LOGOS
Proviamo a comunicare, condividere, criticare per costruire, confrontarci, ascoltarci, relazionarci. Proviamo a crescere oltre i nostri confini.
L'Ass. I.N.S.E.U. è nata dall'unione di un gruppo di persone che trovano un unico interesse nello sviluppo e potenziamento delle risorse umane, abbracciando pensieri diversi che spingono alla ricerca continua della "magia umana" ma che convergono inequivocabilmente verso un unico importante consistente valore:
L'ENTITA' UMANA
L'approccio olistico, che accomuna i soci dell'associaizone I.N.S.E.U., vuole essere un invito a guardare l'essere umano nella sua interezza per comprendere meglio le sue particolarità che lo compongono, aggiungendo quindi valore al dettaglio, che va si considerato importante, ma comunque sempre parte integrante ed imprescindibile di un intero.
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Dialogo con l’inconscio, primi passi: “Prendere consapevolezza delle proprie sensazioni ed emozioni”
Dialogo con l’inconscio, primi passi: “Prendere consapevolezza delle proprie sensazioni ed emozioni”
- articolo di Massimo Catalucci
Sentiamo spesso parlare di gestire, navigare, controllare i nostri sensi e le nostre emozioni e poco di come attuare un processo che possa permetterci di governarli con consapevolezza.
Diventare consapevoli delle nostre sensazioni e delle nostre emozioni ci offre l’opportunità di essere perfettamente, al corrente di ciò che stiamo, realmente, vivendo nel qui ed ora.
Perché è importante questo primo passo, ovvero, diventare consapevoli delle nostre sensazioni ed emozioni?
Perché in ogni attività psico-emotiva nella quale intendiamo introdurci per una qualsiasi ragione, sia essa legata ad una semplice quanto impegnativa ricerca, crescita e sviluppo personale; sia essa legata ad un processo di elaborazione di un qualsiasi disagio esistenziale che stiamo vivendo; è fondamentale aver coscienza delle sensazioni e delle emozioni con le quali instaureremo un vero e proprio dialogo psicoemotivo, sfruttando la nostra capacità di “sentire”, sia attraverso il corpo fisico, sia attraverso il corpo emotivo.
Il concetto connesso al “sentire” ci pone nella condizione di “ascoltarci”, immergendo la nostra mente conscia nei messaggi che l’inconscio ci trasmette attraverso sensazioni ed emozioni.
Per fare ciò, però, è necessario avere a mente che, sia le sensazioni che le emozioni non sono stati di cui siamo sempre coscienti, per cui occorre esercitarci per programmare risposte emotive consone a ciò che intendiamo si manifesti in noi sotto il profilo comportamentale.
Spieghiamoci meglio. La sensazione e l’emozione vengono spesso considerate come due stati che riguardano una stessa condizione. In realtà, c’è differenza tra la “sensazione” che è uno stato fisico legato al corpo e l’emozione che è uno stato psichico legato alla parte limbica del cervello. In tutti e due i casi, però, sensazione ed emozione attivano un processo neurologico che fa scattare una risposta, psichica, emotiva, fisiologica e comportamentale, nel momento in cui le avvertiamo.
Queste due condizioni, inoltre, non sono sempre da noi rilevate consciamente, non siamo sempre consapevoli delle esperienze sensoriali ed emotive che viviamo.
Per fare un esempio sensoriale consapevole, che può rappresentare meglio quanto suddetto, possiamo provare a portare in questo momento la nostra attenzione su uno dei nostri piedi e chiederci, “quale è la parte del mio piede che sento di più a contatto con la superficie dove è poggiato?” – “Quale sensazione avverto?” – “Come sento il mio piede: freddo, caldo tiepido, ecc.?”
In questo caso, noteremo che la nostra attenzione sensoriale rivolta al piede, ora, è elaborata a livello cosciente, di consapevolezza dell’esperienza, proprio perché la nostra attenzione è stata rivolta ad una parte specifica del nostro corpo: il piede. Prima che ci ponessimo le domande per avere attenzione al nostro piede, sarebbe dovuto accadere qualcosa, ad esempio un “crampo improvviso”, per far si che la nostra attenzione fosse rivolta a quella parte specifica del corpo.
Dicesi la stessa cosa per l’emozione. Quante volte ci è capitato di avvertire uno stato di tristezza e/o di euforia, senza che apparentemente, ci fosse una motivazione razionale a ciò che provavamo emotivamente? Sicuramente, sarà capitato a tutti di trovarsi in questo stato inconscio e, allo stesso tempo, avvertire quella specifica emozione.
Bene, questo per dire che sensazioni ed emozioni non sono sempre allineate con la nostra parte conscia, cosa invece diversa per la nostra parte inconscia con la quale sono sempre in contatto e pronte ad attivare, attraverso il sistema limbico del nostro cervello e più esattamente, attraverso l’amigdala, degli “imput” che attivano il sistema nervoso e un determinato processo comportamentale di risposta. Processo che attiva un nostro modo di pensare e agire non razionale, bensì dettato da uno stato emotivo.
