Creato da pacatissima il 31/10/2010

Affreschi Yin

racconti

 

 

Della serie: il Capricorno non č un segno, ma una casta.

Post n°94 pubblicato il 06 Gennaio 2012 da pacatissima
Foto di pacatissima

Insieme a quella biancheria porno/intima a poco prezzo, ho preso anche tre reggiseni  per mia madre, ovviamente più castigati. Questa mattina l’ho aiutata a indossarli, o meglio, a metterci dentro le sue  “sciuscelle”.

Così  lei le chiama, imitando col suono  il movimento e l’inutilità delle sue poppe.

Non vuole farle vedere. Io le prendo in mano e le dico: “ Fammele guardare queste sciuscelle a cui sono rimasta appesa fino a cinque anni. Ti ricordi quanto le ho succhiate?”

Lei allora mi concede di aiutarla e, inaspettatamente, fra i suoi innumerevoli scatoloni, tira fuori un reggiseno/bustino bianco, molto raffinato.

Le sciuscelle non lo riempiono, ma ci penso io a calibrare le spalline in modo che le coppe abbraccino per bene il petto. Il suo piccolo seno ora è diventato eretto e lei guardandoselo dice: “ Ma io mi vergogno ad andare in giro così.”

“ Ma no mamma, non vedi com’è grazioso e delicato! “

Riprende i suoi lavori ma non è convinta. Più di una volta ripete che prova un senso di vergogna ad esporre tettine così a punta.

Più tardi vado nella mia camera e davanti allo specchio afferro le mie tette questa volta,  le sposto verso l’alto schiacciandole per vedere l' immagine del mio corpo e scopro che la linea del mio busto, coperta da loro, risulta invece sottile.

E così facendo, con lei presente,  dico: “ Vedi, se avessi il seno più piccolo, sembrerei più magra.”

Beh, sai come mi ha risposto? 

 “ Com’t’ vè ‘mment, è quess quell che cont!

("Come ti viene in mente? E’ questo quello che conta!")

Ecco ciò che mia madre, la Santa,  si è lasciato sfuggire.

Compirà novanta anni fra poco. Nel segno del Capricorno.

 

 
 
 

LE PAROLE MENTONO PER SALVARSI

Post n°93 pubblicato il 31 Dicembre 2011 da pacatissima
Foto di pacatissima

 

Miriam sapeva chi era lui perché non era più giovane. Conosceva i trucchi. Avrebbe offerto il meglio. Preparato la strada a cadute morbide e salutari. Introdotto gli inganni, ma solo per far risplendere il suo trono. Conosceva  i segni e i simboli, il modo in cui si uniscono e, tramite loro, sapeva consigliare e rassicurare.

Aveva passato da un soffio i sessantacinque.

Al Bar - questo non c’entra con la trama, ma francamente mi affascina -  le sue amiche si sedevano ogni  giorno e parlavano come se il mondo avesse bisogno dei loro discorsi.

-  Si, mi ha fatto arrabbiare di nuovo –

-   Temo che non sia all’altezza  il tuo ometto, lo potresti schiacciare come una mosca.-

-    Non è mio il problema  -  rispondeva aggrottando le sopracciglia.

Con un gesto della mano la pregava di allontanare la sigaretta che le procurava bruciore agli occhi.

-   Bene, il dovere mi chiama. -

- Come, alle dieci di sera? -

-  Il dovere è sfrontato, amica. Non c’è niente di peggio per rovinarti la vita. Il problema è che nessuna poveraccia può farne a meno. Mi porti il conto, per favore. -

Queste   le ultime parole che pronunciò.

Miriam pensava di poter trovare soluzioni magiche ai suoi problemi. E quando l’età la costrinse a prendere atto  della realtà comune, quella sua mania, coltivata nel tempo, continuò a regalarle soluzioni  inattese. Avrebbe dovuto addentrarsi nel trascurato mondo dell’anima solo per scoprire quanto profondamente le avrebbe potuto cambiare  la vita. Invece  osservava le sue emozioni senza scomporsi più di tanto.

