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LA SOVRANITA' POPOLARE E LA COSTITUZIONE

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IL PROF. SERGIO MATTARELLA ED IL SUO BIS CHE NON FA BENE ALLA NOSTRA COSTITUZIONE REPUBBLICANA

Post n°687 pubblicato il 30 Gennaio 2022 da Caino2007dgl

LA VERGOGNA DELLA POLITICA SPORCA ITALIANA  NON HA LIMITI :

Dunque, ieri 29.01.2022, per la seconda volta, in modo ignominioso , il parlamento italiano formato com'è noto non da soggetti eletti normalmente come accade in quasi tutte le democrazie occidentali, bensì solo dei semplici e banali "nominati" , in 759, ha di nuovo rieletto il prof. SERGIO MATTARELLA alla carica di PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA.

Esattamente come avvenne nel 2006 per la prima ed indecente volta con l'on. GIORGIO NAPOLITANO del PD.

Dunque, per la seconda volta , s'è dimostrato che il SISTEMA POLITICO ITALIANO si è sfaldato vergognosamente e scandalosamente, dimostrando l'assoluta incapacità di compiere il proprio dovere di assicurare , in tempi rapidi e certi , la funzionalità delle nostre massime istituzioni qual'è certamente quella della PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA che, come sotto rammentato ,assomma a sè importantissime funzioni pubbliche rilevantissime.

Con tutto il massimo rispetto per il prof. MATTARELLA, con il suo bis, egli non potrà mai rappresentarmi seriamente e completamente in quanto, come nel caso vergognoso avutosi con il bis dell'on. NAPOLITANO, con la sua rielezione s'è di nuovo avuta una gravissima distorsione di quanto previsto dalla nostra Costituzione, anche se riconosco che i nostri PADRI COSTITUENTI sono corresponsabili di questa impasse che non ci fa onore e ci rende piùdeboli e meno credibili a livello anche internazionale per ovvi motivi di linearità e correttezza ed efficienza istituzionale.

LA CAPORETTO BIS  del PARLAMENTO ITALIANO formato da soggetti  che certamente alle prossime politiche, non potranno più riavere i loro attuali incarichi, verrà ricordata come il grimaldello con il quale il nostro SISTEMA DEMOCRATICO sarà distrutto in breve tempo per cupio dissolvi chiaro e nettissimo, a meno che, con un colpo di schiena, il prossimo parlamento non si decida a rivedere le norme sulla elezione del PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA lasciando al POPOLO elettore, il potere di nomina diretta e senza intermediari troppo interessati e spesso velenosi che spero non diventino influncers cattivi e maligni al punto di fare commettere gravi errori di scelta anche con il nuovo e decisivo sistema, peraltro già in vigore in altre democrazie occidentali.

Parlando di politiche 2023, io temo che questo PARLAMENTO che non mi pare che abbia per tempo modificato i propri Regolamenti interni, strumenti condizionanti per arrivare al NUOVO VOTO POPOLARE POLITICO, con la drammatica conseguenza che , in mancanza od assenza di modifiche dei medesimi, non sarà possibile votare avendo la riduzione dei PARLAMENTARI come previsto dalle modifiche apportare opportunamente dalla nota legge costituzione e ratificata dal POPOLO ELETTORE  con apposito referendum.

Ed allora, per la POLITICA ITALIANA , io temo che scetterà il de profundis FINALE E CONCLUSIVO che la scompaginerà e la farà sciogliere in modo pericoloso ed anarchico forse per anni, prima che si riesca a rimettere nella giusta carreggiata il nostro SISTEMA COSTITUZIONALE LIBERALE E DEMOCRATICO.

Ed il fatto che l'astenionismo sta montando rapidamente con livelli davvero inquietanti, come verificatisi nelle recenti amministrative comunali per esempio di MILANO e  ROMA, sono segnali che non mi sembra che questi politicanti da strapazzo che pretendono di RAPPRESENTARCI abbiano, finora, rilevato e considerato pienamente e seriamente per impedire che esso aumenti vistosamente e tragicamente a livello social, civile e culturale, allontanando il POPOLO dal suo dovere di voto che in una qualsiasi democrazia è linfa  essenziale e vitale per la sua sopravvivenza.

