Creato da chamilondon il 27/09/2006

Big City Life

Arriviamo a conoscerci solo quando raggiungiamo i nostri limiti.

 

 

Post N° 101

Post n°101 pubblicato il 13 Febbraio 2007 da chamilondon

Ero sdraiata su quello che era il mio letto nella quadrupla.
Tu eri seduto sullo stesso letto, al mio fianco, quasi appoggiato sopra di me.
Stavamo scherzando.
Stavamo ridendo.
Come sempre.
Non ti stavo guardando, i miei occhi erano socchiusi dallo sforzo di ridere.
Tutto d'un fiato ti dico: "Avanti, allora dimmi che mi ami!"
Apro gli occhi.
Tu sei vicinissimo a me e mi fissi.
Vedo i tuoi occhi verdi che mi puntano dentro.
Sento il cuore fermarsi, come lacerato dalla lancia del tuo sguardo.
Divento seria.
Ti fisso mentre mi fissi.
Capisco che stai per dire qualcosa, ma non so cosa, inconsciamente spero che quello sia il momento giusto, ma non voglio illudermi, così mi dico subito di smettere di pensare.
Tu mi stai ancora fissando.
"Ti Amo"
Mi hai detto ti amo.
Mi hai detto ti amo!
Sono talmente felice che non riesco a dire nulla, ti abbraccio forte, chiudo gli occhi e sorrido.

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E tra dieci giorni sarò da te.
Capatina a Roma che ci sta sempre bene.
Cazzo, da settembre che non andavo nella mia città "adottiva"!
Non so cosa mi risponderai.
Il mio cuore dice che si, questa è la volta buona, che si sistemerà tutto, una volta per tutte, che finalmente anche voi potrete essere felici, comportarvi come una coppia normale, vedersi tutti i giorni, parlare del lavoro, fare l'amore, andare fuori a cena, andare a bere qualcosa. Farti bella per lui. Addormentarvi abbracciati, svegliarvi al mattino insieme. Si, questa è la volta in cui tu mi meraviglierai.
Ma la mia mente dice che non lo farà. Non lascerà casa, amici, università e lavoro per me.
Non lo farà.
Ma non voglio pensarci, perchè il solo pensiero mi rende triste.
Come farò senza di te, se tutto davvero finirà?
Se questo sarà il capolinea.

Non ho visto nessuno
andare incontro a un calcio in faccia
con la tua calma, indifferenza
sembra quasi che ti piaccia

camminare nella pioggia
ti fa sentire più importante
perché stare male è più nobile per te

ricordati che c'è
differenza tra l'amore e il pianto
fatti un regalo almeno ogni tanto e poi se puoi

fai finta che è normale
non riuscire a stare più con me
cerca un modo per difenderti
una ragione per pensare a te


la vita può cambiare in un momento
mi fa paura e anche se
il pavimento del paradiso sei per me…


fai finta che è normale
non riuscire a stare più con me
c'è soltanto un modo per riprendersi
lasciarsi un giorno e poi dimenticarsi…

e qual è il grado di dolore
che riesci a sopportare
prima di fermare l'esecuzione
e chiedere soccorso a me
che non ti do
un motivo ancora per restare
nella storia di una storia che non c'è.

fai finta che è normale
non riuscire a stare più con me
cerca un modo per difenderti una ragione per pensare a te

lasciarsi un giorno
lasciarsi un giorno a roma
un giorno lasciarsi
e poi dimenticarsi
lasciarsi un giorno
lasciarsi un giorno a roma
un giorno a roma
lasciarsi e poi dimenticarsi

Niccolò Fabi

 
 
 

Il londinese medio

Post n°100 pubblicato il 09 Febbraio 2007 da chamilondon

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Dopo quasi 4 mesi e mezzo passati  a Londra, ed essendo io un'attenta osservatrice,  posso chiaramente interpretare il londinese medio.

L'uomo:

  • Dai 20 ai 30 anni, capello non pettinato, pantaloni a sigaretta neri aderentissimi, portati con giacca preferibilmente sdrucita e All Star. Anche in una giornata di neve come quella di oggi.
    Non parla, non ama dare confidenza, dice sorry e dice thanks.
  • Dai 30 ai 40 anni, cerca di darsi un tono, camicia perfettamente stirata, ma per sentirsi ancora giovane opta per il jeans quando può, scarpa naturalmente classica, sempre ben lucidata. Con sè ha sempre uno zainetto sportivo, del quale non si conosce lo scopo, in quanto non si sa cosa possa portare con sè un uomo. Non bada ai soldi, ma aspetta impaziente il suo resto di 5p. Inizia a dare confidenza, chiede come stai e com'è il tempo. Accenna un sorriso ma risulta solo patetico. Dice cheers anche quando non gli hai detto thank you.
  • Dai 40 ai 50 anni, è sempre in giacca, cravatta e cappotto. Scarpa per quanto possibile ancora più elegante. Sempre ben pettinato e sbarbato. Cerca di fare il simpatico, fa le battute, ma ride solo lui. Si parla e si risponde da solo. Si dice thank you very much e si risponde cheers. Mentre tu lo guardi incredula.

La donna:

