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Omicidio Raciti/ Parla il padre del minorenne in galera: "E' solo un capro espiatorio"

Post n°4 pubblicato il 19 Aprile 2007 da Principe_di_Mestre

Un poliziotto muore per una partita di calcio. E non era mai successo. Un minorenne ultrà del Catania finisce in galera per resistenza aggravata a pubblico ufficiale e omicidio. Suo padre denuncia a gran voce: “E’ assurdo, i magistrati devono capire che è innocente. E’ solo un capro espiatorio. La gente mi ferma per strada e mi dice: ‘Ma quand’è che lasciano uscire tuo figlio’. Nessuna immagine mostra che lui ha colpito un poliziotto”.

Dall’altro capo del telefono la voce di Roberto Speziale proviene accorata, a tratti tremante. Mai scomposta. Ad Affari racconta una vita da operaio: “Conduttore di impianti alla ST Microelectronics. La società di Pistorio, sa? Quello che ora è presidente Telecom. Una persona squisita: qui a Catania ha portato 4mila posti di lavoro”. E soprattutto una vita da padre di famiglia: “Sono sposato da quasi 40 anni  e questo figlio che ora sta in carcere l’ho avuto dopo vent’anni di matrimonio. È la cosa più preziosa che ho. Se nei filmati avessi visto che aveva avuto un contatto con un poliziotto, non lo avrei difeso così accanitamente”.

E invece? “Quello che gli investigatori hanno mostrato sono cose di fantasia – afferma Speziale – Non c’è nessun poliziotto in quelle immagini. Lei le ha viste? Dopo due secondi si nota mio figlio che sale via per le scale e va a vedersi la partita. Due secondi. Non c’era il tempo di ammazzare nessuno. Poi, dopo tre minuti, compare questo poliziotto”. Lo sfogo continua nel dettaglio investigativo: “Quello era un lamierino leggerissimo. E poi non ci sono immagini in cui si vede che è stato proprio mio figlio a lanciarlo. In ogni caso, non ha colpito nessuno”.

Intanto però il minorenne resta in custodia cautelare. Con due imputazioni, come detto: la prima è resistenza aggravata a pubblico ufficiale; l’altra, successiva e più grave, è omicidio. “L’ho visto l’ultima volta lunedì – racconta il padre – Posso parlargli quattro volte al mese più un lunedì. Il bello è che è lui a chiedermi come sto. Per fortuna il nostro avvocato va a trovarlo sempre. Si è tagliato i capelli ed è contento quando riceve da me libri, cd, cose da mangiare. Tutto quello che gli serve”.

Martedì la Cassazione ha respinto il ricorso di scarcerazione per resistenza aggravata. Una delusione? Speziale non si abbatte: “Al di là delle due o tre settimane in più in prigione, la cosa più importante è che tutto si risolva bene sull’imputazione di omicidio. Finché non avevo visto di cosa era accusato, ero molto preoccupato. Ma ora ho fiducia negli avvocati, che sono capaci. E anche nella verità, nella legalità”.

Una verità che, secondo il padre, gli inquirenti non vogliono vedere. E qui emergono, a suo dire, le incongruenze della vicenda. “Sono stato dai Ris, sa? Il Gip ci ha detto che facevamo illazioni solo perché chiedevamo la verità su quelle macchie di sangue interne al giubbotto che aveva il poliziotto. Tracce dalla parte delle spalle. C’è il segreto istruttorio – continua – ma dico che il medico legale ha confermato che quel sangue può essere uscito dal naso, dalla bocca o dalle orecchie. Proprio come quando, a seguito di un investimento, una collisione da parte di un mezzo, la pressione nel torace cresce e il sangue sale fino a uscire dalla testa, cioè dal naso o dalla bocca. Lui poi è caduto per terra e il sangue è colato attraverso il collo nella parte interna. Le macchie, infatti, sono all’interno degli indumenti”. Da lì una richiesta di perizia che però è stata rifiutata.

Ma non finisce qui. “Loro dicono che non esistono più il casco e il cinturone – prosegue Speziale – E vogliamo parlare del fegato? Il medico legale dell’accusa sostiene che è stato buttato e che lui non ha più reperti da quando ha fatto l’autopsia”. Stiamo parlando dell’organo che, una volta lesionato, avrebbe provocato la morte di Raciti. “Penso che alla fine faremo riesumare il cadavere e grazie a medici legali esperti si saprà la verità”, prevede il padre.

Ulisse Spinnato Vega

 
 
 
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