Creato da Il.Don.Camillo il 04/06/2007

DON CAMILLO'S BLOG

"Che la tua vita non sia una vita sterile - Sii utile - Lascia traccia" San Josemaria Escrivà

 

 

« LA MORATORIA IN SPAGNAL'IPOCRISIA DEL FRONTE ... »

LA CONFERENZA EPISCOPALE SPAGNOLA SCEGLIE ROUCO VARELA

Post n°127 pubblicato il 05 Marzo 2008 da Il.Don.Camillo

Il cardinale di Madrid Antonio Rouco Varela è stato eletto a sorpresa alla presidenza della Conferenza Episcopale Spagnola. A sorpresa perché fino alla vigilia del voto erano in tanti a dare per scontata la rielezione dell’uscente vescovo di Bilbao, Ricardo Blazquez. Il presidente uscente non è riuscito a guadagnarsi, contrariamente alle abitudini della Chiesa spagnola, il secondo triennio al vertice dell’episcopato.

Sicuramente più duro nei confronti del governo laicista e socialista di Zapatero, il cardinal Valera si è distinto per la sua azione in difesa della vita e, soprattutto, della famiglia. Ha infatti partecipato nel 2005 alla grande manifestazione contro la legalizzazione dei matrimoni gay (a differenza di Blazquez, assente) e, nel 2007, a quella in favore della famiglia, entrambe a Madrid. Nella seconda, addirittura, ha attaccato frontalmente il governo spagnolo in quanto minaccia per i “diritti fondamentali della persona”.

Il nuovo presidente è uno dei grossi calibri. Unico spagnolo presente nella Congregazione per i vescovi, è membro, a Roma, di ben nove dicasteri della Curia. A breve compirà 72 anni ed è stato eletto con 39 voti, contro i 37 per l’uscente Blazquez e un’astensione.

Domenica gli spagnoli si recheranno alle urne per bastonare o promuovere il governo Zapatero. E la presa di posizione della Conferenza episcopale spagnola, con la scelta di Varela, è un segnale forte, specialmente dopo la lunghissima guerra fredda tra i cattolici e Zapatero in Spagna. Purtroppo, il Partito socialista è dato in vantaggio, e questo lo si deve addebitare a due motivi: la politica economica, sicuramente di effetto, e la scandalosa inattività del Partito popolare, che ha persino ricandidato come premier uno sconfitto.

C’è chi dice che l’episcopato spagnolo sia stato il vero partito di opposizione in questi anni di Zapatero. In questi anni di costante e sfiancante assalto alla famiglia. È possibile, ma lo schema di gioco dovrà essere, in seguito, e a mio modesto parere, un altro. Per carità: la politica andrà comunque tenuta d’occhio costantemente, monitorando le azioni del successivo governo e tenendo saldi i principi non negoziabili costantemente ribaditi dal Santo Padre (ovvero: vita, famiglia, libertà di educazione). Ma la ricetta è un’altra. Ed è spiegata molto bene dallo stesso Benedetto XVI nel discorso che un anno fa tenne alla Commissione delle Conferenze episcopali della comunità europea. Lanciando un grande allarme per il futuro dell’Europa che conosciamo, quella che ha inventato, prodotto, vinto, quella della cultura, delle scienze, delle arti, quella nata dalla fusione delle grandi culture di Roma, Atene e Gerusalemme, quella delle radici cristiane. Questa Europa si sta avviando al tramonto. Sta lasciando il passo. “Si potrebbe quasi pensare che il Continente europeo stia di fatto perdendo fiducia nel proprio avvenire”, disse il Papa. Parole gravi, come quelle di un congedo europeo dalla storia. Constatato questo, il Papa concludeva l’ottimo discorso con un invito a tutti i cristiani: un invito alla presenza.

Ecco le sue parole. “Cari amici, so quanto difficile sia per i cristiani difendere strenuamente questa verità dell’uomo. Non stancatevi però e non scoraggiatevi! Voi sapete di avere il compito di contribuire a edificare con l’aiuto di Dio una nuova Europa, realistica ma non cinica, ricca d’ideali e libera da ingenue illusioni, ispirata alla perenne e vivificante verità del Vangelo. Per questo siate presenti in modo attivo nel dibattito pubblico a livello europeo, consapevoli che esso fa ormai parte integrante di quello nazionale, ed affiancate a tale impegno un’efficace azione culturale. Non piegatevi alla logica del potere fine a se stesso! Vi sia di costante stimolo e sostegno l’ammonimento di Cristo: se il sale perde il suo sapore a null’altro serve che ad essere buttato via e calpestato (cfr Mt 5,13). Il Signore renda fecondo ogni vostro sforzo e vi aiuti a riconoscere e valorizzare gli elementi positivi presenti nell’odierna civiltà, denunciando però con coraggio tutto ciò che è contrario alla dignità dell’uomo.”

 

E’ questo il segreto. Presenza. Instancabile presenza. Infaticabile azione di salvaguardia dei nostri valori attraverso l’intervento nei dibattiti pubblici. Presenza affiancata da un’efficace azione culturale. Un mix potente e sicuramente di successo. Invito dunque tutti i cristiani a perseguire questo obiettivo. Salvare i nostri valori e la nostra Europa (in questo caso la Spagna) attraverso un’instancabile azione culturale e di presenza.

 

 

Laudabitur Jesus Christus.

