Creato da blue.chips il 18/10/2007

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nessuno sarà mai solo

 

 

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SHALOM

Post n°246 pubblicato il 02 Giugno 2010 da blue.chips

 

 

Ho ben due patrie, l'Italia, dove sono nata, e Israele, dove vivo. Amo le mie due patrie nello stesso modo, ma in diverso modo tutt'e due mi fanno soffrire. [...]
L'occupazione dei territori è stata la nostra maledizione.
La vivo giorno per giorno, ne patisco giorno per giorno, lavoro quotidianamente perché termini. [...]
E come molti israeliani non condivido affatto la politica del mio governo a proposito delle colonie. Quando, alcuni giorni fa, col boicottaggio dell'Autorità palestinese sui prodotti provenienti dalle colonie, ho scoperto tutta la lista dei manufatti e dei prodotti, senza accorgermene ho semplicemente smesso di comprarli, in una sorta di mia personale protesta.[...]
Subito dopo mi è arrivata la notizia che in Italia la Conad e la Coop hanno deciso di boicottare approvvigionamenti di merci provenienti nei territori occupati.
E durante la notte mi è arrivata per Facebook una richiesta di entrare in un  gruppo che vuole boicottare la Coop e la Conad .[...] Insomma, boicottare chi boicotta.
A pensarci bene, ce ne sarebbero di Paesi da boicottare, se proprio uno sceglie il boicottaggio come metodo. La Cina e la Corea, per esempio, non sono dei gran paladini dei diritti umani, ma chi può vivere d'estate senza le scarpe di plastica da un euro?

Gli Stati Uniti, per fare un altro esempio, ancora praticano la pena di morte e in alcuni Stati mettono in galera anche i minorenni, ma chi vuole rinunciare al Mc Donald's  e alla Coca-Cola (o agli USA tout court?)
Conosciamo anche paesi in cui le donne hanno ben pochi diritti e girano coperte dalla testa ai piedi e in cui ai ladri si tagliano le mani, ma come si fa a vivere senza petrolio?
Insomma, boicottare per boicottare, rimarrebbe ben poco da NON boicottare a non voler essere ipocriti.
Ed è comunque servito a qualcosa il boicottaggio all'Iran (i pistacchi si trovano ugualmente, anche l'atomica...)? O quello alla striscia di Gaza da quando è in mano ad Hamas? Non è che il giorno dopo Hamas, stremato, abbia chiesto di firmare un accordo di pace con Israele.
Oggi a Tel Aviv è una giornata magnifica, il sole è splendido, la luce che entra dalle finestre limpida, forte. Potrebbe essere il paese più bello del mondo.
Un mio amico - fino a poco tempo era primo ministro (Ehud Olmert) - è stato interrogato a lungo dalla polizia. Spero che le accuse risultino infondate, ma sono fiera che si sia dimesso e mi sembra giusto che il primo dei cittadini venga interrogato dalla polizia come l'ultimo dei cittadini.
La democrazia, qui, per fortuna, ancora resiste.
E in Italia come va?
Manuela Dviri (Corriere della sera -mercoledì 26 Maggio 2010 -Esteri pag. 21)

Ho riportato questo articolo dal Corriere della Sera  perché è da un po' di tempo (cioè da sempre) che una certa stampa internazionale, ad ogni accenno rialzista del prezzo del petrolio (e dei vocalizzi terzomondisti), focalizza i propri interventi su Israele, montando ad arte (vecchia storia, o  impulso freudiano?) le colpe di Israele ad origine e persistenza dei mali del mondo, dimenticando che non vi è un popolo o un'etnia che non rivendichi la propria terra.
Qualcuno vi riesce, mentre la maggioranza prega i propri santi in attesa che si squarci il cielo e arrivi l'alieno liberatore.