  • dai 20 ai 30 anni, sono tutte mignotte. Le vedi che ce l'hanno scritto in fronte. Da come parlano, a come si comportano, a come vestono, a come ridono.
    Would you like a blowjob? Sembra che ti dicano. Anche loro hanno sempre pantaloni neri a sigaretta aderentissimi, portati o con le ballerine quando va bene, o con delle specie di polacchini, quasi sempre in grigio. Molte di loro portano anche i vestiti interi, rigorosamente vintage, come gli stivali. In media a 120 £, usati. Sono piene di lunghe collane stile zingara. Non azzeccano mai un colore con l'altro, sono capaci di indossare un vestito blu con le calze velate verde petrolio e le scarpe rosse. La borsa gialla.
  • Dai 30 ai 40 anni. Si sono trasformate in timide. Ti parlano con un tono di voce talmente basso, che uno squittio ti sembra un urlo. Sono le eterne indecise, persino quando ti devono ordinare un caffè. Ehm... Ahm... Eh... E... Can IIIII Haaaveeee.... Il look è cambiato, ora indossano soltanto tailleur con gonna e tacco a spillo di almeno 10 cm. La borsa è rigorosamente una Vuitton, o una Gucci, o una Chloè, così come il portafoglio in coordinato. Tutto originale. Ti guardano in maniera altezzosa, come se fossi una pezzente, ma non pensano che solo il giorno prima erano loro ad esserlo. La sera si trasformano. Ubriache perse per la strada, hanno ritrovato come per magia il loro timbro di voce e urlano come matte alle loro ombre.
  • Dai 40 ai 50 anni. Sono le sante. Sono gentili e premurose, ti parlano, ti sorridono, fanno le simpatiche. Ti lasciano la mancia perchè dicono che sei So cute and so gentle. Il look non è cambiato, solo che dalla gonna si è dovute passare al pantalone. Sempre ingioiellate. Collana di perle che variano dal panna al rosa, così come l'anello. Ti chiedono se possono pagare un caffè con la carta di credito.

Tutti i londinesi non vanno in ferie. Non perchè non hanno i soldi, ma perchè non hanno tempo. Vivono per il lavoro, sono in ufficio 6 giorni su 7. Non sanno come godersi i loro soldi, così ogni sera dopo il lavoro, happy hour al pub, cena fuori quando ancora riescono a reggersi sulle gambe, altra capatina al pub, e poi li vedi a piedi per le strade.
Le donne con le calze smagliate, i tacchi sono stati tolti, e ora sfoggiano delle splendide scarpe da corsa, il trucco sbavato e il capello spettinato. Gli uomini hanno la giacca sbottonata, la camicia mezza aperta e che scappa dal pantalone, la cravatta è stata smollata.
Questo è il londinese medio.
Sarà, ma ora l'italiano medio non mi sembra poi così male...

 
 
 

Post N° 99

Post n°99 pubblicato il 07 Febbraio 2007 da chamilondon

Sto aggiornando pochissimo.
Passo tutti i giorni nei miei blog amici, ma lo faccio da non loggata e senza commentare.
E' come se non avessi voglia di parlare.
Una mia amica [che segue il mio blog e quindi conosce la me più profonda, quella più segreta] mi ha mandato una mail dicendomi che sono cambiata, e in peggio.
Io non le ho ancora risposto.
Perchè non so cosa dirle.
Non posso negare l'evidenza, non posso dire di non essere cambiata.
Ma non so a chi o a cosa attribuire questo cambiamento.
Non dò la colpa a Londra, non dò la colpa a me, non dò la colpa a lui.
Chissà, forse sono tutte queste cose insieme ad avermi fatto cambiare.
Non lo so.
Non ho ancora deciso se è meglio la me di adesso o la me di prima.
Ma penso che lo capirò soltanto quando tornerò a casa, quando dovrò confrontarmi col mio mondo di prima.
Sono cambiata tanto, ed è vero, penso senza dubbio di essere molto maturata, sto più attenta ai soldi, non li sputtano come facevo prima a casa, sono più giudiziosa, nel senso che non sono ubriaca tutti i week end come facevo prima.
Sono meno schizzignosa. Prima non volevo andare in nessun bagno che non fosse il mio personale. Ora devo condividerne uno con altre 6 persone. Prima se mi scocciava mangiare una cosa non la mangiavo e la buttavo. Ora mi dispiace gettare via il cibo.


Vivo per lui.
Nemmeno questo posso negarlo, perchè è vero.
Ma non me ne si può fare una colpa.
Sono innamorata, e dicono che sia la cosa più bella al mondo.
Non penso se lui sarà l'uomo della mia vita, non penso se arriveremo a questa estate.
Penso che mi fa ridere tutti i giorni, penso che mi fa divertire, penso che passiamo tutti i giorni almeno un'ora al telefono, penso che anche lui è cambiato, è più maturo, è più dolce, è cosi espansivo ora.
Penso che lui mi fa stare bene, ed è questo ora l'importante.

 
 
 

Che vita è

Post n°98 pubblicato il 03 Febbraio 2007 da chamilondon

Ah che bello accarezzarti perdersi a guardarti
Con gli occhi di un bambino con gli occhi che hai

La neve scende fuori e nasconde i rumori per noi
Resta a letto non alzarti che ci penso da me
A ingegnarmi a coccolarti a portarti il caffè

Su un vassoio con il sole del mattino apposta per noi

Che vita e'
Ma come ho fatto ieri
A fare tutto senza di te

Che vita e'
Giri nei miei pensieri
E un posto ancora vuoto non c'e'
Che vita e'
Dammi un pizzico dammi un morso
Dimmi che un sogno non e'


A volte penso per assurdo a fare a meno di te
Dritta dritta verso l'impossibile
Con i piedi sul soffitto di casa
Io passeggio a testa sotto sospesa e resta il fatto
Per assurdo che a rovescio mi innamoro di te

Che vita e'
Ma come ho fatto ieri
A fare tutto senza di te
Che vita e'
Giri nei miei pensieri
E un posto ancora vuoto non c'e'
Che vita e'
Dammi un pizzico dammi un morso
Dimmi che un sogno non e'




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Non ce la faccio più a starti così distante.
Dopo più di un anno, è diventato veramente insopportabile.
E tornare in Italia non cambierebbe nulla.
Ci sarebbero sempre 400 km a dividerci.
Sto qui, nel limbo, e aspetto che il tempo passi.
Il tempo di adesso non ci può offrire niente.
Chissà, forse nemmeno il tempo di domani potrà farlo.

Ma anche questa sera ho deciso di stare in casa.
Tanto se fossi uscita non sarebbe cambiato nulla, non mi sarei divertita pensando che non sei con me.
E' assurdo.
E' veramente assurdo.
Sono così innamorata di te... che se non posso fare le mie cose con te, mi sembrano inutili...
Ieri ti ho detto che sono così innamorata di te, che non ho mai amato così [e forse prima d'ora non avevo mai amato davvero... Ma questo non te l'ho detto...]e che sicuramente non potrò mai più amare allo stesso modo.
Hai fatto quel tuo mezzo sorriso, quello che fai quando una cosa ti rende felice, ma non vuoi farlo notare agli altri, e mi hai chiesto:"E quindi?"
-"E quindi dobbiamo sposarci. Non c'è soluzione."
ti ho detto sorridendo.
Mi hai risposto ok.
Non c'è soluzione.
Non c'è e basta. 
Ho paura che arrivi la fine.
Te l'ho detto domenica sera.
Ti ho detto che sto solo aspettando che arrivi quel giorno.
Perchè so già che arriverà.

