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"Basta che funzioni" è in pratica un susseguirsi di aforismi alla Woody Allen. Lo scienziato ebreo Boris Yellnikoff è un genio che ha lasciato la sua cattedra, la sua università e la sua brillante moglie per sopravvivevere in una bettola dando lezioni di scacchi "a bambini col cervello addormentato"(cit.), insultando tutto e tutti quelli che gli capitano a tiro dall'alta superiorità del suo smisurato ego. Nonostante questo, possiede un ristretto gruppo di amici, tra cui artisti e letterati, che non giudica "vermetti" ma che invece ritiene suoi pari, che frequenta. Nella sua vita piomba una ingenua e sempliciotta ragazza di campagna, Melodie, che stravolgerà per un po' la sua vita, fatta di paure, attacchi di ansia, disprezzo, abitudini e genio.
Il film è divertente ed irriverente, e passa con disinvoltura dal bigottismo religioso al libertinismo più sfrenato, ed il senso di tutto questo è racchiuso nelle parole che danno il titolo al film: "Basta che funzioni". La felicità è transitoria, e non esistono delle regole logiche per far funzionare un rapporto di coppia. Per quanto sbilanciata, stramba, fantasiosa possa essere una coppia, non ci sono paletti nè regole... l'importante è che funzioni.
La pellicola scorre così, tra una battuta ed un sarcasmo, con una regia semplice, essenziale, pulita; la recitazione è un pochino stucchevole e un po' sopra le righe, come in una pièce teatrale di cui il film sembra averne assorbito la struttura, ma è senz'altro voluta.
Passatempo.
T.
Hank
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HAGAKURE
Quando un acquazzone ci sorprende, cerchiamo di non bagnarci affrettando il passo, ma anche tentando di ripararci sotto i cornicioni ci inzuppiamo ugualmente.
Se invece, fin dal principio, accettiamo di bagnarci eviteremo ogni incertezza e non per questo ci bagneremo di più. Tale consapevolezza si applica a tutte le cose.
Yamamoto Tsunetomo(1 - 79)
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LA MORTE E IL BUSHIDO
Quando sopraggiunge una crisi, davanti al dilemma fra vita e morte,è necessario scegliere subito la seconda. Non è difficile: basta armarsi di coraggio e agire. Alcuni dicono che morire senza aver portato a termine la propria missione equivale a una morire invano. Questa è la logica dei mercanti gonfi di orgoglio che tiranneggiano Osaka ed è solo un calcolo fallace, un'imitazione grottesca dell'etica del samurai.
E' quasi impossibile compiere una scelta ponderata in una situazione in cui le possibilità di vita e di morte si equivalgono. Noi tutti amiamo la vita ed è naturale che troviamo sempre delle buone ragioni per continuare a vivere. Colui che sceglie di farlo pur avendo fallito nel suo scopo, incorre nel disprezzo ed al tempo stesso è un vigliacco e un perdente.
Chi muore senza aver portato a termine la propria missione muore da fanatico, in modo vano, ma non disonorevole. Questa è infatti la Via del samurai.
L'essenza del Bushido è prepararsi alla morte, mattina e sera, in ogni momento della giornata.
Quando un samurai è sempre pronto a morire, padroneggia la Via.