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Post N° 72

Post n°72 pubblicato il 11 Ottobre 2006 da aurora.europea
 

'Casa Italia' sotto sgombero, caos in via Boccea

Lo stabile, abbandonato da 24 anni e occupato da due, è stato messo sotto sequestro dalle forze dell'ordine. Tra gli abitanti, due donne incinta e sei bambini. Momenti di tensione, urla e pianti. Traffico bloccato e barricate

Roma, 11 ottobre 2006 - 'Casa Italia' è sotto sgombero, in seguito al provvedimento di sequestro cautelativo richiesto dal proprietario dell'edificio. Militanti del centro sociale Casa Pound, insieme ai residenti, hanno tentato di fermare l'attività di polizia e carabinieri, sventolando bandiere italiane e bloccando il traffico. Non sono mancati momenti di tensione: con urla e pianti si cerca di occupare la sede stradale. Zaini, biciclette e oggetti personali a fare da barricate.
Le proteste non sono però servite a bloccare lo sfratto. Così, dopo che la via è stata liberata dall'assedio, i militanti di Casa Pound hanno occupato l'aula consiliare del XVIII municipio in via Aurelia prendendo posto tra i banchi dei consiglieri.

Lo stabile di via Boccea, abbandonato da 24 anni e occupato da due, era abitato da sette nuclei familiari, tra cui due donne incinta e sei bambini. L'irruzione delle forze dell'ordine, secondo gli occupanti, sarebbe avvenuta senza preavviso e con modalità piuttosto dure. "Dopo aver suonato e non aver ricevuto risposta - ha raccontato Giampiero Cherchi, responsabile dell'occupazione e residente nello stabile - la polizia in assetto antisommossa ha sfondato le porte di alcuni appartamenti".

"Abbiamo qui la residenza, paghiamo le bollette e la tassa sui rifiuti - prosegue Cherchi - E' piuttosto singolare che oggi sia richiesto un sequestro cautelativo".
"È inaccettabile che mi separino da mia moglie e da mio figlio - ha aggiunto uno dei residenti - non so neanche in quale centro di accoglienza li porteranno. È uno sgombero politico: sgomberano quelli di sinistra soltanto dopo aver trovato una soluzione, mentre buttano noi in mezzo a una strada senza pensare al futuro dei bambini e delle famiglie".

Insieme ai manifestanti, il capogruppo di An al XIX Benito Peri e il segretario provinciale della Fiamma Tricolore Giuliano Castellino. "È assurdo che a Roma, che si vanta di essere la città dei diritti - ha detto Peri - sia violato così palesemente il diritto costituzionale alla casa. Insieme al consigliere Federico Guidi mi sto adoperando con il gabinetto del sindaco per trovare un'alternativa umana per queste famiglie, che almeno non smembri i nuclei familiari". Gli abitanti hanno ottenuto, grazie alla mediazione del consigliere comunale di An Luca Gramazio, con la sorveglianza della polizia, di poter rientrare negli appartamenti il tempo necessario per prendere gli effetti necessari di prima occorrenza
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http://redazione.romaone.it/4Daction...D=79327&doc=si

 
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