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Shalom II: I Masnadieri.

Post n°247 pubblicato il 04 Giugno 2010 da blue.chips

 

Pasqua 1781

Un uomo dotato d'intelligenza, di forza e di una personalità originale può diventare, a seconda dell'impulso che riceve, sia un Bruto che un Catilina. Un caso infelice lo spingerà ad assumere quest'ultimo aspetto, mentre si identificherà col primo solo al termine di una lunga serie di errori. Delle opinioni errate nei confronti delle attività e degli svariati influssi cui è sottoposto, una sovrabbondanza di forze che irrompe e cozza contro qualsiasi legge, non potevano che opporsi violentemente alle condizioni di vita borghese. [...]

A questi miraggi entusiastici di attivismo e di grandezza non poteva che associarsi una amarezza crescente contro l'universo idealista: ecco l'origine di quel bizzarro Don Chisciotte che noi amiamo e disprezziamo insieme, che ammiriamo e compiangiamo nel masnadiero Karl Moor. 

Spero di non essere, ancora una volta, costretto a sottolineare che questo ritratto non riguarda soltanto i masnadieri, come la satira dello scrittore spagnolo non riguarda solo i cavalieri. Attualmente l'imperativo del giorno sembra essere quello di un acre umorismo a spese della religione, e si è considerati un genio a patto che ci si diverta a prendere in giro le verità più sacre. La nobile ingenuità della Sacra Scrittura deve tollerare di essere impunemente ridicolizzata dai quotidiani consessi dei begli spiriti mentre - ed è questa la domanda che ci poniamo - cosa c'è al mondo di sacro o di serio che non diventi spaventosamente ridicolo, se lo si collochi in una prospettiva distorta? Quindi, mi è consentito sperare di non aver preso volgarmente le difese della religione e dell'autentica moralità, se addito alla pubblica riprovazione, (nelle vesti dei miei orribili masnadieri), questi nemici accaniti e irriguardosi della Sacra Scrittura.
Ma c'è ben altro. Gli uomini di cui parlavo prima, quelli che hanno abiurato la morale, hanno ottenuto comunque un credito immenso da una parte, ovvero hanno guadagnato a livello di spirito quello che hanno perso a livello di cuore.
Raffigurandoli, non ho fatto altro che copiare la Natura, parola per parola.[...]

Su ognuno di loro, anche sul più ignobile, è impresso il sigillo del Figlio dell'Uomo, e probabilmente il più feroce criminale deve percorrere un cammino assai meno lungo dell'uomo onesto per abbracciare il campo opposto della virtù. Perché l'etica si sviluppa in concomitanza con le forze vitali dell'uomo, e più le capacità sono grandi tanto più aumenta il loro colpevole abuso e tanto più colpevole appare la loro progressiva distorsione. [...]

L'Adramelek di Klopstock desta in noi un sentimento complesso in cui la ripugnanza si alterna all'ammirazione. In preda al fascino e all'orrore, seguiamo nei suoi caotici labirinti il Satana di Milton. La Medea dei drammi classici è sempre degna d'ammirazione, nonostante tutti i suoi orrori, e il Riccardo di Shakespeare suscita una profonda ammirazione nel lettore che tuttavia lo respingerebbe con astio se gli comparisse, vivo, davanti agli occhi.

Quando io mi assegno il compito di rappresentare gli uomini nella loro assoluta integrità, devo essere disposto ad accettarne anche i lati positivi, che non sono assenti nemmeno nella creatura più depravata. Quando devo prevenire i lettori contro la tigre, non devo censurarne lo splendido manto variegato senza privare per questo la tigre delle sue caratteristiche fondamentali. Alla stessa stregua, un uomo che in sé assomma la crudeltà allo stato puro non è affatto un soggetto artistico, e invece di avvincere l'attenzione del lettore ne suscita l'immediata ripulsione. Si vorrebbe voltar pagina e saltare le sue battute. Un animo nobile non è disposto a tollerare a lungo queste acute dissonanze di ordine morale, come l'orecchio si rifiuta di sottoporsi alla tortura di un coltello che incide una lastra di vetro. [...]

La plebe [ ndr: oggi si direbbe eufemisticamente: le masse popolari] possiede, diciamolo in confidenza, radici che scendono nel profondo e, sfortunatamente, determinano l'unanimità dei giudizi, per cui è necessario che, da una parte e dall'altra, sia da parte dell'autore che da parte del lettore, ci sia un'autentica forza morale. L'autore non deve né edulcorare né stemperare i contorni del vizio mentre il lettore non deve lasciarsi sopraffare dal lato estetico del vizio dal momento che deve essere in grado di valutare anche l'orrore che ne costituisce l'intima essenza.

