Calabria Terra soleTutto Sulla Nostra Terra |
ESSERE SE STESSI
L'aforisma di stasera è questo :
♥♥♥ ...Non essere troppo uguale agli altri... saresti troppo diverso da te stesso...♥♥♥
Cosa ne pensate? Diteci la vostra....
IL NOSTRO MERAVIGLIOSO MARE
LA STORIA DEL PEPERONCINO
LA STORIA DEL PEPERONCINO
Nella cucina calabrese è raro trovare un piatto, fresco o conservato, in cui non appaia, il peperoncino. La Calabria è infatti la regione che in Italia consuma più peperoncino ed e anche la regione dove la fantasia dei produttori si è sbizzarrita nella creazione di prodotti che si intrecciano e si sovrappongono con quelli della tradizione.
Il peperoncino piccante, Capsicum frutescens, è un arbusto che cresce molto facilmente nelle regioni tropicali. Produce frutti di forma allungata o arrotondata che diventano rossi maturando, ma non si addolciscono mai.
Il primo a parlarne fu Cristoforo Colombo nel suo diario descrivendo 1’isola di Hispanola nel 1493; e molto probabilmente le isole caraibiche furono la zona originaria di tutte le varietà di peperoncino dopo la colonizzazione delle Americhe. Ma mentre gli europei, dal palato sensibile, si mostrarono piuttosto diffidenti nei confronti di una spezie che incendiava la bocca , gli africani, gli arabi e gli asiatici la accolsero come una vera e propria rivelazione.
Accanto ai prodotti tradizionali, oggi si fabbricano numerosi alimenti a base di peperoncino, come le paste, la grappa, addirittura le confetture ed il gelato, quasi a voler significare che questo piccolo, ma potente frutto, costituisce parte integrante della identità della Calabria.
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Post n°20 pubblicato il 01 Aprile 2014 da Profilo_Calabria
Tag: 2014, accesso in chat, aforisma, Aiuto, amicizia, amore, animo, blog, calabria, cazzeggio, chat, chat di libero, chatleader, chatlerader, colpa, community, consiglio, di, divertente, evento, java, libero, libero community, ridere, san, semplicità, senso, stato, umiltà, vacanze 1) Se nel corridoio del vostro albergo ci sono due bambine gemelle che vi guardano fisse, andatevene. (ricordi Shining?) |
Post n°19 pubblicato il 04 Febbraio 2014 da Profilo_Calabria
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Post n°18 pubblicato il 30 Gennaio 2014 da Profilo_Calabria
...nella solitudine, nella malattia, nella confusione, la semplice conoscenza dell'amicizia rende possibile resistere, anche se l'amico non ha il potere di aiutarci. È sufficiente che esista. L'amicizia non è diminuita dalla distanza o dal tempo, dalla prigionia o dalla guerra, dalla sofferenza o dal silenzio. È in queste cose che essa mette più profonde radici. È da queste cose che essa fiorisce...
e voi cosa ne pensate dell'amicizia? Esiste davvero? |
Post n°17 pubblicato il 30 Gennaio 2014 da Profilo_Calabria
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Post n°16 pubblicato il 27 Gennaio 2014 da Profilo_Calabria
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Post n°15 pubblicato il 24 Gennaio 2014 da Profilo_Calabria
NON RIESCI AD ENTRARE IN CHAT? Quando cerchi di entrare in Chat ti dice: "Applicazione bloccata dalle impostazioni di sicurezza"
Come puoi risolvere? Probabilmente hai aggiornato la tua versione di Java, per risolvere il problema segui queste istruzioni per andare nel pannello di controllo Java http://www.java.com/it/download/help/jcp_security.xml e inserisci queste eccezioni per la Chat di Libero che è sicura Non abbassare il livello di sicurezza, lascialo Alto che è il valore minimo consigliato.
