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LA SOVRANITA' POPOLARE E LA COSTITUZIONE
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Messaggi del 05/05/2024
IL DRAMMA DELLE CASE OCCUPATE ABUSIVAMENTE ESISTENTE IN ITALIA.
PERCHE’ NON SI RISOLVE UNA VOLTA E PER SEMPRE ?
ANCHE IERI SERA TRAMITE IL TG5 DI MEDIASET, ABBIAMO APPRESO DELL’ENNESIMA OCCUPAZIONE ILLEGALE DI UN ALLOGGIO POPOLARE REGOLARMENTE GIA’ ASSEGNATO AD UNA FAMIGLIA ITALIANA.
EPPURE IL RESOCONTO DELL’INVIATA DEL TG5, E’ STATO SCONFORTANTE AVENDO DELINEATO UN PROBLEMA VITALE ED ESIZIALE PER LA VITA DELLE PERSONE INTERESSATE, SENZA PREFIGURARE UN VERA E FORTE SOLUZIONE IMMEDIATA.
MA LA SOLUZIONE IN VERITA’ ESISTE ECCOME, IN QUANTO LA POLIZIA GIUDIZIARIA, ANCHE IN QUESTO CASO COME IN TUTTI GLI ALTRI CASI , MAGARI ASSISTITI DAI SERVIZI SOCIALI DEL POSTO , AVREBBERO POTUTO PORRE SOTTO SEQUESTRO PREVENTIVO L’ALLOGGIO OCCUPATO ILLEGALMENTE AI SENSI DELLA’RT. 321 CPP CHE SI RIPORTATA:
Dispositivo dell'art. 321 Codice di procedura penale
https://www.brocardi.it › libro-quarto › titolo-ii › capo-ii
321 consente agli ufficiali di P.G. di procedere al sequestro preventivo in tutti quei casi in cui per la situazione di urgenza non sia possibile attendere il ...
E’ UN PROVVEDIMENTO DI COERCIZIONE REALE TEMPORANEO CHE IL GIUDICE A RICHIESTA DEL PM COMPETENTE POTREBBE ANCHE TRASFORMARE IN VERO SEQUESTRO FINALIZZATO AL RIPRISTINO DEL DIRITTO DI ABITAZIONE POSTO IN PERICOLO DALLE AZIONI DELITTUOSE DEGLI AUTORI DI DETTE SCHIF...E LURIDE PERSONE.
SENZA SCORDARE CHE NEL MOMENTO IN CUI SI OCCUPA UNA CASA, GLI AUTORI SI IMPOSSESSANO ANCHE DI TUTTI I BENI MOBILI – DENARO ED ALTRO – APPARTENENTI A COLORO CHE ABITANO NELLA CASA PRESA DA LORO DI MIRA
ED IN AGGIUNTA, I DELINQUENTI IN QUESTIONE , SI APPROPRIANO ILLECITAMENTE ANCHE DELL’ENERGIA DI CUI LA CASA E’ FORNITA: ENERGIA ELETTRICA E GAS.
QUINDI SI CONSIGLIA SEMPRE DI ANDARE IMMEDIATAMENTE AD ANNOTARSI E MAGARI FOTOGRAFARE I DUE RELATIVI CONTATORI PER AVERE UN DATO CERTO SUL CONSUMO ILLEGALE DI TALI IMPORTANTI ENERGIE.