È, insomma, l'eterno da capo di Abdera e Democrito, e i nostri ottimi Ippocrati dovrebbero estirpare intere piantagioni di elleboro se volessero eliminare il caos e il disordine per mezzo di salutari decotti. Che tutti gli amici della verità si mettano insieme per insegnare ai loro concittadini dal pulpito e dalla scena: la plebe rimarrà plebe in eterno, anche se il sole e la luna dovessero cambiare radicalmente e il cielo e la terra consumarsi irreparabilmente come un abito logoro e consunto.

Purtroppo questa oggi è la moda imperante: i buoni risaltano solo in opposizione ai malvagi, e la virtù si esalta a dismisura solo se la si accosta al vizio o se gli viene contrapposta. Chi si è assunto il compito di abbattere il vizio e di vendicare in modo esemplare presso i suoi nemici l'etica, la religione e le leggi della società civile, deve additare il vizio integralmente, nell'immensità del suo orrore, e costringere l'umanità a constatarne l'immane grandezza, deve entrare nei labirinti della notte, non deve esitare a percorrerli, deve imporre a se stesso di penetrare fino in fondo nel cuore dei sentimenti che suscitano nel suo spirito una cupa avversione.

Così scriveva Shiller nella sua prefazione ai "Masnadieri"

Ossia, parafrasando:

Una volta, accadde che una sola "voce che ridava nel deserto" fece accorrere masse di persone. E cadde un Impero.
E, come tutti gli imperi di questo mondo, non erano affatto piacevoli; quello che sta più a cuore all'Italia, l'impero di Roma, lo si è elevato a virtù, a saggezza, vantando di avere nel nostro seno le sue Leggi e il Diritto di cui il vanto, pur contraddicendone il senso e mostrando al mondo le proprie impudicizie.

Le civiltà cosiddette moderne, dall'apparente benessere, hanno la raffinata capacità di distorcere ogni verità, ogni giustizia, nel riflesso delle loro superfici levigate ed abbaglianti. Esse stesse sono da considerare moderni imperi, ma la sostanza e l'accostamento ai vecchi imperi rimane la stessa di sempre. Ab antico.

Queste moderne civiltà, con la loro profonda e sottile ingiustizia, hanno fatto crescere il mostro del terrorismo nel mondo; ed oggi, il giocattolo si sta rompendo tra le loro mani.
Sono ridicoli anche i tentativi di venirne a patto: sarebbe come dire ad un ergastolano pluriomicida di liberarlo in cambio di reciproci favori importanti, dopo averlo bastonato per anni in prigione.
In questo caso, la motivazione è la fame di petrolio e la libertà di continuare a dominare il mondo e i mercati, senza avere tra i piedi i bombaroli intenzionati ad andare nel loro paradiso al più presto possibile.
Ma il diavolo (per i puristi:chiamo così le cattive intenzioni) esige sempre un grande prezzo per liberarti dalle asfissianti gabbie in cui ti ha lasciato.
E, come sempre più gli si addice, vuole una vittima sacrificale; ma non si accontenta della classica vergine, dati i tempi che corrono; no! lui vuole possibilmente un olocausto, fiumi di sangue: che sia Israele? Ancora? Un altro patto scellerato?

Gli iranosauri del momento (felice neologismo di un giornalista del corriere della Sera) fanno leva sulla divisione e sull'incapacità di reazione dell'opulento occidente, e di molti amici, interessati.
Sanno da tempo che queste masse il sangue lo vogliono solo vedere al cinema, mentre invece loro lo offrono in una coppia d'oro in cui galleggiano oro nero e commesse. Loro hanno anche capito da tempo che affamare (ad es.) in accordo con i loro amici, i palestinesi - e non solo -mantengono sempre più alto il prezzo delle loro richieste, addebitando il disastro ad altri (ancora Israele?).
Insomma, per dirla come Shiller: siamo circondati da Masnadieri, e della peggiore specie, a cominciare dalle proprie mura.
Blue.chips

(Grazie E§§E)

ps: A quei "rivoltosi" che mi riempiono di insulti e volgarità, voglio dire che è storia vecchia.
Non cuocetevi il fegato da soli. Suvvia, non fatevi del male.
Almeno una volta nella vita, fatevi del bene, e ragionate con la vostra zucca: indagate per diverse vie,
ascoltate altre campane, studiate, valutate, assorbite vibrazioni dal cuore, possibilmente senza paraocchi.
Se dovete soffrire, fatelo almeno in nome della vera Giustizia, dell'Amore, del reale senso di solidarietà.
Credetemi: è un'ottima medicina. Io prego per voi al mio Dio (che è anche vostro) affinché possiate stare bene e innamorarvi della vita e di tutta la vera bellezza del mondo, che ancora resiste, nonostante una certa tendenza alla follia collettiva.

 

 



 

 

 

 

 
 
 
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