poi fai click su Applica e OK, svuota la cache del browser, chiudi il browser e riaprilo per andare in Chat, se non dovesse ancora funzionare riavvia il pc dopo aver fatto le modifiche consigliate. Non ci sei riuscito? Contatta un Chatleader, proverà ad aiutarti a risolvere il problema! A presto... Ciauuuuzz!! |
Post n°13 pubblicato il 14 Giugno 2013 da Profilo_Calabria
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Post n°12 pubblicato il 05 Giugno 2013 da Profilo_Calabria
La storia di Crotone è molto antica e ricca. Ci sono diversi miti e leggende che raccontano della fondazione di questa città. Già Petronio nel suo satyricon, risalente al I secolo d.C. diceva che: "Crotona, urbem antiquissima et aliquando Italiae primam" ovvero "Crotone, città antichissima e un tempo la prima d’Italia". Tra varie contraddizioni, si è soliti indicare il 718 a.C. come anno della sua fondazione, così come è scritto sul Chronicon di Eusebio di Cesarea. Secondo altre fonti, è stata fondata nel 710 a.C. o nel 743 a.C., al tempo del re Polidoro. La città fu fondata da un gruppo di Achei. Il nome, secondo la leggenda, viene da "Kroton", figlio di Eaco, che venne ucciso, per errore, dal suo amico Eracle. Questi, ha voluto porgergli un segno d’onore e lo seppellì sulle rive del fiume Esaro, facendo la profezia che proprio lì, dovesse un giorno sorgere una grande città che si chiamasse come lui. Un’altra leggenda, invece, narra della fondazione di Crotone, in seguito ad una profezia dell’oracolo di Delfi. Myskellos di Rhype ricevette l’ordine di fondare, tra Capo Lacinio e Punta Alice una nuova città. Arrivato lì, a Myskellos venne l’idea di fermarsi a Sibari, che già allora era una delle città meridionali più importanti, e non correre pericoli, fondando una nuova città. Apollo, adirato perché Myskellos non aveva rispettato la volontà dell’oracolo, lo convinse a dirigersi verso l’attuale Crotone. Vi è una variante, di questa leggenda, nelle "Metamorfosi" di Ovidio, qui, infatti, troviamo al posto di Myskellos, Eracle, che dovrà portare a termine la medesima impresa. Secondo un’altra leggenda, il nome deriverebbe dall’eroe Crotone, fratello di Alcinoo, re dei Feaci. I I Romani conquistarono Kroton nel 277 a.C., guidati dal console Cornelio Rufino. Durante la seconda guerra punica Annibale elevò qui alcuni accampamenti invernali p
Nel XVI secolo la città venne chiamata "Cotrone". Nel 1928 la città cambiò nome da Cotrone a Crotone. Il suo porto, posto quasi equidistante da Taranto e Messina, favorisce diverse attività di scambio e si propone come traino per l'economia agricola e le attività industriali. Lo sviluppo industriale ha visto la città protagonista nel periodo a cavallo fra le due guerre mondiali, anche grazie alla vicinanza della centrale idroelettrica di Calusia, vicino Cotronei. La popolazione crotonese raddoppia durante gli anni trenta, fino a superare i 60.000 abitanti odierni. Ma Alla fine degli anni '80, le due industrie, che sono il pilastro della Crotone industrializzata, Pertusola Sud e Montedison, sono coinvolte in una crisi senza ritorno, della quale risente l'intera città. Il 6 settembre 1993 vi fu la "notte dei fuochi": durante una protesta gli operai appiccarono alcuni fuochi sull'asfalto delle strade, usando il fosforo prodotto nello stabilimento chimico Montedison. Dopo la crisi migliaia di crotonesi persero il posto di lavoro, e ciò ha favorito l’emigrazione di intere famiglie, in cerca di un futuro migliore. Crotone divenne, poi, provincia nel 1994.
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Post n°11 pubblicato il 03 Maggio 2013 da Profilo_Calabria
l teatro comunale di Cosenza è dedicato al pianista Alfonso Rendano. Costruito dal Comune, su progetto dell'architetto Zumpano, nel 1887, fu completato nel 1909 ed inaugurato il 20 novembre dello stesso anno con la rappresentazione dell'Aida di Giuseppe Verdi. Di stile neoclassico ottocentesco, con tre ordini di palchi, spiccavano belle decorazioni pittoriche e in stucco, in particolare sul soffitto, realizzato dal pittore cosentino Enrico Salfi. Nel 1943, una bomba destinata al vicino castello svevo, colpì in pieno il teatro distruggendone il soffitto e danneggiando gravemente tutte le suppellettili.