E QUESTI FATTI PRODUCONO UN REATO A FLAGRANZA PERMANENTE CHE DA LA POSSIBILITA’ ALLA POLIZIA GIUDIZIARIA DI PROVVEDERE A PERQUISIRE LA CASA PER SEQUESTRARE LA REFURTIVA SOTTRATTA ALLA PARTE LESA ED ANCHE E SOPRATTUTTO DI INDIVIDUARE I RESPONSABILI DELL’INVASIONE ILLEGALE. AI SENSI DELL’ART. 352 CPP CHE SI RIPORTA:
Art. 352 codice di procedura penale - Perquisizioni
https://www.brocardi.it › libro-quinto › titolo-iv › art352
L'art. 352 c.p.p. disciplina le perquisizioni ad iniziativa della polizia giudiziaria. La norma considera tre diverse situazioni. Ai sensi del comma 1, nel caso
MI SONO CHIESTO FINORA DEL COME MAI IN QUASI IL 99% DEI CASI LA POLIZIA GIUDIZIARIA INFORMATA DI TALI GRAVISSIMI FATTI REATO DI NATURA CUMULATIVA, NON ABBIA MAI ADOTTATO I PROVVEDIMENTI DI CUI SOPRA, PER RIPRISTINARE IL DIRITTO ALLA CASA E DEI BENI SOTTRATTI ILLEGALMENTE ALLE PARTI OFFESE DAI CRIMINALI SPECIALIZZATI IN TALI SPECIFICI DELITTI CHE VANNO PERSEGUITI CON FORZA E DECISIONE SUBITO, POTENDOLO FARE IN FORZA DELLE NORME SOPRA RICHIAMATE
PERCHE’ LA POLIZIA GIUDIZIARIA , DI SUA INIZIATIVA EX ARTT. 55-321 - 347 – 348 . 354 E 352 CODICE DI PROCURA PENALE , NON S’E’ MAI ATTIVATA FINORA POSITIVAMENTE PER IMPEDIRE SOPRATTUTTO CHE IL DELITTO POSSA PRODURRE ULTERIORI DANNI, COME STABILITO DALLA’RT. 55 CPP CHE SI RIPORTA CHE OBBLIGA AD AGIRE ?
ECCONE LA PROVA:
La polizia giudiziaria deve, anche di propria iniziativa, prendere notizia dei reati, impedire che vengano portati a conseguenze ulteriori, ricercarne gli autori, compiere gli atti necessari per assicurare le fonti di prova e raccogliere quant'altro possa servire per l'applicazione della legge penale.
https://app.toga.cloud › codice-di-procedura-penale › art...
E IN QUEI PAESI OVE NON ESISTE NE’ COMMISSARIATO DI POLIZIA NE’ COMANDO DI CC O DI GUARDIA DI FINANZA, RICORDO AI SIGNORI SINDACI INTERESSATI CHE LORO SONO ANCHE TITOLARI DEI POTERI DI POLIZIA GIUDIZIARIA PREVISTI DALLE NORME SUDDETTE, IN QUANTO LA LEGGE RICONOSCE LORO LA QUALITA’ DI UFFICIALE DI POLIZIA GIUDIZIARIA CHE CONSENTE LORO DI AGIRE LEGALMENTE UTILIZZANDO LE NORME SUDDETTE PRO CITTADINO O CITTADINA DANNEGGIATA.
MI CHIEDO QUALE IMPEDIMENTO FINORA HANNO AVUTO TUTTI QUEI SINDACI CHE NELLE CONDIZIONI SUDDETTE, SI SONO ASTENUTI DALL’INTERVENIRE COME UFFICIALI DI POLIZIA GIUDIZIARIA PER IL BENESSERE DELLE PARTI OFFESE COINVOLTE.
VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA
Cuneo,li 05.04.2024
Rinaldo
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LA GUERRA IN PALESTINA SCOPPIATA PER COLPA ESCLUSIVA DEL GRUPPO TERRORISTICO DI HAMAS
SENTO ORMAI COME UNA VECCHIA E STANCANTE LITANIA CHE LA SOLUZIONE DELLA CRISI A GAZA E CISGIORDANIA, SARA’ SOLO SE SI ARRIVERA’ A “DUE POPOLI” E “DUE STATI”.
MA NEL DEFINIRE QUESTO MODO DI OTTENERE PACE ED ARMONIA PERMANENTE IN QUELLE ZONE MARTORIATE DA ANNI DI LOTTE E DI UCCISIONI E DI FERITI DA ENTRAMBI LE PARTI, MI PARE CHE TUTTO SIA FATTO IN MODO SUPERFICIALE E SEMPLICISTICO.