So anche che starò malissimo, so che piangerò, so che non lo so come reagirò.
Non lo so.
Non posso saperlo.
Non ho mai amato così.

 
 
 

Quando Maometto non va alla montagna...

Post n°97 pubblicato il 30 Gennaio 2007 da chamilondon
Foto di chamilondon

E' la montagna che va da Maometto.
Così recitava il proverbio, no?
Bene.
E' da natale che non vedo i miei.
A febbraio andrò a Roma, quindi tempo per andare a casa non ce n'è.
Marzo troppo lavoro, non posso chiedere le ferie.
Aprile.
Aprile sarebbe il mese buono.
Se non fosse che per Pasqua i biglietti costano già come un rene.
E parlo della Ryan Air, non pretendo la British Airways.
Se non fosse, che i miei hanno deciso di venire a trovarmi.
Dopo Pasqua, si intende.
Fine aprile.
E se non fosse che, non solo i miei vengono a trovarmi, viene mio fratello, e fin qua tutto ok, viene pure mia cugina, e si è pure unita una zia.
Per cinque giorni.
Siccome ho altre 4 zie, e una decina di cugini... sono terrorizzata.

Qui mi si smuove tutta la famiglia!

 
 
 

Non è tempo per noi - Liga

Post n°96 pubblicato il 28 Gennaio 2007 da chamilondon

Ci han concesso solo una vita
Soddisfatti o no qua non rimborsano mai
E calendari a chiederci se
stiamo prendendo abbastanza abbastanza

Se per ogni sbaglio avessi mille lire
Che vecchiaia che passerei
Strade troppo strette e diritte
Per chi vuol cambiar rotta oppure sdraiarsi un po'
Che andare va bene pero'
A volte serve un motivo, un motivo
Certi giorni ci chiediamo e' tutto qui?
E la risposta e' sempre si'
Non e' tempo per noi che non ci svegliamo mai
Abbiam sogni pero' troppo grandi e belli sai
Belli o brutti abbiam facce che pero' non cambian mai
Non e' tempo per noi e forse non lo sara' mai
Se un bel giorno passi di qua
lasciati amare e poi scordati svelta di me
che quel giorno e' gia' buono per amare qualchedun'altro

qualche altro
dicono che noi ci stiamo buttando via
ma siam bravi a raccoglierci.
Non e' tempo per noi che non ci adeguiamo mai
Fuorimoda, fuoriposto, insomma sempre fuori dai
Abbiam donne pazienti rassegnate ai nostri guai
Non e' tempo per noi e forse non lo sara' mai
Non e' tempo per noi che non vestiamo come voi
Non ridiamo, non piangiamo, non amiamo come voi
Forse ingenui o testardi
Poco furbi casomai
Non e' tempo per noi e forse non lo sara' mai

Settimana passata all'insegna delle litigate e degli sconvolgimenti.
Litigate con lui, di cui non ho voglia di parlare, 
e sconvolgimenti riguardanti uomini ubriachi e polizia in casa mia nel cuore della notte, di cui non ho voglia di parlare.
Settimana passata da cazzo.
E inizio a domandarmi che cazzo ci faccio qui.
L'unica cosa positiva è la Friend che viene a trovarmi dal 9 all'11 marzo.
Da sole, io e lei.
Da sbaraccare di brutto.
Per forza.
E lei è sempre l'unica cosa positiva.


 
 
 

Post N° 95

Post n°95 pubblicato il 24 Gennaio 2007 da chamilondon
Foto di chamilondon

4 MESI DI LONDRA OGGI.

E questa notte ha nevicato.
E' veramente raro che nevichi in zona 1, almeno cosi m'han detto.
Peccato che sia durata veramente poco, alle 8 di mattina le strade erano già pulite...
4 mesi.
Che dire?
In teoria sarei già oltre la metà del mio percorso.
6 mesi avevo detto.
In realtà sto pensando di tornare a casa ad Agosto.
Perchè?
La risposta più comoda è dire che in sei mesi non posso imparare la lingua come si deve.
La risposta più profonda, è che ho paura.
Non so cosa voglio fare, e nemmeno voglio pensarci.
Non so se voglio tornare a vivere coi miei, se voglio provare a vivere da sola, o se opterò per Roma...
Non so nemmeno se continuare a stare all'estero, se tentare Barcellona, o magari Dublino...
Non so che lavoro voglio fare.
Non so se veramente voglio tornare a fare l'impiegata.
Non so se provare a cercare un lavoro riguardante il Marketing.
Non so se ne ho le capacità.
Non so nulla, ma non voglio scervellarmi a pensarci.
Non posso progettare il futuro.
Bisogna che me lo metto in testa.
Due mesi prima di partire non sapevo nemmeno che sarei venuta a Londra.

Sono piena di dubbi.
E non sono pensieri del cazzo, non sono stronzate, sono cose serie.
E' il mio futuro.
Ho sempre pensato che l'impiegata fosse il lavoro giusto per me, seduta comoda alla mia scrivania, senza troppi sbattimenti. [Fisici, si intende.]
Ora non lo so più.
E' già da parecchio tempo che prendo quello che viene.
Non sto a sbattermi troppo.
Non so se questo mio comportamento sia meglio di quello di prima.