I lavori di ricostruzione iniziarono nel 1953 e nel 1966 venne nuovamente inaugurato con una rappresentazione dell'Aida, come per la prima inaugurazione. Nel 1976 venne riconosciuto Teatro di Tradizione per l'intensa attività sostenuta dal teatro. Tra le parti originali ricordiamo Il sipario storico, dipinto dal napoletano Paolo Vetri nel1901, e che si conserva ancora oggi, che illustra l'arrivo a Cosenza, nel 1433, del duca di Calabria Luigi III d'Angiò e di sua moglie Margherita di Savoia. Nel 2002-2003 venne nuovamente restaurato e oggi può vantare un'eccezionale varietà artistica.
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Post n°10 pubblicato il 03 Maggio 2013 da Profilo_Calabria
Il maniero venne edificato sopra una precedente fortificazione bizantina del 937 d.C. che ebbe un ruolo fondamentale nella difesa della città di Cosenza dagli assalti dei saraceni. Il castello venne poi rifatto nel XII secolo da Ruggiero il Normanno insieme ai castri di Santa Severina e di Altavilla. Ma nel 1240 subì un pesante rifacimento ad opera di Federico II di Svevia, che gli diede l'attuale sistemazione architettonica. Il re svevo fece aggiungere le due torri ottagonali lungo il lato meridionale del castello, con ampi rifacimenti del cortile interno. Da quel momento l'architettura del castello di Cosenza rimase molto condizionata, tanto che il mastio venne definito appunto castello svevo. Esso presenta infatti una pianta rettangolare con cortile centrale ed una torre angolare residua a pianta ottagonale, l'unica rimasta, e tipica delle costru zioni sveve, la cui altezza doveva essere compresa tra i 18 e i 23 metri, in linea con le altre costruzioni sveve in Europa in voga nel XIII secolo.Sotto gli Angioini il fortilizio di Cosenza divenne dimora reale, infatti nel 1433 vi dimorarono Luigi III d'Angiò e Margherita di Savoia, giunti a governare la provincia Calabrese. Nel 1459 vi dimorò anche il re Alfonso d'Aragona quando ancora la corona di Spagna non era unificata con i Castiglia, poi nel corso del XVI secolo gli spagnoli, riadattarono il castello di Cosenza a fortezza militare. A questo scopo, vennero costruiti ed ampliati i locali per le munizioni, la fucina ed i magazzini a pian terreno. I terremoti susseguitisi nel corso dei secoli 1600 e 1700 devastarono l'architettura originaria del castro che oggi comunque conserva intatte alcune parti che ne risaltano lo stile svevo.