Ecco il caso vergognoso legato al BIS del prof. SERGIO MATTARELLA che è stato costretto, obtorto collo, a rimangiarsi le sue frasi recenti , che facevano pensare alla sua indisponibilità a ricevere il secondo mandato presidenziale:

Mattarella, il bis al Quirinale non voluto ma accettatoIl padre ministro, il fratello ucciso dalla mafia, la carriera parlamentare con la Dc e gli incarichi di Governo. Giudice costituzionale e poi l’elezione al Colle

di Riccardo Ferrazza

29 gennaio 2022

 

Prima c’era stato il suo no al bis, pronunciato più volte. Avvisi ai naviganti per ribadire che lui non era “candidabile” ad una corsa alla quale non aveva intenzione di partecipare. Un diniego motivato con perplessità costituzionali che si scontra però con l’assenza di una norma che possa impedire la rielezione. Poi, durante le votazioni per il suo successore al Quirinale, Sergio Mattarella non ha voluto commentare, né ha fatto trapelare nulla neanche quando i grandi elettori hanno indicato il suo nome nelle votazioni andate a vuoto. Fino a quando ha dovuto prendere atto che la sua contrarietà nulla poteva contro la volontà del Parlamento.

Tra Palermo e Roma

Che non pensasse alla sua rielezione lo si capiva anche dalla circostanza che Mattarella, mentre il Parlamento era riunito in seduta comune, è stato visto nel nuovo appartamento preso in affitto a Roma per controllare lo stato di avanzamento dei lavori e del trasloco delle sue cose dalla storica casa di Palermo. È la città in cui è nato nel 1941, anche se la sua formazione è avvenuta a Roma, dove la famiglia si era trasferita al seguito del padre, Bernardo, uomo politico democristiano, più volte ministro negli anni Cinquanta e Sessanta. Nella capitale Mattarella frequenta il San Leone Magno, nella sede di via Montebello, e si laurea alla Sapienza in giurisprudenza. Poi a Palermo diventa docente di Diritto costituzionale.

 

L’omicidio del fratello

Proprio nel capoluogo siciliano si consuma l’episodio che segna la svolta: la mattina del 6 gennaio 1980 il fratello Piersanti, presidente della Regione Sicilia, allievo di Aldo Moro all’università e protagonista del rinnovamento politico dell’isola, viene ucciso davanti agli occhi della moglie e dei figli mentre la famiglia si reca a messa. Uno scatto della fotoreporter Letizia Battaglia riprende Sergio Mattarella, mentre cerca di soccorrere il fratello agonizzante. Per l’omicidio sono stati condannati gli uomini della cupola mafiosa, tra cui Totò Riina e Bernardo Provenzano. Ma l’esecutore non è stato mai individuato.

 

Da quel dramma Mattarella trova la voglia di intraprendere una carriera politica che non era nei suoi programmi. Viene eletto con la Democrazia cristiana (corrente morotea) alla Camera per la prima volta nel 1983 e viene confermato nelle legislature successive fino al 2008. Con la fine della Dc nel 1994 è tra i promotori del Partito popolare italiano. In seguito nelle fila prima della Margherita e poi dell’Ulivo.

Le esperienze di governo

Il suo primo incarico di Governo arriva nel 1987 (ministro dei Rapporti con il Parlamento nel governo Goria e nel governo De Mita). Nel 1989 diventa ministro della Pubblica istruzione (sesto governo Andreotti) ma si dimette l'anno successivo insieme agli altri ministri della sinistra Dc per protestare contro l’approvazione della legge Mammì (emittenze televisive) che legittimava il duopolio televisivo con la Rai e le televisioni commerciali di Silvio Berlusconi. È vicepresidente del Consiglio del primo governo D’Alema (1998-99) e ministro della Difesa del secondo governo D’Alema e del governo Amato (2000-01). Sotto la sua gestione fu abolita la “naja”, il servizio militare obbligatorio. Nel 2011 è nominato, dal Parlamento in seduta comune, giudice della Corte costituzionale. Poi il 31 gennaio 2015 l’elezione a dodicesimo presidente della Repubblica con la maggioranza assoluta, 665 voti su 995 dei votanti, al quarto scrutinio.