NON CI SARANNO MAI “DUE POPOLI” E “DUE STATI” , PER LA BANALE E SEMPLICE RAGIONE CHE I FATTI TERRIBILI E DISUMANI LEGATI ALL’AGGRESSIONE INGIUSTA MESSA IN ATTO DAL TERRORISMO DI HAMAS CONTRO UNA PARTE DEL POPOLO EBRAICO , E’ STATO POSSIBILE ANCHE GRAZIE AL FAVOREGGIAMENTO ED ALL’APPOGGIO CHE DAL 2006 IN POI, IL GRUPPO BASTAR...E SCHIF...DI HAMAS HA AVUTO DA PARTE DEGLI SCIOCCHI O STUPIDI PALESTINESI DEL POSTO.
E L’ODIO ED IL DISPREZZO CHE TALE AGGRESSIONE INUSITATA VIOLENTA E VIGLIACCA CHE HA PRODOTTO MOLTI MORTI E FERITI, ANCHE DI BAMBINI APPENA NATI, NON HA FATTO ALTRO CHE AUMENTARE A DISMISURA I RANCORI E GLI ODI PRESISTENTI.
MI CHIEDO ALLORA DI CHE CAVOLO STANNO PARLANDO I GOVERNI OCCIDENTALI E QUELLI ARABI QUANDO PROPONGONO COME SOLUZIONE LA POSSIBILITA’ DI CREAZIONE DI DUE STATI CON DUE POPOLI CHE POSSANO VIVERE IN PACE E RISPETTANDOSI A VICENDA , CON TUTTI QUESTI PREGRESSI DI VIOLENZA E DI BRUTALITA’ COMMESSI ANCHE DAGLI EBREI SPECIALMENTE DAI COLONI DELLA CISGIORDANIA CONTRO I PALESTINESI ?
E’ EVIDENTE CHE STANNO PREFIGURANDO UNA POSSIBILITA’ IMPOSSIBILE DA ATTUARE MATERIALMENTE.
E QUESTO LO SI RICAVA ANCHE DALLA SEGUENTE RIFLESSIONE CHE PARTE DA LONTANO MA E’ ANCORA ATTUALE E VERA FATTA DAL PSICHIATRA DR. GIANNI GUASTA E CHE SI RIPORTA PER DIMOSTRARE IL MIO ASSUNTO:
E CHE QUESTA AMARA CONSTATAZIONE E’ FONDATA E VERA, LO DIMOSTRA ANCHE IL GRUPPO DI HAMAS , NON MOLLERA’ MAI IL GOVERNO CONQUISTATO DOPO IL 2006, CON LA VIOLENZA DELLE SUE ARMI FORNITEGLI DALLA DITTATURA IRANIANA E DA ALTRI SOGGETTI NOSTRI NEMICI PER TENTARE DI ABBATTERE ISRAELE.
Palestina – Israele: due popoli, due Stati non è la soluzione
30 novembre 2012, di Piergiorgio Grossi
Scriveva a metà novembre, durante la crisi di Gaza, Gianni Guasto (uno psichiatra genovese che ha sposato una docente universitaria di origini palestinesi) [1]: «Non ci sarà mai lo Stato Palestinese. Troppo avanti si è spinta la colonizzazione: ha ormai superato il punto di non-ritorno. Ogni insediamento israeliano è un fatto compiuto dal quale non si ritorna, e nessuna convivenza sarà mai possibile in Cisgiordania, per il troppo odio accumulato. Come potranno mai vivere i palestinesi di Gaza sotto la pena dell’embargo?»
Negli stessi giorni ho letto di un ricercatore palestinese che lavora negli Stati Uniti, Ahmed Moor [2], che ha scritto: «Now I’m working on the idea of federalism in Palestine-Israel, just one model. I am now working on a book together with some Israeli and Palestinian partners. It’s still in the early stages, but it’s about developing a concrete proposal on what a one-state could look like. So what I’m working on is taking the American or Indian models, and thinking about four federal states; the West Bank, the Gaza Strip, and then the Tel-Aviv northern quarter and central Israel and the Negev (with Jerusalem as an independent capital a bit like Washington DC).»
