Creato da boboteacher il 06/01/2008

Boboblog

"Non permettere mai a nessuno di dirti che non sai fare qualcosa: se vuoi qualcosa, vai e inseguila; se hai un sogno, lo devi proteggere. Non permettere a nessuno di dirti che quello che desideri è irraggiungibile: se hai un sogno, devi difenderlo; se vuoi qualcosa, vai e prenditela. Punto!"

 

 

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"SI, POSSIAMO FARCELA !!!"

Post n°94 pubblicato il 05 Novembre 2008 da boboteacher
 

E' passato ormai più di un mese dall'ultima volta che ho scritto un post sul mio blog:
la stanchezza, la pigrizia, l'apatia del solito, mediocre tran tran quotidiano hanno a lungo prevalso in me; non avevo granchè voglia di scrivere, di condividere pensieri, sensazioni, esperienze...non avevo semplicemente voglia di riflettere ad alta voce.
Forse ci voleva una "scossa", un evento improvviso e importante che mi stimolasse ad uscire dal mio silenzio, che mi spingesse nuovamente a dire la mia.
Ho atteso questa scossa pazientemente: oggi, finalmente, credo sia il giorno giusto per parlare.
Quella di oggi una data storica...il mondo ha assistito ad un cambiamento epocale: Barak Obama sarà il primo presidente nero nella storia degli USA.
Non sono un fan sfegatato dell'America e dei suoi atteggiamenti e stili di vita...nè m'interessa far politica. Tuttavia, credo sia innegabile che la storia di questo grande paese influenzi sempre, nel bene e nel male, e in maniera determinante, la vita e la storia del mondo intero...probabilmente la vita e la storia di ognuno di noi.
La vittoria di Obama ha tanti significati, ma, fondamentalmente, penso voglia dire una cosa molto semplice: "uniti", si può sempre cambiare la storia di un popolo e di una nazione, perchè, credendoci, anche i sogni più impensabili possano diventare realtà.
Forse è anche questo il senso più vero del fare politica: impegnarsi per realizzare dei cambiamenti, per "realizzare dei sogni". Obama incarna la bellezza di un sogno...la neecessità di un impegno...la bellezza di una svolta...uno stimolo, un esempio...per gli americani...per tutti.
L'America di Obama potrebbe essere una grande illusione o l'inizio di un mondo diverso: mi piace pensare che sia l'inizio del mondo che sogno...quello che vorrei. Io oggi ci voglio credere. Ne ho bisogno...forse tutti ne abbiamo un pò bisogno !!!

