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Grazie alla misura effettuata nei giorni scorsi mi sono ricavato l’esatta posizione del Monte Forato dal Duomo di Barga. Questo mi serve per poter capire e simulare attentamente a quali giorni si può osservare il fenomeno astronomico e poter organizzare altre indagini sul posto con la certezza di non partire a vuoto. Analizzando con un simulatore del cielo la posizione del Sole al tramonto sul monte forato, di anno in anno si può constatare come la stella non si trova sempre nella stessa direzione ma è presente una deriva che rende apparentemente caotica la sua ubicazione. Vediamo di capire esattamente cosa succede. A causa del moto di rivoluzione della terra e dell’inclinazione dell’Asse terrestre, rispetto al piano dell’eclittica, la direzione dove tramonta e sorge il sole deriva sull’orizzonte. L’escursione della direzione massima a Nord coincide con il Solstizio d’Estate e la massima escursione nella direzione a Sud con il Solstizio di Inverno. A metà percorso ci troviamo l’esatta direzione Est geografica all’alba e l’esatta direzione Ovest al tramonto durante i due equinozi. Questo comporta che ogni giorno osserviamo sempre una posizione diversa del Sole, ma nel suo moto ci troviamo un’oscillazione periodica annuale, delimitata dai Solstizi, che coincide con il ciclo di rivoluzione della Terra intorno al Sole e pertanto ogni anno vediamo lo stesso moto con lo stesso ritmo come se fosse un pendolo di un orologio. Se ogni anno si ripetessero esattamente le stesse condizioni, ci aspetteremmo il Sole sempre nella stessa posizione nello stesso giorno di calendario, ma purtroppo non è così! La nostra vita e di conseguenza la nostra osservazione del tramonto è scandita da un ritmo dello scorrere del tempo che dipende dal moto di rotazione della Terra. Se detta rotazione fosse un esatto sottomultiplo del moto di rivoluzione, tutte le previsioni astronomiche e di calendario sarebbero semplificate, purtroppo tale coincidenza non esiste e sarebbe stata una combinazione veramente particolare. Nello stesso tempo che la terra compie un giro di Rivoluzione attorno al Sole, effettua 365,2422 rotazioni intorno al suo asse (Anno Tropico Medio: 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi). Se le rotazioni fossero solo 365 non si avrebbe alcun problema, gli Egiziani ci provarono ad adottare un anno di calendario di soli 365 giorni ma le stagioni slittavano di 1 giorno ogni 4 anni ed è per tale motivo che questo tipo di calendario è stato soprannominato “Anno Vago”.
Al tempo dell’Impero Romano, per ovviare a tale inconveniente, si adottò lo stratagemma dell’anno bisestile: agli anni "normali" di 365 giorni si intercalarono anni "bisestili" di 366 giorni. Tale calendario prende il nome di “Calendario Giuliano”, in quanto, pur elaborato dall'astronomo greco Sosigene di Alessandria, fu promulgato da Giulio Cesare nel 46 a.C. Con questo metodo l’errore si spostò da 1 giorno ogni 4 anni a circa 128 anni. Avendo portato l’errore ad oltre un secolo si pensò di aver risolto per un bel pezzo il problema del calendario. In effetti fu così, ma i secoli un po’ alla volta sono passati e l’errore sulle stagioni, aumentando, cominciò a farsi sentire. Altre modifiche al calendario nascono da un’esigenza teologica Cristiana promulgata con il Concilio di Nicea del 325 d.C che stabiliva il giorno di Pasqua come la domenica successiva alla prima luna piena dopo l'Equinozio di Primavera. Nel 1500 l’errore era di circa 10 giorni in ritardo e con il passare di altri secoli avremmo celebrato la Pasqua in estate. Per correggere e allontanare il problema, Papa Gregorio XIII dopo aver istituito una commissione astronomica, nel 1582 promulgò la “Bolla Papale Inter Gravissimas” che modificava le regole dell’anno bisestile del Calendario Giuliano. In onore a tale perfezionamento il calendario oggi viene identificato come il “Calendario Gregoriano”. Secondo il nuovo metodo, gli anni la cui numerazione è multipla di 100 sono bisestili soltanto se, sono anche multipli di 400. Con questo stratagemma l’anno tropico medio calendariale diventa di 365,2425 giorni con un errore di circa 0,0003g all’anno portando l’imprecisione da 1 giorno ogni 128 a circa 3330 anni.
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