Dopo aver letto queste due osservazioni mi sono chiesto: ma siamo sicuri che la soluzione “due popoli, due Stati” sia la via giusta?
Tutti, dai pacifisti alle diplomazie, sostengono che la soluzione della “questione palestinese”, cioè la convivenza pacifica di israeliani di religione ebraica e arabi di religione musulmana, si raggiungerà solo attraverso la costituzione di due Stati indipendenti, che si riconoscano reciprocamente e con la garanzia internazionale dei rispettivi confini.
Questa “soluzione” incontra difficoltà enormi: (i) gli insediamenti dei coloni ebrei nei territori della Cisgiordania sono ormai numerosissimi e una divisione territoriale su base etnico-religiosa è impraticabile (ii) non c’è continuità territoriale dei territori oggi amministrati dalla Autorità palestinese (iii) non c’è riconoscimento di Israele da parte di Hamas (iv) non c’è maggioranza all’interno di Israele disponibile a concedere sovranità ai palestinesi (v) non c’è una garanzia internazionale credibile che tuteli la sicurezza dei due Stati (vi) non è mai stata firmata una pace tra Israele e Siria per i confini del Golan.
Se a tutti questi motivi aggiungiamo i divergenti interessi delle potenze regionali e mondiali che interferiscono pesantemente in quell’area, ne risulta che il problema è molto complesso.
Per dipanare la matassa proviamo a vedere di trovare nella storia recente degli esempi di pacificazione riusciti per vedere se è possibile ripercorrere strade già sperimentate. La mente va alla pacificazione franco-tedesca in Europa attuata dopo la seconda guerra mondiale. Ci sono sia similitudini che grandi differenze.
Anche in Europa vi erano due nazioni che si erano confrontate in passato in guerre sanguinose. Anche in Europa non c’erano famiglie che non avessero avuto morti, feriti o prigionieri per causa del “nemico”. Anche in Europa lo stato vincitore (la Francia) non voleva la ricostruzione della potenza del vicino tedesco.
Le differenze tra lo scontro israelo-palestinese e quello franco-tedesco consiste nel fatto che:
Francia e Germania sono entità statali consolidate e riconosciute,
le differenze etnico-linguistico-religiose non hanno in Europa peso rilevante,
alla fine della guerra c’era una Germania sconfitta e occupata dalle truppe alleate
c’era un comune nemico, l’URSS.
Israele e Palestina non hanno un comune nemico,
la Palestina non è mai esistita come stato indipendente,
il contrasto religioso pesa fortemente (partiti confessionali),
non c’è un paese che ha vinto e uno che ha perso.
Queste differenze vanno considerate, ma prima di affermare che non ci può essere un paragone vediamo quali sono le tappe della riconciliazione franco-tedesca e vediamo se tali tappe potrebbero essere ripercorse in Palestina pur con le diversità esistenti tra le due situazioni.
A fine guerra gli USA lanciarono un piano di ricostruzione dell’Europa (19 miliardi di dollari di allora) a condizione che i fondi fossero gestiti e coordinati da una autorità comune europea (ERP - European Recovery Plan, più noto come Piano Marshall). Questo permise a francesi e tedeschi non solo di affrontare il problema alimentare, ma anche di far ripartire le industrie e le infrastrutture. Essenziale fu la condizione imposta dagli USA di gestire i fondi attraverso una comune autorità, perché questo permise a francesi e tedeschi di lavorare insieme ad un comune progetto dopo sette anni di guerra.
