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Un blog creato da PhisicTheory il 17/01/2010

Dalla mia scrivania

Pensieri, idee, riflessioni e teorie sullo studio della fisica.

 
 

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Universo in espansione? Ma siamo sicuri?

Post n°6 pubblicato il 11 Aprile 2010 da PhisicTheory
 

Quanto da me scritto non vuole assolutamente dubitare del lavoro svolto dalla scienza.

Le indicazioni da me suggerite sono il frutto di un lavoro personale degno solo di critica e da non prendere come un annuncio, poichè nulla di quanto citato è avvalorato da dati sperimentali e tantomeno appoggiato da uomini di scienza.

Si sconsiglia di leggere il contenuto di questo post a chi facile a suggestioni e debole di cuore.

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Dalla mia scrivania il caos regna sovrano...ma tra i mille appunti ecco che ritrovo quello che cercavo.

Non mi chiedete il perchè...ma elaborando alcuni miei dati è saltata fuori una cosa a dir poco interessante.

Molto velocemente...e prendetela con le pinze...stando ai miei studi (che comincio a pensare mi porteranno prima o poi alla neuro ) sembrerebbe che l'accelerazione universale non sia come pensiamo, rivolta verso l'espansione, cioè in avanti, bensì rivolta all'indietro...in altre parole stiamo tornando indietro nel tempo, stiamo regredendo nello spazio/tempo.

Le osservazioni danno per certo un aumento della velocità stimata attorno ai 74 km/s Mps, mentre invece in via teorica avremmo dovuto attenderci dalle osservazioni stesse, una diminuizione di tale velocità.

Questo aumento viene giustificato con la presenza della materia oscura, che darebbe alle galassie la forza necessaria per allontanarsi ancora le une dalle altre.

Ora...tornando alle mie stravaganti e azzardate ipotesi, la spiegazione sarebbe un'altra.

La velocità stà aumentando poichè una "sorta di pressione" esistente nel mio modello, viene esercitata sulla materia oscura che porta quest'ultima ad inserirsi fra gli spazi vuoti esistenti tra le galassie. 

La pressione quindi esercitata sulla materia oscura fa si che le osservazioni mostrino due tipi di comportamenti.

Il primo, mostra galassie in allontanamento, mentre il secondo mostra galassie in avvicinamento.

La scienza cosmologica spiega questi due comportamenti con due possibili risposte.

La prima risposta riferita all'allontanamento è data dalla presenza di materia oscura, mentre la seconda risposta riferita all'avvicinamento delle galassie è data dalla loro attrazione gravitazionale.

Francamente e con il dovuto rispetto, ho il timore che nessuna delle due risposte sia giusta.

Le osservazioni dimostrano movimenti anomali e le risposte sono affrettate e poco plausibili, poichè non supportate da nessuna teoria in grado di giustificarne e prevederne il seguito.

L'universo mostra comportamenti regolati a leggi precise, il caso trova poco spazio nella sua dinamica e credo sia uno sbaglio sottovalutare altre possibili risposte.

Tempo, spazio, massa, velocità e quant'altro sono strettamente legati fra loro ed  ogni cosa e evento seguono un ritmo preciso e  determinato.

Le mie ipotesi danno uno spazio finito delimitato in un tempo finito e con un'energia finita...le osservazioni, dal mio punto di vista, dimostrano che stiamo regredendo e non espandendo nello spazio.

Se ciò sarà vero, osservazioni future mostreranno altre anomalie, tra le quali:

-Le misurazioni del grande vuoto presente nella costellazione di Eridano, mostreranno un aumento del suo diametro.

-Alcune se non molte galassie subiranno modifiche alla loro rotta.

-Nuovi asteroidi verranno segnalati in avvicinamento al nostro sistema solare.

-Il nostro sole perderà energia

La domanda che mi sono posto subito dopo è stata:

Se dovesse essere vero, quanto tempo abbiamo?

Stando ai miei calcoli non più di diecimila anni per la fine e non più di cento per pensare a come porvi rimedio.

C'è un rimedio, si...penso sia possibile intervenire, sempre che la mia teoria sia corretta, poichè essa spiega il perchè e il percome avviene questa regressione. 

Qual'è il problema che causa la regressione nello spazio tempo?

Sembrerebbe una stupidaggine, ma è semplicemente dovuta ad un buco nel manto dell'universo, che si troverebbe proprio al centro del grande vuoto della costellazione di Eridano.

Da quel buco il nostro universo si è generato e da quel buco l'universo stà perdendo energia, regredendo.