Dal primo discorso, da "presidente" degli USA, di Obama.
"Se là fuori c'è ancora qualcuno che dubita che l'America sia
un luogo dove tutto è possibile, che ancora si chiede se il sogno dei nostri
Fondatori sia vivo nella nostra epoca, che ancora mette in dubbio la forza
della nostra democrazia, questa notte è la vostra risposta. È la risposta data dalle file di elettori che si estendevano intorno alle
scuole e alle chiese, file mai viste prima da questa nazione, è la risposta che
hanno dato le persone che hanno aspettato tre, quattro ore, molti per la prima
volta in vita loro, perché erano convinti che questa volta doveva essere
diverso, che la loro voce poteva fare la differenza. È la risposta pronunciata da giovani e vecchi, ricchi e poveri, democratici e
repubblicani, neri, bianchi, ispanici, asiatici, nativi americani, gay, etero,
disabili e non disabili: americani che hanno inviato al mondo il messaggio che
noi non siamo mai stati semplicemente un insieme di individui o un insieme di
Stati rossi [Repubblicani] e Stati blu [Democratici]: noi siamo e saremo sempre
gli Stati Uniti d'America. È la risposta che ha spinto quelli che per tanto tempo, da tanta gente, si sono
sentiti dire che dovevano essere cinici, spaventati, scettici su quello che
possiamo fare, sulla possibilità di mettere le mani sul corso della storia e
piegarlo in direzione della speranza di un giorno migliore. Ci ha messo molto
ad arrivare, ma questa notte, grazie a quello che abbiamo fatto in questa
giornata, in queste elezioni, in questo momento storico, il cambiamento è
arrivato in America. Non dimenticherò mai a chi appartiene veramente questa
vittoria. Appartiene a voi. Appartiene a voi.Non sono mai stato il candidato più probabile per questo incarico. Quando
abbiamo cominciato avevamo pochi soldi e pochi appoggi. La nostra campagna non
è stata architettata nei corridoi di Washington…è stata costruita da lavoratori
e lavoratrici che hanno attinto ai loro magri risparmi per versare 5, 10, 20
dollari per la causa. È diventata forte grazie ai giovani che hanno rigettato
il mito dell'apatia della loro generazione, che hanno lasciato le loro case e
le loro famiglie per fare lavori che promettevano pochi soldi e poche ore di
sonno. Ha attinto forza da quelle persone non più così giovani che hanno
sfidato il freddo pungente e il caldo soffocante per andare a bussare alla
porta di perfetti estranei, e da quei milioni di americani che hanno lavorato
come volontari e hanno coordinato, e che hanno dimostrato, più di due secoli
dopo, che un governo del popolo, dal popolo e per il popolo è ancora possibile.
Questa è la vostra vittoria. Io so che non avete fatto tutto questo solo per vincere
un'elezione, e so che non lo avete fatto per me. Lo avete fatto perché siete
consapevoli dell'enormità del compito che abbiamo davanti. Perché anche se
stanotte festeggiamo, siamo consapevoli che sfide che ci aspettano saranno le
più impegnative della nostra vita: due guerre, un pianeta in pericolo, la
peggiore crisi finanziaria da un secolo a questa parte. Anche mentre stiamo qui
stanotte, sappiamo che ci sono americani coraggiosi che percorrono i deserti
dell'Iraq e le montagne dell'Afghanistan rischiando la loro vita per noi. Ci
sono madri e padri che rimangono svegli dopo che i loro figli sono andati a
dormire e si domandano come riusciranno a rimborsare il mutuo, a pagare i conti
dei medici o a risparmiare abbastanza per poter mandare i figli all'università. Ci sono nuove energie da radunare, nuovi posti di lavoro da creare, nuove
scuole da costruire e minacce da affrontare, alleanze da risanare. La strada che ci aspetta sarà lunga. La pendenza sarà ripida. Forse non ci
arriveremo in un anno e nemmeno nell'arco di un mandato, ma, America, io non
sono mai stato tanto fiducioso come questa notte che ci arriveremo. Ve lo
prometto: noi, come popolo, ci arriveremo. Ci saranno ostacoli e false partenze. Molti non concorderanno con tutte le
decisioni che prenderò come presidente, e sappiamo che il governo non può
risolvere ogni problema. Ma io sarò sempre sincero con voi sulle sfide che
dovremo affrontare. Vi starò a sentire, specialmente quando non saremo
d'accordo. E soprattutto vi chiederò di prendere parte all'opera di
ricostruzione di questa nazione nell'unico modo che l'America abbia mai
conosciuto nei suoi 221 anni di storia: una casa sull'altra, un mattone
sull'altro, una mano incallita dalla fatica sull'altra. Quello che è cominciato 21 mesi fa in pieno inverno non può finire in questa
notte d'autunno. Questa vittoria da sola non rappresenta il cambiamento che
cerchiamo: è soltanto l'occasione per noi di realizzare quel cambiamento. E questo non accadrà se torneremo a com'erano le cose un tempo. Non accadrà
senza di voi, senza un nuovo spirito di servizio, un nuovo spirito di sacrificio.
E allora creiamo un nuovo spirito di patriottismo, di responsabilità, dove
ognuno di noi decide di buttarsi nella mischia e impegnarsi di più, e di
occuparci non solo di noi stessi ma gli uni degli altri. Ricordiamoci che se questa crisi finanziaria ci ha insegnato qualcosa, questo
qualcosa è che Wall Street, la grande finanza, non può prosperare se Main
Street, l'uomo della strada, patisce. In questo paese, ci alziamo o cadiamo
come un'unica nazione: come un unico popolo. Resistiamo alla tentazione di ricadere nella vecchia faziosità, meschineria e
immaturità che avvelena da così tanto tempo la nostra vita politica. Ricordiamo
che fu un uomo di questo Stato il primo a portare il Partito repubblicano alla
Casa Bianca, un partito fondato sui valori della fiducia nei propri mezzi,
della libertà individuale e dell'unità nazionale. Questi sono valori che tutti
condividiamo. E se questa notte il Partito democratico ha riportato una grande
vittoria, lo facciamo con una parte di umiltà e con la determinazione a sanare
le fratture che hanno ostacolato il nostro progresso. Come disse Lincoln a una nazione molto più divisa della nostra: «Noi non siamo
nemici, ma amici: la passione può aver messo a dura prova i nostri legami, ma
non deve spezzarli». E a quegli americani di cui ancora devo conquistarmi il
sostegno dico: stanotte non ho conquistato il vostro voto, ma ascolto la vostra
voce, ho bisogno del vostro aiuto e sarò anche il vostro presidente. E a tutti coloro che stanotte ci stanno guardando da altri paesi, da regge e
parlamenti fino a coloro che stanno stretti intorno a una radio negli angoli
più dimenticati del pianeta, dico: le nostre storie sono individuali, ma il
nostro destino è comune e una nuova alba di leadership americana è a portata di
mano. A coloro che vorrebbero distruggere il mondo dico: noi vi sconfiggeremo.
A coloro che cercano pace e sicurezza dico: noi vi sosterremo. E a tutti coloro
che si sono chiesti se il faro dell'America splende ancora come un tempo dico:
questa notte vi abbiamo dimostrato una volta di più che la vera forza della
nostra nazione non nasce dalla potenza delle nostre armi o dalla protata della
nostra ricchezza, ma dalla forza costante dei nostri ideali: democrazia,
libertà, opportunità e invincibile speranza. Questo è il vero talento dell'America, il fatto che l'America può cambiare. La
nostra unione può essere perfezionata. E quello che abbiamo già ottenuto ci dà
speranza per quello che possiamo e dobbiamo ottenere domani. In queste elezioni ci sono state molte novità assolute e molte storie che
verranno raccontate per generazioni e generazioni. Ma una storia che ho in
mente stanotte è quella di una donna che è andata a votare ad Atlanta.
Assomiglia in tutto e per tutto ai milioni di altri individui che si sono messi
in fila per far sentire la loro voce in queste elezioni, tranne che per un
aspetto: Ann Nixon Cooper ha 106 anni. Ann Nixon Cooper è nata appena una generazione dopo la fine
della schiavitù: un'epoca in cui non c'erano macchine per le strade o aerei nei
cieli; un'epoca in cui una come lei non poteva votare per due ragioni, perché
era una donna e per il colore della sua pelle. E questa notte penso a tutto
quello che ha visto nel corso del secolo che ha vissuto in America: l'angoscia
e la speranza, la lotta e il progresso, i tempi in cui ci dicevano che non
potevamo farcela e le persone che hanno tirato avanti fondandosi su quella
professione di fede americana: «Sì, possiamo farcela». In un'epoca in cui la voce delle donne veniva messa a tacere e le loro speranze
venivano ignorate, Ann Nixon Cooper è vissuta per vedere le donne battersi per
i propri diritti, far sentire la propria voce e ottenere il voto. Sì, possiamo
farcela. Un uomo è atterrato sulla Luna, un muro è crollato a
Berlino, un mondo è stato collegato dalla nostra scienza e dalla nostra
immaginazione. E quest'anno, in queste elezioni, Ann Nixon Cooper ha messo un
dito su uno schermo e ha votato, perché dopo 106 anni in America, attraverso i
momenti migliori e le ore più cupe, lei sa che l'America può cambiare. Sì, possiamo farcela. Americani, abbiamo fatto tanta strada. Abbiamo visto tante cose. Ma c'è ancora
moltissimo da fare. Perciò questa notte domandiamoci: se i nostri figli
dovessero vivere tanto da vedere il prossimo secolo, se le mie figlie dovessero
essere tanto fortunate da vivere tanto a lungo quanto Ann Nixon Cooper, quale
cambiamento vedranno? Quali progressi avremo realizzato? Questa è la nostra occasione per rispondere a questo appello. Questo è il
nostro momento. Questa è la nostra epoca: per rimettere la nostra gente al
lavoro e aprire porte di opportunità per i nostri bambini; per riportare la
prosperità e promuovere la causa della pace; per rivendicare il sogno americano
e riaffermare quella verità fondamentale, che da molti siamo uno; che finché
avremo vita avremo speranza: e quando ci troveremo di fronte al cinismo e al
dubbio, e a quelli che ci dicono che non ce la possiamo fare, noi risponderemo
con quella professione di fede immortale che riassume lo spirito di un popolo:
sì, possiamo farcela !!!"