 
 
 

Senza respirare

Post n°94 pubblicato il 20 Gennaio 2007 da chamilondon

E nella telefonata di ieri, siamo i soliti, ridiamo, scherziamo, ci mandiamo in bacini.
Poi, all'improvviso, diventi serio.
Mi dici che continui a pensare a Londra.
Ti rispondo che ora devi solo pensare agli esami.
Di botto mi dici che sei quasi giunto a una conclusione.
Rimango immobile.
Persino il cuore smette di battermi.
Ho paura.
Ho una paura folle di perderti subito, di perderti adesso, di perdere un mese che avevo ancora a disposizione con te.
Quando finalmente riesco a parlare, ti dico che lo sai che non devi dirmi queste.
Mi rispondi che forse ho ragione, e che è meglio dirmelo quando verrò a Roma, come avevamo stabilito.
Ho ancora più paura.
Penso, rimango zitta un attimo.
Penso a cosa è meglio, se preferisco saperlo subito o se attendere.
Alla fine ti chiedo se mi conosci da ieri.
"Mi conosci da ieri D.? Non lo sai come sono fatta?"
"Si, lo so, che tu adesso starai un mese a farti tutti i tuoi viaggi."
"Bene, e visto che lo sai, che cazzo ti è saltato in mente?"
"Non lo so."
"Bene, adesso me lo dici."
"No."
"Si invece, tu me lo dici adesso, io non voglio stare un mese a impazzire, a pensare se tu verrai o meno. Sono io quella che in questo momento ha il cuore che ha smesso di battere."
[Sottovoce risponde]
"Ecco... Io ci penso sempre a Londra... Non sono ancora giunto a una conclusione definitiva, ma..."
[Non lo guardo, non ce la faccio, smetto di respirare...]
"Ma... penso di essere maturato molto in questo periodo, e penso di essere pronto a fare un'esperienza del genere..."
Con la coda dell'occhio ti guardo e sei serio.
Ti guardo, a modo, e inizio a fare delle boccacce senza rendermene conto. Mi scappa da ridere. Non ce la faccio più, ed esplodo.
Una risata fragorosa invade la stanza.
Sono al settimo cielo.
E ora mi va bene così, non voglio pensare che la tua (quasi)decisione, potrebbe cambiare...
Voglio illudermi e voglio sognare che verrai qui con me...

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Notte senza donne - Binario

Post n°93 pubblicato il 18 Gennaio 2007 da chamilondon

Ci sono canzoni che ci prendono dentro, che non sappiamo spiegarci il perchè.
Io ho questa, che mi fa sorridere e mi fa pensare allo scorso inverno, coi miei amici, a ballare ogni week-end...

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Sabato buttato
che tanto in discoteca a me e te non ci faranno entrare mai
solita sfiga anche coi butta fuori
se dentro c'è casino a rimanere fuori siamo sempre solo noi
c'hai voglia a fare quelli che conoscono
che son del giro e c'hanno l'invito che entri quando vuoi
per me la faccia che ci ritroviamo, Luca, quella che ci frega
Picche dalla tipa carina
quella che non avevi neanche un dubbio fosse pazza di te
la stessa carta pure dalla sua amica
se non potevi ti telefonava invece adesso niente
spiegami dove sono andate tutte
quelle che da un po' di tempo non ci sono mai
anche 'sto sabato ci ritroviamo a passare

una notte senza donne notte senza donne
girare in auto senza un orario
zitto e metti al massimo l'autoradio
che passano l'ultimo dei B-nario
Notte senza donne, notte senza donne, donne questa notte
soli e senza donne, notte senza donne notte senza donne,
donne in questa notte, sole non ce né

Sosta in autostrada
prendo da bere mente fai il pieno che non si sa mai
al bar dell'autogrill due amiche sembrano da sole
cazzo un altro errore!
ma dopo a fare colazione all'alba siamo sempre solo noi
spiegami dove sono andate tutte
quelle che da un po' di tempo non ci stanno mai
anche 'sto sabato ci ritroviamo a passare

una notte senza donne notte senza donne
tanto io e te stiamo bene tra noi
dammi un po' il cambio dai prendi il volante
va bene andiamo dove vuoi
Notte senza donne notte senza donne
guidare piano e parlare di noi
c'è sempre un sabato per riprovarci
anzi il prossimo dimmi che fai

 
 
 

Nuovo look

Post n°92 pubblicato il 17 Gennaio 2007 da chamilondon

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Nuovo look al mio blog.
[Vari blog mettono in primo piano il loro sguardo, io vado contro corrente e metto la mia bocca.]
Nuovo look a me stessa.
[Parrucchiera, palestra e univesità.]
Sento dirmi da diversa gente, a casa, in appartamento, al lavoro, in internet, che sono avanti.
Nel senso che sono avanti in confronto a come erano loro alla mia età.
Che sembro una persona sicura di sè stessa, 
che dà l'impressione di essere una che sa cosa vuole,
che ha i coglioni,
che ha fatto un passo enorme ad essere andata via di casa così giovane,
che non solo l'ha fatto, ma per di più è andata all'estero,
che trova sempre lavoro,
che sta pure seguendo un corso serale all'università.

Ma a me non sembra di fare chissà cosa.
Non mi sembra di essere chissà chi.
Mi sento indietro, e non avanti, sento che potrei e dovrei fare di più.
Che il mio inglese fa schifo,
che non sono poi così sicura,
che non so realmente cosa voglio.

Oggi Daniele mi ha detto per la prima volta che è fiero di me.
Per il corso che sto seguendo.
Ha detto che non tutti farebbero quello che sto facendo io.
Non mi sono sentita degna di quella fierezza.
Non credo di fare chissà che.
Non credo di essere chissà chi.

 

 
 
 

Io... all'università??!!

Post n°91 pubblicato il 16 Gennaio 2007 da chamilondon

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Stamattina mi sono svegliata bene, anzi decisamente da Dio.
Nel week-end ho cambiato stanza, si è liberata una singola in casa mia e me la sono subito accaparrata! (Anche se a dirla tutta, ci stavo dietro già da mesi)
E ho detto bye bye a quella cazzo di quadrupla di merda.
La mia gavetta a dormire con degli psicopatici me la sono bella e che fatta.
Il week l'ho dedicato tutto alla mia stanza, ho cercato di creare quanto più Feng Shui possibile, e direi di esserci riuscita, visto che stamattina appena alzata ho addirittura sorriso all' Anna sul pianerottolo!
Finalmente mi sento meglio dopo il periodo di buio da quando Dani era ripartito...