Decisiva ai fini della pace fu però la seconda iniziativa, lanciata da Robert Schuman il 9 maggio del 1950 : unire sotto un’unica autorità la gestione delle risorse carbonifere e siderurgiche di Francia e Germania, proposta da cui nacque la prima comunità europea, la CECA – Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio. La proposta di Schuman era frutto di un compromesso intelligente fra l’esigenza di non permettere alla Germania di ridiventare una potenza indipendente e temibile e l’esigenza di sfruttare il potenziale industriale tedesco ai fini dello sviluppo dell’economia europea e del contrasto al pericolo sovietico. La soluzione della CECA permetteva la rinascita della Germania e nello stesso tempo la sicurezza della Francia, in quanto energia (carbone) e industria di base (acciaio) non sarebbero più state in mano a due diversi Stati “nemici”, ma amministrate da un’Autorità sovranazionale nell’interesse di entrambi i popoli.
Ma perché Francia e Germania accettarono di “cedere sovranità” nei due fondamentali campi dell’energia e dell’industria ? Non certo perché lo volessero gli USA (l’Inghilterra infatti ne restò fuori), ma perché la CECA non era fine a sé stessa, ma fin dalla Dichiarazione Schuman era indicata la prospettiva di una unione federale fra i due Stati con pari dignità. Solo in questa prospettiva il tradizionale nazionalismo francese e l’orgoglio ferito della Germania poterono essere messi a tacere.
Piano Marshall, CECA e Prospettiva Federale, hanno creato le condizioni per una pace fra i popoli europei che dura tuttora e che verosimilmente è irreversibile.
Possiamo ripercorrere una via simile anche per i popoli israeliano e palestinese ? Si possono riprodurre le tre condizioni anche in terra palestinese? Io penso che sia una strada percorribile.
Il finanziamento di un “ Piano Marshall “ non è certo un problema: oggi se mettiamo insieme i fondi che USA, Paesi arabi e Unione Europea elargiscono a Israele, Autorità palestinese e Hamas abbiamo una massa finanziaria cospicua; tale massa non è purtroppo indirizzata allo sviluppo (come fu l’ERP) ma prevalentemente ad armare i contendenti, inoltre non è legata ad una unica programmazione (come fu l’ERP) ma disperso in tante iniziative. Se le potenze su indicate che oggi finanziano Israele e Palestinesi concordassero di convogliare i loro finanziamenti in un unico fondo e condizionassero l’elargizione ad una gestione comune pensate che Hamas, Autorità Palestinese e Israele non si siederebbero ad un tavolo di trattativa ?
Mettere in comune le risorse. Anche questo è fattibile; le risorse sono essenzialmente l’acqua e le infrastrutture: un problema più semplice del carbone e dell’acciaio del dopoguerra europeo.
La prospettiva federale. Di fronte allo stallo in cui ci troviamo continuando a insistere sulla soluzione dei due Stati, la prospettiva federale può farsi strada. Il piccolo gruppo di studiosi palestinesi e israeliani che ci sta lavorando negli Stati Uniti e che ho citato all’inizio può essere il germe da cui può nascere una proposta forte a condizione di sostenerli e diffondere la loro idea. Del resto la proposta non è né nuova né bizzarra: era stata in passato sostenuta da Johan Galtung, che citava proprio l’esempio della CECA come esempio di riconciliazione [3].
Uno stato federale Israelo-Palestinese dovrebbe adottare un sistema analogo al bicameralismo USA, con un Senato in cui gli stati sono rappresentati in egual misura indipendentemente dalla popolazione rappresentata, e con una Camera proporzionale alla popolazione. In questo sistema necessariamente i temi della sicurezza e della politica estera sarebbero affidati al solo Senato e le questioni economiche e sociali al bicameralismo. In tal modo si salvaguarderebbero le ossessioni sulla sicurezza degli israeliani da una parte e si garantirebbero scelte democratiche che integrino i palestinesi in uno stato che inevitabilmente sarebbe inizialmente costruito prevalentemente sulla burocrazia israeliana.