Il Big Bang ha avuto origine da li ed è lì che stiamo tornando, purtroppo sempre più velocemente.

La buona notizia e che l'uomo voluto nell'universo o dall'universo ha quindi motivo di esistere.

Impedire che il suo universo svanisca.

La brutta notizia è che al momento se tutto ciò fosse vero, abbiamo poco tempo per produrre la tecnologia necessaria a chiudere quel buco.

Non vi allarmate, sicuramente mi sbaglio, sicuramente i miei sono solo calcoli nati da un modello cosmologico non corrispondente a quello reale, sicuramente le mie ipotesi sono completamente errate.

Tuttavia domando:

Siamo veramente sicuri che siamo in espansione?

 

 

 

 
 
 

Interessanti similitudini

Post n°5 pubblicato il 13 Marzo 2010 da PhisicTheory
 

Ultimamente per distrarmi un pò, ho cercato di comprendere la famosa Teoria delle Stringhe.

Affascinante ma complessa, mi ha lasciato con un'infinità di quesiti.

Non tratterò qui l'argomento, poichè non mi ritengo all'altezza tuttavia come titolato, questa teoria ha delle sorprendenti similititudini con i risultati dei miei studi personali.

Ad esempio le stringhe possono essere paragonate ai quanti d'energia emersi nella mia documentazione, e le brane invece possono trovare fratellanza con i livelli del mio HQ.

La teoria delle stringhe giunge a concludere che esistano 11 dimensioni, quindi ben 7 in più di quelle percepibili a noi, escudendo la dimensione del tempo. 

Francamente qui mi sono perso.

La questione delle brane invece, considerate come universi, mi piace, poichè anche nella mia ipotesi gli universi intesi come spazi potenziali di evento, sono presenti.

Il loro numero tuttavia è definito e non infinito, il che vale a dire che nella mia ipotesi gli universi potenzialmene candidati, sarebbero 10^96, ma solo uno d'essi darà vita alla Singolarità gravitazionale mentre ben 10^64 spazi, saranno invece chiamati a formare un unico universo.

Come vedete anche nella mia ipotesi il fascino non manca, mentre quello che invece manca è la complessità matematica.

Una semplicissima maglia tridimensionale potrebbe spiegare il tutto.

Un cubo che inizialmente avrebbe le dimensioni previste dalla lunghezza di Plank troverbbe nella mia ipotesi una giustificazione d'esistenza fisica.

Esso attraverserebbe tre stadi di maturazione o crescita, grazie all'aumento di energia in modo esponenziale, assumendo un aumento del suo volume che partendo da 10^-35m, passerebbe a 10^-3m per poi fermarsi a 10^29m, dimensione in cui troverebbe origine l'universo conosciuto.

La mia ipotesi nel suo complesso si avvicina moltissimo al concetto della teoria delle stringhe, poichè come accennato le stringhe, somigliano moltissimo ai quanti energetici previsti nella mia ipotesi.

Difatti i quark ad esempio sempre secondo il mio studio, sarebbero formati da una coppia di quanti processati e la quantità di quark che potranno derivare da questi quanti sono state definite nel numero di 10, cioè 4 in più di quelli scoperti e inseriti nel modello standard.

Trovare comunque prove a conforto di simili ipotesi, non è cosa semplice, tuttavia lo studio sulla lunghezza d'onda della struttura cubica energetica, pone che a 41,6943870945 Ghz possa trovarsi traccia degli spazi universali prima presenti.

La sonda Plank lavora su quei Ghz, ma non so se è orientata anche su quella precisa frequenza e lunghezza d'onda...chissà.

Bene...ora torno ai miei studi.

Cordialmente

p.s. Ho corretto alcuni dati in seguito a verifiche il 09.04.10...ora dovrebbe andare bene...errare umanum est :)

 

 

 

 

 

 

 
 
 

Tutti a caccia della Materia Oscura...ma c'è un ma.

Post n°4 pubblicato il 20 Febbraio 2010 da PhisicTheory

Rieccomi finalmente qua...è ormai notte fonda...tuttavia la voglia di scrivere due righe non mi manca e per fortuna il tempo l'ho trovato...rubandone un pò al mio sonno sperando di non offendere Morfeo :)

Si fa un gran parlare, scrivere e immaginare l'enigmatica  Materia Oscura.

Potrebbe, dovrebbe...mah chissà...esiste e se esiste...dov'è, cos'è?

Già...esiste?

