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Messaggi del 12/04/2022

Cos'è il Donbass e perché la Russia è già in Ucraina

Post n°771 pubblicato il 12 Aprile 2022 da Caino2007dgl

ECCO UNO DEI VERI MOTIVI DELLA GUERRA AVVIATA DALLA RUSSIA CRIMINALE CONTRO IL GOVERNO NAZIONALE UCRAINO NEL DONBASS NEL 2014 E CHE DAL 24.02.2022, S'E' ESTESA , DOLOSAMENTE, A TUTTO IL TERRITORIO DELLA STESSA UCRAINA PER DECISIONE UNILATERALE ED ILLEGALE DEL CRIMINALE PUTIN E DI TUTTI I SUOI  AMICI DI GOVERNO SUOI COMPLICI A TUTTI GLI EFFETTI.

AGL INTERESSI DI CUI SI PARLA NELLA NOTIZIA SOTTOSTANTE, OVVIAMENTE OCCORRE ANCHE AGGIUNGERE QUELLI LEGATI ALLA POSSIBILITà DI CONTROLLARE, DI FATTO, IL MAR D'AZOV ED ANCHE IL MAR NERO, ALLA FACCIA DELLO SCIOCCO ED INGENUO DITTATORE TURCO ISLAMISTA  CHE , FINORA, NON HA ATTACCATO IL DITTATORE RUSSO PUTIN, SPERANDO DI RICEVERNE CHISSA' QUALI BENEFICI, PUR CONTINUANDO, VIGLIACCAMENTE, A FAR PARTE DELLA NATO OCCIDENTALE.

OVVIAMENTE, OLTRE ALLE RICCHEZZE MINERARIE DI CUI SOTTO, NEL DONBASS VI SONO ANCHE ALTRI PREZIOSISSIMI BENI MINERARI COME RILEVASI FACILMENTE DAI SEGUENTI LINK:

3 giorni faIn questa regione si trovano giacimenti per 135 milioni di tonnellate di petrolio e 1,1 trilioni di metri cubi di riserve di gas naturale. Ma il ...
4 giorni faSolo nell'area del Donesk i giacimenti stimati conterrebbero fino a 113 miliardi di metri cubi di gas. Tuttavia, come riportato dal dossier ...
Mancanti: ricchi ‎| Deve includere: ricchi
  • 2 giorni faL'UE dipende dalle importazioni di combustibili fossili (gas, ... Solo nell'area del Donesk i giacimenti stimati conterrebbero fino a 113 ...
2 feb 2016Le scarse alternative disponibili per sostituire i giacimenti dell'Est. L'industria mineraria è in ginocchio. E la gente al freddo. di Maurizio ...
3 giorni faFerro, carbone e gas: le ricchezze del Donbass su cui ha messo gli occhi ... I giacimenti di carbone sono importanti, mentre, per il ferro, ...

L’escalation

Cos'è il Donbass e perché la Russia è già in UcrainaCon gli accordi di Minsk del 2015 queste regioni ribelli tornarono all'Ucraina, in cambio di maggiore autonomia, Ma i patti non sono mai stati rispettati

di Biagio Simonetta

22 febbraio 2022

 

Più di un abitante su 10 non ha abbastanza denaro per acquistare un tozzo di pane. Eppure è qui, lungo le rive del fiume Donec, dove si estende un bacino carbonifero da cui si estraggono annualmente oltre 10 milioni di tonnellate di carbone, che sta prendendo forma un nuovo conflitto internazionale le cui conseguenze sono ancora ignote.
Da qualche giorno il Donbass è finito sulle prime pagine di tutto il mondo. Ma dove si trova esattamente? E qual è la storia di questa terra?

Il Donbass – che significa bacino del Donec – è un'area dell'Ucraina orientale suddivisa in tre oblast’ (che in russo, grossomodo, equivale, alle regioni), tra cui quello di Donetsk, che è la città principale, quello di Luhansk e quello di Dnipropetrovsk. Da qui, Kiev è distante 700 km. E tutto, o quasi, sembra a predominanza russa: dalla lingua alla chiesa. È nel Donbass che Vladimir Putin ha deciso di giocare la sua partita. È qui che il presidente russo – nella sua escalation neo-zarista – ha proclamato l'indipendenza della Repubblica di Donetsk e della Repubblica di Luhansk, che sono solo una parte dei rispettivi oblast'.