 

Al Quirinale e il no al bis

Il settennato è segnato dalla difficile nascita del primo governo giallo-verde dopo le elezioni del 2018 e, soprattutto, la pandemia da Covid: nel pieno dell’emergenza sanitaria, con la caduta del secondo esecutivo Conte (sostenuto da Pd e Leu al posto della Lega), chiama Mario Draghi a formare un governo di alto profilo che ha un vasto sostegno parlamentare (l’unica forza all’opposizione è Fratelli d’Italia). Nei giorni più difficili della pandemia si rivolge agli italiani per trasmettere fiducia e resilienza. Resta celebre un fuori-onda con cui i cittadini seppero che anche il primo cittadino non poteva usufruire dei servizi del barbiere.

Quando si avvicina la scadenza del suo mandato chiarisce e ribadisce con parole e gesti che una rielezione sarebbe una forzatura non accettabile per l’istituzione repubblicana. A novembre la notizia che Mattarella non solo ha trovato un appartamento per la sua vita dopo il Quirinale ma ne ha già firmato il contratto.

Per raffreddare “rumours” parlamentari e indiscrezioni giornalistiche usa le parole di un suo predecessore, Giovanni Leone, che chiese «la non rieleggibilità» del presidente della Repubblica con l’eliminazione del semestre bianco. Le richieste del bis arrivano anche dal pubblico: dal Loggione della Scala di Milano alla “prima” del 7 dicembre e a Firenze, in una delle sue ultime uscite pubbliche serali da Capo dello Stato, dove assiste al concerto inaugurale del nuovo auditorium del Maggio Fiorentino. Nell’ultimo discorso agli italiani - fra i più brevi pronunciati da lui a fine anno - conferma che «tra pochi giorni» si sarebbe esaurito il suo compito al Quirinale, «come vuole la Costituzione». Ma il Parlamento lo vuole ancora in servizio. E lui, a 2.555 giorni dalla prima chiamata, risponde ancora sì.

 

ELEMENTI INFORMATIVI RICAVATI DAL SITO WEB: https://www.ilsole24ore.com/art/mattarella-bis-quirinale-non-voluto-ma-accettato-AEn8AuAB

 

 

Ed ecco il precedente scandaloso e vergognoso legato al BIS  dell'on. GIORGIO NAPOLITANO:

 

Presidente della Repubblica, il Napolitano bis nel 2013 - Politica

 

14 ore faVa anche ricordato che Giorgio Napolitano, rieletto il 20 aprile 2013 con 738 voti al sesto scrutinio, e dopo cinque fumate nere, ...

 

 

SPERO, da CITTADINO, CHE QUANTO AVVENUTO IN QUESTI GIORNI IN PARLAMENTO, FACCIA RIFLETTERE TUTTI PER INDURCI A PESARE E SCEGLIERE BENE A CHI DARE IL NOSTRO VOTO ALLE PROSSIME POLITICHE E NON SOLO, PRIMA CHE SIA, PURTROPPO, TROPPO TARDI ANCHE PER NOI VISTO CHE COSI' PROPRIO NON SI PUO' CONSENTIRE DI ANDARE AVANTI VISTO CHE IL POPOLO ITALIANO MERITA UNA CLASSE POLITICA MIGLIORE, PIU' CORRETTA, ONESTA ED EFFICIENTE E NON PERSONE DI BASSO PROFILO DI NESSUNA IMPORTANZA E CHE SI STANNO DIMOSTRANDO  DI ESSERE DAVVERO E PERICOLOSAMENTE INCAPACI DI GESTIRE AL MEGLIO LA COSA PUBBLICA QUASI AL 99% DEI CASI, COME IMPONE PERENTORIAMENTE IL COMBINATO DISPOSTO DEGLI ARTT. 54 E 97 DELLA NOSTRA COSTITUZIONE.

