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"Questo diario è il mio kif, il mio hashish, la mia pipa d'oppio. E' la mia droga e il mio vizio. Invece di scrivere un romanzo, mi sdraio con questo libro e una penna e indulgo in rifrazioni e diffrazioni." . (Anais Nin)
Mi hanno chiuso tutte le porte astratte e necessarie,
Hanno abbassato le tende dal di dentro di ogni ipotesi che avrei potuto vedere dalla via. Non c'è nel vicolo trovato il numero di porta che mi hanno dato.
Mi sono svegliato alla stessa vita a cui mi ero addormentato.
(F. Pessoa)
E' molto, molto difficile mettere d'accordo cuore e cervello… Pensa che, nel mio caso, non si rivolgono nemmeno la parola.
(da "Crimini e misfatti" di W. Allen)
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Post n°1169 pubblicato il 12 Luglio 2010 da Writer_lady
Ci sono paesi in cui le donne sono costrette a “dimostrare” la verginità. Perché non arrivare intatte significa a priori adulterio. In Occidente queste stesse donne si fanno ricostruire l’imene per salvarsi. Se il sangue all’atto della penetrazione è poco, infatti, puoi essere ripudiata. Infamata. Reietta. E ci sono donne che debbono augurarsi di avere le mestruazioni la prima notte di nozze, per fingere che sia il frutto della deflorazione. Diventa prova di illibatezza ciò che in quella cultura è considerato sangue impuro. Paradossi come il fatto che io stia scrivendo il termine “cultura” e voglia dire barbarie. Ci sono donne prese quando hanno il ciclo, perché è il loro “dovere” di moglie. E poi insultate perché hanno insozzato il maschio.
Ecco. Atiq Rahimi lo racconta. E io volevo a mia volta riferirlo ai signori che ogni anno mi ascoltano con attenzione e paziente gentilezza all’Università della terza età. Ma “la dirigenza” che mi ha commissionato la conferenza mi raggiunge via telefono. “E’ un po’ forte. Non adatto al nostro pubblico. Ci abbiamo ripensato.” “Perché – chiedo io disgustata - perché è vero?” |
Buon a serata...un abbraccio**
Leggo un libro dove un'intera popolazione è colpita da una cecità inspiegabile. Leggendo mi accorgo che tutti i ciechi hanno un "fattore" che li accomuna: la paura. La paura rende ciechi. La cecità produce egoismo, crudeltà, degradazione, abbrutimento. ("cecità" Saramago)
Al di là della logica del denaro (si poteva escludere eventualmente un altro libro), siamo certi la "dirigenza", o se preferisci gli italiani, non siano colpiti da una epidemia?
Un’altra cosa mi perplime, non vorrei che lo sbandieramento di uno stato laico consenta dietro l’equanime rispetto di religioni e di costumi l’oltraggio ai dettati costituzionali che sono un enunciato di libertà. È necessario un aiuto attivo e cosciente della collettività alle giovani donne musulmane che vivono la realtà italiana, che pure non è il paradiso, quando tentano l’affrancamento da un padre padrone o da un marito schiavista. Mi domando come possano nazioni che accettano queste tradizioni (pur consapevole che il delitto d’onore è scomparso dal nostro codice solo nel vicino 1981) chiedere di fare parte dell’Europa.
La verginità, come molte altre cose, è il simbolo di una paura maschile, forse sarebbe bene dare un nome a questa paura per comprenderla e ridicolizzare il senso di questa aberrazione. È in fondo il timore del confronto e della mancata possibilità di sentirsi, in quanto unico, l’uomo migliore e l’amante più capace, senza capire che quello che lega l’amore è il sentimento, che una coppia resta assieme per una scelta condivisa, oppure consapevolmente slega questo nodo per una decisione personale, non per il capestro di una legge o di una tradizione.
Ho sempre in mente la formula del matrimonio che ho pronunciato, la quale contiene una promessa vicina all’impossibile, ma non per questo da tentare di mantenere con tutte le forze, con una frase che dice: “per amarti ed onorarti ogni giorno della mia vita”. Ma anche sposarsi è una scelta e non un obbligo di legge.