 

Gli accordi di Minsk e i separatisti

L'instabilità del Donbass, però, ha radici più profonde, e le mosse di Putin partono da lontano. Almeno dal 2014, cioè da quando la Russia invase la Crimea, penisola dell'Ucraina meridionale, che oggi è una Repubblica autonoma di fatto federata alla Russia. È in quei giorni che l'onda dei nostalgici dell'ex Unione Sovietica, foraggiati dal Cremlino, iniziò a farsi sentire anche nel Donbass. I ribelli filo russi, armati e finanziati da Mosca, riuscirono a prendere il controllo di una parte del territorio, dichiarandone l'indipendenza e chiedendone la secessione dall'Ucraina attraverso un referendum. Referendum che secondo gli organizzatori si chiuse con percentuali bulgare a favore dell'indipendenza.

 

Dopo 13mila morti, città abbandonate e migliaia di civili in fuga, gli scontri si fermarono – almeno ufficialmente – con gli accordi di Minsk, siglati nel 2015 da Russia e Ucraina. Gli accordi prevedevano il ritorno delle regioni ribelli all'Ucraina, in cambio di maggiore autonomia. Ma non sono mai stati rispettati veramente.

 

Un fatto culturale

Nel Donbass, circa 800mila abitanti su un totale di 5 milioni, hanno il passaporto russo. E le ragioni di questi numeri sono culturali ed etniche. Soprattutto nei territori delle due Repubbliche autoproclamate, la cultura russa è dominante. A scuola si studia la versione sovietica della storia. In televisione i canali trasmettono programmi in lingua russa. E anche la chiesa ortodossa locale si è staccata da quella ucraina per legarsi a quella della madre Russia.

 

La nostalgia sovietica è da sempre un carbone ardente sul quale ha soffiato forte una condizione economica instabile. Gran parte della popolazione del Donbass non ha mai nascosto una certa insofferenza verso Kiev, ritenendo che dal 1991 (anno in cui l'Ucraina dichiarò l'indipendenza dall'URSS) le condizioni di vita siano peggiorate. Tutte variabili su cui Putin ha fatto leva, nel corso di questi anni.

Il calcio in trasferta

Per molti italiani, il Donbass è familiare grazie a Donetsk. O più precisamente per la sua squadra di calcio, lo Shakhtar Donetsk, che negli ultimi 10 anni ha frequentato i salotti buoni del calcio europeo, disputando quasi sempre la Champions League. Quest'anno, il club ha ingaggiato un allenatore italiano, Roberto De Zerbi. Ma lo Shakhtar Donetsk non gioca più nel suo stadio, il Donbass Arena, già da qualche anno. Costruito nel 2009, ha ospitato anche alcune partite degli Europei di calcio nel 2012. Ma nel 2014, proprio durante gli scontri fra i separatisti e le forze ucraine, la struttura è stata colpita da due ordigni. Da allora, lo Shakhtar è “emigrato” per ragioni di sicurezza. E attualmente si allena e gioca a Kiev.

Putin è già in Ucraina

Nelle ultime ore, Putin ha riconosciuto unilateralmente la Repubblica di Donetsk e la Repubblica di Luhansk, e ha già fatto entrare i carrarmati russi sul loro territorio. Di fatto, però, si tratta di una vera e propria invasione, perché quei territori a tutti gli effetti sono Ucraina. Un fatto in netto contrasto con l'attuale ordine internazionale.


FONTE WEB: https://www.ilsole24ore.com/art/cos-e-donbass-e-perche-russia-e-gia-ucraina-AEkQnSFB

 

QUINDI LA VULGATA, LA STORIELLA CHE IL CRIMINALE PUTIN E' INTERVENUTO NEL DONBASS PER DIFENDERE GLI INTERESSI DEI CITTADINI UCRAINI RUSSOFONI, E' SOLO UNA PRESA PER IL CULO A CUI ORMAI NESSUNO CREDE PIU'.

VERGOGNA

 

LA STORIA DIRA' CHI ERA VERAMENTE IL CRIMINALE PUTIN.