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Post n°9 pubblicato il 18 Aprile 2013 da Profilo_Calabria
Reggio Calabria Il Santo Patrono della città è San Giorgio (23 Aprile), l’effige è riportata sullo stemma e gonfalone che raffigura il cavaliere che trafigge il drago (foto n.1). La chiesa di San Giorgio al Corso è dedicata al culto del santo e si trova situata accanto al tapis roulant (foto2) di Via Giudecca che collega la parte bassa a quella alta della città. Il secondo sabato di Settembre di ogni anno a Reggio Calabria si celebra la patrona (Madonna della Consolazione), con una splendida processione che porta la Vara (foto n.3) con l'effigie della Madonna sul Corso Garibaldi. Il dipinto viene trasportato dai Portatori della Vara dalla Basilica dell'Eremo al Duomo di Reggio Calabria (foto n.4). Prima di essere introdotta all’interno della Cattedrale, la vara è oggetto della tradizionale "Volata", l'ultima fatica dei portatori che consiste nel fare di corsa l'ultimo tratto della processione, dall'inizio della Piazza del Duomo fin davanti la scalinata della Cattedrale, sotto il peso dell'immane effigie. Durante i giorni di festa la città muta il suo aspetto con spettacoli, musica, danze popolari, luna park, bancarelle e piatti tradizionali come ad esempio le frittole (cotica di maiale), le (foto n.8). Lungo la costa reggina cresce la pianta del bergamotto, un agrume diantichissime origini la cui essenza è alla base di molti profumi e cosmetici, ma trova anche largo utilizzo nella pasticceria. Il tipico dolce è la torta bergamotta (foto n.9)Nella storica Piazza De Nava intitolata al reggino ministro del Regno d’Italia Giuseppe de Nava sorge il museo archeologico della Magna Grecia , noto anche come Palazzo Piacentini. Ospita importanti ritrovamenti degli scavi della Calabria, Basilicata e Sicilia ma soprattutto i Bronzi di Riace , la testa del filosofo, il Kauros, il gruppo dei Dioscuri ecc. Sul lungomare Matteotti si possono ammirare le mura greche e le terme romane.Uno dei principali simboli storici di Reggio Calabria è il Castello Aragonese (foto n.1 che sorge nell’omonima piazza Castello con accanto il Tribunale . Poco distante si trova il Corso Garibaldi, trasformato in isola pedonale in modo da consentire la passeggiata per i negozi. E’ possibile notare il Teatro Cilea. Il lungomare Matteotti è stato definito dal poeta D’Annunzio il più bel chilometro d’Italia . La ristrutturazione è opera dell’amato sindaco dei reggini Italo Falcomatà. Nella storica Via Marina è possibile ammirare palazzi e ville antiche ad esempio Villa Zerbi Le aiuole ospitano piante secolari (le caratteristiche magnolie dai fusti enormi) e le statue dell’artista Rabarama.. Il lungomare è molto suggestivo soprattutto di notte, illuminato da lampioncini ed è caratteristica la ringhiera in stile liberty. Da segnalare il miraggio della Fata Morgana, spettacolare fenomeno ottico che consente di vedere riflessa nel mare la vicina Sicilia. D’estate si popola di stabilimenti balneari e diventa luogo di attrattiva per i turisti . Nella zona meridionale della città sorge lo stadio Oreste Granillo, la squadra è la Reggina, attualmente in serie B. Le vie di comunicazione con la Sicilia e le isole è il Porto , l’aeroporto dello Stretto Tito Minniti e rappresenta il secondo aeroporto calabrese per numero di passeggeri , la stazione ferroviaria c.d Stazione Centrale invece si trova a Piazza Garibaldi
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Post n°8 pubblicato il 17 Aprile 2013 da Profilo_Calabria
Cosenza cenni storici Terra abitata già nella preistoria da uomini primitivi
Cosenza ancora storia Con i primi anni del X secolo, Cosenza conobbe lutti e saccheggi per opera dei Saraceni, che attaccarono e saccheggiarono periodicamente le terre calabresi.
