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LA SOVRANITA' POPOLARE E LA COSTITUZIONE

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« LA VIOLENZA SULLE DONNE ...IMMIGRAZIONE CLANDESTINA... »

LA DONNA E LA MANCATA PARITA' EFFETTIVA DI GENERE

Post n°662 pubblicato il 13 Gennaio 2022 da Caino2007dgl

 

LA VIOLENZA SULLE DONNE: FORSE TUTTO PARTE DALLA CATTIVA ED ERRATA INTERPRETAZIONE CHE , NEI SECOLI, GLI STUDIOSI DELLA SACRA BIBBIA, HANNO FATTO SPECIALMENTE NEL SPIEGARE LA VALENZA E PORTATA DEL LIBRO DELLA GENESI.

ECCO UNO SPACCATO INTERESSANTE CHE LA SIG.RA  GABRIELLA FICHERA, NE HA FATTO SUL PERIODICO DI CASTELMAGNO - CN , LA VOUS DE CHASTELMANH NEL NUMERO 1 DEL 2021, USCITO CON MOLTISSIMO RITARDO PER QUESTIONI DI CRISI FINANZIARIA DELLA SUA REDAZIONE:

 

TITOLO:

 

C'ERA UNA VOLTA......LA SOFFERENZA FMMINILE ( ED ORA E SEMPRE )

 

"""Sulla Genesi 2,22-23,è stato trascritto ( per traduzione dei monaci benedettini) che la donna è stata creata dal fianco dell'uomo, nè dalla testa per non essere superiore a lui, nè dai piedi per non essere maltrattata.

Dice ARITSTOTELE ( De Generation Animalium) che la femmina è un maschio mancato.

Il motivo della di lei creazione sta nel fatto che "non era bene che l'uomo fosse solo e che doveva avere un aiuto SIMILE a lui".

- qui però ci si dimentica che nella GENESInel passo 1-27, si afferma senza alcuna possibilità di cattiva o malevole interpretazione che "IDDIO ADUNQUE CREO' L'UOMO ALLA SUA IMMAGINE; EGLI LO CREO' ALL'IMMAGINE DI DIO; EGLI LI CREò MASCHIO E FEMMINA."" Da ciò discende il fatto saliente che, chi scrisse il passo successivo ove si afferma nell'articolo 2-21-22 che " E IL SIGNORE IDDIO FECE CADERE UN PROFONDO SONNO SOPRA ADAMO, OND'EGLI SI ADDORMENTO'; E IDDIO PRESE UNA DELLE COSTA DI ESSO E SALDO' LA CARNE NEL LUOGO DI QUELLA.

E IL SIGNORE IDDIO FABBRICO' UNA DONNA DALLA COSTA CH'EGLI AVEVA TOLTA AD ADAMO E LA MENO' AD ADAMO.""

Continuando nella lettura dell'ottima riflessione fatta dalla sig.ra  FICHERA GABRIELLA, si legge:

Tommaso D'Aquino afferma, tuttavia, la sudditanza della donna rispetto all'uomo in quanto adatto alla procreazione non alle attività dell'uomo (nella Genesi 3,16).

Poi precisa lettera ai CORINZI che l'immagine di DIO , che si trova nell'uomo, non si trova nella donna.

L' apostolo PAOLO afferma che mentre l'uomo è imagine e gloria di DIO, la donna è gloria dell'uomo.

Da qui iniziano una serie di vicende dolorose per la donna che sconterà nell'arco dei secoli.

Quindi quasi all'inizio dei tempi.

Anche nei territori di CASTELMAGNO i fatti non si smentiscono. Non ho testimonianze dirette del rispetto della donna da parte dell'uomo dell'ottocento.Ma ho avuto modo di raccogliere interviste di quattro personaggi femminili di CASTELMAGNO,tuttora viventi, sulle difficoltà di vita nella prima metà del novecento.

Si ricorda che se all'uomo spettava il duro lavoro dei campi in pendenza e della cura del bestiame e della costruzione degli arnesi, alle donne di casa spettavano impegni non meno gravosi.

 In primavera, ad esempio, iniziava il tempo dei grandi bucati che spezzavano la schiena delle massaie. Questo lavoro richiedeva una lunga preparazione che non sto qui ad elencare. Poi la cura del pollaio e delle conigliere, il diserbo , la semina e l'innaffiatura dell'orto più vicino alla baita.

Durante la settimana a volte, si ricava al mercato a vall per fare acquisti o per vendere animali da cortile, uova , ortaggi e il formaggio. Questo oltre al normale lavoro di cucina e mantenimento della casa e la cura dei figli.

Nelle serate invernali rammendava e tesseva la lana.

Molte di loro, emigrate in FRANCIA , per tirare avanti la baracca, oltre ad aiutare i mariti, fcevano pure la badante od andavano a servizio e poi nel giorno libero tornavano  a casa e lavoravano la campagna.