C’è sempre un modo per raccontare una vita.

-   Ti giuro che questa storia non mi fa dormire. –

-  Prendi un foglio , una penna e scrivi:

"Le parole  mentono per salvarsi con il misterioso segreto della lingua umida."

 

 
 
 

La vasca da bagno

Post n°92 pubblicato il 11 Dicembre 2011 da pacatissima
Foto di pacatissima

 

Una vasca da bagno, piccola e molto profonda si è rassegnata all’ambiente in cui si trova. E’ piena d’acqua e sembra attendere qualcuno. Una nebbia leggera la sovrasta. Mi spoglio, quasi senza accorgermene,con l’intenzione di rannicchiarmi lì dentro. So che di là c’è un fuoco che  permetterà di asciugarmi. Sento una voce che conosco non appena mi immergo. Chiudo gli occhi sapendo di essere arrivata.

“E’ molto bello parlarti così, senza vederti e senza farmi vedere. Mi fa quasi piacere non poterti vedere. Sei solo una voce. “

Il modo più profondo di entrare in un essere è quello di ascoltare la sua voce. L’ ho letto da qualche parte.

“Di là ho acceso due candele. Sono lì che illuminano ciò che mi sono premunito di sapere sui tuoi gusti.   

 Il vino, quello rosso sangue, bagnerà il piede di porco erotizzato al mirtillo.

Promettimi di mangiarlo con devozione. Poi continueremo a parlare al  buio. E’ bene non concedere agli occhi troppa luce per permettere un ascolto ignaro. Dove non ci saranno forme a deviare i pensieri, ornandoli di premeditazioni. Mettiti comoda, prendi tutto il tempo che vuoi. Io torno al mio da fare. Non preoccuparti. A dopo.”

Tutto questo mi incoraggia. La comodità che mi offre  può essere data per scontata, ma per me riveste una importanza vitale. La musica che si sprigiona nella stanza svolge la stessa funzione della luce e del calore.

La maggior parte degli uomini trova decisamente più semplice affidarsi a frasi preconfezionate, piuttosto che crearne ogni volta di nuove.

La sua voce invece combatte tra il bisogno di spontaneità  e il desiderio, altrettanto forte , di mantenersi nei confini di ciò che gli è familiare.

I luoghi in cui abitiamo sono un po’ come le punte degli iceberg. Le parti più profonde possono arrivare molto più a fondo delle altitudini. Temo gli abissi, anche se mi attraggono. Devo dire che la vita non ha mai perso il suo mistero dopo tanti anni.  Sono ancora circondata da profonde incertezze.

Cosa c’è da scoprire? Questa è la domanda irresistibile.

Per ora ne conosco il nome, ma non il segreto.

 

 
 
 

LE ANZIANE

Post n°91 pubblicato il 27 Novembre 2011 da pacatissima
Foto di pacatissima

 

Ho una sensazione di potenza dentro.

Mi piacciono le donne. Le anziane. Quelle che l’hanno passata dura e sono sopravvissute, continuando a tirar fuori  forza, creatività, risolutezza.

 Mi sento diventare una di loro. A volte avverto un baluginio nel mio buio, si apre uno spiraglio, esce qualcosa che mi dà forza. Cerco e non so neanche dove…fra le solite cose suppongo… poi stringo in mano qualcosa: la forza, figura estesa, generosa, salda.

Marinella è così. Se guardi nei suoi occhi, La vedi.

Cerco quella luce in ogni donna che incontro. Entro subito in contatto.

 L’altra avverte benissimo che cerco in lei. Il mio sguardo è un amo cui rispondono con la stessa intensità.

La consapevolezza è l’esca viva per farsi vicine. Non si parla di questo, si parla d’altro, ma navighiamo entrambe nei retroscena.

Contemplo la compresenza di realtà diverse, gioco con loro. Creativizzo il momento, l’occasione, l’oggetto.

