« (cercando nell'acqua) | ALFASIA 031- (lettere intime) » |
LE SFERE DI CERAMICA
Abbiamo corpi lucidamente morbosi.
Abbiamo sinistre zone latenti che si incurvano in estensioni oscure.
Siamo deboli, non riusciamo ancora a respingere la nostra lisergica sudditanza,
Scivoliamo su noi stesse come celle lattee perfettamente lisce.
Il tocco delle nostre pelli propagano estasi di una fredda liquidezza intuitiva
Quando alternate ci sillabiamo scansioni armoniche di una perfezione criminale.
Sempre compostamente in anticipo sulle probabilità del controllo deceleriamo al contatto.
Manteniamo la diabolica sospensione inibitoria con l’incanto di epicuree pietrificazioni,
Continuiamo fisse un’equidistanza catartica eseguendo ermetiche rotazioni inverse.
Sono le incessanti intersezioni dei nostri moti che sembrano comporre queste preghiere.
Da quanto ci continuiamo a trascinare in narcotiche sequenze anellari.
A ritroso verso il nostro ordine non riusciamo a schiudere la nostra sciocca teoria.
Come capsule lapidee che chiudono con pesantezza il loro volere narcisistico,
Come perle lunarie che esercitano basse la loro sadica attrazione alla terra,
Noi ci cerchiamo escludendoci con l’andamento del sonno notturno
E rimaniamo due marmi trascendenti.
ULTIMI COMMENTI
Inviato da: cassetta2
il 17/08/2021 alle 20:44
Inviato da: alfasica
il 04/12/2011 alle 14:07
Inviato da: dissolvenza2010
il 28/10/2011 alle 12:48
Inviato da: BENNIE
il 29/04/2009 alle 18:16
Inviato da: GUADALUPE
il 29/04/2009 alle 18:15