NE SONO CERTISSIMO.

Cuneo,li 12.04.2022

 

Rinaldo

 

 

 

 

 

 

 

 
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Viminale: “Ai profughi ucraini le case confiscate ai clan”. Ma poche strutture sono in grado di accogliere

Post n°770 pubblicato il 12 Aprile 2022 da Caino2007dgl

 

 

Viminale: “Ai profughi ucraini le case confiscate ai clan”. Ma poche strutture sono in grado di accogliere

Le linee guida del protocollo d'intesa del ministero dell’Interno si scontrano con la realtà di immobili spesso in stato di abbandono o privi di personale. La testimonianza dell’arcivescovo di Monreale, Pennisi nel cui territorio ci sono San Giuseppe Jato e Corleone: «Fallito un ponte aereo umanitario della Caritas per 200 rifugiati»

 

(ansa)

ROMA. Il Viminale assegna all’accoglienza dei profughi ucraini i beni confiscati alla criminalità, ma sono poche le strutture effettivamente in grado di ospitare i rifugiati.  A spiegarlo alla Stampa.it è l’arcivescovo di Monreale, Michele Pennisi il cui territorio include roccaforti mafiose come San Giuseppe Jato e Corleone: «Arrivano i profughi attraverso contatti di parentela e amicizia. Sperano di tornare al più presto in Ucraina.




FONTE WEB: https://www.lastampa.it/cronaca/2022/04/03/news/viminale_ai_profughi_ucraini_le_case_confiscate_ai_clan_ma_poche_strutture_sono_in_grado_di_accogliere-2916256/

NELLA NOTIZIA DI CUI SOPRA, C'E' QUALCOSA DI VERAMENTE IRRITANTE ED ANCHE FONTE DI RAZZISMO SOCIALE E CIVILE IN DANNO DEI NOSTRI CONNAZIONALI CHE, PRIMA DEL 24.02.2022, VIVEVANO IN MODO DISAGIATO DA POVERI OVVERO DA DISOCCUPATI DISPERATI OVVERO OGGETTO DI SFRATTO INCOMBENTE.

COME MAI, MI CHIEDO, SOLO ORA CHE E' COMPARSA L'EMERGENZA PROFUGHI UCRAINI, IL VIMINALE S'E' DATO MOLTO DA FARE, DICO GIUSTAMENTE ED OPPORTUNAMENTE, PER REPERIRE ALLOGGI DA DESTINARE AGLI SFORTUNATI CITTADINI UCRAINI COSTRETTI AD ALLONTANARSI DALLA LORO NAZIONE ASSALITA, COME VERI PREDONI DEL DESERTO DALL'ARMATA ROSSA DELLA RUSSIA CRIMINALE ?

COME MAI GLI STESSI ALLOGGI E DISPONIBILITA' , MAGARI "CONGELATI" DA CHISSA' QUANTO TEMPO, PRIMA DEL 24.02.2022, NON ERANO STATI ASSEGNATI AI NOSTRI POVERI ED AI NOSTRI DISOCCUPATI OVVERO A QUELLE FAMIGLIE COLPITE DA INCOMBENTE SFRATTO DOMICILIARE ?

MI SPIACE MA QUESTO MODO DI AGIRE IRRAZIONALE ED ILLOGICO, SECONDO IL MIO MODESTO PUNTO DI VISTA,  HA DI NUOVO AUMENTATO IL DISTACCO GIA' PROFONDO FRA LE NOSTRE ISTITUZIONI ED IL POPOLO CHE VORREBBE CHE VENISSERO RISOLTI POSITIVAMENTE ED ASSICURATE LE NECESSITA' ESSENZIALI DI VITA ,PRIMA DI TUTTO, DEI NOSTRI CONNAZIONALI IN DIFFICOLTA' FINANZIARIE OD ECONOMICHE, COSA CHE, IN QUESTO CASO, NON PARE CHE SIA STATO FATTO CORRETTAMENTE E DILIGENTEMENTE, EVITANDO POSSIBILI, FUTURE, FRIZIONI PERICOLOSE FRA NOI E GLI SVENTURATI CITTADINI UCRAINI INCOLPEVOLI DI QUANTO STA AVVENENDO TUTTORA, PER COLPA DEL CRIMINALE PUTIN E SUA CONGREGA DELINQUENZIALE.

