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Post n°65 pubblicato il 12 Gennaio 2006 da alfasica
IL PEZZO DI CORALLO Ricordo la sapienza della scabra sabbia illimitata intorno E il leggero schiacciamento dei pesci fendenti, Pesci crudi dentro mia scena primaria e il loro muoversi astratto. La retta limpida passare, la variazione della luce a immersione, Un grande soffitto che libera piccole onde specchiate L’andamento del silenzio profondo e il colore blu. E ricordo il mio scomparire come un battesimo d’aria In un attimo l’aprirsi del cielo massimo. E il vento, un luogo come una narice di conchiglia. Qualcuno che mi appoggiò su questo tavolo. Ricordo la mia ossidazione, spontanea e liberatoria Spezzare la compattezza e il tempo, ricordo la mia fissità. Ricordo le mie braccia, uguali a me stesso stratificarsi, la polvere. La mia forma rossa come una pietra di fuoco. Ricordo le note di Bach ritornare, una lampada accesa E una collana di vecchie braccia appoggiata.
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