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TRE COSE CHE MI CARATTERIZZANO:









 

LA MIA FILOSOFIA DI VITA:

 

IL MIO DISCORSO:

Discorso di Gianfelice Facchetti per la festa del centenario della F.C. INTERNAZIONALE Milano:

Hanno scelto per noi, i colori del cielo e della notte,Sono passati 100 anni e li ringraziamo ancora,
per aver fondato l'INTERNAZIONALE FOOTBALL CLUB.

Era la sera del 9 Marzo 1908, erano poco più di 40,
oggi siamo milioni.
Si radunarono nel cuore di Milano, presso il ristorante l'Orologio.
Erano ribelli e avevano un sogno:
dare la possibilità a tutti, italiani e stranieri,
di giocare a calcio per la stessa bandiera,
NEROAZZURRA.

Sono passati 100 anni da quella sera,
100 anni di passione, di bellezza, 100 anni di attese, di fantasie,
100 anni di sfide, di vittorie e di orgoglio, di TANTISSIMO ORGOGLIO

Questa è la notte della memoria, e la notte del futuro,
del filo che unisce i campioni di ieri, di oggi e di domani.

E' la notte che sognavano in quel lontano 9 Marzo,
e che noi regaliamo ai nostri bambini.
E' la notte di tutti gli interisti, piccoli e grandi, vicini e lontani.

Per 100 di questi giorni, per 100 di queste emozioni,
per sempre, solo INTER.

Con i colori del cielo della notte,
infinito amore, ETERNA SQUADRA MIA.

 

LA MIA CITTA':

 

LA MIA FAMIGLIA:

 

LA MIA SORELLINA:

"In un angolino del tuo cuore, dietro ad una porticina, si nasconde un angioletto che ti vuole moltissimo bene. Prova a guardare... apri la porta... Ecco, mi vedi?"


 
 

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