E comunque la vera news è che l'ho fatto, mi sono iscritta.
Ho avuto solo una settimana di tempo per pensarci, perchè il corso iniziava oggi.
Così ieri ho fatto l'iscrizione on-line e oggi, impaurita, sono andata.
Mi sono fatta mille viaggi, del tipo che avevo fatto il passo più lungo della gamba, e difatti,  quando sono arrivata le cose sono peggiorate...
Il primo edificio non era quello esatto, il secondo nemmeno, al terzo ce l'ho fatta, ma era talmente grande che non ci saltavo fuori...
Anche perchè non ho mai messo piede in un'università in Italia... e poi perchè sinceramente non ho mai pensato di essere una da università...
Così oggi mi prendo il mio bus, gentile la nonnina alla fermata che mi ha confermato che era la fermata giusta, gentile l'autista che mi ha fatta scendere alla fermata giusta, gentili i ragazzi che mi hanno indicato la segreteria e l'aula, gentile il professore.
Sarò paranoia, complessata, ma si dai, anche idiota, ma ho iniziato a credere nel destino... e nei suoi segni.


L'università è veramente immensa, composta da 3 palazzoni vicini, e solo nel mio, le aule erano contrassegnate non solo dalla A alla Z, ma avevano per ogni lettera un numero a 3 cifre!!! Inutile dire che mi sono persa più volte...
Comunque, come prima lezione è andata... Me ne mancano solo altre 9, e avrò una specie di attestato, o specializzazione, chiamatela come vi pare, in Marketing.
Diciamo che oggi sono riuscita a capire un 60%... Non mi sembra malaccio considerando che era solo la prima lezione... E considerando che a conoscenza di inglese sono quella messa peggio...
Comunque, devo cercare di tenere botta, devo impegnarmi e devo riuscirci.
E poi chissà, se alla fine andrà bene, magari nella prossima sessione ad Aprile, posso cercare di prenderne un'altra...

Forse sto correndo troppo...

E la novità dov'è?
D'altronde io sono quella che odia le mezze misure...

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Post N° 90

Post n°90 pubblicato il 10 Gennaio 2007 da chamilondon
Foto di chamilondon

Ho paura che tutto questo possa finire.
Ora che ho tutto quello che ho sempre desiderato da te, possa essermi portato via.
Perchè tu mi rendi così felice.
E si sa, la felicità spaventa.
O perlomeno spaventa me.
Il terrore che mi venga portata via.
Continuo a pensare ai giorni passati con te qui a Londra.
Penso a te che mi coccoli la sera, a te che mi baci e mi accarezzi al mattino.
Alle ore passate su questo letto, alle notti scoperto perchè ti rubavo la coperta, a te che mi spingevi giù perchè in due in questo letto stavamo un po' strettini...
A te che cerchi continuamente la mia mano mentre camminiamo.
A te che sali sul gradino più basso della metro per baciarmi meglio, ai lunghi baci dati sulle scale mobili.
A io che ti osservo, tu non mi vedi, stai salendo i gradini della stazione, tre alla volta e sorridi, perchè dobbiamo andare in hotel.
Si capisce che sei felice.
E per la prima volta vorrei provarci.
Vorrei vivere con te.
Lo vorrei veramente.
E lo so che è un po' presto, che io ho solo quasi 23 anni, e soprattutto tu, che ne hai solo 21, e hai ancora tutta l'università davanti...
Ma quanti problemi abbiamo affrontato?
Siamo ancora qui, a fatica ce l'abbiamo fatta.
Anche se ho paura che tu non vorrai provarci... che si, mi ami, ma non mi ami abbastanza per fare un passo del genere...
Voglio fare un proposito per questo nuovo 2007.
[Daltronde il 7 è sempre stato il mio numero preferito...]
Voglio dare tutta me stessa.
Voglio una chance per noi.
Voglio una chance per me.
Voglio provare  a iscrivermi ad un corso di Marketing in un'università serale.
Voglio buttarmi.
Devo buttarmi.

[e devo riuscirci.]

 
 
 

Post N° 89

Post n°89 pubblicato il 07 Gennaio 2007 da chamilondon

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Avrei veramente troppe cose da dire, il rientro a casa, gli amici, i parenti, i regali, il Natale...
Ma adesso, come sempre, voglio parlare di lui.
Voglio scrivere per ricordarmi sempre questi nove giorni indimenticabili insieme a lui.
E cazzo lo so che sono monotona, che penso sempre le stesse cose, che dico sempre le stesse cose, che scrivo sempre le stesse cose.
Ma io con lui ci sto da Dio.
E lui con me ci sta da paura.
In questi nove giorni sono cambiate tante cose.
Ho saputo e ho capito tante cose.

