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Post n°70 pubblicato il 16 Gennaio 2006 da alfasica
LA STANZA PROFONDA E’ il disordine di questa stanza che non mi fa pensare È quella piccola abat-jour sempre accesa, la notte, il giorno Questo pavimento freddo un marmo bianco che non mi fa sdraiare È quella sedia di legno sempre vuota, è quella scrivania bianca Sono i posacenere pieni per le stanze che non mi fanno pensare Le tende annodate con le tapparelle sempre giù (e più giù le tapparelle) E’ la tazza di caffè che non mi fa posare, ceramica con il fondo pieno E tutti quegli anelli scuri sul mio comodino, bruciate le carte argento Quell’armadio ha le ante chiuse da cinque giorni -o forse più - Quell’armadio ha le ante chiuse sulle divise di profilo nelle croci _Chi sono oggi? Anche oggi sono colei che non vuole interrogare Sopra l’armadio il cappotto vuoto è appeso - forse da cinque giorni - E’ il libro sul comodino che non mi fa parlare, carta con il fondo pieno I triangoli rovesciati sulle pagine, le carte argento Sono i soffitti vuoti per le stanze che non mi fanno pensare I lampadari pendenti con le lampadine svitate (e più in giù le lampadine) Questo corridoio freddo un muro bianco che non mi fa passare E’ quella sedia di metallo sempre vuota, è quella tavola sparecchiata E’ il disordine di questa stanza che non mi fa pensare E giorno, notte, quella piccola abat-jour sempre accesa. |
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