Cosa vedere a Cosenza - Centro storico Quattro passi nel centro di Cosenza ci porteranno ad assaggiare l'acqua della Fontana dei 13 canali, proveniente dall'acquedotto dello Zumpo in Sila, leggera e dissetante e poi a proseguire lungo il corso Telesio che porta al Duomo del 1100, Santuario della Vergine S.S. del Pilerio costruito intorno alla metà dell' XI secolo e riedificato dopo il terremoto del 1184 mantenendo più stili architettonici. |
Post n°7 pubblicato il 17 Aprile 2013 da Profilo_Calabria
Il Crati ha origine attorno ai 1.650 m di altezza, tra Timpone Tenna e Timpone Bruno, dalle pendici occidentali della Sila, nel comune di Aprigliano con il nome di Craticello. Scende assai ripido con andamento verso nord bagnando subito la città diCosenza, dove raddoppia di dimensioni grazie alla confluenza da sinistra del fiume Busento e dove divide il centro storico antico dalla parte moderna. Da qui attraversa con ampio letto ciottoloso la stretta pianura cui dà nome, localmente chiamata Vallo del Crati dove si arricchisce dell'apporto di svariati affluenti: da destra i fiumi Arente, Mucone (suo principale tributario di destra) e di Duglia, da sinistra i torrenti Finita, Turbolo, Cucchiato, Campagnano, Mavigliano e Settimo. Con una portata di oltre 20 m³/sec e dimensioni ora ragguardevoli inizia a scorrere poi nel suggestivo tratto incassato di Tarsiadove una diga forma il lago artificiale omonimo, entrando poi alcuni chilometri a valle dello sbarramento nell'alluvionale Piana di Sibari, dove nell'antichità sorgeva la fiorente città greca di Sibari. In questo tratto rallenta notevolmente la sua corsa ricevendo l'ultimo affluente, il fiume Coscile o Sibari, suo principale tributario di sinistra che ne raddoppia quasi la portata, avviandosi poi con andamento pigro a sfociare nel golfo di Taranto presso la marina diCorigliano Calabro (Schiavonea). I comuni attraversati sono: Belsito, Bisignano, Castiglione Cosentino, Cerisano, Cosenza, Lappano, Lattarico, Luzzi, Montalto Uffugo, Paterno Calabro, Rende, Rose, Rossano, Rovito, Spezzano Albanese, Tarsia, Terranova da Sibari, Cassano all'Ionio,Corigliano Calabro e Torano Castello. |
Post n°6 pubblicato il 17 Aprile 2013 da Profilo_Calabria
La città di Cosenza sorge alla confluenza dei fiumi Busento e Crati. Conosciamo il percorso di quest’ultimo: attraversa la città bruzia, giunge nella piana di Sibari e sfocia nel Mar Ionio; quello che probabilmente non conosciamo è l’origine del suo nome. Lo storico Eliano (III secolo d.C.) afferma che Khratis sarebbe il nome di un pastore innamorato della più bella capra del suo gregge; un ariete geloso lo uccise mentre dormiva ed il suo corpo fu sepolto nei dintorni e gli abitanti diedero il nome di Khratis al corso d’acqua presso il quale avvenne il fatto. Ma la storia non termina qui, pare infatti che la capra amata, dopo qualche tempo, partorì un bambino dalle gambe caprine ma dall’aspetto umano: ritenuto una divinità, fu adorato come il dio delle foreste e delle valli. Strabone (I secolo a.C.) invece afferma che le acque del Crati rendevano biondi i capelli di chi vi si lavava e rendeva bianco il pelame degli animali che vivevano sulle sue sponde; al contrario del fiume Sibari, che scorreva poco sopra, che conferiva invece un colore scuro
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Post n°5 pubblicato il 17 Aprile 2013 da Profilo_Calabria
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Post n°4 pubblicato il 16 Aprile 2013 da Profilo_Calabria
Piane Crati è situato nell’alta Valle del Crati, è il più piccolo comune calabrese, si estende infatti per solo 2,28 Kmq. E’ un terrazzo quaternario tra il fiume Crati e il torrente Erbicello che sorge oltre i 600 metri sul livello del mare e confina con i comuni di Cosenza, Aprigliano, Figline Vegliaturo e Paterno Calabro. Dista da Cosenza 12 Km. Il toponimo Piane Crati ha una formazione piuttosto chiara. Non dovrebbero esserci dubbi, infatti, sulla sua derivazione dal latino in plano Crathidis (su una pianura del Crati). Peraltro, a dispetto della sua antica origine, il nome attuale gli venne dato solo dopo l’Unità d’Italia. La data della sua fondazione è sconosciuta, per quanto tendenzialmente andrebbe situata nel Medioevo. Anche la nascita di Piane Crati potrebbe essere legata all’invasione saracena di Cosenza, in seguito alla quale i cittadini in fuga si sarebbero rifugiati sulle alture circostanti dando vita ai villaggi che sarebbero divenuti i casali di Cosenza.
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Post n°3 pubblicato il 15 Aprile 2013 da Profilo_Calabria
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Post n°2 pubblicato il 15 Aprile 2013 da Profilo_Calabria
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