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/BlogDonCamillo/trackback.php?msg=4232479

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
gianni12345
gianni12345 il 06/03/08 alle 08:14 via WEB
Gentile Don; non mi sembra che la strategia riportata alla fine del tuo interessante post funzioni. Infatti i cattolici, da non confondere con i cristiani come me, sono sempre meno. La gente è stufa di farsi pensare le idee dalla Chiesa che in genere è assolutamente incompetente circa gli argomenti su cui deve mettere bocca per forza. Lo Stato, pwer fortuna, è sempre più laico. Ferrara ricordi il mio pronostico, lo 0,87%. Ciao, Gianni
 
 
cristianodisinistra
cristianodisinistra il 06/03/08 alle 12:12 via WEB
concordo in pieno con gianni, e mi permetto di spiegare a chi ha scritto l'articolo che il cristiano non ha proprio per niente il compito di edificare una nuova europa, ne con l'aiuto di dio ne senza! Il Cristiano ha il compito di dare amore e portare amore, di portare pace e solidarietà, e non di far politica come il cattolicesimo di oggi ci sta insegnando ( e anche quello di ieri ci ha insegnato) Il cristiano porta la sua parola, chi non la capisce pace, l'unica cosa che può fare il cristiano è " scuotere la polvere dai propri calzari"... gesù non ha detto che se la gente non vi ascolta voi dovete creare un movimento, lottare, fare petizioni o candidare u ndelegato perchè porti avanti le vostre idee!!! gesù ha detto di ripetere il proprio messaggio, e di palesare il messaggio con un appropriato comportamento, vivere la parola di Dio. punto. niente politica, ma solo amore.
 
   
sifr
sifr il 06/03/08 alle 13:15 via WEB
Anch'io mi permetto di rispondere, a te che vorresti spiegare, quanto segue: chiunque ha colto i frutti della Parola la userà secondo la sua coscienza, nella direzione di farla conoscere e così far conoscere i suoi frutti, attraverso l'esempio, a quanti non l'hanno potuta ascoltare o l'hanno male interpretata. E nella vita di tutti i giorni e nel ruolo che la società ci ha attribuito o che noi abbiamo scelto, abbiamo sempre il dovere morale di non chiudere la nostra fede nel cassetto di una scrivania immaginaria bensì di farla fruttificare per la gloria del Signore e non la propria. Siamo tutti chiamati a diffondere la Parola, nella maniera che la nostra coscienza ci mostra. Ma non dobbiamo tacitare la nostra coscienza. E come potremmo dire ad un politico che sbaglia noi che per primi giudichiamo la loro coscienza?
 
     
cristianodisinistra
cristianodisinistra il 06/03/08 alle 13:33 via WEB
e lo dici a me? :-) son daccordissimo con te!
 
     
cristianodisinistra
cristianodisinistra il 06/03/08 alle 13:36 via WEB
se invece ti riferivi a me, mi spiego meglio se vuoi, ho solo evidenziato come il messaggio di cristo non debba essere strumentalizzato in logiche politiche come troppo spess ooggi la chiesa fa... tutto qua. io non giudico dico solo la mia opinione :-)
 
     
Il.Don.Camillo
Il.Don.Camillo il 06/03/08 alle 21:27 via WEB
Logiche politiche? Superficialmente, visto che non ti conosco, ti dirò che non mi sembri granchè cristiano. La Chiesa e il Papa in prima persona si stanno impegnando nella difesa dei tre principi non negoziabili, non stanno certo facendo giochetti politici o altro. Strumentalizzare un corno. Un saluto, don Camillo
 
     
gianni12345
gianni12345 il 10/03/08 alle 07:48 via WEB
La Chiesa e il Papa rappresentano i cattolici. Non certo i cristiani. Anzi spesso non c'è niente di più distante dall'insegnamento di Cristo nella pratica cattolica ed anche negli indirizzi che la Chiesa ha dato agli uomini nella storia. Un esempio per tutti : su disposizioni papali, i pacchi americani contenenti vestiario e cibo subito dopo II guerra mondiale, venivano consegnati unicamente ai cattolici. Testimonianza diretta riferita al sottoscritto. Ciao, Gianni
 
   
Il.Don.Camillo
Il.Don.Camillo il 06/03/08 alle 21:25 via WEB
E Gesù non ha forse detto che è la via, la verità e la vita? Non bisogna quindi difendere la verità dal relativismo imperante, dalla sua dittatura che dilaga nelle istituzioni europee? Gesù non voleva movimenti, ma ha creato la Chiesa. Il "cattolicesimo di oggi" è figlio di San Pietro, su cui il Figlio di Dio ha edificato la sua Chiesa. Non dovremmo dunque seguirla, questa Chiesa? Col cavolo "chi non la capisce pace". Buona serata, don Camillo
 