Ci furono deic asiin cui la donna, partita a piedi a gravidanza inoltrata, partorì lungo il cammino in pieno autunno. Poi qualche ora di riposo e doveva riprendere la strada assieme al marito ed al gruppetto di emigranti che varcavano la frontiera in cerca di lavoro.

Molte ragazze, partite pe TORINO a 18 anni, lavoravano a servizio da novembre a giugno con solo mezza giornata libera la settimana. in estate tornavano in montagna ad aiutare, Non sempre lo facevano i fratelli.

Molte donne non volevano emigrare, ma le donne a quei tempi non avevano voce in capitolo. Qulacuna delle Castelmagnesi emigrate si arredò la casa con i mobili dismessi della famiglia per la quale lavorava.

I nonni di queste donne intervistate non furono cattivi con la consorte, ma non se ne occupavano granchè.

Non pare che alle donne di Castelmagno gli uomini usassero violenza, eccetto in un caso a Campomolino perchè il marito giocava a carte e beveva molto.

Una donna rimasta vedova di guerra partì per la Francia lasciando i figli a Castelmagno e finì a fare la cameriera dalla zarina di RUSSIA.

C'erano poi anche donne che emigravano in inverno per fare la raccolta dei fiori , lasciando i figli e mariti a Castelmagno.

La donna in moltissimi casi era una bestia da soma che sfornava un figlio all'anno perchè non si poteva dire di no al marito e contraccettivi non c'erano.

Una di queste, sepolta al Santuario ,"vittima del suo dovere di madre", morì di febbre pureperale mettendo al mondo il suo maschietto. Molte donne morirono di parto, sfinite dalle gravidanze e dalle infezioni per la scarsa igiene. Partorivano anche mentre facevano il fieno, mettevano il neonato nel grembiule e continuavano a lavorare.

 

Ci sono stati casi in cui la donna che ormai voleva rimanere in francia perchè là lei e la famiglia si erano ricostruiti una vita.

M è stato raccontato che i figli andavano a scuola ed avevano un'istruzione. Ma il marito voleva tornare ed era lui che decideva. In questo caso lui sendette le pecore e la famiglia tornò a Chiappi nel '41.

Alla frontiera gli spaccarono tutti i mobili che aveva spedito in treno. Tutti i franchi che aveva guadagnato li depositò in banca. Dopo la guerra il franco fus valutato . Il marito non seppe e perse tutto.

Si trovò così ttta la famiglia in pieno inverno con niente.

La sorella gli regalò una mucca, ma fu poca cosa. I due figli non parlavano italiano e la piccola non aveva neanche da mangiare e fu affidata alle zie. Il mrito non le perdonò neanche quello. La donna morì di consunzione, poveretta !

Qualche anno dopo , quando la donna cominciò ad emanciparsi leggermente, gli uomini d Valliera permettevano alle loro mogli  di andare a piedi insieme un pomeriggio  al negozio ed osteria di Colletto a fare acquisti. Loro cevano e bevevano divertendosi e poi prima dell'imbrunire tornavano a casa da mariti e figli.

In fondo in fondo ancora oggi la donna fa fatica a conquistarsi la sua indipendenza.

Ancora oggi lei deve divedersi tra la fatica del lavoro ed i figli . Ancora oggi guadagna di meno dell'uomo , proprio come quelle maestine di allora che venivano dalla pianura ad insegnare in montagna e riscuotevano emolumenti inferiori di 1/3 rispetto al collega maschile !

Questo per sancire , anche da parte dello Stato, l'inferiorità di genere femminile. Spesso le maestre non avevano abbastanza legna per scaldarsi e non anche neanche di che sfamarsi.

Oggi, poi, in alcuni casi in ITALIA , in confronto ad allora, è diminuito il rispetto della donna e della sua vita perchè la si uccide per un nonnulla."""

 

Dopo avere letto quanto sopra, mi chiedo se nel XXI SECOLO la donna sia davvero riuscita seriamente e correttamente  ad ottenere maggiore rispetto per la sua dignità sia come persona sia come lavoratrice sia come madre e compagna sia come sorella o nonna o zia, visti gli innumerevoli casi di femminicidio che vi sono stati anche nel 2021.

Vi sono milioni di casi di vera sottomissione al maschio prepotente ed arrogante ed ignorante, specialmente nel mondo radicale islamico ed anche in molte etnie africane ed asiatiche e nel SudAmerica, che gridano vendetta davanti a DIO ed agli uomini per le ingiustizie insopportabili che esse sono costrette a subire ogni giorno della loro vita.

Caso Afghanistan docet per tutti.

Ovviamente, però, il rispetto deve essere sempre reciproco.

 

Cuneo,li 13.01.2022

 

Rinaldo

 

 

 

 

 
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