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UGOLA SALATA
Silenziosa, inleiata e divina
Inabissata da decadi di incudini.
Sclerotizzato da cristalli del tempo,
Scaglia a scaglia, sui suoi capelli coperti
Velo di sale eroso dal dito d’ago,
Spaccaghiaggio dalla punta di specchio.
Santa, silenziosa e pulita
Sbordando acque di stagni,
Onde equalizzate trascinate da teste di vergini,
Voci esterne alte come spigoli, come mani sul corpo instancabili.
Interlinee di bitume colano nel timpano otturato
Incantando il sonno nella sua forma di cono.
Dentro, pesci palla aperti secchi, sbruffando come geiger furiosi,
Ruote d’ossa acuminate rotando alzano le nebbie gialle dei soli urlanti.
Ssplasch, bicchiere di thè caldo,
Splasch, magdalene bagnata,
Il condominio intero, splaschh.
Meschina l'acqua spruzza sguardi di catrame,
Ingoia disperde nei pozzi neri di pupille.
Splasch,
Liquefatto come benzina,
Sento l’odore acuto di nafta tra gli occhi.
: si carica le pietre fredde,
Adesso è pazza nella sua casa nuova,
Nel giardino del nosocomio raccoglie fiori recisi,
Scheletro di una rosa magra nella fila,
Rosa ghiacciata nel suo stelo orgogliosa
Soffia sulle mani di verità repulsa,
Vacuità innaffiata d’argento ogni giorno parlando.
Diaframmi di sapone chiudono il suo alito caldo
Che le parole graffiano come punte di diamante,
Timorosi e pesanti pianeti d’alito
Senza orbita tra le corsie si appoggiano al suo braccio peloso,
Gemme di vento sulfureo da portare a passeggio
Da riporre ogni giorno nel portauova bianco
Come capsule dense d’oblio e memorie
Pesanti e neri intuiti.
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