     
cristianodisinistra
cristianodisinistra il 10/03/08 alle 15:51 via WEB
a dire il vero, leggendo la bibbia e un po di storia del cristianesimo, vedrai anche tu che non è andata proprio così. il passo che citi è il seguente: “Poi Gesù, giunto nei dintorni di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «Chi dice la gente che sia il Figlio dell'uomo?» Essi risposero: «Alcuni dicono Giovanni il battista; altri, Elia; altri, Geremia o uno dei profeti». Ed egli disse loro: «E voi, chi dite che io sia?» Simon Pietro rispose: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Gesù, replicando, disse: «Tu sei beato, Simone, figlio di Giona, perché non la carne e il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli. E anch'io ti dico: Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte del soggiorno dei morti non la potranno vincere. Io ti darò le chiavi del regno dei cieli; tutto ciò che legherai in terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai in terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai suoi discepoli di non dire a nessuno che egli era il Cristo.” secondo alcuni tra l'altro questa risposta di gesù apparve per la prima volta nel quarto secolo dopo cristo proprio per affermare il primato della chiesa di roma e del vescovo di roma su chiunque altro ipotesi che non condivido molto perchè potrebbe aprire molti dubbi sull'intera originalità dei vangeli. gli studiosi della bibbia sono invece ormai concordi sull'errore di traduzione tra pietro e pietra, in quanto, nel testo greco originale si parla di petros ( sasso, ciottolo ) e petra (roccia) tra l'altro il termine roccia era spesso usato per indicare il cristo stesso ( come ricorda pure Paolo in 1 Corinzi 10:4 bevvero tutti la stessa bevanda spirituale, perché bevevano alla roccia spirituale che li seguiva; e questa roccia era Cristo) La roccia in questo caso sarebbe l'affermazione di pietro Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. su questa tua certezza io edificherò la mia chiesa, ovvero sia la chiesa fonda su Cristoe da lui è fondata. Abbandonando la prima traduzione e prendendo per buona la seconda si spiegano allora anche altri passi:“Fra di loro (i discepoli) nacque anche una contesa: chi di essi fosse considerato il più grande. Ma egli disse loro: «I re delle nazioni le signoreggiano, e quelli che le sottomettono al loro dominio sono chiamati benefattori. Ma per voi non dev'essere così; anzi il più grande tra di voi sia come il più piccolo, e chi governa come colui che serve. Perché, chi è più grande, colui che è a tavola oppure colui che serve? Non è forse colui che è a tavola? Ma io sono in mezzo a voi come colui che serve” se gesù avesse scelto pietro come capo della chiesa l'avrebbe ribadito in questo caso...e ancora :"Ma voi non vi fate chiamare «Rabbì»; perché uno solo è il vostro Maestro, e voi siete tutti fratelli. Non chiamate nessuno sulla terra vostro padre, perché uno solo è il Padre vostro, quello che è nei cieli. Non vi fate chiamare guide, perché una sola è la vostra Guida, il Cristo” in molti altri passi si nota come pietro non sia considerato assolutamente il primo dei dodici, o colui che avrebbe fondato la chiesa. Il papa è successore di Pietro e Capo della Chiesa? da "Tu sei Pietro", articolo di Michele Mascitti (Il Cristiano, maggio 2001) Oggi, nel mondo religioso e non, si discute molto sul primato del papa: c'è chi ritiene, anche in ambito non cattolico, la sua figura come utile e necessaria. Noi sappiamo una cosa sola: che è un ruolo, che Gesù non ha mai voluto né autorizzato e che Pietro non ha mai ricoperto. Introduzione Fra i discepoli di Gesù, Pietro è certamente quello che emerge sia per le sue molteplici dimostrazioni di fede, sia per le sue cadute. Il suo nome era Simone, ma Gesù gli diede il nome di Pietro. Egli aveva una natura ardente, un temperamento vivace, impetuoso; era un uomo franco, aperto, schietto, energico, pieno d'entusiasmo, ma talvolta anche presuntuoso: faceva troppo assegnamento sulla propria forza morale, mentre, poi, il timore aveva su di lui il sopravvento. Quando Gesù lo chiamò per farne un suo discepolo, abbandonò prestamente ogni cosa e lo seguì. Questo non fu un sacrificio lieve, ma Pietro non se ne pentì mai. Con Gesù percorse la Galilea, la Giudea, la Samaria. Ovunque andava Gesù, egli era al suo seguito. Fu scelto da Gesù per seguirlo, sul monte della trasfigurazione. Egli era anche tra coloro che più da vicino, avrebbero dovuto pregare con Gesù nell'orto del Getzemane. A lui Gesù predisse il martirio; infatti, così ci è tramandata unanimemente la testimonianza di vari scritti antichi, della morte con la quale avrebbe glorificato il suo Signore. L'episodio che, senza alcun dubbio, lo ha reso celebre a tutti i posteri Cristiani, è quello in cui Gesù ebbe a dirgli: “E anch'io ti dico: tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte del soggiorno dei morti non la potranno vincere” (Mt 16:18). In realtà sono molti quelli che conoscono queste parole, ma sono pochi quelli che conoscono l'intero episodio e sanno coniugarlo con tutti gli avvenimenti che lo riguardano. Rileggiamo perciò per intero quello che è scritto in Matteo 16:13,20: “Poi Gesù, giunto nei dintorni di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «Chi dice la gente che sia il Figlio dell'uomo?» Essi risposero: «Alcuni dicono Giovanni il battista; altri, Elia; altri, Geremia o uno dei profeti». Ed egli disse loro: «E voi, chi dite che io sia?» Simon Pietro rispose: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Gesù, replicando, disse: «Tu sei beato, Simone, figlio di Giona, perché non la carne e il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli. E anch'io ti dico: Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte del soggiorno dei morti non la potranno vincere. Io ti darò le chiavi del regno dei cieli; tutto ciò che legherai in terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai in terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai suoi discepoli di non dire a nessuno che egli era il Cristo.” Il magistero della Chiesa Cattolica, in queste parole rivolte da Gesù a Pietro, vede la sua elevazione a capo della Chiesa. Capo della Chiesa è il Vescovo di Roma, cioè il Papa, che secondo lo stesso magistero, è il legittimo successore di Pietro. In occasione della incoronazione del Vescovo di Roma, il Cardinale preposto a porre la tiara sul capo del Pontefice neo eletto pronunzia queste parole: “Ricevi la tiara adorna di tre corone, e sappi che sei il padre dei Principi e dei Re, il reggitore del mondo, il Vicario in terra del Salvatore nostro Gesù Cristo, cui è onore e gloria nei secoli dei secoli” (così ha scritto Silvio Romani nella Enciclopedia del Cristianesimo, alla voce: “Incoronazione”). La domanda a cui desidero rispondere mediante il presente studio è questa: Con le parole pronunziate da Gesù rivolte a Pietro, come abbiamo letto nel Vangelo di Matteo, è vero che Gesù ha eletto Pietro a capo della Chiesa? E, se eventualmente, quelle parole non costituiscono l'elezione di Pietro a capo della Chiesa, che significato