29 dicembre.
6 pm.
Stansted.
Ho appena salutato la Socia e il suo ragazzo, stanno andando a prendere il treno che li porterà a Liverpool St. e, successivamente, a King's Cross.
Io sono stranamente tranquilla.
Il nostro volo aveva un'ora di ritardo, e io sto aspettando che arrivi lui, di lì a poco.
Trovo il tabellone degli arrivi, e mi accorgo che il volo da Roma Ciampino è: "Estimate for 19.30"
Cazzo, un'ora di ritardo-penso.
Mi prendo un cappuccino da Costa Cafè, mi siedo al mio tavolino e inizio a leggere il mio nuovo libro.
Alle 18.30 alzo lo sguardo sul tabellone e mi accorgo che il volo è: "Arrived at 18.26".
Il cuore inizia a battermi fortissimo, mi domando come mai questo cambiamento, ma l'unica risposta che mi dò è... Sticazzi.
Penso a come incontrarlo, se corrergli incontro, se aspettare che sia lui a vedermi, se stare seduta o in piedi.
Poi mi accorgo che non ce la faccio proprio a stare seduta, mi alzo e mi avvicino all'uscita degli arrivi.
Lo vedo.
Sorrido.
Sto ferma, faccio finta di niente, ma lo seguo con lo sguardo.
Mi vede, accenna un sorriso, ma non è convinto.
Ho cambiato look e non gli ho detto niente...
Capisce che sono io e mi viene incontro.
Io immobile aspetto.
Il cuore mi sta impazzendo dentro.
E' praticamente davanti a me, non riesco a crederci, non riesco a muovermi.
Si china e mi abbraccia fortissimo, mi sorride mi bacia.
Gli sorrido, lo bacio.
Continua a baciarmi, poi mi bacia seriamente, mi fa sentire la sua lingua, dolcemente, e io non ho più dubbi... Me lo ricordo come ci baciamo, mi ricordo tutto quello che è capace di farmi provare.
Erano solo stupide paure.
E i giorni con lui sono uno più stupendo dell'altro.
Sempre in sintonia, aver voglia di mangiare la stessa cosa nello stesso momento, voler andare negli stessi posti, tutti i bacini dati ogni 2 minuti... e le risate... quello proprio non posso calcolarle, non ridevo cosi tanto da diversi mesi...
Giorni perfetti.
Capodanno perfetto.
A cena fuori Io&Lui, la Socia e il suo ragazzo, e la coppia miei coinquilini, dopodichè a vedere i fuochi d'artificio sul Tamigi, vicino Trafalgar Square. 200 mila persone presenti, e il suo abbraccio sempre stretto su di me. Scocca la mezzanotte, urla e auguri.
Ti bacio, mi guardi e mi dici che mi vuoi davvero un mondo di bene.
Faccio finta di niente, ma ci rimango male perchè non è cambiato nulla, tu sei sempre fermo al tuo livello.
Finisci la frase dicendo "e anche qualcosa di più..."
Sono contenta.
Anzi, sono triste.
Cazzo vuol dire anche qualcosa di più?!
Ma non voglio pensarci perchè non voglio rovinarmi il Capodanno, così non rispondo.
Tutte le sere a letto abbriacciati, a riempirci di baci, dolci da non crederci.
Siamo in un film. Siamo sicuramente in un film e noi siamo gli spettatori, dev'essere per forza così, non si può essere cosi felici.
I giorni passano, io devo andare al lavoro e tu vieni a pranzare da me, poi torni a prendermi...
Mi dici che pensi che sarebbe bello convivere con me.
Lo penso anch'io ma non te lo dico.
Avevamo prenotato una notte in hotel, volevamo stare tranquilli io e te, soli.
Senza nessuno intorno.
E tu sei così dolce... Mi ero addormentata storta in mezzo al letto, e tu per non svegliarmi, hai dormito in 1/3 del letto, mi hai svegliata riempiendomi di bacini, guardandomi negli occhietti ancora socchiusi e dicendomi "Gindobre"...
Ma sto sognando.
Non sta succedendo.
Non posso essere così felice.
La sera usciamo a cena fuori, poi andiamo a bere qualcosa in un tipico pub inglese.
Mi parli a cuore aperto, mi dici tutto di questo nostro anno passato insieme.
Mi racconti che per tutto questo anno hai sempre cercato di convincerti che io non ero la ragazza giusta per te, che io non dovevo essere la ragazza giusta per te, che te ne dovevi trovare una a Roma, che sarebbe stato troppo complicato...
E lo so che non hai tutti i torti, ma io sto zitta e ti lascio parlare.
Così mi dici che ora lo sai, io sono la ragazzaq giusta per te.
Hai persino detto di me a tua madre.
Diciamo che non l'ha presa benissimo, considerando che non le avevi mai parlato di nessuna tua storia... Nemmeno di LeiPrimaDiMe...
E dici che se anche non dovessi piacerle non ti importa, perchè io devo piacere solo a te, che stai molto meglio con me che con LeiPrimaDiMe, e che, anzi, non si può nemmeno fare un paragone, perchè io ti rendo felice.
Sono seduta in questo pub, ti guardo con le luci soffuse, non ci credo.
Ti chiedo se scherzi, chè lo sai che non mi piace scherzare su queste cose.
Serio mi rispondi che è tutto vero.
Aspetto, spero che tu mi dica quelle parole, ma non ti escono.
Incasso e taccio.
E poi il giorno dopo, a casa, continui a coccolarmi, continui a dirmi quanto stai bene con me, così scherzo, rido, ti abbraccio e ti dico: "Avanti, allora dimmi che mi ami!"
Mi guardi serio negli occhi.
Smetto di ridere.
Ho i tuoi occhi verdi puntati nei miei.
"Ti amo" - mi dici
Ti ripeto che non si scherza.
Continui a fissarmi, mi dici che non stai scherzando, che ora ne sei sicuro, mi ami.
Sorrido.
Ma non ti dico "anch'io".
Ti abbraccio più forte e mi godo quel Ti Amo.
Perchè sò che è vero, sò che è detto con sincerità.
Sò che ci hai messo un anno, ma l'hai capito.
Sò che quel Ti Amo ha per te un significato importante.
Sò anche che è la seconda volta che lo pronunci in vita tua.
E non sono felice.
Perchè dire che sono felice, non basta per far capire cosa ho provato io in quel momento.
Tutto quello che ho passato, le lunghe distanze, il vederlo solo una volta al mese, non hanno più importanza.
Lui mi ama.
Ed era il mio più grande desiderio.
Sto da dio.
Non ho bisogno di nient'altro.

Ma oggi è un altro giorno.
E oggi te ne sei andato.
Ti ho detto che eri cattivo perchè mi stavi abbandonando.
Che anche se eravamo stati insieme tanti giorni, erano ugualmente passati in fretta.
Prendiamo l'autobus e ti accompagno in aeroporto.
Voglio avidamente quelle due ore in più con te che il tempo può concedermi.
E ti vedo che hai gli occhi lucidi già da subito, ma dai la colpa alle lenti.
Mangiamo, e quando siamo davanti al check-in dobbiamo assolutamente salutarci.
Hai gli occhi inondati di lacrime, io sono quasi impassibile, ancora non so come io faccia.
Scherzi, mi dici che sono un'insensibile, che non ho nemmeno una lacrimuccia.
So che scherzi, ma lì esplodo, ti abbraccio forte, anche se ti arrivo solo al petto, ci rannicchio la testa e inizio a piangere tanto.
Ti dico che non si può sempre stare così, che quella doveva essere l'ultima volta che doveva accadere.
Mi sussurri nell'orecchio che mi ami.
"Chami ti amo..." 
Ti guardo negli occhi, e sono tutti rossi.
Ci diamo il consueto ultimo bacio.
Ma stavolta mi fissi e mi dici di fare a modo.
Non me l'avevi mai detto.
Ti vedo che hai paura, ora che hai capito di essere innamorato.
Ti allontani, passi l'entrata del gates, mi dai un bacino, e ti riallontani.
Prima di sparire dietro il muro ti volti e mi saluti.
Non ci sei più, e io vado via, testa china.