No. Sinceramente non mi interessano molto, in questo momento, les histoires  d’amour.

Sta venendo fuori qualcosa di nuovo. E' un momento di scoperta, ricco, diverso.

Un quadro coloratissimo su Gianna.

 Colori a tessera che stanno a rappresentare non solo la vitalità che lei emana, ma la silenziosa esplosione dell’impatto fra il suo impeto e il mondo.

La pittura mi piace molto. Sempre

 

 
 
 

DECIFRARE I SEGNI

Post n°88 pubblicato il 10 Novembre 2011 da pacatissima
Foto di pacatissima

 

E’ vero che la vita ti propone cose diverse da quelle che pensi e in queste puoi trovare anche dei piaceri, o scoprire disegni che non avresti immaginato e per questo dunque dovrei essere grata, ma non lo sono.

La mia gratitudine è diversa anch’essa e riguarda la conoscenza.

Ho assaggiato e sto assaggiando un pasto cucinato da altri, e sono stata  anche nutrita, ma non riesco a scegliere a lungo un cibo che continua ad essere pesante.

Mi chiedo e strachiedo se sono i miei limiti, le mie incapacità di digerire, che fanno sì ch’io sia reticente e allora continuo a sperimentare fin quando reggo, cercando di non etichettare, immediatamente e solamente, il comportamento degli altri come assodato, sia nei modi che nei significati che potrebbe  sviscerare qualora io riuscissi a viverlo leggermente. E’ che non sempre ci riesco.

Basta comunque non perdere il filo con il mio centro che ha però bisogno di essere vissuto a lungo per non svanire, per non lasciarsi sopraffare dalle solite messinscena.

 Vorrei riuscire ad inoltrarmi ulteriormente nella comprensione, acquistando il mio potere e  sorridendo agli altri senza farmi boicottare.

Il tempo mi sarà amico?

Se saprò essere fedele a me stessa e ciò non significa, credo, irrigidirsi nelle proprie posizioni, ma riuscire ad avvertire la realtà del proprio battito.

 

 
 

 

 

Il mio silenzio si sta rivelando proficuo e  dirò quando tutto sarà appianato. 

Certe volte non mi meraviglio più, oppure non mi stupisco. Il che è lo stesso. E’ come se non credessi alla sincronicità degli eventi, ai messaggi,eppure continuano a manifestarsi. So questo, lo distinguo da poco, precisamente da due giorni. Ho sentito avanzare verso di me  la determinazione di voler guarire. Prima sentivo un vuoto dentro, che non potevo colmare. Sapevo che dovevo attraversarlo così come si presentava e ogni volta che lo avvertivo, lo riconoscevo come necessario -il patimento-.  Come se non avessi ancora sofferto abbastanza e non mi fossero state  inculcate esperienze rivelatrici. Sapevo di dover procedere.

 Oggi non è cambiato molto da un punto di vista medico, anzi, senza  essere rassicurata dalla certezza di guarire, io So che ce la farò. 

Si, sono tornate.  Gioia, Determinazione, Sicurezza, Forza, Fiducia.  Riverisco il  loro Ritorno e attendo una nuova Luna Piena

Il ritorno è stato  preceduto da due giorni di "rasa al suolo".

Ora è il momento di corciarsi le gonne e salire la montagna danzando.

 Lo so. Tutto questo può sembrare pazzia, delirio, ma che devo dire? Sono felice. Se questa è un'iniziazione, un prosieguo di iniziazione, se ciò che interpreto corrisponde al vero, io non chiedo di più, perché So di guarire.

  Ho appuntato frettolosamente qualcosa dei miei sentori, qualcosa di ciò che attraversa l'anima delle Femmine.

Non so su cosa ci basiamo, ma quella linea, quell'orizzonte certo, invisibile all'occhio e intoccabile, si rivela saldo  ed è quello che mi svela il significato di vivere che più mi aggrada.

 

 

 
 
 

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