Titolo II - Il Presidente della Repubblica
Art. 83.

Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri.

All'elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. La Valle d'Aosta ha un solo delegato.

L'elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi dell'assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta.

Art. 84.

Può essere eletto Presidente della Repubblica ogni cittadino che abbia compiuto cinquanta anni d'età e goda dei diritti civili e politici.

L'ufficio di Presidente della Repubblica è incompatibile con qualsiasi altra carica.

L'assegno e la dotazione del Presidente sono determinati per legge.

Art. 85.

Il Presidente della Repubblica è eletto per sette anni.

Trenta giorni prima che scada il termine, il Presidente della Camera dei deputati convoca in seduta comune il Parlamento e i delegati regionali, per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica.

Se le Camere sono sciolte, o manca meno di tre mesi alla loro cessazione, la elezione ha luogo entro quindici giorni dalla riunione delle Camere nuove. Nel frattempo sono prorogati i poteri del Presidente in carica.

Art. 86.

 

Le funzioni del Presidente della Repubblica, in ogni caso che egli non possa adempierle, sono esercitate dal Presidente del Senato.

In caso di impedimento permanente o di morte o di dimissioni del Presidente della Repubblica, il Presidente della Camera dei deputati indice la elezione del nuovo Presidente della Repubblica entro quindici giorni, salvo il maggior termine previsto se le Camere sono sciolte o manca meno di tre mesi alla loro cessazione.

Art. 87.

 

Il Presidente della Repubblica è il Capo dello Stato e rappresenta l'unità nazionale.

Può inviare messaggi alle Camere.

Indice le elezioni delle nuove Camere e ne fissa la prima riunione.

Autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del Governo.

Promulga le leggi ed emana i decreti aventi valore di legge e i regolamenti.

Indice il referendum popolare nei casi previsti dalla Costituzione.

Nomina, nei casi indicati dalla legge, i funzionari dello Stato.

Accredita e riceve i rappresentanti diplomatici, ratifica i trattati internazionali, previa, quando occorra, l'autorizzazione delle Camere.

Ha il comando delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere.

Presiede il Consiglio superiore della magistratura.

Può concedere grazia e commutare le pene.

Conferisce le onorificenze della Repubblica.

Art. 88.

Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse.

Non può esercitare tale facoltà negli ultimi sei mesi del suo mandato, salvo che essi coincidano in tutto o in parte con gli ultimi sei mesi della legislatura. [15]

Art. 89.

 

Nessun atto del Presidente della Repubblica è valido se non è controfirmato dai ministri proponenti, che ne assumono la responsabilità.

Gli atti che hanno valore legislativo e gli altri indicati dalla legge sono controfirmati anche dal Presidente del Consiglio dei Ministri.

Art. 90.

Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell'esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione.

In tali casi è messo in stato di accusa dal Parlamento in seduta comune, a maggioranza assoluta dei suoi membri.

Art. 91.

Il Presidente della Repubblica, prima di assumere le sue funzioni, presta giuramento di fedeltà alla Repubblica e di osservanza della Costituzione dinanzi al Parlamento in seduta comune.


Note:

15] (Nota all'art. 88, secondo comma)
Comma così sostituito dall'art.1 della legge costituzionale 4 novembre 1991, n. 1 (G.U. 8 novembre 1991, n. 262). 
Nella formulazione anteriore, il secondo comma dell'art. 88 recitava: «Non può esercitare tale facoltà negli ultimi sei mesi del suo mandato».

 

VERGOGNA

 

Cuneo,li 30.01.2022

 

Rinaldo

 

 
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