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« IL TAMARROIL TAMARRO »

IL TAMARRO

Post n°168 pubblicato il 12 Novembre 2006 da Moltke
 
Tag: Faceto

...

Dopo un iniziale momento di panico, il tamarro ritrova il suo proverbiale sangue freddo, anzi la sua perenne faccia di bronzo. Il controllore avanza, sino a giungere in prossimità dei due poco di buono. "Biglietti", dice. Un tamarro inizia a snocciolare la storia della vecchia madre moribonda che gli ha confidato  un ultimo desiderio: vorrebbe morire calzando delle pantofole rosa a forma di coniglietto. Il controllore, indulgente e comprensivo, estrae dalla giacca un simpatico manganello d'acciaio  temprato  rovente, circondato da acuminati chiodi avvelenati. Il tutto è percorso da elettricità a 20.000 volt.  Naturalmente, l'impugnatura è isolata dal resto. Ostentando una sicumera derivata da anni e anni di assoluta dedizione al lavoro, l'anziano controllore inizia  a sferrare colpi col suddetto manganello ad una velocità talmente elevata che risulta impossibile vederli ad occhio nudo. Gioverebbe  di molto una telecamera ad alta velocità, di quelle da 10.000 fotogrammi al secondo. Vittima della tempesta di colpi generata dal controllore è anche l'altro tamarro. L'occhio clinico dell'Entità ne ha rilevato la mancanza del biglietto. I due tamarri trovano la fuga lanciandosi all'unisono contro il vetro adibito ad uscita di emergenza, mandandolo in mille pezzi. E tutti i mille pezzi, né‚ più né meno, attutiranno la caduta dei due,  conficcandosi nelle carni abbronzate dalle lampade. I due si alzano, si sorreggono a vicenda, entrambi inconsci della figura di prodotto di scarto della digestione di cui sono vittima. La scena si è svolta in pieno centro e gli occupanti del pullman, lieti di aver abbandonato il pesante fardello, non provano commozione alcuna per i sanguinolenti sventurati. La coppia si dirige adesso verso la stazione ferroviaria. Si serviranno  del buon, vecchio treno..  Memori dell'esperienza appena vissuta, i due salgono di nuovo senza biglietti, confidando nella loro fortuna (la Dea Bendata doveva essere addirittura cieca quando i genitori dei due ne decisero il concepimento.). E infatti, subito dopo la chiusura degli sportelli, tempo una frazione di secondo, compare di nuovo l'Entità, questa volta sotto forma di un controllore delle FFSS. La domanda è la solita, diversa la risposta. Il bulbo cerebrale dei due conserva ancora memorizzati (causa la sua eccezionale lentezza) i momenti di terrore puro vissuti in seguito alla precedente risposta. Intelligentemente (se di intelligenza si può parlare.) cambiano tattica. Muti. Non si muovono. Vogliono farsi credere morti?  Vogliono essere assorbiti dal vagone ferroviario? Vogliono mimetizzarsi (sfruttando le già citate doti mimetiche)? Fatto sta che il controllore, calmo e freddo come non mai, non batte ciglio. La sudorazione dei due è invece estrema. Sul fondo del treno si depositano 40 millimetri di sudore. Il panico si sta impadronendo di loro, per la seconda volta in pochi minuti: A un certo punto, uno dei due (quello che già prima aveva avuto la brillante idea di concepire l'insulsa storiella) finalmente parla. "I biglietti? Li fa Mario Abate" (frase totalmente priva di senso, con la quale i tamarri napoletani amano rispondere, masochisticamente,  alla domanda del controllore). L'Entità è indecisa: potrebbe fracassarli subito col manganello elettrico, oppure portarli alla centrale della polizia (in modo che i gendarmi possano tranquillamente collaudare gli ultimi ritrovati nel campo della tortura) . Nella sua infinita generosità potrebbe persino permettere loro di continuare il viaggio, ad una condizione: saranno legati ad una qualsiasi delle ruote del treno. Incapace di scegliere, decide di bastonarli selvaggiamente durante il tragitto che li porterà in Pretura. Contemporaneamente si premura di avvertire i poliziotti, che potranno così  accogliere i malvagi in pompa magna.

continua...

 
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