VERGOGNA

CUNEO,LI 12.04.2022

RINALDO

 

 

 

 
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GLI USA E LA DISASTROSA GUERRA IN VIETNAM.

Post n°769 pubblicato il 12 Aprile 2022 da Caino2007dgl

 

PER ONESTA' INTELLETTUALE E SERIA OBIETTIVITA' , RISPETTO AGLI ATTI CRIMINALI COMMESSI DAL 2014 E SOPRATTUTTO DOPO IL 24.02. C.A., DAL PERICOLOSO DITTATORE RUSSO VLADIMIR PUTIN, IN DANNO DEL POPOLO UCRAINO,OCCORRE ANCHE EVIDENZIARE, PER CHI SE NE FOSSE, EVENTUALMENTE, SCORDATO, TUTTI I MALI PROFONDISSIMI E MORTALI PRODOTTI ANCHE DALLA COLONIZZAZIONE DELL'AMERICA DEL NORD PER MANO DI CITTADINI EUROPEI SENZA SCRUPOLI IN COMPLICITA' ANCHE DELLA CHIESA CATTOLICA DI ROMA.

SETTIMO CAPITOLO:

 

ECCO UN ALTRO TERRIBILE SPACCATO DEL MODO DI AGIRE DEGLI USA RIFERITO ANCHE AL SUO SECONDO, IMPROPRIO ED ERRATO INTERVENTO MILITARE IN VIETNAM, ANCHE ALLORA GIUSTIFICATO DALLA NECESSITA' DI DIFENDERE GLI INTERESSI VITALI DELLO STATO DEL SUD , DI FRONTE ALL'ATTACCO MICIDIALE , APPOGGIATO DAI CINESI E DAI RUSSI DELLA EX URSS, DELLA PARTE SOCIALE DEL NORD AVVENUTO PER MOTIVI SQUISITAMENTE POLITICI, VOLENDO I NORDICI COMUNISTI SOTTOMETTERE AL LORO DOMINIO ANCHE LA PARTE MERIDIONALE DEL VIETNAM.

E' LA CONTINUAZIONE ,PRATICAMENTE, DELLA FILOSOFIA DEGLI USA DECISI, DOPO LA SECONDA GUERRA MONDIALE, DI "TRASFERIRE" LA DEMOCRAZIA IN OGNI PARTE DEL MONDO ED APPOGGIARE E DIFENDERE QUALSIASI POPOLO DALL'OPPRESSIONE COMUNISTA.

E' UNA MODALITA' CHE, COME SI NOTERA' IN SEGUITO, SUBIRA' FALLIMENTI PROFONDI E TRAGICI CON GRAVI DANNI  PER LA FEDERAZIONE USA SIA IN TERMINE DI ALTISSIME PERDITE UMANE SIA DI ALTISSIMO DISPENDIO DI SOMME FINANZIARIE, SENZA MAI RAGGIUNGERE IN NESSUN CASO, IL LORO SCOPO DICHIARATO DI "LIBERATORI" DELLA TERRA DAL COMUNISMO.

INFATTI, IN VIETNAM , GLI USA SUBIRONO LA PRIMA GRANDE SCONFITTA MILITARE CHE PRODUSSE MOLTI PROBLEMI ALLE GENTI DELLA FEDERAZIONE USA, CON MORTI E FERITI E PERDITE INGENTI DI MATERIALE BELLICO CHE FURONO COSTRETTI AD ABBANDONARE SUI VARI CAMPI DI BATTAGLIA A FAVORE DEGLI EROICI GUERRIGLIERI VIETNAMITI CHE NON SI SPAVENTARONO DI FRONTE ALLA SUPER POTENZA MONDIALE.

INFATTI, ANCHE NELLA GUERRA DEL VIETNAM, LA MITICA VICENDA BIBBLICA SI RINNOVO', VISTO CHE "GOLIA", CIOE' GLI USA, VENNERO SCONFITTI DA "DAVIDE" CIOE' I SEMPLICI VIETCONG CHE SI DIMOSTRARONO MOLTO PIU' DETERMINATI E CONVINTI NELLA LORO INTENZIONE, POI RIUSCITA PIENAMENTE, DI ABBATTERE IL GOVERNO CORROTTO DEL SUD, PUR ESSENDO MENO EQUIPAGGIATI A LIVELLO LOGISTICO , STRATEGICO E MILITARE DEGLI USA.

