Creato da toughenough il 22/08/2007

Cinema e Amenità

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DISTRICT 9 di Neill Blomkamp

Post n°152 pubblicato il 30 Settembre 2009 da toughenough
 

District 9 a prima vista sembra un grande film. Parte benissimo, con una specie di ricostruzione fatta attraverso filmati di repertorio e interviste ai testimoni dei fatti, ai loro familiari, alle popolazioni civili. Dà l'impressione di un grande documentario. Ma bisogna fare un passo indietro: venti anni fa è arrivata sulla Terra una gigantesca nave aliena, ed è rimasta appesa a mezz'aria sopra i cieli di Johannesburg. Dopo mesi di studi e osservazioni, una task force ne tenta l'accesso, trovandovi dentro i cosidetti "gamberoni", ovvero una forma primitiva e rozza di civiltà aliena molto vicina, nella forma, a gamberi antropomorfi.
Questi ultimi vengono salvati e sfollati su un campo profughi, con grandi problemi di accoglienza, comunicazione interspecie, igiene, violazioni dei diritti "umani" da un lato e violazione della legge "umana" dall'altro. Questo anche perchè i Gamberoni sono una specie di progenie senza controllo, senza una figura superiore che abitualmente sembra debba guidarli. La loro astronave è fuori uso, sono intrappolati qui.
In seguito alle proteste della popolazione di Johannesburg, si decide di ricollocare la loro baraccopoli in un mega campo pieno di tende, che "sembra piuttosto un campo di concentramento". Questo è l'incipit del film, che segue le gesta di Wikus Van de Merwe, responsabile sempliciotto dell'operazione. Tutto il film parte sembrando tracciare un parallelo stimolante ed estremamente interessante sulla condizione degli sfollati, dei profughi, del razzismo. Invece no. Piano piano, intorno alla fine del primo tempo e conseguentemente all'inizio del secondo, il film diventa un film d'azione sconclusionato, glissando neppure tanto elegantemente a tutte le questioni che rimangono in sospeso nella trama, rivelando buchi di sceneggiatura grossi come groviera. Un vero peccato, poteva essere un capolavoro, e per lungo tempo questa è la sensazione che dà. Purtroppo tutte le questioni irrisolte, le sparatorie, gli errori di trama buttano alle ortiche un soggetto che potenzialmente poteva essere il nuovo riferimento per i film di fantascienza "impegnati".

A parte questo, se si ignora questa "piccola" questione, il film è girato abbastanza bene, gli effetti speciali (vero punto forte del regista, ex visual effect in altre pellicole e serie tv) sono di buona caratura, le riprese, il montaggio e la fotografia non sgarrano quasi mai.
Occasione mancata.

 

                                                T.

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Il primo bicchiere, come sempre, è il migliore.

Hank
 

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HAGAKURE

Si può imparare qualcosa da un temporale.
Quando un acquazzone ci sorprende, cerchiamo di non bagnarci affrettando il passo, ma anche tentando di ripararci sotto i cornicioni ci inzuppiamo ugualmente.
Se invece, fin dal principio, accettiamo di bagnarci eviteremo ogni incertezza e non per questo ci bagneremo di più. Tale consapevolezza si applica a tutte le cose.

Yamamoto Tsunetomo(1 - 79)
 
 

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LA MORTE E IL BUSHIDO

Ho scoperto che la via del samurai è la morte.
Quando sopraggiunge una crisi, davanti al dilemma fra vita e morte,è necessario scegliere subito la seconda. Non è difficile: basta armarsi di coraggio e agire. Alcuni dicono che morire senza aver portato a termine la propria missione equivale a una morire invano. Questa è la logica dei mercanti gonfi di orgoglio che tiranneggiano Osaka ed è solo un calcolo fallace, un'imitazione grottesca dell'etica del samurai.
E' quasi impossibile compiere una scelta ponderata in una situazione in cui le possibilità di vita e di morte si equivalgono. Noi tutti amiamo la vita ed è naturale che troviamo sempre delle buone ragioni per continuare a vivere. Colui che sceglie di farlo pur avendo fallito nel suo scopo, incorre nel disprezzo ed al tempo stesso è un vigliacco e un perdente.
Chi muore senza aver portato a termine la propria missione muore da fanatico, in modo vano, ma non disonorevole. Questa è infatti la Via del samurai.
L'essenza del Bushido è prepararsi alla morte, mattina e sera, in ogni momento della giornata.
Quando un samurai è sempre pronto a morire, padroneggia la Via.
 
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