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INSETTI
Attanaglia il forcipe morbida testa rossa
scuotendo ossa sconquassa.
Lei trapassata.
Un nodo di carne
malloppo sodo,
lava alla fonte
da gettare nel cratere.
Lei felice,
il pidocchio delle erbe tra le braccia
è suo.
Tropismo inevitabile.
Nato pronto a infestare
ruderi ctonici.
Unghiette di lama a scostare la pelle,
ritornarle dentro;
un bozzolo.
-Lui, ministero della procreazione-
Lei piegata,
con la gobba sulla schiena,
un alveare brulicante.
Lei polline.
-esige gonadi fresche-
Lei miele.
-esige nuove lingue-
Albero nero senza pelle
pulsa a ignezione.
Lei petrolio.
-esige forza eterna-
Lei città,
con dita di grattaceli
chiude il pugno addormentata.
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