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Dato che gli astri sono considerati delle divinità e composte da etere incorruttibile, il Sole e le Stelle non hanno massa, e non seguono alcuna legge di gravità. Nell’antichità, con questo modello, nessuno ha potuto ipotizzare niente di simile ad un Buco Nero. L’oggetto con maggiore peso che si poteva conoscere nell’universo era la terra, non si poteva immaginare qualcosa di più grande o più pesante o più denso, in quanto ci si camminava sopra. Nessuno ha provato ad ipotizzare e sperimentare idealmente qualcosa di superiore a quello che era già evidente nella realtà di tutti i giorni sotto i piedi, come il massimo esistente. In questo modello, Aristotele definisce come la gravità terrestre si manifesta e determina i moti. Il movimento dei corpi corruttibili, in quanto impuri, si dovevano muovere di moto rettilineo dal basso verso l’alto e dall’alto verso il basso. Diversamente da quello che si crede oggi, riteneva che la velocità di caduta fosse proporzionale al peso degli oggetti.
Come non dargli torto, l’esperienza quotidiana ingannava qualsiasi ragionamento, se si lascia cadere una piuma e un martello insieme, è ovvio che la velocità della piuma sia quella più lenta, ma non perché questo dipende dal suo peso ma dall’attrito dell’aria. Ma l’attrito non poteva essere considerato in quanto riteneva che la velocità dipendesse anche dalla densità di un mezzo in cui il corpo si muove, meno denso è il mezzo, più velocemente viaggia il corpo, un oggetto che si sposta nel vuoto viaggia a velocità infinita, costringendolo ad aborrire il nulla e costruire un universo comunque pieno di etere. In un mezzo denso come l'acqua, un corpo più pesante, cade più velocemente di uno più leggero della stessa forma, e ciò indusse Aristotele ad ipotizzare che la velocità di caduta è proporzionale alla massa ed inversamente proporzionale alla densità del mezzo.
Anche se il mondo iperlunare non è soggetto alla gravità terrestre e non presenta alcun moto verso il centro della terra ciò non toglie che non possa muoversi. In quanto divino, il movimento dei cieli era puro, immutabile e perfetto, pertanto doveva geometricamente essere rappresentato dal cerchio, la figura più semplice e perfetta possibile. Il movimento dei cieli, doveva essere circolare anche in quanto non ha né inizio né fine, è sempre uguale a se stesso, quindi eterno e senza mutamenti. Per riuscire ad arrivare a teorizzare un Buco Nero è stato necessario cambiare questo modo di pensare dell’universo degli antichi, trasformare le convinzioni sulle leggi del cosmo e ragionare non più su un piano estetico ma fisico. Uno alla volta vengono fatti cadere i pregiudizi e i paradigmi scientifici di Aristotele, ma purtroppo per questo processo sono occorsi quasi 2000 anni di storia e il maggior nemico del progresso è stata la teologia della chiesa cattolica cristiana che si è opposta con tutte le sue forze e con la forza. Chiunque osasse cambiare qualcosa ed incrinare i modelli teologici poteva rischiare la vita, ma alla fine la pressione delle nuove idee riesce a superare la paura e una nuova coscienza collettiva chiamata "Scienza", subentra all’esigenza estetica teologica.
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