Aveva ragione Dickens quando scriveva che non vi è un metro quadrato sulla terra che non sia stato portato via ad altri. Ma tant'è. A meno che non ci copriamo gli occhi con le  acciughe di ipocrisia e pregiudizio, per non vedere l'evidenza ben visibile davanti a noi.
Israele, nella coscienza collettiva, rappresenta un'anomalia. Un'incredibile anomalia.
Una pietra d'inciampo per le Nazioni, come afferma la Scrittura.
Il mondo se ne ricorda soprattutto dopo che accadono  eventi  come quelli di questi giorni.
Ma vi è un serbatoio immenso (in tante Nazioni) di ipocrisia e cinismo più crudele e nero del petrolio che continua a riversarsi nell'oceano.
Talvolta val la pena ascoltare una campana suonare diversamente come qui o pure qui

Il tempo della storia umana ha fatto cadere nella polvere tutti i vecchi imperi e nazioni che hanno fatto tremare il mondo allora conosciuto.
Sempre per incredibile anomalia, lo Stato di Israele è risorto dalle sue ceneri. 
Sarà un caso? Forse sì.

In un calcolo delle probabilità, sarebbe stato più facile indovinare l'esatto tempo in cui due meteoriti si incrocino nella costellazione del sagittario.
Eppure, meditando sulle parole antiche, non si può fare a meno di pensare che esse, in tempi e modalità impossibili da "indovinare" ,  già annunciavano la nascita, l'apparente morte e la risurrezione di Israele.
Sarà anche questo un caso? In circa quattromila anni di storia? Mah!
Forse sì, si dirà.
Io rispolvererei il concetto quantistico (ah! la scienza!) dell'indeterminatezza, che non è solo un concetto fisico, ma riporta ad una concezione della filosofia della fisica per cui "la storia della costante "h" di Planck , nel nostro secolo,  insegna che non sempre le risposte ai quesiti intorno al mondo fisico vanno cercate in un'accanita ricerca dei costituenti ultimi della materia e dei campi; esse sembrano piuttosto distribuite, in modo non sempre ovvio, nei vari livelli della realtà": così dice la scienza.

Cioè, l'uomo che oggi scava nei percorsi dell'immaterialità, si trova a fare i conti con un'entità che è dentro e oltre di noi; talmente puntiforme che è impossibile cercarla, ma vi è. Esiste.  Una forma che a noi sembra assurda, perché racchiude il finito e l'infinito. Sarà egli Dio? Il Dio di Israele, il Dio fatto uomo in Cristo? Il Dio che parla attraverso i profeti? Il Dio di tutti gli uomini di buona volontà, di qualunque popolo e tribù a cui appartengano? Domande o follia?
Chissà. Anche questa è fede. Lo dice anche la scienza...per certi versi.

Alcune informazioni:

Genesi 12:1,2
Il Signore disse ad Abramo: Và via dal tuo paese, dai tuoi parenti e dalla casa di tuo padre, e và nel paese che io ti mostrerò; io farò di te una grande nazione, ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai fonte di benedizione.

Genesi 16: 9,11
L'angelo del Signore le disse: Io moltiplicherò grandemente la tua discendenza e non la si potrà contare, tanto sarà numerosa[...] Ecco , (Agar la schiava egizia) tu sei incinta e partorirai un figlio a cui metterai il nome di Ismaele, perché il Signore ha visto la tua afflizione; egli sarà tra gli uomini come un asino selvatico; la sua mano sarà contro tutti, e la mano di tutti contro di lui; e abiterà di fronte ai suoi fratelli (nascita del popolo arabo in senso largo).

Genesi 32:27-29
E l'uomo, disse: lasciami andare, perché spunta l'alba. E Giacobbe: Non ti lascerò andare prima che tu mi abbia benedetto. L'altro gli disse: Qual è il tuo nome? ed egli rispose: Giacobbe. Quello disse Il tuo nome non sarà più Giacobbe, ma Israele, perché tu hai lottato con Dio e con gli uomini e hai vinto.

Il profeta Geremia 30: 18-19

Così dice il Signore: «Ecco restaurerò la sorte delle tende di Giacobbe e avrò compassione delle sue dimore.
La città sarà ricostruita sulle rovine e il palazzo sorgerà di nuovo al suo posto.
Ne usciranno inni di lode, voci di gente festante. Li moltiplicherò e non diminuiranno, li onorerò e non saranno disprezzati