 

Ecco quanto si ricava dal web.

 

La Guerra del Vietnam, riassunto

 

 

 

La Guerra del Vietnam: gli antefatti

La Guerra del Vietnam: gli antefatti – Il 2 settembre 1945 il Partito comunista guidato dal leader Ho Chi Minh proclamò l’indipendenza del Vietnam dal dominio coloniale francese. I francesi, per riprendere il controllo della loro ex colonia, rafforzarono la loro presenza nel Vietnam del Sud e combatterono con il supporto degli Stati Uniti, fino a quando, definitivamente sconfitti, dovettero lasciare il paese.
Nel 1954 la Conferenza di Ginevra divise il Vietnam in due parti:

  • il Vietnam del Nord, una repubblica democratica guidata da Ho Chi Minh, con capitale Hanoi, che si avvaleva dell’appoggio della Repubblica Popolare Cinese e dell’Unione Sovietica;
  • il Vietnam del Sud, con capitale Saigon, sostenuto da Stati Uniti, Australia e altri paesi occidentali.

Gli accordi di Ginevra prevedevano che nel 1956 avrebbero dovuto tenersi regolari elezioni per unificare la nazione, ma tale impegno non venne mai rispettato: la situazione del Vietnam si era inserita nella logica della guerra fredda allora in atto, e perciò il governo della Repubblica sudvietnamita e gli Stati Uniti non avevano alcun interesse a far svolgere elezioni democratiche che avrebbero probabilmente favorito l’influenza comunista sul governo del Sud.

Intanto si era formato il Fronte di Liberazione Nazionale (FLN), un movimento di guerriglieri filocomunisti sudvietnamiti, i vietcong, che cercava di rovesciare il governo sudvietnamita e unire il Vietnam del Sud a quello del Nord.

Per contenere l’espansione comunista, gli Stati Uniti inviarono su ordine del presidente John F. Kennedy dei contigenti militari a sostegno dello stato del sud, mentre il Vietnam del Nord, affiancato da Unione Sovietica e Cina, appoggiava a sua volta il Fronte di Liberazione Nazionale con armi, rifornimenti e soldati. Era l’inizio di una sanguinosa guerra che sarebbe durata più di un decennio.

 

La Guerra del Vietnam

Nel febbraio 1965 il territorio del Vietnam del Nord diventò il bersaglio di violenti bombardamenti da parte di aerei statunitensi. Successivamente gli Stati Uniti misero in campo tutto il loro moderno e sofisticato apparato bellico: armi e mezzi di trasporto potenti, elicotteri, mezzi blindati e veicoli anfibi, gas tossici, defolianti e il micidiale napalm, una gelatina incendiaria altamente nociva che a contatto con la pelle provoca gravi lacerazioni e piaghe.
I risultati furono devastanti: vennero distrutti non solo obiettivi militari e strategici, ma anche servizi ed edifici pubblici, abitazioni civili e intere zone rurali; la popolazione colpita dalle sostanze tossiche sganciate dagli aerei contraeva gravi malattie all’apparato digerente e respiratorio, le piante seccavano e non producevano più frutti, i pesci e gli uccelli morivano, il riso – la principale risorsa economica del paese – ingialliva.

I vietcong, invece, pur ricevendo dall’Unione Sovietica e dalla Cina armi, equipaggiamenti e viveri, non avevano pari risorse e attrezzature belliche, ma combattevano soprattutto con gli strumenti e le strategie tradizionali della guerriglia. Disseminavano nel folto della vegetazione della foresta o nei guadi dei fiumi fili d’inciampo collegati a granate, mine collocate intorno a ostacoli fittizi, trappole e tagliole, buche riempite con spuntoni avvelenati. Anche se rudimentali, si trattava di armi terribili: non solo potevano infliggere danni fisici letali o permanenti, ma erano distruttivi anche sul piano psicologico, perché costringevano i soldati americani a uno stato di continua allerta e a un sistema di combattimento cui non erano addestrati.