hanno? “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa” Abbiamo già letto l'intero dialogo fra Gesù e Simon Pietro mentre erano in Cesarea di Filippi. Il testo che tratteremo in questa prima parte come ho detto nell'introduzione riguarda Matteo 16:17,18: “Gesù, replicando, disse: «Tu sei beato, Simone, figlio di Giona, perché non la carne e il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli. E anch'io ti dico: Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte del soggiorno dei morti non la potranno vincere.” Il magistero della Chiesa Cattolica afferma che Gesù , con queste parole, ha costituito Pietro, capo di tutta la Chiesa Cristiana, e che il Vescovo di Roma, il Papa, è il suo legittimo successore. Nella Costituzione “De Ecclesia” del concilio Vaticano Secondo, è stata ribadita questa dottrina fondamentale della Chiesa Cattolica. In essa leggiamo infatti: “Certamente Pietro fu costituito da Gesù Pietra Fondamentale della sua Chiesa e Pastore supremo di tutto il gregge, donde il suo Primato sui fedeli e sugli Apostoli che si perpetua nel Romano Pontefice, successore di Pietro” (Costituzione “De Ecclesia”: Ed. Città Nuova, pag. 14). L'autore cattolico Silvio Romani dice ancora: “Se successore di S. Pietro non è il Papa, non è nessun altro: così nessuna Chiesa sarebbe la Chiesa di Cristo, ed il Cattolicesimo, fondato da Cristo, come Cristo l'ha voluto, sarebbe stato liquidato da Nerone con la morte di Pietro, e Cristo nella sua più solenne promessa, sarebbe stato smentito dal fatto, appena un trentennio dopo. Il Papa, dunque, è investito degli stessi poteri e doveri di Pietro e delle sue stesse prerogative, come la Chiesa da venti secoli confessa”. (Silvio Romani nella Enciclopedia del Cristianesimo alla voce “Papa”). Lo stesso Romani, parlando del primato di Pietro, dice alla voce “Primato”: “Primato: sommo potere conferito da Gesù a Pietro, che racchiude non soltanto una preminenza onorifica, ma anche una vera e propria autorità e giurisdizione su tutti gli altri Apostoli. Dal Vangelo risulta chiaramente la promessa di questo primato: (tu sei Pietro etc.) e il conferimento (pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle). Dagli Atti degli Apostoli risulta poi, che Pietro, consapevole di questa giurisdizione, la esercitò fortemente nella Chiesa primitiva e nessuno osò negargliela come un'usurpazione indebita”. Poniamoci allora alcune domande: • “È vero che Pietro è stato costituito da Cristo Capo della Chiesa?” • “È vero che ha esercitato il Primato in seno alla Chiesa primitiva? • “È vero Che nessuno osò negarglielo come fosse una usurpazione?” Vi sono varie ragioni per respingere tutte queste affermazioni. Ora vedremo le ragioni che escludono il primato di Pietro. Una indispensabile premessa La dichiarazione di Gesù: “Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa” è riportata soltanto dall'evangelista Matteo. Gli altri tre evangelisti hanno tutti e tre raccontato l'episodio della testimonianza di Pietro e tutti e tre concludono il loro dire con le parole che Pietro rivolge a Gesù dicendogli: “Tu sei il Cristo , il Figlio dell'Iddio vivente” (Mc 8:29; Lu 9:20; Gv 6:68, 69). Tutti e tre gli Evangelisti omettono il resto dell'episodio. Quindi apprendiamo solo da Matteo che Gesù ha detto: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa”. Come mai gli altri tre evangelisti omettono questa frase rivolta da Gesù a Pietro? Secondo alcuni, questa risposta di Gesù sarebbe stata interpolata nel IV secolo per sostenere la tesi che Pietro era stato costituito da Cristo capo di tutta la Chiesa e che il Vescovo di Roma ne era l'unico e legittimo successore. Questa opinione, però, non ha alcun fondamento storico ed è da rigettare: la Parola non può avere mistificazioni di sorta. Inoltre è da notare che se il passo fosse stato interpolato ad arte, non avrebbe lasciato la porta aperta alle discussioni, ma sarebbe stato interpolato in modo diverso, con parole meno equivoche, che non avrebbero lasciato alcun dubbio. Inoltre l'avrebbero aggiunto anche negli altri Evangeli! È, quindi, più credibile che il passo sia autentico. Anzi, al momento opportuno, vedremo come esso ha un grande valore, anche se non ha lo stesso significato che gli attribuisce la Chiesa Cattolica Apostolica Romana, in genere e in particolare: dal Concilio Vaticano II in po. Il passo, quindi, è da ritenersi autentico. Come spiegare dunque, l'omissione da parte degli altri tre evangelisti, di quelle parole? È certo che, se Gesù avesse voluto mettere Pietro a capo della Sua Chiesa, l'omissione di questa costituzione sarebbe grave. Ma noi sappiamo che gli evangelisti hanno scritto gli Evangeli sotto la guida e l'ispirazione dello Spirito Santo, questo esclude che possa esserci stata una tale omissione. Da bravi conoscitori del messaggio di Gesù, essi sapevano che il Maestro con quelle parole da loro omesse, non intendeva elevare Pietro a capo della Cristianità, la Sua Chiesa Universale, quindi l'omissione non è un fatto che mette sott'accusa la Parola scritta, ma, come vedremo, sott'accusa sono quelli che rivoltano i concetti fondamentali della Parola di Dio. Molte cose hanno dovuto omettere gli evangelisti nei loro Evangeli, anche per motivi di spazio; l'evangelista Giovanni lo ha dichiarato dicendo: (21:25) “Or vi sono ancora molte altre cose che Gesù ha fatte; se si scrivessero a una a una, penso che il mondo stesso non potrebbe contenere i libri che se ne scriverebbero” (Gv 21:25). Gli Evangelisti si sono limitati a riportare i fatti salienti, e per gli altri tre Evangelisti i fatti salienti, più importanti relativi alla conversazione di Gesù con i Suoi discepoli in Cesarea di Filippi, erano costituiti dalla confessione di fede di Pietro: “Tu sei il Cristo il Figlio dell'iddio vivente”. Giovanni nel suo Evangelo lo dichiara solennemente, dicendo: “Ma questi sono stati scritti, affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e, affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome” (Gv. 20:31). Per i tre Evangelisti, o sarebbe meglio dire: per Lo Spirito Santo, le parole che Gesù rivolse a Pietro non erano tanto importanti quanto quelle della confessione di fede di Pietro a Gesù; del resto, come vedremo in seguito, le parole di Gesù erano una ripetizione delle parole di Pietro e ne sottolineavano il valore, ma non costituivano il fatto nuovo della presunta elevazione di Pietro a Capo dei credenti. Per questo quelle parole non sono scritte nei vangeli di Marco, Luca e Giovanni. Un errore da evitare Nelle parole di Gesù rivolte a Pietro, che costituiscono l'oggetto del nostro studio, osserviamo che Gesù disse: “Tu sei Pietro ed io su questa pietra edificherò la mia Chiesa”. Il significato greco di questi due vocaboli impiegati nel Sacro Testo è diverso: Petros significa ciottolo, una qualunque pietra; Petra, invece, significa roccia, macigno. Una più precisa traduzione del testo originale sarebbe questa: “Tu sei un ciottolo, ed io su questa roccia (la tua affermazione) edificherò la mia Chiesa”. Questa più precisa traduzione del testo originale greco eviterebbe l'errore che induce a confondere il significato di “petros” con “petra”. Cristo, infatti, non ha edificato la Sua Chiesa su un ciottolo qualunque, ma l'ha edificata sulla “roccia”. Chi sia questa roccia lo vedremo più avanti; e se a noi è difficile comprendere il senso delle parole di Gesù, non era difficile per i discepoli, sapere che la Roccia è Cristo, come dice Paolo in 1 Corinzi 10:4 (bevvero tutti la stessa bevanda spirituale, perché bevevano alla roccia spirituale che li seguiva; e questa roccia era Cristo), l'affermazione di Pietro: “Tu sei il Figliuolo dell'Iddio vivente”, era il riconoscimento della persona di Gesù, che il Padre aveva mandato nel mondo come Messia e Salvatore di tutti i credenti. Proprio per questa ragione Gesù ebbe a dirgli: “Tu sei beato, Simone, figlio di Giona, perché non la carne e il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli. E anch'io ti dico:Tu sei Pietro, (un ciottolo) e su questa pietra (la roccia, l'affermazione da te espressa) edificherò la mia Chiesa” (Mt 16:17,18). È indispensabile evitare l'errore di confondere la petra, che è la roccia, con il petros che è il sasso, il semplice ciottolo. Evitando questo errore, il testo appare più chiaro. Una disputa molto significativa Nell'Evangelo di Luca leggiamo quanto segue: “Fra di loro (i discepoli) nacque anche una contesa: chi di essi fosse considerato il più grande. Ma egli disse loro: «I re delle nazioni le signoreggiano, e quelli che le sottomettono al loro dominio sono chiamati benefattori. Ma per voi non dev'essere così; anzi il più grande tra di voi sia come il più piccolo, e chi governa come colui che serve. Perché, chi è più grande, colui che è a tavola oppure colui che serve? Non è forse colui che è a tavola? Ma io sono in mezzo a voi come colui che serve” (Lu 22:24-27) Questa contesa avvenne tra i discepoli dopo aver celebrato l'ultima cena con il loro Signore, quando cominciarono a intuire che Gesù parlava della Sua morte. Questa avvenne, quindi, molto tempo dopo che Gesù ebbe a dire a Pietro: “Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa”. Orbene, se con queste parole Gesù avesse costituito Pietro capo della Chiesa, questa contesa fra i discepoli non sarebbe sorta, perché essi avrebbero ben saputo che Gesù aveva costituito Pietro come loro futuro capo. Ma essi disputavano per sapere chi di loro fosse reputato maggiore, perché alle parole rivolte da Gesù a Pietro non avevano dato il significato di una elezione a capo della Chiesa. Qualcuno può osservare che i discepoli non avevano compreso le parole di Gesù, come del resto non avevano compreso molte altre cose, altrettanto importanti. Anche ammettendo questa ipotesi, l'episodio narrato da Luca, non si ferma alla disputa fra i discepoli, ma ha anche un seguito: Luca ci dice che Gesù intervenne nella loro disputa. Orbene, se Gesù avesse costituito Pietro come capo della Chiesa, avrebbe detto loro: “Perché disputate? Non ricordate che in Cesarea di Filippi ho costituito Pietro come vostro capo e capo della Chiesa?”. Al contrario, invece, Gesù intervenne per dichiarare loro che nessuno doveva ambire al primato per signoreggiare sul gregge, ma che coloro che avessero voluto essere grandi dinanzi agli occhi dell'Eterno, avrebbero dovuto comportarsi da servi, come Egli si era comportato, servo. Con il Suo intervento Gesù elimina l'idea che, con le parole rivolte a Pietro in Cesarea di Filippi, lo abbia costituito Principe degli Apostoli e capo di tutta la Chiesa. Uguaglianza fra i discepoli L'Evangelista Matteo, lo stesso che ha riportato nel suo Vangelo le parole di Gesù che noi stiamo esaminando, riporta un altro discorso che Gesù fece ai suoi discepoli in un'altra circostanza; infatti, Gesù ebbe a dir loro: “Ma voi non vi fate chiamare «Rabbì»; perché uno solo è il vostro Maestro, e voi siete tutti fratelli. Non chiamate nessuno sulla terra vostro padre, perché uno solo è il Padre vostro, quello che è nei cieli. Non vi fate chiamare guide, perché una sola è la vostra Guida, il Cristo”. Anche questo discorso, è stato fatto dopo aver detto a Pietro: “Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa” e anche qui dissipa ogni idea di primato. Con questa Sua dichiarazione, Gesù stabilisce due principi: 1. La perfetta eguaglianza fra i discepoli; nessuno di loro avrebbe dovuto farsi chiamare dagli altri: Maestro, Padre, Guida, dovendosi fra loro considerare tutti fratelli, nessuno maggiore degli altri. 2. Con questa categorica proibizione di farsi chiamare dagli altri uomini: Maestro, Padre, Guida, ci dice che questi attributi appartengono a Dio Padre e a Lui solo. Gesù aveva stabilito l'uguaglianza di tutti gli apostoli e di tutti i membri della Chiesa, locale e universale nella quale solo lo Spirito Santo è il suo degno rappresentante, e non un uomo: “Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi rammenterà tutto quello che v'ho detto” (Gv 14:26). È Lui il delegato, il Vicario, non un uomo! Perciò, Egli ha proibito ai discepoli di tutti i tempi, di assumere le funzioni di capo di tutta la Chiesa. Ne consegue che chi si appropria di questi attributi, se ne appropria arbitrariamente, usurpando ciò che appartiene a Dio. Per questa ragione Gregorio I detto Magno, Vescovo di Roma, scrisse una lettera al Patriarca metropolitano di Costantinopoli, Giovanni, il Digiunatore, che aveva assunto il titolo di Vescovo Universale, dicendogli: “Io dichiaro positivamente e liberamente che chiunque si fa chiamare Vescovo Universale, o vuole che gli si dia un tale titolo, ha l'orgoglio ed il carattere dell'anticristo, di cui egli è il precursore”. (Ep.VI, 80: citata da E. Meynier: in Storia dei Papi, tipografia Alpina Torre Pellice 1932 pag. 71). Pietro non ha mai esercitato le funzioni di Capo della Chiesa. Dopo l'ascensione di Gesù in cielo, non ha mai esercitato le funzioni di principe degli apostoli e della Chiesa. Vi furono, infatti, dei provvedimenti presi dalla Chiesa, che se essa avesse avuto un capo, sarebbero stati presi solo da Pietro. Dalla Parola di Dio risulta invece che nessuna particolare funzione sia stata mai compiuta da Pietro. Anzi. Esaminiamo alcuni esempi: • L'elezione del dodicesimo apostolo: l'apostolo Pietro, in un discorso rivolto alle circa 120 persone radunate, fece loro rilevare che il tradimento di Giuda e il suo successivo suicidio avevano fatto scendere il numero dei discepoli da 12 a 11. e qui suggerì di procedere all'elezione del dodicesimo apostolo scegliendolo fra coloro che erano stati in compagnia di Gesù a cominciare dal battesimo di Giovanni sino alla Sua ascensione. Ad eleggere il dodicesimo apostolo, però, non fu Pietro ma si “tirò a sorte” tra due discepoli che avevano questi requisiti, e la sorte cadde su Mattia che fu associato agli undici. (At 1:26). Se Pietro avesse esercitato la funzione di capo del gruppo, nello stesso modo come Gesù aveva eletto i 12 discepoli, egli avrebbe eletto il dodicesimo venuto meno. Ma non fu lui ad eleggerlo, perché non ha mai esercitato la funzione di Capo. • Elezione dei sette diaconi: moltiplicandosi il numero dei convertiti, aumentavano anche le esigenze. Gli apostoli non tenevano dietro a tutti i servizi e necessità. Gli apostoli fecero presente