 
 
 

3 mesi di Londra

Post n°88 pubblicato il 23 Dicembre 2006 da chamilondon

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Oggi mi sono fatta l'ultimo pianto dell'anno.
Mi sono svegliata verso le dieci, ho mangiato, non sapendo che fare ho scasinato col computer, ho visto che stanotte ero finalmente riuscita a scaricarmi la Stanza del figlio, e me lo sono guardato.
L'avevo già visto anni fa, al cinema con mia madre, ma ai tempi non avevo pianto.
Oggi invece sapevo esattamente cosa mi aspettava.
Ma l'ho voluto fare di proposito.
Volevo piangere e ho pianto.
E' una strana sensazione per me desiderare di piangere.
E' una cosa che solitamente non faccio mai, cerco di respingerla dentro il più possibile.
Non mi è mai piaciuto piangere.
Non so perchè oggi mi andava così...
Forse perchè domani sarò a casa, e sarà inevitabile non parlare di mio cugino, e forse nel mio subconscio ho deciso di sfogarmi da sola...
Strano questo 2006.
Un anno pieno di pianti, come non mi era mai capitato.
Pianti dovuti allo stress del lavoro.
Pianti dovuti alle continue crisi con lui.
Pianti per quell'incidente.
Eppure, se non fosse per tutti questi pianti, non mi sentirei di dire che questo 2006 sia andato male.
Anzi, se lui ci fosse ancora, potrei dire che questo 2006 è andato benino.
Ho dato una svolta.
Ho smesso di lamentarmi del mio lavoro e della mia vita, e sono partita.
Anche se ora ho paura a tornare.
Non mi spaventa tornare domani, tanto so già che ripartirò.
Mi spaventa pensare di dover tornare a casa definitivamente.
Non che a casa coi miei io stia male, ma proprio l'idea di tornare nella città dove tutti sono uguali, dove tutti vogliono le stesse cose... Ho paura di tornare come loro.
Qui mi sento meglio.
Qui mi vedo me stessa.

Domani saranno tre mesi di Londra.
Tre mesi esatti e torno a casa.

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MERRY CHRISTMAS EVERYONE!

 
 
 

Agli sgoccioli...

Post n°87 pubblicato il 22 Dicembre 2006 da chamilondon

Oggi ultimo giorno di lavoro dell'anno.
Finalmente.
Manca solo domani e poi domenica mattina alle 8, l'autobus mi aspetta per portarmi a Stansted.
E poi riabbraccerò i miei.
Mia madre già impezzava la Friend via e-mail su quanto le manco...
Mia madre??? immagine
E subito dopo verrà lui.
Lui, che mi dà il bastone e la carota.
Ieri pomeriggio dopo lavoro, ci siamo sentiti.
Io non l'ho cercato, non avevo voglia di sentirlo, ma poi si è collegato a msn e mi ha vista.
Io ero distaccata, non avevo voglia di sentirlo, figuriamoci di scherzare.
Mi ha detto che sarebbe andato a una festa universitaria quella sera.
Voleva vedere se reagivo.
Ma io gli ho detto: "Divertiti" e ho fatto finta di nulla, dopodichè l'ho salutato e ho continuato a impacchettare regali e a fare la valigia.
Innanzitutto lui è stato connesso altri 5 minuti per vedere se io avevo intenzione di farmi risentire, ma io nada.
E poi dopo mezzora mi ha inviato questo messaggio:

"Scusa davvero, io sono fatto così. Si è vero, sono fatto male lo so, e con il mio comportamento ti faccio stare male. Ma fidati e penso che tu già lo sappia che per me non sei un'amica ma ben altro... Ti voglio un mondo di bene e non vedo l'ora di essere lì con te. Un buji"

So che in quella mezzora sarà stato a pensare a cosa scrivere.
So che sarà stato difficile per lui dire quello che ha detto.
So che avrà pensato al mio comportamento.
So che ci sarà rimasto male.
Ma cosa devo fare io con te?
Cazzo io è un anno che mi faccio questa domanda.
Io che cazzo devo fare con te.
Non ti ho risposto.
Non sapevo che dirti.
Avrai pensato che volevo fare la stronzetta.
Ma io davvero non sapevo cosa dirti.
Che era tutto ok?
Che ti capivo, che so come sei, ma che ho questo mio ego che non può fare altro che imporsi continuamente?
Non so nemmeno io la risposta, così, strano ma vero ho deciso di tacere.

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tu devi essere più duro.
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Nasciamo senza sapere quando e perchè, moriamo senza sapere quando e perchè e nonostante questo ci sforziamo per tutta la vita di controllare gli eventi. Addirittura di prevederli.

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Auguri per una serena e felice Pasqua...Kemper Boyd
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ohi,sono la ste..signorina ma non si sparisce così!!!!sei a...
Inviato da: Anonimo
il 23/01/2008 alle 12:35
 
Heilà!!! un momento...tutto questo significa che ora sei a...
Inviato da: Anonimo
il 21/01/2008 alle 16:25
 
anno nuovo vita nuova.... smack!!!
Inviato da: Gatto.Punk.85
il 13/01/2008 alle 01:12
 
Tesorooooo chi si rivede!!! Ti ho pensata tanto tanto...
Inviato da: pollon82_2006
il 11/01/2008 alle 14:57
 
 

I MIEI MARTEDì COL PROFESSORE - MITCH ALBOM

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"Ti ho parlato della tensione degli opposti?" - mi fa lui.
La tensione degli opposti?
"La vita è una sorte di tiro alla fune. Vorresti fare una cosa, ma sei costretto a fare qualcos'altro. Qualcosa ti fa male, eppure tu sai che non dovrebbe. Prendi per scontate alcune cose, pur sapendo che non c'è nulla di scontato.
"La tensione degli opposti, come un elastico che si tira. E quasi sempre stiamo da  qualche parte, nel mezzo."
Sembra un incontro di pugilato. - commento io
"Già, un incontro di pugilato", ride lui. "Ecco, potresti proprio descrivere la vita così."
Chi vince? - domando io.
Mi sorride, e gli si formano le rughe intorno agli occhi, gli si scoprono i denti storti.
"Vince l'amore. L'amore vince sempre."

