Creato da Il.Don.Camillo il 04/06/2007

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Ultimi Commenti

Il.Don.Camillo
Il.Don.Camillo il 27/03/09 alle 21:08 via WEB
Tra l'altro, è risaputo, quella dolce morte di cui parlano è terribile, altrochè dolce! Un saluto, don Camillo
 
valerio.sampieri
valerio.sampieri il 26/03/09 alle 16:25 via WEB
Ineccepibile.
 
insorgente
insorgente il 25/03/09 alle 23:47 via WEB
Infatti fu proprio questo che spinse il ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali, Maurizio Sacconi, a diffnodere la direttiva secondo cui interrompere la nutrizione e l'idratazione di una persona in stato vegetativo persistente rappresenta un atto oggettivo di abbandono del malato.
Ciò provocò le prevedibili, scomposte reazioni delle schiere taleban-ateo-laiciste-radical-cattocomuniste favorevoli alla “dolce morte” (ma serebbe meglio dire "alla morte" e basta) secondo i quali la direttiva avrebbe impedito alla “giustizia” di fare il suo corso.
La decisione di Sacconi corrispondeva, tuttavia, a un oggettivo interesse pubblico che l’onesta politica non può non tutelare: la salvaguardia della vita come bene primario e indisponibile.
Un bene da trattare secondo i criteri della giustizia e del diritto, non in base all'arbitrio e ai dettami contingenti della cultura dominante.
La sospensione dell'alimentazione di Eluana fu in evidente contrasto con il parere espresso il 30 settembre 2005 dal Comitato nazionale di bioetica e alla Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, approvata dall'Onu il 13 dicembre 2006.
Nel primo documento si afferma che la somministrazione di cibo e acqua, venga essa fornita per vie naturali o artificiali, “è il sostentamento ordinario di base”.
Nutrizione ed idratazione, secondo il Comitato di bioetica, “vanno considerati atti dovuti eticamente (oltre che deontologicamente e giuridicamente) in quanto indispensabili per garantire le condizioni fisiologiche di base per vivere”.
Nella Convenzione delle Nazioni Unite si stabilisce, poi, che gli Stati membri “riconoscono che le persone con disabilità hanno il diritto di godere del migliore stato di salute possibile, senza discriminazioni fondate sulla disabilità”.
Per questo è compito dei governi “prevenire il rifiuto discriminatorio di assistenza medica o di prestazione di cure e servizi sanitari o di cibo e liquidi in ragione della disabilità”.
Da qui la direttiva del Ministro Sacconi che fece quanto doveva, come uomo e come politico.
intervenne, con i mezzi di cui per legge disponeva, per riaffermare il principio dell'interesse generale e del bene comune di fronte ai tentativi di poteri non eletti di trasformare una visione di parte in un dogma etico per tutti.
Ciao
 
Il.Don.Camillo
Il.Don.Camillo il 25/03/09 alle 20:41 via WEB
Carissimo, senza dubbio i dati che porti sono importantissimi. Ci si ostina con i preservativi, quando, leggiamo, la fedeltà nei confronti della persona amata porta molti più frutti. Grazie. Un saluto, don Camillo
 