a tutti i membri della Chiesa che era necessario trovare tra i membri sette uomini, dei quali si fosse avuta ottima testimonianza e che essi avrebbero costituito come diaconi. Quando questi sette uomini furono trovati, i membri “li presentarono agli apostoli, i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani” (At 6:6). Non fu Pietro ad eleggere i diaconi, ma avrebbe dovuto farlo lui se avesse esercitato la funzione di capo della Chiesa. Fu la Chiesa a scegliere gli uomini e il collegio degli apostoli a consacrarli come Diaconi. • L'Evangelo in Samaria: in seguito ad una persecuzione a cui andò incontro la Chiesa di Gerusalemme, tutti furono dispersi, tranne gli Apostoli. I dispersi uscirono da Gerusalemme e cominciarono ad annunziare altrove il messaggio della Buona Novella. Con gioia i Samaritani accettarono il messaggio di salvezza annunziato loro da Filippo che era uno dei Diaconi. Era indispensabile che l'opera da lui iniziata fosse portata a compimento dagli Apostoli. Se Pietro fosse stato il Capo della Chiesa, egli stesso, venuto a conoscenza di questa esigenza, avrebbe inviato in Samaria uno degli Apostoli. Leggiamo, invece, che “gli Apostoli che erano a Gerusalemme, avendo inteso che la Samaria aveva ricevuto la Parola di Dio, vi mandarono Pietro e Giovanni” (At 8,14). Pietro, dunque, anziché ordinare ad altri di andare, ha ricevuto lui l'ordine di andare, perché non era il Capo della Chiesa. • La conferenza di Gerusalemme: l'Evangelo era stato annunziato anche ai pagani, e molti di loro si erano convertiti al Cristianesimo. Ma, le Chiese Cristiane, fino ad allora, erano formate, da credenti che provenivano dal Giudaesimo, i quali erano tutti circoncisi, ma i pagani non lo erano. Perciò nacque una discussione, perché alcuni fra i Giudei convertiti, affermavano che i pagani convertiti dovevano anche loro essere circoncisi secondo il rito di Mosè per essere salvati. Altri Giudei convertiti, invece, erano pienamente convinti che ai fini della salvezza la circoncisione non aveva alcun valore. Come si risolse la situazione? Fu stabilito che le parti controverse, rappresentate dai più ragguardevoli “salissero a Gerusalemme agli Apostoli e Anziani per trattare questa questione”. (At 15.2). Ebbene, se Pietro fosse stato il Capo della Chiesa, egli stesso avrebbe dovuto convocare quei credenti per risolvere la controversia dando delle direttive secondo i suggerimenti dello Spirito Santo. Rileviamo invece che non fu Pietro a convocare la Conferenza di Gerusalemme ma le Chiese nelle quali nacque il dissenso; non fu Pietro a presiedere la Conferenza e a proclamare quanto era stato stabilito; perciò, risulta che anche in occasione della Conferenza di Gerusalemme, Pietro non ha esercitato la funzione di Capo della Chiesa. Infatti leggiamo: “Allora gli apostoli e gli anziani si riunirono per esaminare la questione. Ed essendone nata una vivace discussione, Pietro si alzò in piedi e disse: «Fratelli, voi sapete che dall'inizio Dio scelse tra voi me, affinché dalla mia bocca gli stranieri udissero la Parola del vangelo e credessero. E Dio, che conosce i cuori, rese testimonianza in loro favore, dando lo Spirito Santo a loro, come a noi; e non fece alcuna discriminazione fra noi e loro, purificando i loro cuori mediante la fede. Or dunque perché tentate Dio mettendo sul collo dei discepoli un giogo che né i padri nostri né noi siamo stati in grado di portare? Ma noi crediamo per essere salvati mediante la grazia del Signore Gesù allo stesso modo di loro»”. È evidente qui, che Pietro non ha aperto i lavori della Conferenza per ricevere i convenuti e presentare il dilemma da affrontare. È detto, infatti, che prima che Pietro aprisse la bocca per parlare, era nata “una vivace discussione” fra i convenuti. Inoltre Pietro, nel prendere la parola, reclama l'ascolto non come Capo della Chiesa, ma come colui che prima era stato eletto da Cristo Gesù per portare l'evangelo ai Gentili, riferendo che Dio aveva dato lo Spirito Santo ai Gentili, che non erano circoncisi, deducendone che la circoncisione non era indispensabile ai fini della salvezza. Pietro non fu neppure l'ultimo a parlare per concludere i lavori della Conferenza in quanto dopo di lui parlarono Barnaba, Paolo ed infine per concludere i lavori parlò Giacomo, il fratello di Gesù, Anziano della Chiesa di Gerusalemme. A concludere i lavori della Conferenza fu, dunque, Giacomo con una proposta conclusiva approvata dal collegio degli Apostoli ed inviata tramite lettera alle chiese. Pietro, in tutto questo, non ha avuto una funzione direttiva. Nel risolvere il problema, si è uniformato agli ordini impartiti da Dio Padre, da Gesù Cristo e dallo Spirito Santo. Pietro, dunque, non ha esercitato la funzione di Capo della Chiesa in nessuna circostanza, come le vicende del libro degli Atti ci ricordano. -------------------------------------------------------------------------------- Il primato di Pietro (il testo che segue è stato adattato dagli scritti di G. Butindaro e A. Palmieri) In quanto cristiani, crediamo che il solo capo della Chiesa è Gesù. L'apostolo Pietro non fu costituito capo della Chiesa da Gesù e quindi egli non potè trasmettere a nessun successore questo incarico. Anche gli apostoli attestano questa verità. Paolo, ad esempio, scrive che Dio ha risuscitato il suo Figliuolo e "gli ha posta ogni cosa sotto ai piedi, e l'ha dato per capo supremo alla Chiesa, che è il corpo di lui, il compimento di colui che porta a compimento ogni cosa in tutti" (Ef. 1:22,23). "Cristo è capo della Chiesa, egli, che è il Salvatore del corpo" (Ef. 5:23; cfr. Col. 1:17,18, Ef. 4:15). Perciò la Chiesa di Dio non ha due capi, di cui uno é in cielo e l'altro é sulla terra; o uno invisibile e l'altro visibile, ma uno solo ed Egli è in cielo alla destra di Dio, e mediante la fede è nel cuore di tutti coloro che lo hanno ricevuto come loro personale Salvatore. Il primo presunto successore di Pietro che prese questo titolo o comunque la carica di pastore di tutte le chiese fu Leone I detto Magno (440-461), il quale sosteneva con forza che Gesù avrebbe concesso a Pietro il primato della dignità apostolica, che passò poi al vescovo di Roma al quale compete la cura di tutte le chiese. Questo titolo si rafforzò notevolmente nel settimo secolo quando l'imperatore Foca, nel 607, per contraccambiare l'amicizia del vescovo di Roma riconobbe la supremazia della "sede apostolica di Pietro su tutte le chiese" (caput omnium ecclesiarum) e vietò al patriarca di Costantinopoli di usare il titolo di "universale" che da quel momento doveva essere riservato solo al vescovo di Roma (allora era Bonifacio III). Così facendo, il papa dimenticava ciò che il suo predecessore aveva dichiarato a tale proposito (papa Gregorio Magno aveva dichiarato che il vescovo che si arrogava il titolo di "vescovo universale" era precursore dell'anticristo e che nessuno deve prendere questo nome di bestemmia), e non rifiutò di farsi chiamare "vescovo universale". Quindi seguira la chiesa? solo se segue la parola di Dio anche nel'essere umile e non movimento politico... ma ormai sono secoli che non lo fa più, la chiesa!
 