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Ecco la differenza.
A volte non riesci a credere a quel che vedi, devi credere a quel che provi.
E se vuoi ottenere la fiducia di qualcuno devi sentire che anche tu puoi fidarti di lui... anche al buio.
Anche quando stai cadendo.

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II - I MIEI MARTEDI COL PROFESSORE - MITCH ALBOM

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I poveri ragazzi di oggi o sono troppo egoisti per lasciarsi coinvolgere in un vero rapporto d'amore, o fanno matrimoni troppo frettolosi e sei mesi dopo divorziano. Non sanno bene quel che cercano nel loro partner. Non sanno bene quello che sono loro stessi: quindi come possono sapere chi stanno sposando?

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Ho imparato questo a proposito del matrimonio: ti mette alla prova.
Scopri quello che sei, chi è l'altra persona, e come potete o non potete adattarvi l'uno all'altro. Tuttavia, ci sono alcune norme da seguire a proposito dell'amore e del matrimonio. Se non rispetti il tuo partner, avrai un mare di problemi. Se non sai raggiungere un compromesso, avrai un mare di problemi. Se non riesci a parlare apertamente di quel che accade tra di voi, avrai un mare di problemi.  E se nella vita non avete in comune una serie di valori, avrai un mare di problemi. Dovete avere gli stessi valori.
Non lasciare troppo presto, ma non indugiare troppo a lungo.

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III I MIEI MARTEDì COL PROFESSORE - MITCH ALBOM

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Non abbiamo solo bisogno di perdonare gli altri, abbiamo anche bisogno di perdonare noi stessi. Per tutto quello che non abbiamo fatto. Quello che avremmo dovuto fare. Non ci si può bloccare a rimpiangere quel che avrebbe dovuto accadere. I rimpianti non ti aiutano.

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Non esiste una formula per i rapporti. Devono essere negoziati in maniere affettuose, con ampio spazio per entrambe le parti, per ciò che vogliono e ciò di cui hanno bisognom ciò che possono fare e ciò che è la loro vita. Negli affari, la gente tratta per vincere. Tratta per ottenere quel che vuole. Forse tu sei troppo abituato a questo. L'amore è diverso. E' amore quando ci si preoccupa della situazione dell'altro come se fosse la tua.

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 Il desiderio non è ciò che vedi...

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ma quello che immagini... 

 

IL PICCOLO PRINCIPE

In quel momento apparve la volpe.
"Buon giorno", disse la volpe.
"Buon giorno", rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno.
"Sono qui", disse la voce, "sotto al melo…."
"Chi sei?" domandò il piccolo principe, " sei molto carino…"
"Sono la volpe", disse la volpe.
immagine" Vieni a giocare con me", disse la volpe, "non sono addomesticata".
"" Che cosa vuol dire addomesticare?"
" Non sei di queste parti, tu", disse la volpe" che cosa cerchi?"
" Cerco gli uomini", disse il piccolo principe.
" Che cosa vuol dire addomesticare?"
" E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami…"
" Creare dei legami?"
" Certo", disse la volpe. " Tu, fino ad ora per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma.se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo."
" Comincio a capire", disse il piccolo principe. " C'è un fiore…. Credo che mi abbia addomesticato…"
"E' possibile", disse la volpe "capita di tutto sulla terra…"
" La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me .Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio per ciò. Ma se tu mi addomestichi la mia vita,
sarà come illuminata. Conoscerò il rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri
immaginepassi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in
fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color d'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai
addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano…"
La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:
" Per favore …..addomesticami", disse.
" Volentieri", rispose il piccolo principe, " ma non ho molto tempo, però.
Ho da scoprire degli amici e da conoscere molte cose".
" Non si conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!"

 

IL PICCOLO PRINCIPE "II"

" Che bisogna fare?" domandò il piccolo principe.
" Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe.
" In principio tu ti sederai un po' lontano da me, così, nell'erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' più vicino…."
immagineIl piccolo principe ritornò l'indomani.
" Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe.
" Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi, alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità.
Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore… Ci vogliono i riti".
" Che cos'è un rito?" disse il piccolo principe.
" Anche questa è una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe.
" E' quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore. C'è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì è un giorno meraviglioso! Io
mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza".

 

IL PICCOLO PRINCIPE "III"

immagineCosì il piccolo principe addomesticò la volpe.
E quando l'ora della partenza fu vicina:
"Ah!" disse la volpe, "…Piangerò".
" La colpa è tua", disse il piccolo principe, "Io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi…"
" E' vero", disse la volpe.
" Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
" E' certo", disse la volpe.
" Ma allora che ci guadagni?"
" Ci guadagno", disse la volpe, " il colore del grano".
soggiunse:
" Va a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo".
"Quando ritornerai a dirmi addio ti regalerò un segreto".
Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.
"Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente" , disse.
" Nessuno vi ha addomesticato e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre.
Ma ne ho fatto il mio amico e ne ho fatto per me unica al mondo".
immagineE le rose erano a disagio.
" Voi siete belle, ma siete vuote", disse ancora. " Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei
che ho innaffiata. Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro, Perché è lei che ho riparato col paravento. Perché su di lei ho ucciso i bruchi (salvo due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato
lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa" E ritornò dalla volpe.
" Addio", disse.
"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
" L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
" E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
" Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare.
Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
" Io sono responsabile della mia rosa…." Ripetè il piccolo principe per ricordarselo
.

 

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