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Caulonia: l'amministrazione, l'opposizione, la società civile
 

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Post n°147 pubblicato il 05 Gennaio 2009 da luigifuda

Appello a Prefetto e Soprintendenza per l'Affresco Bizantino sotto il "telo"

CAULONIA – L’Affresco bizantino di Caulonia, singolare e prezioso monumento nazionale  del comprensorio, finisce all’attenzione del Prefetto di Reggio Calabria e della Soprintendenza ai beni Architettonici di Cosenza.

Promotore un gruppo di giovani del centro storico, decine di cittadini, infatti, hanno sottoscritto un appello che èstato inoltrato pure al sindaco della città, Ilario Ammendolia, a tutti i membri del Consiglio comunale e ai parlamentari della Circoscrizione.

Manifestano, i firmatari del documento, la preoccupazione per lo stato di pericolo in cui si trova il superbo dipinto, realizzato intorno all’anno 1200, spesso oggetto di studio e di tesi di laurea.

Ubicato all’interno della calotta absidale di quella che fu la chiesa di San Zaccaria, prima che questa negli anni Cinquanta andasse definitivamente distrutta dal susseguirsi nel corso dei secoli di scosse sismiche, era rimasto parzialmente protetto, da allora in poi, da una modesta “tettoia, poggiata su due muri laterali, in legno e tegole, che, nonostante la precarietà” assolveva  dignitosamente il suo dovere. “All’inizio della scorsa estate, a seguito di lavori di ristrutturazione della protezione nonché dell’area antistante l’affresco”, chiariscono i latori della missiva-appello, “la tettoia è stata rimossa” per l’esecuzione di lavori più consoni alla protezione del monumento.

“I lavori, però, sono andati a rilento, per non dire bloccati e da quasi sei mesi il Cristo Benedicente, la Vergine Maria e San Giovanni Battista, mirabilmente raffigurati, sono stati lasciati all’esposizione totale degli agenti atmosferici e all’abbandono assoluti”.

Soltanto da poco tempo per proteggere l’opera dalla pioggia, “è stato poggiato sopra lo stesso un ridicolo telo di plastica e poi un altro ancora, col risultato che l’abside oggi è intrisa di umidità”.

L’impressione colgono passanti e turisti è quella “dell’assoluta precarietà e rozzezza della soluzione temporaneamente adottata, oltre alla sicura inadeguatezza della stessa” per dare protezione a un’opera memorabile.

Ed è per quanto denunciato che i sottoscrittori, “innamorati del loro paese e orgogliosi delle testimonianze storiche tramandateci dai nostri avi” non tollerano tale stato di cose  e chiedono a tutti i destinatari della lettera, ciascuno per le proprie competenze, un celere intervento per dare “nuova dignità alla memoria dei cauloniesi, degli avi e dei loro maldestri eredi”.

Armando Scuteri 

Da Gazzetta del Sud del 5.01.09

 

 

 
 
 
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