     
cristianodisinistra
cristianodisinistra il 10/03/08 alle 15:53 via WEB
ops donca, cancella pure ciò che ho scritto, ti volevo postare delle notizie di storia del cristianesimo ma ho incollato un po' troppa roba per sbaglio!!!!! :-) scusa!
 
   
gianni12345
gianni12345 il 10/03/08 alle 07:41 via WEB
Concordo, bravo. Ciao, Gianni
 
     
gianni12345
gianni12345 il 10/03/08 alle 07:43 via WEB
Concordavo con cristianodisinistra, ovviamente. Ciao, Gianni
 
 
Il.Don.Camillo
Il.Don.Camillo il 06/03/08 alle 20:57 via WEB
A mio modo di vedere, caro Gianni, è l'unica praticabile, di strategia. E' sicuramente importante avere dei politici cattolici o comunque con le idee chiare da questo punto di vista, ma sono le persone quelle che vanno formate. Con dibattiti, incontri, associazioni, movimenti e quant'altro. Veramente i cattolici sono in continua crescita, e il fatto che stiano un po' perdendo piede in un'Europa laicista e verso il tramonto non significa che la Chiesa sia in crisi. Le idee che attribuisci alla gente sono solamente tue. Lo Stato è e deve essere laico, e questo è frutto del cristianesimo. Ma laico non vuol dire nemico del suo futuro. Su Ferrara vedremo. Basta aspettare un mesetto. Un saluto, don Camillo
 