Il penultimo profeta del Vecchio Testamento.
Zaccaria 14: 1-11

1.Ecco, viene un giorno per il Signore; allora le tue spoglie saranno spartite in mezzo a te.  Il Signore radunerà tutte le genti contro Gerusalemme per la battaglia; la città sarà presa, le case saccheggiate, le donne violate, una metà della cittadinanza partirà per l'esilio, ma il resto del popolo non sarà strappato dalla città. Il Signore uscirà e combatterà contro quelle nazioni, come quando combattè nel giorno della battaglia. 
In quel giorno i suoi piedi si poseranno sopra il monte degli Ulivi che sta di fronte a Gerusalemme verso oriente, e il monte degli Ulivi si fenderà in due, da oriente a occidente, formando una valle molto profonda; una metà del monte si ritirerà verso settentrione e l'altra verso mezzogiorno.[...]
In quel giorno, non vi sarà né luce né freddo, né gelo: sarà un unico giorno, il Signore lo conosce; non ci sarà né giorno né notte; verso sera risplenderà la luce. In quel giorno acque vive sgorgheranno da Gerusalemme e scenderanno parte verso il mare orientale, parte verso il Mar Mediterraneo, sempre, estate e inverno. Il Signore sarà re di tutta la terra e ci sarà il Signore soltanto, e soltanto il suo nome.  Tutto il paese si trasformerà in pianura da Gàbaa fino a Rimmòn nel Negheb; Gerusalemme si eleverà e sarà abitata nel luogo dov'è, dalla porta di Beniamino fino al posto della prima porta, cioè fino alla porta dell'Angolo, e dalla torre di Cananeèl fino ai torchi del re.  Ivi abiteranno: non vi sarà più sterminio e Gerusalemme se ne starà tranquilla e sicura.

I discepoli di Gesù, giudeo fra i giudei, conoscitore delle Scritture, ebbero a chiedere: quando accadranno queste cose? Ed egli rispose: "l'ora e il momento lo conosce solo il Padre mio che è nei cieli. Ma voi avete i profeti che hanno già annunciato le cose a venire".

Il cristianesimo di oggi somiglia ad un vecchio straccio consunto. Nessuno può dirsi cristiano se non crede nella parola così come è stata descritta: "dicendosi saggi sono diventati stolti" scriveva un altro profeta. Senza amore nel cuore per Dio e per il prossimo, un cristianesimo del genere è sì chiamato "Chiesa" nella scrittura; ma, questa stessa chiesa è bollata con l'epiteto di PROSTITUTA.

L'unico vero segno distintivo del cristiano, seguace di Cristo e della sua Parola è l'amore per gli altri, senza distinzioni di sorta.
Non bisogna amare Israele "ciecamente", tantomeno per ciò che fanno i propri governanti, o il popolo d'Israele, che errano come tutti gli uomini e le Nazioni di questo mondo, ma bisognerebbe guardare ad Israele con occhi diversi se si vuole aprire uno squarcio nel suo mistero: come un segno di Dio sulla terra; cioè un'attenzione sul significato dell'esistenza di un popolo e della sua trama storica, che non ha eguali nei trascorsi delle vicende umane.
Questo popolo, questa nazione, che senza meriti di sorta, si trova ad essere un messaggero della volontà di Dio; una lettera di conoscenza diversa del mondo, come dovrebbero essere oggi i cristiani per Gesù a cui "dicono" di essere seguaci.

In fondo, la stessa Scrittura annuncia, nel Nuovo Testamento, che non vi è più greco o giudeo, ma tutti i popoli della terra sono chiamati ad essere fratelli e partecipi all'amore di Dio, al reciproco rispetto, al reciproco amore.
Solo costoro sono i veri cristiani, secondo le scritture. Essi sono coloro che attendono una Gerusalemme celeste, coloro che si chiedono quando finirà l'ingiustizia; quando finiranno le guerre; quando ci sarà pace tra le nazioni e tra le genti.
Costoro sanno pure che queste cose devono passare, come pure la Gerusalemme terrena, che è per un tempo, ma non la Sua Parola.
Una giusta critica, verso Israele, come per ogni altro popolo, quando occorre è necessaria, ma senza i paraocchi del pregiudizio e dei propri interessi (leggasi anche dollari del petrolio).

Forse, il mio scrivere somiglia a ciò che scriverebbe un matto da legare. Forse.
Ma sono anche consapevole, che la pazzia di un cristiano, che ha posto la speranza in Cristo e nella Scrittura, è infinitamente più pacifica della pazzia del mondo. Di questo mondo.

Blue.chips

 

 

 
 
 
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