Quindi, sensazioni ed emozioni, sono sempre collegate con la nostra parte più profonda e quando questa parte viene “stimolata” da informazioni che provengono dall’esterno (contesti, persone, oggetti, ecc., con cui entriamo in contatto) o dall’interno (contesti psicologici che produciamo naturalmente anche in modo conscio), attiva la risposta che il nostro sistema psicofisico ed emotivo, ritiene più idonea da perseguire secondo il principio primordiale di sopravvivenza.
Ecco che torna, prepotentemente, la necessità di apprendere bene le basi di un ascolto attivo del proprio corpo fisico ed emotivo. Questo, se si vuole iniziare a prendere coscienza del linguaggio inconscio.
Per fare un’analogia con la scuola, è come dire di iniziare la prima classe elementare per capire come imparare a leggere e come imparare a scrive utilizzando dei simboli su un foglio di carta.
La stessa cosa avviene con il linguaggio dell’inconscio che ha una sua struttura precisa e che non è possibile decifrare con il linguaggio razionale,per cui occorre imparare la sua struttura di linguaggio.
Più volte, nei miei scritti, ho evidenziato che ogni linguaggio ha una sua struttura. Rivediamo, velocemente, questo concetto con un esempio.
Spostiamoci per un attimo nel campo dell’informatica per semplificare il principio di una struttura di linguaggio.
Proviamo a pensare quando usiamo ad esempio la tastiera del nostro computer. Quando la usiamo con un programma specifico quale è “Word”, che è un sistema di scrittura, i tasti che useremo corrisponderanno esattamente sul monitor, a ciò che è sulla nostra tastiera, ovvero, se digiteremo una lettera, questa apparirà tale e quale sullo schermo, così come se userò un qualsiasi altro simbolo legato alla scrittura. Questo, perché il programma che stiamo utilizzando è specifico per scrivere utilizzando lettere, numeri ed altri simboli di scrittura e lettura.
Ma, cosa accade se volessi utilizzare la testiera e il mouse per fare disegni , modificare immagini o vedere dei video? Potremmo utilizzare lo stesso programma che abbiamo utilizzato per scrivere? Alcuni, potrebbero ipotizzare che anche “Word” offre la possibilità di creare immagini, modificarle. E questo è vero ma, sarebbe la stessa cosa come se utilizzassimo un altro software studiato appositamente, per creare, modificare, stampare immagini (ad esempio Photoshop)? Certo che no!!!
Questo per dire che se vogliamo produrre un risultato eccellente e con minori sforzi, dobbiamo utilizzare il programma di linguaggio più consono al nostro lavoro: Scrittura e lettura (WORD); Creazione e modifica delle immagini (Photoshop).
Questo accostamento con l’informatica vuole solo indicare che noi utilizziamo due linguaggi per formulare pensieri che sono sempre in stretto collegamento tra loro: il linguaggio razionale e il linguaggio simbolico dell’inconscio.
C’è da dire che, a governare la nostra vita, non è però il nostro linguaggio razionale, bensì, quello inconscio, perché legato fortemente al sistema limbico dove filtrano le emozioni che sono poi il vero motore della qualità della nostra esistenza.
Ecco, infine, perché è importante partire dall’apprendere i meccanismi di ascolto attivo del nostro corpo fisico e del nostro corpo emotivo. Questa pratica costante e continuativa, ci pone nella condizione di apprendere l’ABC di un linguaggio che ci apre le porte al fantastico mondo del nostro inconscio. Ci offre la possibilità di accedere alla “stanza dei bottoni” che governano la nostra esistenza e toccare quelli che possono determinare un cambiamento protratto alla trasformazione di condizioni che desideriamo trasformare nella nostra vita.
È ormai, scientificamente, provato che le emozioni condizionano il nostro corpo fisico e la nostra salute. Si vedano gli studi di “cardio-psicologia” e gli effetti sulla salute, derivati da una ricerca effettuata su soggetti terrorizzati a seguito di un terremoto nel 1994 a Los Angels; oppure le ricerche di Michael Frenneaux che indicano come la depressione raddoppierebbe il rischio di infarto in soggetto sano e lo quadruplicherebbe in soggetti cardiologicamente già interessati; oppure ancora, come, secondo gli studi della Duke University, i condizionamenti emotivi psichici e sociali possono essere influenti sulla salute umana, quanto il fumo, l’obesità, l’ipertensione.
Ecco quindi che, diventa evidente la necessità di portare maggiore consapevolezza nell’ascolto attivo del nostro corpo fisico ed emotivo, per instaurare un linguaggio, “amichevole”, con il nostro inconscio evitando di dare risposte razionali a ciò che razionale non è.
A tal proposito e per chiudere questo breve “excursus” riguardo la connessione tra sensazioni, emozioni e inconscio, è bene evidenziare, ancora una volta, che la sede in cui le emozioni si manifestano, è quella del sistema limbico che lavora in modo indipendente dal resto del cervello ed anche se la corteccia cerebrale può inibire tale sistema, la parte del cervello limbico si attiva prima e più in fretta. Ci sono situazioni considerate dei veri e propri “sequestri emotivi” dove il sistema limbico controlla direttamente ed in modo istantaneo e “anarchico” il nostro sistema Neurovegetativo, quindi, anche ormonale.
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