentro. Mi piacciono le donne. Le anziane. Quelle che l’hanno passata dura e sono sopravvissute, continuando a tirar fuori forza, creatività, risolutezza. Mi sento diventare una di loro. A volte avverto un baluginio nel mio buio, si apre uno spiraglio, esce qualcosa che mi dà forza. Cerco e non so neanche dove…fra le solite cose suppongo… poi stringo in mano qualcosa: la forza, figura estesa, generosa, salda. Marinella è così. Se guardi nei suoi occhi, La vedi. Cerco quella luce in ogni donna che incontro. Entro subito in contatto. L’altra avverte benissimo che cerco in lei. Il mio sguardo è un amo cui rispondono con la stessa intensità. La consapevolezza è l’esca viva per farsi vicine. Non si parla di questo, si parla d’altro, ma navighiamo entrambe nei retroscena. Contemplo la compresenza di realtà diverse, gioco con loro. Creativizzo il momento, l’occasione, l’oggetto. No. Sinceramente non mi interessano molto, in questo momento, les histoires d’amour. Sta venendo fuori qualcosa di nuovo. E' un momento di scoperta, ricco, diverso. Un quadro coloratissimo su Gianna. Colori a tessera che stanno a rappresentare non solo la vitalità che lei emana, ma la silenziosa esplosione dell’impatto fra il suo impeto e il mondo. La pittura mi piace molto. Sempre
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Post n°88 pubblicato il 10 Novembre 2011 da pacatissima
E’ vero che la vita ti propone cose diverse da quelle che pensi e in queste puoi trovare anche dei piaceri, o scoprire disegni che non avresti immaginato e per questo dunque dovrei essere grata, ma non lo sono. La mia gratitudine è diversa anch’essa e riguarda la conoscenza. Ho assaggiato e sto assaggiando un pasto cucinato da altri, e sono stata anche nutrita, ma non riesco a scegliere a lungo un cibo che continua ad essere pesante. Mi chiedo e strachiedo se sono i miei limiti, le mie incapacità di digerire, che fanno sì ch’io sia reticente e allora continuo a sperimentare fin quando reggo, cercando di non etichettare, immediatamente e solamente, il comportamento degli altri come assodato, sia nei modi che nei significati che potrebbe sviscerare qualora io riuscissi a viverlo leggermente. E’ che non sempre ci riesco. Basta comunque non perdere il filo con il mio centro che ha però bisogno di essere vissuto a lungo per non svanire, per non lasciarsi sopraffare dalle solite messinscena. Vorrei riuscire ad inoltrarmi ulteriormente nella comprensione, acquistando il mio potere e sorridendo agli altri senza farmi boicottare. Il tempo mi sarà amico? Se saprò essere fedele a me stessa e ciò non significa, credo, irrigidirsi nelle proprie posizioni, ma riuscire ad avvertire la realtà del proprio battito.
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Inviato da: diogene51
il 22/12/2012 alle 15:04
Inviato da: pacatissima
il 22/12/2012 alle 00:04
Inviato da: diogene51
il 19/12/2012 alle 22:26
Inviato da: altalenante61
il 25/01/2012 alle 14:40
Inviato da: pacatissima
il 24/01/2012 alle 18:58