 

Fondamentali per le azioni di guerriglia furono le gallerie sotterranee, organizzate in un sistema intricato di cunicoli, caverne e trappole; gli accessi nascosti, a volte anche subacquei, consentivano ai vietcong di condurre gli agguati contro i nemici contando sull’effetto sorpresa e di scomparire poi nel nulla.

 

I soldati degli Stati Uniti erano quindi quotidianamente esposti a una guerriglia che si avvaleva di metodi di combattimento ben diversi da quelli tradizionali, a condizioni per loro insostenibili e con l’incubo di un nemico, chiamato in codice «Charlie», che poteva colpire ovunque e in qualunque modo.

La fine della Guerra del Vietnam

Più il conflitto si protraeva, più gli statunitensi si rendevano conto che era impossibile sconfiggere un avversario in grado di sfruttare così abilmente l’ambiente nel quale si muoveva. Negli Stati Uniti, inoltre, erano sempre più frequenti le manifestazioni pacifiste e il numero dei giovani in età di leva che si rifiutava di partire per il fronte.

 

Parallelamente cresceva nel mondo la protesta per una guerra assurda, le cui drammatiche immagini venivano quotidianamente trasmesse dalla televisione, e l’opinione pubblica di sinistra, accrescendo l’isolamento del governo statunitense, si mobilitava a favore dei vietcong. A questi fatti si aggiungevano poi gli altissimi costi, che non rendevano più sostenibile il proseguimento della guerra. Così, dopo che già il presidente Nixon aveva avviato trattative con il Vietnam del Nord e il governo rivoluzionario provvisorio, nel 1973 vietnamiti e statunitensi firmarono a Parigi un protocollo di pace, che tuttavia non pose ancora fine alla guerra.

Infine, il 30 aprile 1975 i vietcong e le truppe nordvietnamite entrarono a Saigon, ribattezzata poi Città Ho Chi Minh, costringendo i membri del governo sudvietnamita e i funzionari statunitensi ad abbandonare precipitosamente la città. Il Vietnam del Nord e il Vietnam del Sud furono quindi riuniti nella Repubblica Sociale del Vietnam, con capitale Hanoi.
Gli orrori della Guerra del Vietnam (la «sporca guerra» – come venne chiamata) causarono la morte di due milioni di persone, 60.000 dei quali soldati americani, enormi sofferenze alla popolazioni vietnamita e un gran numero di mutilati e disabili mentali per quella statunitense.

 

ELEMENTI INFORMATIVI TRATTI DAL SITO WEB: https://www.studiarapido.it/la-guerra-del-vietnam-riassunto/

 

NEL VIETNAM , GLI SCELLERATI ED IRRESPONSABILI MILITARI USA, FRA L'ALTRO, UTILIZZARONO ANCHE LE MICIDIALI BOMBE AL NA-PALM, CHE RESERO INFERTILI, PER MOLTI ANNI, VASTE AREE DEL TERRITORIO DI QUELLE ZONE ASIATICHE.

ECCO QUANTO SI RICAVA DAL WEB, IN MERITO:

In Vietnam la guerra è anche chimica

Soldati durante la guerra in Vietnem
di Rita Bugliosi

Il '68 è segnato dalle proteste contro l'intervento americano nel Paese asiatico. Uno scontro in cui, oltre alle tradizionali armi, si utilizzano anche sostanze tossiche per l'uomo e per l'ambiente. In particolare, Napalm, Agente arancio e lacrimogeno CS, come ricorda Matteo Guidotti dell'Istm-Cnr

Pubblicato il
10/01/2018

niziata a cavallo tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta, la protesta contro la guerra in Vietnam raggiunge l'apice nel '68: è in questo anno che il conflitto nel Paese asiatico si intensifica, con la presenza delle truppe statunitensi che tocca il mezzo milione di soldati. È inoltre in quest'anno che emerge l'uso da parte degli Stati Uniti di armi chimiche.