Per questa soluzione servirà una reale garanzia internazionale (analoga, per continuare il parallelo, a quella che nel dopoguerra garantirono le truppe USA in Europa). Garanzia non solo economica ma anche militare, per scoraggiare coloro (e ci saranno, ad iniziare dall’IRAN) che fomenteranno ogni forma di opposizione alla riconciliazione. In questo scenario si può anche parlare di “due Stati”, ma solo come passaggio iniziale verso la prospettiva di uno Stato Federale, come già ipotizzato da Uri Avnery nel 2009 [4], che proponeva anche un nome per il nuovo stato “Semitic Union”.
Fonte immagine Flick
Informazioni sull’autore
Piergiorgio GrossiAttualmente è segretario regionale della sezione MFE - Liguria.
Parole chiave
Note
[2] www.resetdoc.org/story/00000022124#.UK1X5Dw3Yk0.facebook Ahmed Moor is a Palestinian-American student at Harvard Kennedy School of Government, co-author of After Zionism: One State for Israel and Palestine and co-organizer of the One State Conference at Harvard University in March 2012
[3] http://www.namir.it/KLEE/oriente.htm Johan Galtung è un sociologo e matematico norvegese, fondatore dell’International Peace Research Institute (PRIO) e della rete Transcend per la risoluzione dei conflitti.
[4] http://www.transcend.org/tms/2009/11/federation-why-not/ Uri Avnery è un giornalista israeliano fondatore del movimento pacifista Gush Shalom (che significa “Blocco della Pace”)
ELEMENTI INFORMATIVI TRATTI DAL SITO WEB:
https://www.eurobull.it/Palestina-Israele-due-popoli-due-Stati-non-e-la-soluzione,05370?lang=fr
PER CHI NON NE FOSSE INFORMATO:
Che cos'è Hamas?
https://www.ispionline.it › che-cose-hamas-147295
– 2006: La conquista di Gaza da parte di Hamas è seguita alla sua vittoria alle elezioni parlamentari palestinesi del 2006, ultima volta in cui si sono tenute.
Che cos'è Hamas?
https://www.wired.it › Diritti › Terrorismo
9 ott 2023 — Dopo un breve conflitto con Fatah, Hamas ha preso il potere a Gaza ed è ancora al governo. Fatah, invece, continua a governare in Cisgiordania ...
QUINDI DA QUANTO SOPRA SE NE DEDUCE CHIARAMENTE CHE E’ UNA PIA E DRAMMATICA ILLUSIONE CHE IL CASO DI GAZA POTRA’ RISOLVERSI NEL SENSO AUSPICATO DALLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEI GOVERNI OCCIDENTALI E NON SOLO.
HAMAS E’ E RESTERA’, PURTROPPO, L’UNICO PROBLEMA PRINCIPALE NON SCORDANDO CHE NEL SUO STATUTO COME QUELLO DEL MALEDETTO GOVERNO IRANIANO C’E’ SCRITTO CHIARO E TONDO CHE IL LORO PRIMO PUNTO DA ATTUARE E’ LA DISTRUZIONE DELLO STATO EBRAICO.
COSA CHE DIVENTERA’ FRA POCO TEMPO DAVVERO INQUIETANTE E TRAGICO VISTO CHE IL PERICOLOSISSIMO ISLAM RADICALE IRANIANO HA PRATICAMENTE GIA’ FATTO ACCORDI CON IL NIGER PER OTTENERE GRANDI QUANTITA’ DI URANIO CHE GLI SERVIRANNO SICURAMENTE ANCHE PER REALIZZARE IL SUO SOGNO DI SEMPRE: COSTRUIRE LA BOMBA ATOMICA E LANCIARLA CONTRO GLI EBREI PER SPAZZARLI VIA PER SEMPRE DALLA TERRA.
CHI VIVRA’ VEDRA’ E PUTROPPO SAPRA’
CUNEO,LI 05.04.2024
RINALDO
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Inviato da: Southdeira
il 24/07/2024 alle 10:25
Inviato da: Caino2007dgl
il 18/12/2023 alle 10:45
Inviato da: cassetta2
il 17/12/2023 alle 20:44
Inviato da: Caino2007dgl
il 03/07/2023 alle 13:45
Inviato da: magdalene57
il 03/07/2023 alle 13:04