insorgente
insorgente il 24/03/09 alle 22:13 via WEB
Se permetti aggiungo che i francesi, nel "dibattito" sulle parole del Papa dedicate alla prevenzione dell’AIDS in Africa, hanno omesso l’evidenza scientifica.
Nel 2003 l’Organizzazione Mondiale della Sanità stimava in 42.000.000 le persone che vivevano con HIV o AIDS.
Le modalità di intervento preventivo finora più praticate consistevano in massicce campagne di diffusione dei preservativi o condom, senza che venissero adeguatamente affrontate le questioni etiche sottese alla trasmissione sessuale della malattia.
Anche in Italia, fino a pochi anni fa, le reti televisive proponevano insistentemente spot pubblicitari sul collegamento fra uso del condom e prevenzione dell’AIDS, con lo slogan “Se la conosci la eviti”.
Ma qualcosa sta cambiando nel “mito” del preservativo.
Il titolo di un libro pubblicato nel dicembre 2003 da Edward Green, ricercatore del Center for Population and Development Studies di Harvard, suona appunto Rethinking AIDS Prevention: Learning from Successes in Developing Countries (Ripensare la prevenzione dell’AIDS: la lezione dei successi nei paesi in via di sviluppo).
Lo stesso autore, in un lavoro di equipe estremamente qualificato dal punto di vista scientifico ed epidemiologico, ha presentato nel gennaio 2004 uno studio presso il Medical Institute for Sexual Health a Washington D.C. che attesta come la distribuzione a tappeto dei preservativi nel continente africano, in particolare nell’Africa sub-sahariana che risulta la più colpita dal male, non abbia sortito gli effetti sperati
(http://www.newsmax.com/archives/ic/2004/1/16/13230.shtml ).
Anzi, i dati raccolti in paesi come Kenya e Botswana indicano che ad un incremento nella vendita di preservativi si accompagna un aumento di contagi, dal momento che una maggiore promiscuità produce, statisticamente, un aumento del rischio di infezione.
Afferma infatti Green: “il grado di diffusione dei preservativi si è rivelato non determinante”.
Lo studio citato, dal titolo ABC. Un approccio alla pandemia dell’AIDS, cita come esempio di validità della metodologia AB (Abstinence e Be faithful) il caso dell’Uganda, dove il governo, promuovendo appunto l’astinenza e la fedeltà, ha indotto una drastica diminuzione di comportamenti a rischio: i rapporti sessuali occasionali sono infatti calati del 65%, laddove l’esclusivo ricorso alla metodologia C (Condom) ha prodotto effetti contrari, come era prevedibile.
Risultati?
- la preva­lenza dell’Hiv è passata dal 15% del 1992 al 5% del 2004.
- una riduzione della prevalenza HIV del 75% nel gruppo di età tra i 15 e i 19 anni, del 60% tra i 20 e i 24 e del 54% nel complesso.
L’approccio comportamentale all’epidemia è stato sostenuto sin dall’inizio dal presidente Ugandese Yoveri Museveni che nel 1992 al congresso Mondiale sull’ AIDS a Firenze affermò: “In paesi come i nostri, dove una madre spesso deve camminare per 40 km per ottenere un’aspirina per il figlio malato o 10 km per raggiungere l’acqua, la questione pratica di garantire una costante disponibilità di preservativi o il loro uso corretto non potrà mai essere risolta. Io credo che la miglior risposta alla minaccia dell’AIDS consista nel riaffermare pubblicamente e chiaramente il rispetto che ogni persona deve al suo prossimo. Dobbiamo educare i giovani alle virtù dell’ astinenza, dell’ autocontrollo e del sacrificio che richiede innanzitutto il rispetto per gli altri”.
Lo stesso presidente ugandese Yoweri Museveni più recentemente attaccò la distribuzione di preservativi ai bambini delle scuole elementari descrivendola pericolosa e disastrosa. “Non bisogna insegnare ai bambini come usare i preservativi. Aprirò una guerra sui venditori di condom. Invece di salvare vite umane promuovono la promiscuità tra i giovani. La promiscuità è la maggiore causa di diffusione dell’HIV/AIDS. I bambini a scuola dovrebbero essere educati alla ricerca di un partner per una relazione stabile per tutta la vita”.
Ed il costo dei programmi avviati per favorire la modifica degli stili di vi­ta è stato di 23 centesimi di dollaro a testa.
La falsa sicurezza generata dal preservativo si fonda sull’ignoranza delle sue reali capacità preventive.
Anche quando usato correttamente e nel 100% dei casi – cosa che accade piuttosto di rado – il condom ha un’efficacia dell’80% circa, pertanto ben due persone su dieci contraggono l’infezione pur avendo avuto rapporti “protetti”.
Le dimensioni del virus dell’HIV, infatti, sono 500 volte inferiori a quelle degli spermatozoi, e possono dunque penetrare più facilmente attraverso la parete del dispositivo (G. J. Woodall, The use of the condor to protect against the transmission of Hiv in prison, “Medicina e Morale”, 1999/6, pp. 1073-1074).
A presto.
 
insorgente
insorgente il 24/03/09 alle 22:06 via WEB
Purchè se ne faccia tesoro. Ciao
 
Il.Don.Camillo
Il.Don.Camillo il 23/03/09 alle 21:39 via WEB
Ciò che è fatto è fatto, e si può solo riconoscere di aver sbagliato. Quello che conta è rimboccarsi le maniche ora. Un saluto, don Camillo
 
insorgente
insorgente il 19/03/09 alle 18:09 via WEB
ops
volevo dire il diritto di obiezione di coscienza
 
insorgente
insorgente il 19/03/09 alle 18:08 via WEB
Mio caro amico, concordo su tutto ma permettimi di aggiungere una piccola precisazione o, se preferisci, una nota dolente.
Obama quelle cose le aveva promesse in campagna elettorale.
Anzi, adesso continuerà con gli embrioni, poi con il diritto di coscienza dei medici che si rifutano di praticare l'aborto, poi con i "nuovi diritti"..... sai di cosa parlo.
I cattolici non dovevano votarlo punto e basta.
Molti cattolici, invece lo hanno votato ed ora, aimè, se lo tengono per 4 anni, senza appello.
Tutto questo mi ricorda i cattolici adulti di casa nostra che ad aprile del 2006 hanno votato Proditero e poi hanno organizzato gli autobus per andare al family day.
Scusa lo sfogo. ;-)
 
Il.Don.Camillo
Il.Don.Camillo il 18/02/09 alle 20:43 via WEB
Probabilmente non rileggi neanche i commenti che scrivi tanto per scrivere. Se ne hai le palle? A chi dovrei denunciarlo, dal momento che ne sono responsabili anche i giudici? Un saluto, don Camillo
 

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