Qualsiasi cosa possa dire non fermerebbe quella crudele follia che si chiama guerra. Non si ferma neppure davanti allo strazio di mamme e papà, di mogli e fidanzate, di amici e parenti. E nemmeno davanti al dolore di perfetti sconosciuti che continuano a sconvolgersi per ogni morte iniqua.
Alessandro, quel viso bello da bello dentro.E i suoi tre compagni feriti, di cui uno destinato forse all'immobilità per la frattura di alcune vertebre.
Qualsiasi cosa possa dire non fermerebbe la follia, nemmeno se dicessi: ragazzi state a casa e la guerra che se la facciano tra loro che si ammazzino tra loro, quei guerrafondai. Mettete a riparo gli innocenti, ma lasciateli i governanti, lasciate che si massacrino tra di loro.Magari ci rinunciano, mica sono fessi. Loro sono...armiamoci e partite.Tanto loro stanno al sicuro, sono tranquilli.E l'ipocrisia dei funerali solenni, dei funerali di Stato. Ma a che servono.A che serve una medaglia che annerirà con l'oblìo e l'indifferenza del mondo, a che serve una medaglia se non a ricordare il dolore a chi ha amato colui che l'ha ricevuta.
E che non continuino con la menata che sono missioni di pace...con mimetica e mitra...fatemi il piacere. Ma che abbiano la decenza di non mandare immagini dal fronte,insomma anche una patata capirebbe la verità.
Nei miei sogni ad occhi aperti immagino tutti i soldati impegnati nei vari focolai mondiali che ad un certo punto, in perfetta sincronia, si fermano e si svegliano da quella specie di narcosi dilagante, si guardano le mani che stringono le armi, si guardano negli occhi, compagni e nemici, e finalmente la scintilla divina scocca, in perfetta sincronia,dentro quelle teste coperte da un elmetto blu o verde che sia, o turbante che sia. E un vaffanculo immenso, da fare tremare e crollare i palazzi dei poteri, un vaffanculo in tutte le lingue del mondo che rende il mondo libero da ogni guerra,la più folle, la più idiota, la più inutile espressione del genere disumano.
Il mese scorso ho letto il libro di Khaled Hosseini "Il cacciatore di aquiloni", un libro che con la stessa forza di un filmato-dossier, narra una storia dentro l'Afghanistan in guerra. E quello che trovo assurdo è che un romanzo del genere arrivi come un pugno allo stomaco a chi odia la guerra e lascia indifferente chi la guerra la ama e la fa fare.Se i sentimenti si ribaltassero, se solo i sentimenti si ribaltassero...Qualsiasi cosa possa dire...ma la dico lo stesso. Il silenzio anche in questi casi, è deleterio tanto quanto una bomba muta.
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Inviato da: forzaeonorej
il 15/03/2011 alle 15:40
Inviato da: Anc0ra_e_sono_7
il 03/12/2010 alle 15:08
Inviato da: mastro.zero
il 28/11/2010 alle 15:01
Inviato da: lorenzamarulli
il 27/11/2010 alle 20:28
Inviato da: lorenzamarulli
il 27/11/2010 alle 20:27