Dalla mia scrivania emergono alcuni appunti a riguardo...guarda caso :)

Riportano sopratutto domande...domande alle quali in seguito ho dato alcune risposte, domande che comunque mostrano un approcio alla questione tipico del mio "investigare".

Leggo testualmente le parole sottolineate con forza.

" Se la M.O. esiste, perchè non interagisce con la materia barionica ma sopratutto, cosa le permette di essere tale?" 

La questione francamente mi ha dato un bel da fare e anche se ancora restano alcune domande a riguardo, le mie risposte al quesito sono giunte.

Fate attenzione...sono sempre "le mie risposte" e non "Le Risposte".

Quello che tuttavia è emerso, è che per comprendere la Materia Oscura è necessario darle una storia, un passato, un presente e un futuro.

Da dove arriva e come è arrivata?

Cosa l'ha resa tale, trasparente alla luce, intoccabile e invisibile agli occhi nostri e a quelli della tecnologia attuale.

Quale il suo scopo?

Quale il suo destino ultimo?

Domande...domande che si, hanno trovato tra i miei pasticciati fogli intrisi di disegni e a volte di scritti indecifrabili, delle risposte ma saranno le risposte giuste?

Chi lo sà...l'investigazione continua, la Materia Oscura per la mia mente non è più oscura ma visibile, ma quello che ora più mi preme è capirla più a fondo, concretamente, per magari un giorno trovare il modo di vederla...già...vederla.

Per i più curiosi dirò che essa non è visibile perchè le nubi che compone in maniera disordinata e di dimensioni diverse, sono composte da quanti talmente piccoli da riuscire ad attraversare persino una particella piccolissima conosciuta con il nome di quark, senza che esso se ne accorga.

Questa, è seconde me la ragione per la quale essa è invisibile e intoccabile.

I quanti che compongono la M.O. sempre secondo il mio punto di vista, sono quindi, quanti "primordiali non processati", quanti che non hanno subito in altre parole, un processo di evoluzione, evoluzione che ha permesso invece la realizzazione delle particelle barioniche.

Se tutto ciò corrispondesse al vero..beh allora credo che sarà possibile probabilmente anche capire come individuarla, scovarla.

Chissà...

Bene...per ora mi fermo qua.

Notte a tutti :)

Cordialmente

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 

Quando la Singolarità gravitazionale comincia a generarsi.

In assenza di altre domande, proseguo il mio monologo sempre circondato dalle mie innumerevoli care carte.

Avevo accennato alla costituzione di una linea evento e gli ho dato una misura fisica metrica, ma ancora non gli ho dato una caratteristica.

Quindi che cosa sarebbe mai questa linea evento?

Semplicemente una linea che si muove come un'onda che quindi ha carattere ondulatorio, una semplice linea d'energia che alle sue stremità, nella prossimità del nulla e cioè allo 0°K  si potrebbe disintegrare,cosa che però non avviene per un fenomeno da me chiamato, effetto di rottura dello spazio allo zero Kelvin.

Questo fenomeno alquanto bizzarro e per un certo senso paradossale offre eterna vita o esistenza alla linea evento.

Un fenomeno meccanico naturale di rottura che interviene quando la linea nei suoi estemi, diciamo, tocca lo 0°K.

In parole povere, una linea è formata da punti...il primo e l'ultimo punto per intenderci toccano lo zero kelvin che come sappiamo è un limite irraggiungibile poichè lederebbe un principio della termodinamica e inoltre il princiio di indeterminazione di Heisembegh che a giusta ragione sostiene l'impossibilità di una qualsiasi particella o forma energetica di potersi fermare, poichè se così fosse, essa sarebbe esattamente rilevabile.

Sarà quindi proprio questa indeterminazione a salvare la linea evento, attraverso il meccanismo di rottura che avviene o meglio avverrebbe per mantenere l'energia minima atta a garantire vita alla linea evento.

Il meccanismo è semplice...il punto come detto, entra in contatto con lo 0°K ma anzichè esserne inghiottito o azzerato, esso si rompe...questa rottura spontanea spezzerebbe il legame energetico che lega i punti gli uni agli altri...sarà quindi questa rottura a innescare il fenomeno che rigenerazione energetica, permettendo al punto di ripristinarsi nella sua posizione original, mantenendo quindi stabile e continuativa la vita della linea stessa.

In questo modo naturale e spontaneo la linea degli eventi può cominciare a unirsi ad altre linee evento per generare li prime linee binarie, linee che nella loro formazione e aggregazione porteranno alla creazione di uno spazio cubico, spazio nel quale la Singolarità sembra aver trovato origine.