“L'esercito statunitense aveva a disposizione in Vietnam un ampio arsenale di agenti chimici ad azione incendiaria, irritante o defoliante, che sono stati disseminati in quantità enormi sul territorio”, spiega Matteo Guidotti dell'Istituto di scienze e tecnologie molecolari (Istm) del Cnr di Milano. “Dal punto di vista strettamente tecnico, non tutti i composti utilizzati erano però classificabili come 'armi chimiche', poiché in molti casi il loro impiego era mirato non a un'azione tossica diretta su uomini e animali, ma a contrastare la guerriglia avversaria con azioni di tipo tattico. Tuttavia, l'uso di queste sostanze ha causato danni gravi e permanenti sulla popolazione, sull'ambiente e sui veterani americani”.

Sono tre le sostanze simbolo di questo conflitto: il Napalm, l'Agente arancio e il lacrimogeno CS. “Il Napalm è una miscela di idrocarburi gelificati e ispessiti con additivi, quali polistirene o sali gelificanti di alluminio - naftenati e palmitati, da cui il nome 'na-palm' -, impiegata come fluido combustibile per lanciafiamme e bombe incendiarie”, prosegue Guidotti. “In Vietnam, questa sostanza era usata per distruggere e bruciare le aree della foresta in cui potevano nascondersi i guerriglieri. Si stima che siano state lanciate più di 380.000 tonnellate di bombe al Napalm e, considerando che ciascuna bomba in media era in grado di carbonizzare una superficie di circa 2.000 metri quadrati di terreno, si ha un'idea del potenziale distruttivo messo in campo”.

Soldati durante la guerra in Vietnem

L'Agente arancio nasce invece come erbicida e il suo uso militare doveva servire a rimuovere le foglie degli alberi, così da privare i Viet Cong della copertura del manto vegetale. “Agente arancio è il nome in codice per una miscela di composti diserbanti e defoglianti, principalmente a base di acido 2,4,5-triclorofenossiacetico (2,4,5-T) e 2,4-diclorofenossiacetico (2,4-D). Queste molecole stimolando in modo incontrollato la crescita delle piante provocano la perdita rapida delle foglie delle piante ad alto fusto e la morte dei vegetali”, continua il ricercatore. “L'Agente arancio di uso bellico era pesantemente contaminato da 2,3,7,8-tetraclorodibenzodiossina, nota comunemente come diossina, e poiché durante la guerra sono stati dispersi sul terreno più di 72 milioni di litri di diserbanti, quasi mezzo milione di bambini che vivevano sul posto hanno sviluppato gravi problemi: malattie genetiche, malformazioni e problemi oncologici”.

La terza sostanza usata, il CS, orto-clorobenzilidenmalononitrile, è il composto lacrimogeno più diffuso ancora oggi come agente antisommossa fra le forze di polizia di tutto il mondo. “Il CS in Vietnam veniva insufflato all'interno dei nascondigli sotterranei dei guerriglieri per forzarli a uscire e portarli allo scontro diretto. Il suo utilizzo ha determinato numerosissimi casi di asfissia, intossicazione diretta e danni irreversibili a lungo termine. Gli organi bersaglio della sostanza sono gli occhi, l'apparato respiratorio, la pelle e il tratto gastrointestinale”, conclude Guidotti. “Si stima che oltre 9.000 tonnellate di CS siano state sparse in molte aree rurali del Paese tra il 1964 e il 1970; a questa contaminazione ambientale residua si assommano poi i numerosi depositi di agenti chimici inutilizzati abbandonati dall'esercito americano nelle provincie del Vietnam meridionale”.

Fonte: Matteo Guidotti, Istituto di scienze e tecnologie molecolari, Milano, tel. 02/50314428 , e-mail: m.guidotti@istm.cnr.it

 

L'INTERVENTO IN VIETNAM , NON PORTO' NE' GLORIA E CERTAMENTE NE' ONORE  ALLE TRUPPE MILITARI USA, ANCHE PER I MOTIVI APPENA ESPOSTI, VISTO CHE VENNERO COMMESSE DELIBERATE AZIONI CRIMINALI CON ARMI CHIMICHE CHE DANNEGGIARONO LA FLORA E LA FAUNA DI MOLTE ZONE VIETNAMITE, RENDENDOLE INFERTILI  PER MOLTI ANNI , RISPETTO AL LORO DEMENZIALE UTILIZZO.

 

VERGOGNA

 

Cuneo,li 12.04.2022

 

Rinaldo

 




 

 
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