lelloazzurro
lelloazzurro il 06/03/08 alle 16:13 via WEB
ciao reverendo! Ferrara a mio avviso sbaglia a voler candidandidarsi per forza con quella lista. Secondo me sarebbe più giusto seguire il consiglio di Antonio Socci: Confluire nel Pdl ed abbandonare il sogno impossibile della lista pro-life! Ciao reverendo!
 
 
Il.Don.Camillo
Il.Don.Camillo il 06/03/08 alle 21:29 via WEB
Confluire nel PdL non ha nessun senso, renderebbe tutto vano. Rispetto la tua opinione, ma rimango comunque dell'idea che questa battaglia va fatta. Lo stesso Ferrara ha ricordato che se la sua lista sfonderà (e potrebbe anche essere possibile) il successo sarà di tutto il popolo della vita, ma se la sua lista sarà un flop l'errore sarà stato solamente suo. Un saluto, don Camillo
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 10/03/08 alle 22:35 via WEB
La lista ferrara sfonderà il suo enorme pancione.Ecco dove sfonderà.panther01
 
sifr
sifr il 09/03/08 alle 14:29 via WEB
L'importante in fin dei conti, politici o meno, è non dar un voto a chi si è espresso a favore di una religione umanista, che non riconosce a Dio alcun primato ed alla sua creatura alcuno Spirito. Il laicismo deve essere combattuto da qualunque partito o movimento come pure deve essere ostacolata ogni strumentalizzazione della vita e della vera libertà umana.
 
 
Il.Don.Camillo
Il.Don.Camillo il 11/03/08 alle 20:25 via WEB
Il laicismo è la zappa che l'uomo si tira sui piedi. Siamo coscienti di ciò che hanno prodotto le ideologie che hanno provato a cancellare Dio? Un saluto, don Camillo
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 10/03/08 alle 18:58 via WEB
l' ipocrisia di don camillo
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 

AREA PERSONALE

 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 11
 

CONTATTA L'AUTORE

Nickname: Il.Don.Camillo
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 34
Prov: MI
 

ULTIME VISITE AL BLOG

lelloazzurrogiochessalattesluxor11Laura.f_2007alfonso9691mik.chiodoshantal_1972giangi952brunellodgl7Greta901caccamo3dongiancarlossimona.placiducciovaleriapalmisanoMaketes
 

ULTIMI COMMENTI

I catari credevano in un unico Dio, e i loro testi erano...
Inviato da: Henry
il 26/04/2013 alle 18:36
 
Già....pggio dei tedeschi che per ogni tedesco ammazzatto...
Inviato da: Henry
il 26/04/2013 alle 18:34
 
L'Europa centrale per il reato di apologia del...
Inviato da: marco
il 19/12/2010 alle 21:59
 
In Polonia l'apologia di comunismo diventa un...
Inviato da: marco
il 19/12/2010 alle 21:58
 
per carità io non me ne intendo tanto di queste cose ma mi...
Inviato da: lelloazzurro
il 07/04/2010 alle 11:35
 
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963