Frequentemente la donna svolge il confronto con un qualunque oggetto desiderato seguendo una parabola.
C’è un momento in cui tutto ha inizio, un proemio in salita in cui vengono fissati quei punti che saranno pilastri solidissimi su cui si reggerà il turbine dell’infatuazione : in questa fase la donna crea per l’oggetto un desiderio crescente e totalizzante che epura ogni altro argomento terreno e metafisico. La nostra dolcissima parla solo di questo.
Il giorno dell’acquisto è raggiunto il vertice del luogo geometrico. L’occhio riecheggia uno stato d’animo trionfante, gaudente, energetico.
L’inversione, da questo punto di equilibrio instabile, avviene dopo un minimo di ventiquattro ore ad un massimo di una settimana : l’oggetto giace inanimato, inespressivo, dimenticato in un qualunque angolo della dimora. Parla di tutto tranne che di questo.
Già Wilde sottolineava che ci sono due tragedie nella vita: non riuscire a soddisfare un desiderio e soddisfarlo. Quanto mai vero per una figlia d’Eva.
Inviato da: specchio5
il 01/05/2013 alle 16:58
Inviato da: urlodifarfalla
il 21/12/2011 alle 00:23
Inviato da: paolavolpoca
il 16/03/2010 alle 00:12
Inviato da: sagredo58
il 21/10/2008 alle 18:13
Inviato da: sregolatezza
il 02/10/2008 alle 21:15