Le mie scartoffie i miei appunti, i miei disegni descrivono un Habitat meravigliosamente semplice e ben costruito, un ente capace di dare origine alla Singolarità gravitazionale e via al Big Bang, un ente che tutt'ora ci avvolge e ci ospita.

Un modo il mio, di comprendere e identificare, l'Incompresa Sconosciuta Natura. 

 

 
 
 

Singolarità si, singolarità no?

Post n°2 pubblicato il 17 Gennaio 2010 da PhisicTheory
 

La più tra le accreditate teorie è sicuramente quella del Big Bang.

Tuttavia la Singolarità non trova in quella teoria, giustizia.

Alle domande cos'è e da dove proviene o come si è costituita, non vi è risposta.

Il quesito non è mica male, non trovate?

Vediamo allora di tentare una soluzione.

Per farlo però avremo bisogno di abbattere alcuni muri della letteratura scientifica che ci separano o meglio, impediscono di poter lavorare a 360°.

Il primo muro è quello dello spazio.

Dobbiamo fare uno sforzo e immaginare la possibilità che esistano spazi diversi da quelli che fisicamente intendiamo e cioè dobbiamo staccarci dall'idea che l'universo sia l'unico spazio possibile e pensabile.

Se quindi cominciamo a guardare al di là del nostro naso, potremo accettare l'idea che se la singolarità è veramente esistita, allora essa si è generata in qualche modo e di conseguenza in qualche spazio a noi sconosciuto che non è per l'appunto l'universo stesso, poichè prima era solo singolarità.

Ora però questo ragionamento ci porta alla domanda che lo precedeva, che è:

"...ma allora questa Singolarità c'è stata o non c'è stata?"

Per rispondere però dobbiamo cercare di capire se la sua esistenza sarebbe stata possibile, o meglio dobbiamo capire se esiste un modo teorico che ne permetterebbe la nascita.

Sembrerebbe un gioco di parole, tuttavia sono proprio queste due domande, l'una che rincorre l'altra a  fornire un unica risposta.

Creiamo quindi uno spazio a noi sconosciuto e vediamo di vedere i suoi comportamenti...osservandolo potremo capire se e come, un'ipotetica singolarità avrebbe la possibilità di originarsi o meno.

Per creare questo spazio abbiamo bisogno di conferirgli dimensione e caratteristica.

Max Plank viene in nostro soccorso aprendoci la strada.

La Tp descritta in 1,41678570996 x 10^32 °K non è semplicemente la massima temperatura oltre la quale nulla avrebbe valenza fisica, poichè anche l'energia evaporerebbe, ma è molto di più.

Così come lo 0°K descrive il termine d'esistenza dell'energia nel senso opposto.

La Tp quindi limita un evento in un senso, mentre lo 0°K lo limita nell'altro.

Cosa otteniamo quindi?

Otteniamo una linea evento definita entro i valori limite di Plank e Kelvin.

Possiamo quindi teorizzare che, perchè un qualsiasi evento abbia origine esso deve essere compreso entro questa linea.

Con questi semplici passi abbiamo costruito i limiti del nostro nuovo spazio.

Ora, questa linea degli eventi però manca di qualcosa, cioè manca di caratteristica e di misurazione metrica.

Poniamo alla linea, valore 1.

Dividiamo questo valore per la Tp e otteniamo le frazioni in °K che compongono la linea.

Queste frazioni identificano una parte minima dell'evento in gradi che ora quindi andremo a moltiplicare per la lungheza minima di Plank.

Otterremo così la lunghezza della frazione evento, che come esponente per velocità di scrittura indichiamo come 10^-67

A questo punto teorizzata la misura della frazione... rimoltiplicando per il numero delle frazioni inicate da Tp, troviamo la misura esatta della linea evento che corrisponde ovviamente, alla lunghezza di Plank.

Qualcuno potrebbe dire che ho fatto il gioco delle tre carte, ma non è così.

Max Plank sostenendo la misura minima della lunghezza e la misura massima della temperatura, non immaginava che sotto questi due dati si potessero nascondere le misure dello spazio sconosciuto.

Attraverso questa linea evento è possibile costruire un Habitat Quantico, atto ad ospitare non solo la nascita della Singolarità ma anche l'universo intero.

Bene...per ora mi fermo qui.

Attendo i vostri commenti.

Cordialmente

 

 

 
 
 
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