Creato da toughenough il 22/08/2007

Cinema e Amenità

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TERMINATOR SALVATION di McG

Post n°144 pubblicato il 10 Giugno 2009 da toughenough
 

Giunge al quarto capitolo la saga di "Terminator", cominciata negli anni '80 con un giovane Arnold Schwazzeneger e un fresco James Cameron (senza tralasciare l'affascinante Linda Hamilton nei panni di Sarah Connor.) Questo è il primo episodio ambientato nel futuro, nell'epoca della guerra tra l'uomo e le macchine, con John Connor ormai maturo e leader della Resistenza, e sembra riprendere la storia là dove è stata lasciata dopo il termine del secondo film, saltando a piè pari (ma non sconfessando) tutto l'intermezzo del pessimo Terminator 3 e delle Sarah Connor Chronicles, dove il povero futuro leader della razza umana viene presentato come un mammone pauroso e spaventato, in netto ocntratto con il plot originale e il training ossessivo effettuatogli dalla madre.

Cristian Bale, scelto per interpretarne il ruolo, ridà quindi credibilità alla figura del capo carismatico, presentandoci un uomo duro, pieno di ideali ma con ben presente sempre la sua umanità. Il mondo è in guerra contro le macchine ma i terminator di aspetto  umano non sono stati ancora inventati, così la Resistenza sà bene chi è il nemico e chi no, e combatte ancora con armi convenzionali come aerei, proiettili e bombe di vario tipo. Senza scendere troppo nei particolari (che purtroppo vengono svelati da quasi tutti i trailer in circolazione, che per fortuna avevo oculatamente evitato), dal passato emerge un uomo che avrà un ruolo fondamentale per la Terra, un uomo che è rimasto nelle mani di Skynet per molti anni, avendo donato il suo corpo di condannato a morte alla scienza.

Il film, in alta definizione, a mio avviso presenta i soliti difetti del caso: scarsa profondità di immagine (o comunque un certo imbarazzo nel rilevare che anche la lumaca nell'angolo dell'inquadratura è perfettamente a fuoco) e una gamma di colori poco avvincente (ma ben reale). McG, ottimo regista, in questo film non convince al cento per cento senza comunque sfigurare, e un plauso di certo va' agli animatori degli elementi in computer graphic perchè hanno dimostrato un ottimo senso estetico e cinetico, sbagliando pochissimo e dando grande credibilità alle immagini "virtuali" La scelta un po' vintage della tecnologia e dei software sembra figlia di un profondo citazionismo  dei primi due film di Cameron (senza che ci sia traccia ovviamente degli altri capitoli della saga di cui sopra) che fanno sorridere di soddisfazione l'appassionato che può rivedere, tra gli altri, un terminator strisciare senza gambe inseguendo John Connor o una motocicletta piombare da un ponte davanti a un autoarticolato.

Nonostante queste buone premesse, il film non è affatto coinvolgente. Gli attori, anche Bale, sembrano un po' piattini, su tutti la signorina Howard che ne interpreta la compagna; forse l'unica a salvarsi è la bambina: "Star".L storia, per quanto interessante come concetto, ha un finale così così, e risulta abbastanza prevedibile ed improbabile. Insomma raggiunge la sufficienza, ma da un "titolo" come Terminator uno si aspetta sempre qualcosa in più.

L'unica cosa che reputo al di sopra della media è la scelta dei suoni, molto azzeccati ed inquietanti, e forse il mecha-design, sempre imputabile ai creatori della grafica computerizzata.

 
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Si può imparare qualcosa da un temporale.
Quando un acquazzone ci sorprende, cerchiamo di non bagnarci affrettando il passo, ma anche tentando di ripararci sotto i cornicioni ci inzuppiamo ugualmente.
Se invece, fin dal principio, accettiamo di bagnarci eviteremo ogni incertezza e non per questo ci bagneremo di più. Tale consapevolezza si applica a tutte le cose.

Yamamoto Tsunetomo(1 - 79)
 
 

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LA MORTE E IL BUSHIDO

Ho scoperto che la via del samurai è la morte.
Quando sopraggiunge una crisi, davanti al dilemma fra vita e morte,è necessario scegliere subito la seconda. Non è difficile: basta armarsi di coraggio e agire. Alcuni dicono che morire senza aver portato a termine la propria missione equivale a una morire invano. Questa è la logica dei mercanti gonfi di orgoglio che tiranneggiano Osaka ed è solo un calcolo fallace, un'imitazione grottesca dell'etica del samurai.
E' quasi impossibile compiere una scelta ponderata in una situazione in cui le possibilità di vita e di morte si equivalgono. Noi tutti amiamo la vita ed è naturale che troviamo sempre delle buone ragioni per continuare a vivere. Colui che sceglie di farlo pur avendo fallito nel suo scopo, incorre nel disprezzo ed al tempo stesso è un vigliacco e un perdente.
Chi muore senza aver portato a termine la propria missione muore da fanatico, in modo vano, ma non disonorevole. Questa è infatti la Via del samurai.
L'essenza del Bushido è prepararsi alla morte, mattina e sera, in ogni momento della giornata.
Quando un samurai è sempre pronto a morire, padroneggia la Via.
 
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