Creato da toughenough il 22/08/2007

Cinema e Amenità

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LESBIAN VAMPIRE KILLERS di Phil Claydon

Post n°157 pubblicato il 20 Novembre 2009 da toughenough
 

In opposizione all'uscita di New Moon, nuovo episodio dopo “Twilight” della saga dei vampiri “Caterifrangenti”, non ho trovato nulla di meglio che andarmi a cercare “Lesbian Vampire Killers”, un film inglese di cui si è tanto sentito parlare ma che ancora non si è visto in Italia, neppure sottotitolato. (Negli USA uscirà solo a Dicembre 2009). Nonostante tutto, sembra più credibile un'orda di vampiresse lesbiche piuttosto che i vampiri glitterati di cui sopra.

La storia comincia in quel di Gran Bretagna secoli e secoli or sono, dove la feroce Carmilla, regina dei vampiri, semina morte e distruzione circondata da lascivo amore saffico. Nessuno sembra poterla fermare, tranne un Lord ritornato in patria dopo lunghi anni passati combattendo alle crociate, solo per ritrovare sua moglie vampirizzata e convertita in una “amante della vagina”. Il Barone, grazie ad un'arma sacra appositamente creata, riesce a ferire mortalmente la vampiressa regina, che sul punto di morte, però, lancia una terribile maledizione: sul quel suolo, in quella cittadina, tutte le femmine al compimento del 18 anno si tramuteranno in vampire lesbiche assetate di sangue! Questo è l'incipit del film, che poi salta ai giorni nostri per mostrarci l'ultimo rampollo maschio della dinastia del Barone, sbeffeggiato dagli amici e trattato come una pezza da piedi dalla fidanzata.

Il film, che non è affatto sgradevole alla vista, è di fatto un film fatto di gag, anche se forse molti dubbi non ce n'erano; il taglio però è completamente umoristico senza nessuna concessione al cupo o alla tensione. Le favolose modelle che si ripetono sullo schermo ad ogni momento fugano gli ultimi dubbi rimasti, facendo da contorno ad uno humor inglese neppure tanto ricercato. Nonostante questo, una volta inquadrata la dimensione del film, questi può anche risultare gradevole, visto che è recitato dignitosamente e girato abbastanza bene, anche con un buon numero di soldi a disposizione.
Bisogna dire che il film è stato stroncato unanimamente dalla critica (tutti i giornali più conosciuti tranne il Sun) e fortemente criticato da alcune associazioni lesbiche che lo hanno definito “denigratorio” e “stereotipato”.

Forse perchè all'estero non hanno mai visto “Il Bagaglino”.

Da vedere solo se gratis, con birra, popcorn e soprattutto amici (maschi) con cui denigrare le virtù delle pin up sullo schermo. Altrimenti astenetevi!

 

                                                                 T.

 

 
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Si può imparare qualcosa da un temporale.
Quando un acquazzone ci sorprende, cerchiamo di non bagnarci affrettando il passo, ma anche tentando di ripararci sotto i cornicioni ci inzuppiamo ugualmente.
Se invece, fin dal principio, accettiamo di bagnarci eviteremo ogni incertezza e non per questo ci bagneremo di più. Tale consapevolezza si applica a tutte le cose.

Yamamoto Tsunetomo(1 - 79)
 
 

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LA MORTE E IL BUSHIDO

Ho scoperto che la via del samurai è la morte.
Quando sopraggiunge una crisi, davanti al dilemma fra vita e morte,è necessario scegliere subito la seconda. Non è difficile: basta armarsi di coraggio e agire. Alcuni dicono che morire senza aver portato a termine la propria missione equivale a una morire invano. Questa è la logica dei mercanti gonfi di orgoglio che tiranneggiano Osaka ed è solo un calcolo fallace, un'imitazione grottesca dell'etica del samurai.
E' quasi impossibile compiere una scelta ponderata in una situazione in cui le possibilità di vita e di morte si equivalgono. Noi tutti amiamo la vita ed è naturale che troviamo sempre delle buone ragioni per continuare a vivere. Colui che sceglie di farlo pur avendo fallito nel suo scopo, incorre nel disprezzo ed al tempo stesso è un vigliacco e un perdente.
Chi muore senza aver portato a termine la propria missione muore da fanatico, in modo vano, ma non disonorevole. Questa è infatti la Via del samurai.
L'essenza del Bushido è prepararsi alla morte, mattina e sera, in ogni momento della giornata.
Quando un samurai è sempre pronto a morire, padroneggia la Via.
 
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